COMUNICATO STAMPA n. 145/22 G.M. del 07.03.22
8 marzo 2022 “Giornata Internazionale della Donna”: Sindaco, Tardani e Assessore Politiche Sociali, Coppola chiamano la comunità a rinnovato impegno per i diritti e il rispetto della Donna, la Pace e l’affermazione del welfare fondato su famiglia, scuola, ambiti educativi e culturali
(ON/AF) – ORVIETO – In occasione della 113^ “Giornata Internazionale della Donna” il Sindaco, Roberta Tardani rivolge alle Donne e a tutte le componenti della società civile di Orvieto l’invito affinché “questo 8 Marzo 2022 venga colto come una grande opportunità per riflettere, adeguare e fare azioni sempre più incisive finalizzate a sensibilizzare e promuovere interventi educativi, prevenire il fenomeno della violenza attraverso il contrasto degli stereotipi, favorire la cultura del rispetto tra uomo e donna, ideare e sostenere progetti innovativi per il rafforzamento delle reti territoriali antiviolenza e per migliorare la qualità della presa in carico delle vittime di violenza e dei loro figli”.
“Dopo l’emergenza sanitaria che, da ben due anni, sta condizionando l’esistenza di tutti – continua – gli avvenimenti drammatici del conflitto russo in Ucraina ci stanno proiettando in una emergenza generale che non credevamo più possibile in Europa ma che ci chiama, come è giusto che sia, non soltanto all’accoglienza e alla solidarietà verso i profughi o agli appelli alla diplomazia internazionale, ma ci impone di attualizzare nelle scuole e negli ambiti sociali in cui viviamo quotidianamente, i principi del rispetto fra individui e l’educazione alla pace e alla cooperazione. Come nei fatti di violenza quotidiana contro le donne, anche la pandemia e l’attualità della guerra in Ucraina, impongono e motivano noi tutti ad aumentare il livello di attenzione e di sensibilizzazione su tutto ciò che è violenza, e ad affrontare con rinnovata motivazione e fermezza derive non più accettabili”.
“Secondo un recente studio del World Economic Forum – afferma da parte sua l’Assessore alle Politiche sociali, Alda Coppola – la pandemia ha provocato, tra i tanti effetti collaterali, anche un allungamento dei tempi per raggiungere la parità di genere. Il rapporto del 2021 stima che occorreranno in media circa 136 anni per raggiungere la parità su una serie di indicatori in tutto il mondo, invece dei 99 anni delineati nel rapporto del 2020. La pandemia ha fatto crollare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Parallelamente sono diminuite le opportunità per le ragazze e le madri hanno visto ulteriormente appesantirsi il carico delle incombenze di cura. Sono ancora i Paesi del Nord Europa quelli che presentano la percentuale più bassa rispetto al divario di genere ancora da chiudere, prendendo a riferimento gli indicatori principali (opportunità economiche, istruzione, salute e potere politico). I Paesi del Nord Europa rappresentano ancora un modello di come creare resilienza a lungo termine, perché capaci di dare vita a infrastrutture di assistenza per sostenere le famiglie che lavorano, le imprese in difficoltà ed i lavoratori licenziati. Di converso, l’occupazione femminile è più bassa dove è più debole la rete delle infrastrutture sociali. In un panorama certamente non roseo, in questi ultimi anni l’Italia ha fatto importanti passi in avanti rispetto soprattutto alla partecipazione politica delle donne, come dimostra anche la nostra Regione con donne che occupano i maggiori ruoli di responsabilità politica e istituzionale in Regione, nelle due Province e in molti Enti Locali rappresentanti da Sindaci donna. La partecipazione economica rappresenta invece la vera nota dolente dove c’è ancora tanto lavoro da fare. Siamo il fanalino di coda a livello europeo per disparità di reddito e presenza di donne nei posti manageriali. Il reddito stimato delle donne italiane è in media poco meno del 60% rispetto a quello degli uomini”.
“Il valore della giornata dell’8 marzo – conclude – deve essere quindi quello di rilanciare una seria riflessione sul presente e sul futuro del ruolo femminile nella nostra società, dove anche gli atti di violenza verso le donne rappresentano tuttora una vera e propria piaga sociale. E’ proprio la violenza, purtroppo, che caratterizza la cronaca di questi giorni che mette ancora una volta al centro il ruolo di donne coraggiose che portano sulle proprie spalle il carico di disperazione e miseria che la guerra provoca. E’ necessario pertanto riavviare la costruzione di un modello di welfare che tenga al centro le politiche per la famiglia, per la scuola e per tutti quegli ambiti educativi e culturali in cui la donna riveste un ruolo centrale. Il mio auspicio è che la Festa della Donna 2022 non trascorra come una semplice ricorrenza per poi ricominciare daccapo, ma costituisca la tappa di un percorso che, pur tra enormi difficoltà, possa raggiungere l’obiettivo di una completa parità di genere”.
Ulteriori informazioni
Ultimo aggiornamento