Presentato a Roma il programma della VII edizione “Residenze sulla terra” che si terrà al Teatro Mancinelli dall’8 al 17 settembre. In cartellone concerti di musica classica, lirica, spettacoli di teatro e arti figurative
(COMUNICAZIONE) ORVIETO – Dall’8 al 17 settembre 2023 l’Orvieto Festival della Piana del Cavaliere accenderà ancora una volta il Teatro Mancinelli di Orvieto con due settimane di musica, arte e teatro. Presentata questa mattina a Roma la VII edizione della rassegna che quest’anno si intitola “Residenza sulla terra”, in omaggio a Pablo Neruda a 50 anni dalla sua scomparsa.
Il cartellone 2023 prevede concerti, spettacoli, arti figurative, teatro, lirica e letteratura, facendo interagire tra loro tutte le forme d’arte. Una vera e propria mission per un progetto nato con lo scopo di promuovere la cultura di qualità, gli artisti e i giovani talenti emergenti.
La proposta musicale partirà l’8 settembre con il grande concerto di apertura Danzando nel bosco, in collaborazione con Umbria Green Festival. Protagonista il violinista Alessandro Quarta. Dedicato ai cinque elementi della natura, il concerto accompagna l’ascoltatore a vivere questi elementi nella musica e nelle sue infinite sfaccettature. Grande novità di questa edizione sarà la residenza al Festival della Japan National Orchestra, con Kyohei Sorita solista e direttore, medaglia d’argento al Concorso pianistico Chopin 2021. In programma musiche di Čajkoskij, Pärt e Šostakovič. L’orchestra risiederà per diversi giorni ad Orvieto, a stretto contatto con la città, luogo in cui preparerà il suo Italian Summer Tour.
L’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani – compagine orchestrale under 35 in residenza ogni anno al Festival – presenterà una nuova produzione che unisce le arti visive al teatro e alla musica: Tableau Vivant. In collaborazione con Teatri 35, metterà in scena uno spettacolo in cui si animeranno i quadri e le sculture di Raffaello e Michelangelo accompagnati dall’Offerta Musicale di Johann Sebastian Bach. L’orchestra Calamani sarà presente anche il 17 settembre nell’esecuzione dei concerti per archi del 1700, una testimonianza delle residenze artistiche napoletane di quel periodo, di rara esecuzione.
Centrale sarà la musica vocale eseguita, in particolar modo, dai giovani talenti: il Gruppo vocale Vikra diretto da Petra Grassi, coro italo-sloveno under 35 che sta riscuotendo grande favore da pubblico e critica in tutta Europa e gli allievi dell’Accademia del Teatro Carlo Felice di Genova, diretta da Francesco Meli, il più grande tenore in carriera in Europa, e Serena Gamberoni, accompagnati al pianoforte da Davide Cavalli che tornerà in scena insieme a Davide Muccioli con il concerto Prélude à la nuít per due pianoforti, soprano, tenore e baritono.
Il teatro, sempre in chiave musicale, sarà rivolto ai grandi interpreti italiani. Il regista Valerio Ruiz porta in scena Massimo Wertmüller e Nicoletta Della Corte, con la partecipazione straordinaria di Isa Danieli nello spettacolo “Lina’s Rhapsody. Ovvero: Avventure e canzoni di Lina Wertmuller”. Intrecciando musica e racconti, sulle note di Morricone, Rota, Greco, Lucio Gregoretti, Jannacci e Canfora, vengono delineate amicizie profonde e retroscena che restituiscono un ritratto intimo della regista.
Presso la Sala Città Slow di Palazzo dei Sette Bruno Milone, docente di Sociologia all’Istituto Universitario per Mediatori Linguistici di Milano, terrà la conferenza dedicata al tema del Festival 2023 Neruda: Residenze sulla Terra, in memoria dei 50 anni dalla morte del poeta cileno, Premio Nobel per la letteratura nel 1971.
Il concerto di chiusura sarà affidato quest’anno all’Orchestra della Scuola G. Sarti di Faenza, diretta dal M° Jacopo Rivani. Un concerto corale di studenti e docenti i cui proventi saranno devoluti all’Associazione “Amici della Scuola di Musica Sarti” per contribuire all’acquisto di nuovi strumenti musicali, dopo la tragica alluvione dello scorso mese di maggio. Inoltre, durante le giornate del Festival gli artisti incontreranno il pubblico per raccontarsi e raccontare la loro esperienza sul palco. Un confronto diretto per capire in che modo la loro vita artistica e personale abbia portato alla realizzazione di ogni spettacolo.
“Il luogo dove si fissa la propria dimora – dice la direttrice artistica Anna Leonardi, presentando il tema di questa edizione – è legato alla casualità, e poi a una scelta, a un’esigenza, o a una speranza, a una necessità. Ogni luogo porta con sé la propria storia, che si incontra con quella di chi ci nasce o di chi lo raggiunge. E ognuno di noi si rapporta con il luogo che ci accoglie. Si riceve chi ci riceve. In un mondo in continua trasformazione è la nostra residenza a cambiarci, a chiederci di leggere con occhi nuovi la realtà che ci circonda, ad assumerne il volto e a comprenderne il cambiamento. E saper interpretare il nostro stare al mondo è il primo luogo dell’arte, anch’essa in continua trasformazione e anch’essa residente nel nostro stesso luogo. Perché sulla terra arriviamo tutti di passaggio e, fino al prossimo cambio di residenza, siamo tutti specchio dell’altro”.
“In questo terzo anno nel capoluogo umbro – afferma il presidente e ideatore del festival, Stefano Calamani – diventa ancora più impellente per noi far diventare Orvieto un punto di riferimento internazionale per la musica classica, coinvolgendo il pubblico con proposte innovative e di alta qualità. La musica è un’arte trasversale, che non ha confini territoriali. Al momento l’Orvieto Festival è uno dei principali giovani festival emergenti del centro Italia e per raggiungere questi obiettivi è necessario che diventi sempre più parte integrante del tessuto di Orvieto e della regione Umbria. Obiettivo del Festival è, inoltre, quello di formare nuovo e giovane pubblico che possa trovare anche nella musica classica fonte di ispirazione”.
“Dopo tre anni – afferma il sindaco di Orvieto e assessore alla Cultura, Roberta Tardani – l’Orvieto Festival della Piana del Cavaliere è ormai diventato uno degli appuntamenti principali del calendario degli eventi dell’anno a Orvieto per la qualità dell’offerta musicale e culturale che propone alla città, agli appassionati e ai visitatori. A questo, la manifestazione aggiunge la capacità di rinnovarsi veicolando messaggi universali attraverso la musica e il suo potere di superare ogni barriera linguistica e culturale come sarà anche per gli importanti temi di stringente attualità che tratterà nell’edizione 2023”.
Il Manifesto della VII edizione del Festival è realizzato dal duo artistico Visavì ed è dedicato al Duomo, simbolo di Orvieto.
L’Orvieto Festival della Piana del Cavaliere gode dell’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e del Patrocinio della Regione Umbria. Inoltre, è reso possibile grazie al sostegno del Ministero della Cultura, della Città di Orvieto e della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, e alla collaborazione con la Fondazione per il Centro Studi “Città di Orvieto”, Cittaslow Orvieto, l’Università delle Tre Età, l’Opera del Duomo e la Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole”. Principale sostenitore del Festival continua ad essere AISICO, realtà imprenditoriale che promuove l’arte, credendo nel suo valore formativo e di sviluppo, con lo scopo di svolgere un ruolo sociale che punti sulla cultura e sul linguaggio universale della musica.
Tutte le informazioni su www.festivalpianadelcavaliere.it