Pozzo di San Patrizio e Cascata delle Marmore insieme, un itinerario tra cultura, ingegno e natura

Data:
19 dicembre 2024
Da domani via all’accordo di reciproca scontistica e promozione congiunta dei due siti. Il sindaco Tardani: “Non solo una strategia turistica ma anche un messaggio culturale”. L’assessore Bordoni: “Valorizziamo l’Umbria del Sud”. Dal 1 gennaio biglietto del pozzo a 6 euro

 

(COMUNICAZIONE) ORVIETO – Il Pozzo di San Patrizio di Orvieto e la Cascata delle Marmore di Terni insieme per la promozione di itinerari tra cultura e natura e la valorizzazione delle ricchezze storiche della provincia di Terni.

Da domani, venerdì 20 dicembre, parte l’accordo di reciproca scontistica e promozione congiunta tra due dei siti più visitati dell’Umbria e d’Italia che potranno intercettare un circuito di oltre 700mila visitatori annui.

L’accordo, che era stato lanciato in occasione dell’ultima fiera internazionale del turismo TTG di Rimini, è stato illustrato questa mattina a Palazzo Spada a Terni in una conferenza stampa a cui hanno preso parte il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, e l’assessore al Turismo del Comune di Terni, Michela Bordoni.

In base a questo accordo chi si presenterà al Pozzo di San Patrizio con il biglietto della Cascata delle Marmore potrà usufruire dell’ingresso a prezzo ridotto (attualmente 3,50 euro anziché 5) e viceversa chi si recherà alla Cascata con il biglietto del Pozzo pagherà l’ingresso a prezzo ridotto (8 euro anziché 12).

Dal 1 gennaio, secondo quanto approvato dalla giunta comunale di Orvieto nei giorni scorsi, il costo del biglietto di ingresso al Pozzo di San Patrizio sarà di 6 euro (intero) e di 4,50 euro il ridotto.

Avevamo iniziato a lavorare a questa intesa con la Giunta Latiniha detto il sindaco Tardani – e oggi, grazie all’amministrazione Bandecchi e all’assessore Bordoni siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo. Si tratta di un accordo di collaborazione importante tra due straordinarie eccellenze del nostro territorio e fa scoprire legami pieni di significati tra due città apparentemente distanti che prima d’ora non hanno mai dialogato fino in fondo. Il Pozzo di San Patrizio e la Cascata delle Marmore rappresentano due simboli unici della storia, dell’ingegneria e della bellezza naturale dell’Umbria e testimoniano la capacità dell’uomo di plasmare il territorio sfruttandone le risorse nel rispetto della bellezza e sfruttandone le risorse. Il Pozzo di San Patrizio incarna il genio architettonico rinascimentale, la Cascata rappresenta l’armonia tra natura e l’intervento umano. L’acqua, elemento centrale di entrambi i siti, ha poi un significato storico e simbolico profondo. Nel Pozzo rappresentava la sopravvivenza in un contesto di emergenza, nella Cascata è simbolo di trasformazione. Entrambi i siti testimoniano come in quel periodo storico l’arte e la tecnica fossero intrecciate nella ricerca dell’equilibrio tra utilità e bellezza. Collegare i due siti – ha aggiunto – consente di offrire ai visitatori un’esperienza integrata e creare itinerari che raccontano storie complementari, valorizzando la diversità dell’Umbria attraverso una narrazione ricca e unica. I turisti possono immergersi nel passato e nel paesaggio naturale trasformato dall’uomo, vivendo un’esperienza completa che lega cultura, ingegneria e natura. Entrambi i luoghi offrono inoltre opportunità educative: il Pozzo come esempio di architettura e urbanistica, la Cascata come modello di gestione delle risorse idriche nei secoli. Promuovere congiuntamente il Pozzo di San Patrizio e la Cascata delle Marmore, dunque, non è solo una strategia turistica, ma anche un messaggio culturale: celebrare l’unione tra tradizione, innovazione e sostenibilità. E questo a nostro avviso non solo può valorizzare la provincia di Terni ma rafforzare l’identità dell’Umbria come terra di storia, bellezza e ingegno. Il coinvolgimento diretto di Antonio da Sangallo il Giovane in entrambe le opere non è poi solo un interessante legame storico, ma un potente strumento per arricchire la narrazione culturale e turistica. Potrebbe essere quindi in futuro il filo conduttore di percorsi storici-culturali congiunti, mostre ed eventi tematici ma anche coinvolgere le scuole in esperienze di educazione al genio rinascimentale. Questo accordo, dunque, apre una serie di opportunità che le amministrazioni di Orvieto e Terni hanno intuito e vogliono provare a mettere in pratica congiuntamente per valorizzare e potenziare l’offerta turistica di questi territori e con l’obiettivo di aumentare la permanenza media nelle nostre città e nella nostra regione”.  

Un progetto che era nel cassetto – ha detto l’assessore Michela Bordonie che abbiamo voluto riprendere e portare a compimento a testimonianza che quando le idee sono buone vanno portate avanti. È un accordo importante perché attraverso una promozione e una comunicazione congiunta si potrà valorizzare il territorio dell’Umbria del sud e consentirà reciprocamente di intercettare pubblici diversi favorendo non solo la permanenza media ma anche la destagionalizzazione dei flussi”.

A suggellare l’accordo il Comune di Terni ha donato al sindaco di Orvieto la “Rosa della città di Terni”, simbolo del nuovo progetto lanciato per la promozione della figura di San Valentino, patrono della città dell’Acciaio.

Il legame di Antonio da Sangallo il Giovane

Il fiorentino Antonio da Sangallo il Giovane (1484–1546) è stato uno dei più grandi architetti e ingegneri del Rinascimento, noto per la sua capacità di integrare funzionalità, estetica e innovazione tecnica. La sua influenza è evidente in entrambe le opere.

Sangallo fu incaricato da Papa Clemente VII di progettare il Pozzo di San Patrizio per rispondere a una necessità pratica: garantire una fonte di acqua sicura durante eventuali assedi. La sua soluzione, una doppia rampa elicoidale indipendente, era rivoluzionaria. Permetteva a uomini e animali di trasportare l’acqua senza incontrarsi, massimizzando efficienza e sicurezza. L’opera, realizzata tra il 1527 e il 1537, rappresenta un capolavoro di ingegneria idraulica e architettonica.

Sangallo contribuì anche a interventi di regolazione delle acque della Cascata delle Marmore. Il sito era già stato trasformato dai Romani, ma nel corso dei secoli furono necessari ulteriori lavori per migliorare il controllo del flusso idrico e ridurre il rischio di inondazioni nella pianura reatina. A Sangallo si deve la realizzazione della Cava Paolina, dal nome del Papa Paolo III che la commissionò nella prima metà del Cinquecento. L’opera di ingegneria idraulica fu iniziata nel 1545 e terminata di costruire nel 1547, un anno dopo la morte di Sangallo avvenuta proprio a Terni.

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Ultimo aggiornamento
19/12/2024