Concessione diritto di superficie per un impianto fotovoltaico su terreni di proprietà del Comune di Orvieto in gestione alla Fondazione per il Museo “C. Faina”

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Concessione diritto di superficie per un impianto fotovoltaico su terreni di proprietà del Comune di Orvieto in gestione alla Fondazione per il Museo “C. Faina”

COMUNICATO STAMPA n. 806/22 C.C. del 20.10.22 

Concessione diritto di superficie per un impianto fotovoltaico su terreni di proprietà del Comune di Orvieto in gestione alla Fondazione per il Museo “Claudio Faina” 
• Nel dibattito del Consiglio Comunale è stato precisato che l’autorizzazione riguarda solo la presentazione di un progetto che sarà soggetto alle procedure di valutazione ambientale 

(ON/AF) – ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha approvato (8 favorevoli; 3 contrari: Mescolini, Giovannini, Croce; 1 astenuto: Sacripanti) la concessione del diritto di superficie alla ditta che si aggiudicherà i lavori di realizzazione di un impianto fotovoltaico sui terreni di proprietà del Comune di Orvieto in gestione alla Fondazione per il Museo “Claudio Faina”.  

L’atto è stato illustrato dal Vice Sindaco e Assessore all’Urbanistica, Mario Angelo Mazzi, il quale ha spiegato che “il Comune di Orvieto, in esecuzione della volontà testamentaria, è erede del Conte Claudio Faina. Nello specifico si tratta di terreni in gestione alla Fondazione per il Museo ‘Claudio Faina’ costituita nel 1957 al fine di gestire il Museo Civico e il patrimonio rustico, urbano e mobiliare proveniente dall’eredità con destinazione permanente al mantenimento e potenziamento del Museo stesso. In particolare, relativamente al progetto di realizzazione di un impianto fotovoltaico, la Fondazione Faina chiede al Comune di utilizzare il 5% di terreno seminativo con la disponibilità di dare il diritto di superficie di 15 ettari per un progetto di fotovoltaico. La concessione riguarda pertanto una superficie complessiva di circa 15 ettari di cui 5 ettari ubicati nel Comune di Orvieto e 10 ettari situati nel Comune di Castel Giorgio.

Va precisato – ha concluso – che in questa fase, con tale atto il Comune non approva un progetto. La ditta dovrà presentarlo e questo sarà comunque soggetto a VAS. Da una prima verifica fatta sui 5 ettari del nostro territorio risulta che sono in una zona dell’altopiano in corrispondenza del monte Panaro. Allo stato attuale quindi al Comune è richiesta solo l’autorizzazione a trattare e ad individuare un soggetto per la realizzazione dell’impianto”.

Dibattito:

Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”): “a titolo personale e non come capogruppo dico che è una pratica che non avrei mai voluto discutere perché convinto che si vanno a sottrarre ettari di terreno agricolo per realizzare impianti fotovoltaici. Lo dico perché il territorio dell’orvietano è stato ed è oggetto da diversi anni di incursioni di aziende che lo individuano per fare business. Non darò input al mio gruppo sulla votazione ma la mia astensione vuole essere un segnale per conservare la vocazione delle nostre ricchezze ambientali e paesaggistiche. Comprendo che ci sono delle aspettative da parte della Fondazione Faina che avrebbe come ritorno un quantum per garantire le attività istituzionali legate alla gestione del Museo. Io penso comunque che non vada creato un precedente sul nostro territorio pertanto mi asterrò”.

Alessio Tempesta (Capogruppo “Progetto Orvieto”): “parlo anche io a titolo personale e non da capogruppo per condividere con il Consiglio alcune considerazioni. Ricoprire di impianti di energia alternativa i nostri territori rurali di particolare attrazione non è certo la soluzione migliore e più auspicata a livello paesaggistico. Certo è che siamo in un’epoca di forte transizione energetica e di mutamento naturale dell’utilizzo delle fonti energetiche alternative non più trascurabili. La considerazione di natura politica è che la Fondazione Faina è un ente culturale che fa capo al nostro Comune e che negli ultimi tre anni ha dato uno slancio ed una vitalità alle attività culturali che non ricordavo avesse avuto in precedenza. Capisco che questo è un ‘urlo’ della Fondazione per mantenere la sua mission di istituzione culturale e mi chiedo anche se questa sia la soluzione migliore e se si potevano creare altri supporti. Sosterrò la richiesta della Fondazione Faina per il rispetto che ho della stessa”.

Cristina Croce (Capogruppo “Siamo Orvieto”): “anche io sono in difficoltà a votare questo atto, non per un pregiudizio ideologico ma perché il proliferare di questi impianti rischia di segnare pesantemente il nostro territorio. Si tratta di votare un atto al buio non conoscendo i risvolti specifici. Capisco le finalità della Fondazione Faina e che ci sono interessi di pari valore, tuttavia mi sento di votare contro”.

Martina Mescolini (Capogruppo “Partito Democratico”): “abbiamo forti perplessità per questa delibera. Non metterei a confronto la finalità dell’autorizzazione della concessione del diritto di superficie di un bene pubblico con finalità private, ma non conosciamo la natura del progetto e i suoi obiettivi pubblici nella prospettiva della transizione ecologica. Per noi il voto è contrario perché sapendo che l’impianto andrebbe ad essere realizzato su un terreno agricolo la delibera in questa fase ha ancora dei lati oscuri e non ci dà le necessarie informazioni”.

Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”): “l’ultimo provvedimento assunto dal Governo nel mese di agosto ha di fatto liberalizzato questi impianti e le regioni poco posso fare. Alcune perplessità sono legittime e in parte le condivido, ma questo atto non significa che il Comune – che è proprietario di questi terreni – apra alla realizzazione di questi impianti senza la possibilità di intervenire. Ricordiamo le vicende di installazioni nel territorio di Castel Giorgio dove gli enti pubblici erano messi fuori da queste gestioni. In questo caso invece attraverso la Fondazione Faina il Comune avrebbe un ruolo non passivo ma dei benefit. Intendo dire che in luogo della totale deregulation l’interlocutore in questo caso è una istituzione pubblica. La Fondazione ha circa 500 ettari di terreni di cui 300 destinati a seminativo. Penso che sia doveroso aprire un fronte nuovo di riflessione, fermo restando che nei successivi step la Fondazione Faina e il Comune debbono controllare puntualmente l’evoluzione della situazione”.

Umberto Garbini (Capogruppo “Fratelli d’Italia”): “comprendo le perplessità di tanti e di chi in particolare viene da una tradizione ecologista e di rispetto del territorio. Ho avuto modo di valutare alcune decisioni del Ministero della transizione ecologica che nasce con la possibilità di realizzare a tappeto impianti di energie alternative e la possibilità di avere una speculazione da una progettazione. La differenza di scegliere tra una vera transizione ecologica massiva e speculare è quindi molto diversa. Va anche detto però che c’è anche un po’ di ambiguità quando non sempre un sentire ambientalista ed ecologista di alcuni corrisponde poi, nel loro privato, alla richiesta di autorizzazioni. Serve quindi coerenza. La concessione del diritto di superficie non significa che è il rilascio totale di una autorizzazione ma che ci sarà un progetto che sarà soggetto a VAS o VIA”.

 

 

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Ultimo aggiornamento
20/10/2022