COMUNICATO STAMPA n. 431/22 C.C. del 31.05.22
Mozione su “Nuovo Piano Sanitario Regionale – Modello di Medicina territoriale post Covid 19 – Soggetti, reti e strumenti per la tutela della salute dei cittadini”. Proposte per il territorio orvietano
(ON/AF) – ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità dei presenti e dopo ampio dibattito, la mozione presenta dal Cons. Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”) che impegna il Sindaco ad attivare ogni utile interlocuzione istituzionale con i sindaci del territorio per raggiungere una posizione comune e chiedere ai vertici del Governo dell’Umbria:
• che vengano ripristinati con urgenza i servizi di medicina ospedaliera e territoriale di prevenzione oggi gravemente carenti cosicché si consenta ai cittadini di ricevere le prestazioni cui hanno diritto;
• che quanto premesso, valutato e proposto nella mozione, possa trovare piena attuazione all’interno del nuovo Piano Sanitario Regionale e negli strumenti normativi ed amministrativi da esso derivanti o comunque collegati:
– per interloquire con i sindaci di Terni, Narni e Amelia e il Presidente della Provincia di Terni per addivenire ad una strategia comune che abbia come base l’ipotesi;
– per sviluppare tutte le iniziative nelle sedi e nelle modalità che si riterranno utili e necessarie affinché si realizzi il necessario e urgente cambiamento del ruolo propulsivo e propositivo che il nostro, come d’altronde altri territori, possono e debbono svolgere nella politica complessiva della regione.
Illustrando le ragioni della mozione, il proponente ha detto che “la proposta di discussione del documento risale al 7 novembre 2021, quindi trattarla con sei mesi di ritardo risente di cose, anche importanti, che sono già accadute, e non ha il senso stringente dell’attualità. So bene che spesso la politica va così, ma quando ci viene chiesto di proporre emendamenti che verrebbero comunque respinti dalla maggioranza, il punto politico vero è che così facendo si svilisce il ruolo dei consiglieri. Occorre evitare che trascorra troppo tempo tra la presentazione degli atti e la loro trattazione in aula, stabilendo ad esempio un tetto temporale. Ciò detto, nel frattempo la giunta regionale è uscita con un atto di indirizzo che, in realtà pone tre tipi di problemi: una nuova filosofia della gestione in tema di sanità a partire dalla pandemia; l’importanza della medicina territoriale da coordinare con la medicina ospedaliera ragionando in termini di sistema e di prevenzione in una logica di flessibilità; e la carenza nella gestione ordinaria del funzionamento del sistema sanitario territoriale, dove un problema è costituito, ad esempio, dai tempi lunghi nella prenotazione delle analisi, tanto da costringere le persone ad andare fuori Orvieto o a rivolgersi alla sanità privata.
Altro problema generale di fondo è quello di affrontare il sistema della medicina territoriale guardando anche al processo di modifica del sistema regionale attraverso il PSR. Ovvero: Orvieto o si accontenta di un ospedale di comunità o aggancia un’idea di ospedalizzazione specializzata con riferimento al polo di Terni, ad esempio. L’idea è quella di agganciare il nostro sistema ospedaliero ad un sistema più articolato. Forse in questo modo il nostro ospedale non subirebbe il depauperamento che sta subendo in quanto impoverito di servizi. Se vogliamo guardare al futuro dobbiamo inserire il nostro ospedale in un sistema più forte con compiti moderni, efficienti, di futuro, interterritoriali che spingono verso il potenziamento. Con questa mozione io desidero semplicemente indicare un modo di ragionare. Sulla sanità tutto il territorio dovrebbe essere unito, ma invece vedo ancora una certa frammentazione”.
Dibattito:
Sindaco, Roberta Tardani: “rispetto a quando la mozione è stata scritta molte delle scelte si sono già trasformate in fatti, tuttavia la mozione muove da un ragionamento di buon senso che è condivisibile, parte da presupposti e pone degli impegni in capo al Sindaco di Orvieto e ai Sindaci del territorio. Stiamo parlando di un tema che ci vede tutti impegnati. Il depauperamento del nostro ospedale viene da lontano aggravato in questi anni dalle problematiche relative al personale. I bandi per medici specialisti scontano purtroppo la mancanza di medici a livello nazionale. Ci sono concorsi aperti, altri rinnovati e in corso. Molto è stato fatto: sulla chirurgia sembra che adesso ci siano parecchi medici in concorso, sull’ortopedia invece c’è un problema generale che è comune a tutto il Paese. Il nuovo PSR rafforza il ruolo di emergenza-urgenza dell’Ospedale di Orvieto. I progetti sul Pronto Soccorso e la Terapia Intensiva sono un punto a favore per il futuro del nostro presidio ospedaliero. La Casa di Comunità è la risposta a molti dei problemi della medicina di territorio. Una tipologia assistenziale, questa, su cui la sanità nazionale sta investendo molto per integrare sanità ospedaliera e sanità di territorio, anche alla luce dell’emergenza sanitaria. La Casa di Comunità contribuirà all’alleggerimento della pressione ospedaliera con 20 posti letto previsti. Penso quindi che vi sono le condizioni per migliorare il nostro sistema sanitario locale. La Casa di Comunità di per sé è un distretto. Se con la mozione si chiede una maggiore partecipazione alle scelte, da parte nostra c’è la massima disponibilità, ma nel contempo credo che ci sono le premesse per realizzare le aspettative della nostra comunità. Tra qualche settimana l’Assessore regionale e il Direttore generale dell’Usl Umbria 2 presenteranno il nuovo progetto per la Casa di Comunità e la riqualificazione dell’Ospedale di Orvieto. Quanto all’apertura della relazione dialettica con Terni e Narni ricordo che è stata finalmente ricostituita l’Assemblea dei Sindaci dell’ambito territoriale che renderà possibile questa interlocuzione”.
Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”): “è importante che il Consiglio discuta questa mozione e si confronti. Il Sindaco ha relazionato sulle evoluzioni che nel frattempo si sono sviluppate. Concordo sul fatto che occorre dare dei tempi di discussione certi alle mozioni e questo è un problema da affrontare in conferenza dei capigruppo. Le problematiche descritte da Barbabella sono state riscontrate e si soffermano sulla medicina di territorio che in due anni di pandemia è stata messa ulteriormente sotto pressione, anche se è stato fatto un passo in avanti con il progetto della Casa di Comunità che riqualifica un importante immobile come l’ex Ospedale su cui, da molti anni io stesso ho evidenziato l’esigenza che un ente pubblico, laddove ci fosse stata la necessità e la possibilità, non doveva vendere un bene come quello. Un immobile che ha avuto ben quattro bandi di vendita andati tutti deserti. Tutti gli interventi fatti verso la Regione e la Asl di bloccare quella vendita alla fine ha prodotto il risultato che la Asl tornasse sui propri passi e rinunciasse alla vendita. La grande vittoria politica della città è quindi quella di aver convinto la Asl che l’ex ospedale poteva essere riqualificato per la medicina di territorio e nell’ottica del superamento di tutte le criticità emerse durante la pandemia. La questione delle carenze strutturali delle liste d’attesa è oggettiva e va affrontata con determinazione più di quanto non sia stato fatto fino a oggi. Concordo sul fatto che la prospettiva e i rapporti con i comuni dell’ambito provinciale è un altro passo importante da porre in atto per entrare nel dibattito regionale rispetto alla sistema della sanità umbra”.
Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”): “ringrazio Barbabella che pone un questione vitale per la salute e per il nostro territorio dove ha sede un ospedale importante anche a livello geografico al punto che dovrebbe qualificare questo territorio. La mozione guarda in avanti e non al passato quando la sanità orvietana veniva dileggiata. Ho avuto con l’Assessore regionale Coletto un confronto diretto sin dall’avvio della consiliatura. La qualificazione degli ospedali è importante quindi dobbiamo chiedere noi che il nostro ospedale abbia una identità. Il nostro ospedale può essere di frontiera, che significa un arricchimento per la nostra regione. In questa direzione dovremmo insistere e qualificarci. Sono stati banditi dei concorsi, del personale è arrivato come anche alcune dotazioni tecnologiche. L’intramoenia invece è una aberrazione del sistema sanitario nazionale perché non è giusto che la prestazione sanitaria pagata privatamente ed effettuata sempre in ambito ospedaliero con gli stessi specialisti del servizio sanitario pubblico abbia percorsi facilitati a cui i cittadini devono accedere per sottoporsi a visite ed esami altrimenti dilazionati con scadenze molto lunghe. I provvedimenti sull’abbattimento delle liste d’attesa vanno implementati ed estesi il più possibile. Plaudo alla Casa di Comunità all’ex Ospedale che è un ulteriore passo per estendere i servizi sanitari al territorio e a una platea più ampia di utenti”.
Martina Mescolini (Capogruppo “Partito Democratico”): “stiamo affrontando un tema molto sentito dai cittadini perché viviamo una situazione di problematica carenza dei servizi sanitari. Mi unisco al plauso per la mozione presentata pochi giorni dopo le prime delibere che riguardavano il nuovo PSR, nel tentativo di rendere attiva questa assise lungo l’iter della progettazione del piano. Nella prima fase ci era stata data notizia che il primo intervento effettuato era quello del dimezzamento dei distretti sanitari dagli attuali 12 a 6, ricorrendo cioè all’accorpamento. Nella mozione Barbabella ha posto la questione di prospettiva, tuttavia dagli interventi che ho sentito, l’attenzione maggiore riguarda soprattutto la possibilità di riqualificare l’ex ospedale con la Casa di Comunità. Abbiamo parlato anche di carenze dell’ospedale. I Sindaci hanno presentato alla regione delle proposte, che oggi non sono emerse nel dibattito. Si parla di carenza di personale in servizi che riguardano la medicina territoriale. Oggi però il Sindaco ha fatto un passaggio citando la forte carenza di medici a livello nazionale. Io dico che nessuno partecipa ai concorsi perché il nostro territorio e il nostro ospedale hanno perso di attrattiva, anche professionale. Sull’ortopedia, ad esempio, abbiamo assistito anche al trasferimento di competenze verso altre mete. Oggi la difficoltà che registriamo rispetto anche al recente passato, è la difficoltà di accesso a molti servizi, screening compresi. In luogo dell’intramoenia abbiamo più volte invitato il Sindaco a chiedere un confronto con le Organizzazioni Sindacali, ma non è stato fatto e vorrei sapere perché”.
Cristina Croce (Capogruppo “Siamo Orvieto”): “concordo con la mozione che va ad integrarsi con quella che abbiamo presentato con la consigliera Mescolini per la costituzione di un tavolo permanente di tutte le forze politiche sul PSR, proprio all’atto dell’uscita del primo documento del nuovo Piano Sanitario Regionale. Che la situazione sia peggiorata negli ultimi tempi è di nuovo sotto gli occhi di tutti. Nessuno nega che anche la pandemia abbia accentuato certe criticità, ma è altresì evidente che ci sia una spinta forte verso la sanità privata. Sappiano la genesi dei problemi ma ora è arrivato il momento di pervenire a soluzioni che vanno condivise attraverso una programmazione fra tutti i Sindaci della Zona Sociale per dire la propria rispetto a questo Piano Sanitario Regionale che porta alla chiusura del Distretto orvietano”.
Replica Barbabella: “esprimo soddisfazione per aver suscito una risposta e una attenzione al problema. Il senso della mozione è quello di stabilire un punto: ci sono temi che chiedono di raggiungere traguardi positivi sulla sanità su cui non si scherza. Servono risultati nell’immediato e in prospettiva perché se non c’è un’idea progettuale forte, nel mondo di oggi la sola certezza è quella di arretrare inesorabilmente. Il punto di riferimento è il ruolo del territorio. Se l’ospedale funziona questo territorio diventa affidabile, quindi ragioniamo come territorio e colleghiamoci con altre realtà che possono inserirci nel sistema regionale. Posto che non sono d’accordo sulla ubicazione della Casa di Comunità nell’ottica di una semplice logica di riqualificazione del patrimonio dell’ex ospedale, non vorrei però che ci concentrassimo solo su questo aspetto particolare della mozione e non piuttosto su una gestione politica del futuro della sanità del nostro territorio”.
Ulteriori informazioni
Ultimo aggiornamento