Comune di Orvieto condanna aggressione della Russia all’Ucraina

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Comune di Orvieto condanna aggressione della Russia all’Ucraina

COMUNICATO STAMPA n. 186/22 C.C. del 15.03.22 
All’unanimità Consiglio Comunale di Orvieto condanna aggressione russa all’Ucraina  
(ON/AF) – ORVIETO – Il Consiglio Comunale di Orvieto riunito in seduta straordinaria urgente ha approvato all’unanimità dei presenti (9 favorevoli) la mozione contro l’aggressione russa all’Ucraina, condivisa tra tutti i gruppi consiliari.
Nella mozione, il Consiglio Comunale di Orvietoesprime la più ferma condanna dell’aggressione della Federazione russa all’Ucraina, per aver calpestato il diritto dei popoli, per bombardare e straziare le città contro ogni regola del diritto internazionale al fine di sottomettere uno Stato sovrano, per i danni umani, materiali e morali inflitti a cittadini inermi; e la più convinta e sentita solidarietà a tutto il popolo ucraino per l’esempio di unità, di coerenza e di coraggio con cui viene testimoniata la dignità di un’intera nazione che non si arrende e combatte una battaglia di libertà e di autodeterminazione per sé e per tutti i popoli europei e mondiali, che consideriamo per questo già ora come popolo europeo.
Auspica che si raggiunga prima possibile una tregua, si ponga termine ai bombardamenti e si consenta di portare gli aiuti necessari alla popolazione; che nel contempo prenda avvio la trattativa di pace con il coinvolgimento degli organismi internazionali a garanzia del rispetto dei patti e contempli il ritiro delle truppe russe, l’integrità territoriale dell’Ucraina e le condizioni per l’esercizio delle sue libere scelte da parte del popolo ucraino.
Chiede al Governo italiano che si faccia ogni sforzo nelle sedi europee ed internazionali per raggiungere subito la tregua e si avviino le trattative di pace; che nel contempo venga assicurata la necessaria assistenza umanitaria alla popolazione, garantita l’accoglienza ai profughi nelle migliori condizioni; che insieme a ciò venga effettuato ogni intervento utile a proteggere la nostra nazione dalle conseguenze dirette ed indirette, economiche e sociali, della guerra, che sono già preoccupanti e rischiano di amplificarsi sempre di più qualora la situazione dovesse prolungarsi ed aggravarsi. Contestualmente si operi perché l’Europa acceleri i processi di integrazione sia sul piano politico che di bilancio e di difesa, unico modo per costruirsi un futuro fondato sui valori che distinguono la sua storia nel mondo”.
Ed impegna il Sindaco e la Giunta:
– a incoraggiare e sostenere le manifestazioni di condanna dell’aggressione, per fermare l’invasione e ottenere il ritiro delle truppe dell’esercito russo dal territorio dell’Ucraina che sono le vere condizioni per tornare ad una situazione di pace che nel tempo possa dirsi pace stabile perché giusta;
– a fare quanto necessario, anche insieme agli altri Sindaci del territorio, per organizzare le attività finalizzate all’accoglienza dei profughi con le facilitazioni che la situazione e le norme richiedono;
– a esporre le bandiere italiana ed europea a mezz’asta finché durerà l’aggressione russa al popolo ucraino in segno di partecipazione, di vicinanza e di solidarietà della cittadinanza orvietana.
L’ultimo punto della mozione che dava indicazione a valutare, congiuntamente con gli altri Sindaci, l’opportunità di proporre ai rispettivi Consigli comunali la concessione della cittadinanza onoraria al presidente ucraino Volodymyr Zelensky come riconoscimento della dignità, del coraggio e del sacrificio di un intero popolo a difesa della propria terra, della propria storia e del proprio diritto ad essere padrone del proprio destino, è stato invece depennato con un emendamento presentato dal Cons. Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”) accolto con 8 voti favorevoli (1 astenuto Barbabella).
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L’atto è stato presentato dal Cons. Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”) che ha premesso: “la mozione è il risultato di una riunione dei Capigruppo che mi hanno incaricato di riunire in una unica mozione gli ordini del giorno presentati dai vari schieramenti a cui si aggiungono le osservazioni del Consigliere Olimpieri”. 
“L’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione russa – ha proseguito – è un atto di aggressione contro uno Stato sovrano, in spregio alle più elementari norme del diritto internazionale che tutela le libertà dei popoli. Tale invasione ha ricevuto una ferma e decisa condanna dall’Assemblea Generale dell’ONU, attraverso un voto che ha visto una rilevante maggioranza dei membri (141 su 193 votanti) in base al principio di distinzione tra aggressore ed aggredito. Essa incrina regole ed equilibri mondiali e lede gravemente l’autodeterminazione dello Stato dell’Ucraina e del suo popolo; si pone come frutto di un disegno che parte da lontano e si configura anche come attacco all’Europa e ai suoi valori fondanti, oltre a contrastare radicalmente con l’articolo 11 della nostra Costituzione. Occorre dunque denunciare questa aggressione come l’evento più violento e drammatico della storia recente dell’Europa: desta sconcerto non solo l’atto in sé, ma, soprattutto, per come viene condotto con bombardamenti che non risparmiano città, quartieri civili, edifici pubblici, scuole ed ospedali, con popolazione ridotta alla fame, con corridoi umanitari spesso bloccati e con attacchi anche ai convogli civili in fuga. Oggi nel Donbass si muore di fame, di sete, di freddo! Sconvolge la vita e l’economia, fa pagare prezzi pesanti in primo luogo al popolo ucraino, ma anche ai popoli europei e dell’intero sistema mondiale, compreso quello russo, alle cui sofferenze deve andare la nostra solidarietà. La mozione si chiude con l’auspicio che si fermino i combattimenti ma ci costringe tutti a ripensare il mondo”.      
Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”) ha ringraziato il Consigliere Barbabella, gli altri Consiglieri comunali e i Capigruppo per il contributo dato alla definizione di un documento unitario ed ha spiegato l’emendamento. “Aderisco convintamente alla mozione – ha detto – che nasce dalla volontà di condannare l’oppressione russa verso uno stato sovrano che è l’Ucraina negandole il riconoscimento dell’autodeterminazione, un principio che deve essere garantito a tutti i popoli del mondo. L’emendamento chiede la cancellazione dell’ultimo paragrafo perché la concessione della cittadinanza onoraria appare eccessiva. Nel prossimo periodo si stimano circa 4 milioni di profughi e movimento in tutta Europa. E’ un fatto storico, epocale! Quindi da parte nostra come Comune di Orvieto abbiamo l’obbligo morale e civile di aiutare i popoli che sono colpiti dalla guerra ed aiutare le popolazioni in fuga dalle proprie terre attivandoci per inviare aiuti umanitari. Parallelamente deve proseguire il lavoro della diplomazia per fermare un conflitto scoppiato venti giorni fa che ci viene raccontato dai mezzi di informazione, talvolta anche in modo deformato. Un conflitto molto complesso nato almeno da dieci anni dalla disintegrazione del sistema sovietico. D’altra parte dobbiamo capire la situazione a partire dalla forza geopolitica dell’Europa che è un nano di fronte agli scenari internazionali. C’è stata l’espansione anche militare della NATO che è stata un baluardo nel fermare il patto di Varsavia ma che oggi deve rivedere certe difese comuni e il rapporto l’Europa, ripensando le forme di difesa dai comportamenti egemonici. Penso a cosa è accaduto in Libia nel 2011 mentre oggi non abbiamo più rapporti con questo paese, penso ad altre situazioni come la Siria e Israele dove non abbiamo mai sentito criticare le annessioni di territori interi fatti da questo paese nelle alture del Golan. Ed è ormai inaccettabile che non vengano fatti interventi a livello internazionale su questi temi e sui rapporti geopolitici nel mondo. Esprimiamo quindi una ferma denuncia ma occorre che a livello internazionale si abbia la forza e il coraggio di osservare e giudicare ciò che avviene nel mondo con meno limitatezze. Perché la storia è molto più complessa. Ritengo infine che il nostro Comune stia agendo positivamente per aiutare il popolo ucraino”.
Dibattito: 
Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”): “ringrazio il Consigliere Barbabella che ha raccolto le volontà espresse dai vari gruppi nell’ultimo consiglio comunale. Oggi questa Assise sta dando un segnale di unità perché ci troviamo di fronte a scenari di violenza inauditi. Il messaggio che vogliamo far partire dalla nostra città è l’appello unanime alle autorità italiane e non solo, per la pace. Ci sono preoccupazioni in tutta Europa. Ci auguriamo che dai nuovi negoziati di pace di possano aprire degli spiragli. C’è ancora molta confusione sul concetto di sovranità che è l’autodeterminazione di un popolo. Oggi riconosciamo all’Ucraina il diritto di autoderminarsi e non la sovranità sbandierata da Putin che si sostanzia nell’aggressione di un altro stato. Ci uniamo a questo popolo che chiede di poter entrare in una organizzazione sovranazionale che è l’Unione Europea mentre l’idea dell’ingresso nella NATO sembrerebbe abbandonata, il che sarebbe un segnale significativo per dare spiragli al negoziato per la pace. Seppure queste organizzazioni sovranazionali, Europa e NATO in questo frangente hanno trovato unità è però vero che finora hanno dimostrato tutta la loro debolezza e i loro limiti che si trascinano nel tempo, non riuscendo a scongiurare altri scenari di guerra e ciò che oggi stiamo vivendo. Ci auguriamo che dalla ceneri del conflitto nasca una nuova stagione di pace e una Europa diversa. Mi unisco a quanto di buono sta facendo il Comune di Orvieto e faccio appello ai concittadini affinché chi può dia la propria disponibilità all’accoglienza e alla solidarietà”.

Franco Raimondo Barbabella: “sono contento che siamo giunti ad una mozione che sarà votata unitariamente. Vorrei aggiungere ulteriori valutazioni. Come città dobbiamo dare un segnale di civiltà, di solidarietà e accoglienza ad un popolo che è martirizzato. Nel luglio 1947 nell’Assemblea Costituente, si discuteva della ratifica del trattato di Pace, Luigi Einaudi disse allora che ‘ovunque nel mondo c’era un dittatore, lì c’era il pericolo per tutti’; disse anche che la questione dell’unificazione europea poteva concludersi con la Federazione dei paesi europei, riprendendo l’idea del Manifesto di Ventotene. Oggi non abbiamo la federazione europea ma l’Europa ha fatto dei passi avanti straordinari ma dobbiamo farne altri! Il punto centrale è che l’Europa non è un soggetto politico vero. Mi fa molto piacere che oggi si elogi l’Europa, ma dobbiamo ricordare quando in Europa si faceva di tutto per tornare al nazionalismo. Il Presidente della federazione russa Putin ha una precisa ideologia imperiale della Russia, dietro c’è la ricomposizione dell’impero della grande madre Russia. Ci sono colpe pregresse e presenti dell’occidente, ma ciò non giustifica che oggi dobbiamo essere neutrali perché c’è un aggressore e un aggredito. La nostra mozione è sicuramente una piccola cosa, ma è importate anche per il segnale che si da al popolo di cui siamo rappresentanti, laddove affermiamo il principio di solidarietà internazionale in un mondo in cui dominano i forti, mentre i deboli sono schiacciati e il pericolo lo vediamo quando si è manifestato. E’ vero ci eravamo abituati, sbagliando, a pensare che quello che era accaduto nel Novecento non sarebbe più avvenuto. Lo dico perché anche in questa città da anni non si discute più di grandi temi internazionali e la dialettica democratica serve per mettere in luce le differenze che devono portare a delle sintesi possibili. Poniamoci quindi dalla parte del popolo sofferte e facciamo ogni sforzo per aiutarlo”.

Cristina Croce (Capogruppo “Siamo Orvieto”): “Quando nello scorso consiglio comunale i colleghi hanno proposto una seduta straordinaria per discutere una mozione sulla guerra in Ucraina, non nascondo che ero molto perplessa ed indecisa se aderire o meno. Questo perché ritengo che tale conflitto trovi radici in un panorama politico, storico, geografico, particolarmente complesso che necessita di approfondimenti e anche di un mea culpa o comunque di una profonda assunzione di responsabilità da parte di tutte quelle forze politiche, che per anni hanno strizzato l’occhio a Putin, facendo affari con lui, e considerandolo addirittura un grande leader liberale (qualcuno molto vicino a noi l’ha definito più volte così!!!). Non era impossibile capire chi fosse veramente Putin, non era impossibile aspettarsi da lui un gesto di questa portata. In fondo Putin è l’uomo dei massacri in Cecenia, della strage di bambini di Beslan. Poi però, mi sono detta che questo non è il momento delle riflessioni e degli approfondimenti, dei perché ci troviamo di fronte a questo orrore, non è il momento di ricercare le colpe, le responsabilità che pure ci sono in Italia, in Europa, negli Stati Uniti. Così come non è il momento di interrogarsi sul senso e sul significato oggi della Nato, di quanto abbia perso dello spirito per cui è nata o di quanto questo spirito si sia trasformato, evoluto o meno dopo oltre 70 anni ed un mondo che non è più quello di 70 anni fa. Non è il momento dei distinguo, di cantare fuori dal coro, non è il momento del benaltrismo, degli slogan triti e ritriti ‘i profughi sono tutti uguali!’ anche se è certo che i profughi sono tutti uguali, anche se è certo che dovrebbero avere tutti pari dignità e diritti di essere accolti ed aiutati quando fuggono dai massacri della guerra o dal morso della fame, del freddo, dal buio e dalla barbarie dell’isolamento. Non è il momento del ‘non può essere tutto nero o bianco’ o del ‘bisogna interpretare le sfumature’. No, oggi è il momento di prendere parte, di decidere con chi stare senza se e senza ma, senza però e senza forse. Oggi è il momento di prendere semplicemente atto che c’è un paese Sovrano che avendo assaporato i principi della democrazia e della libertà, vuole continuare su questa strada. Oggi c’è un aggressore e un aggredito. Oggi noi non possiamo che stare dalla parte dei milioni di ucraini che stanno soffrendo, e delle migliaia di russi che mettono in gioco la loro vita per fermare la guerra. La nostra parte non può che essere quella della libertà e della democrazia ed è doveroso prendere le distanze ad ogni livello possibile dall’aggressione all’Ucraina e dalla strage degli ucraini. Essere contro Putin non significa essere contro la Russia, ma contro il regime. In questi giorni un giornalista diceva che Putin ha molti amici nel mondo. Ha comprato politici, pezzi di partiti, partiti interi. Eppure, dicevo all’inizio, non era impossibile capire chi fosse, anche prima dell’inaudita aggressione all’Ucraina. Putin ha già fatto stragi è già intervenuto in sanguinose guerre civili. E’ l’uomo dell’eliminazione dei cronisti coraggiosi, dell’avvelenamento dei nemici, dell’incarcerazione degli oppositori. Oggi si è spinto ancora più in avanti, minacciando un conflitto nucleare. Siamo ad un livello di barbarie mai raggiunto prima. Per questo non possiamo non schierarci. Per questo non possiamo non chiedere con forza che si faccia ogni sforzo nelle sedi europee ed internazionali per raggiungere subito la tregua e avviare le trattative di pace; che nel contempo venga assicurata la necessaria assistenza umanitaria alla popolazione, garantita l’accoglienza ai profughi nelle migliori condizioni; che si sostengano tutte le manifestazioni di condanna dell’aggressione, per fermare l’invasione e ottenere il ritiro delle truppe dell’esercito russo dal territorio dell’Ucraina che sono le vere condizioni per tornare ad una situazione di pace che nel tempo possa dirsi pace stabile perché giusta”.
Umberto Garbini (Capogruppo “Fratelli d’Italia”): “condivido alcune delle cose dette, per altre ho un approccio diverso. Stiamo assistendo ad un conflitto e nell’occasione di questo dibattito, vorrei rammentare che nel 1968, alla vigilia dell’indipendenza di Kiev, Aleksandr Solzhenitsyn scriveva all’intellettuale ucraino Sviatoslav Karavanskij che la questione ucraina sarebbe stata esplosiva, che i confini ucraini decisi in epoca sovietica erano leniniani, come la Novarussia e il Donbass, mentre la Crimea fu donata direttamente per volontà di Krusciov; che non tutta l’Ucraina corrispondeva ai confini russi e che i rapporti con la Russia si sarebbero deteriorati in maniera dolorosa. Ciò significa che quando si traccia un confine si deve tener conto di chi abita gli stati di confine e della sua storia. Questi sono gli elementi della dissoluzione di un grande colosso e dei sistemi sovranazionali. L’occidente è attento esclusivamente alle guerre che sono vicine a noi e alle conseguenze che comportano in termini economici, di scambi commerciali e di risorse energetiche.  Oggi l’occidente mette le sanzioni alla Russia ma lascia aperto un gasdotto, il che è una contraddizione. Ricordo che Putin già nel 2014 in una intervista a Oliver Stone aveva in mente l’Ucraina. Il problema dell’occidente è che politicamente non esiste ed è schiavo dei soldi. Io credo purtroppo che a nessuno importi del popolo ucraino ma dei benefici economici e pratici che questo conflitto comporta. Condanno ovviamente quanto sta accedendo e voterò la mozione ma restano i dubbi e il fatto che il comportamento dell’occidente è inqualificabile”. 
Giuseppe Germani (Capogruppo “Orvieto Civica e Riformista”): “condivido in grandissima parte gli interventi precedenti. Siamo contro chi aggredisce uno stato sovrano e pensa di regolare atti più o meno legittimi con la guerra. La storia darà il suo giudizio. Penso che come Consiglio Comunale abbiamo fatto bene ad assumere questa iniziativa congiunta, un messaggio che auspico passi anche per il futuro. Da domani in avanti con l’arrivo di 4 milioni di profughi credo che anche la nostra Regione e il nostro Comune debbano attrezzarsi, quindi da oggi in poi dovremo monitorare la situazione. Propongo pertanto che la Commissione Capigruppo possa essere titolata a monitorare l’accoglienza dei profughi insieme agli organi istituzionali. Dovremo anche riflettere su come reperire le risorse da mettere a disposizione. Aggiungo che Orvieto è sede mondiale di Cittaslow e in Polonia ed Ucraina abbiamo molte città aderenti a questo movimento, città che oggi stanno soffrendo e per le quali potremmo fare qualcosa anche per dare continuità ad esperienze già iniziate. La mozione affronta tutti i temi e rispecchia le varie sensibilità. La settimana prossima sarò a Firenze alla conferenza nazionale dell’Associazione ALI / Autonomie Locali Italiane, e se ne avrò la possibilità porterò all’attenzione dell’assemblea questa mozione votata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Orvieto”.
A nome della Giunta, il Vice Sindaco, Mario Angelo Mazzi: “condivido tutte le argomentazioni espresse. Ricordo, da ragazzino nel 1956, l’invasione dell’Ungheria, poi l’invasione di Praga nel 1968. In tempi recenti ho avuto la possibilità di affiancare alcuni imprenditori collegati agli oligarchi russi per interventi nel nostro territorio, ed oggi mi fa enormemente piacere sentire l’unanimità di interventi di sostegno a popoli che hanno una cultura diversa da quella occidentale, che ovviamente non è una colpa né un pregio degli uni o degli altri. Nel 1967 a Parigi assistetti alla presentazione di un libro illuminante sulle prospettive dell’Europa e in particolare mi restò impresso un concetto: l’Europa o diventa una grande potenza o sarà un campo di battaglia! Passando agli aspetti gestionali dell’emergenza, come Comune di Orvieto ci siamo subito occupati della gestione dei profughi, della loro assistenza, del vestiario e per quanto riguarda l’iscrizione  dei bambini alle scuole. Allo stato attuale il fenomeno è molto contenuto con circa 60 persone fra donne e bambini/bambine di cui 38 ad Orvieto. Questi sono i dati ufficiali dei Servizi Sociali, ma ci sono molte altre situazioni di persone che sono state ospitate da parenti che già vivono nella nostra città. A lungo termine quindi la situazione potrebbe diventare problematica sia per gli aspetti sanitari che noi curiamo particolarmente, ma anche per la loro registrazione. L’esodo infatti è un fenomeno che va controllato, quindi chiunque riceve in casa propria e ospita dei rifugiati si deve mettere in contatto con i nostri Servizi Sociali. In Prefettura inoltre, si sta discutendo su come supportarli a livello di sostentamento economico; sarebbe infatti opportuno distribuire anche un contributo, ma questo implica altri problemi che vanno affrontati accuratamente per evitare l’eventuale inserimento di soggetti malavitosi. Per questo motivo ho chiesto che questa funzione venga massimamente istituzionalizzata. Se dovessero arrivare in carico numeri maggiori di profughi, andranno pensate strutture ad essi dedicate dove è più facile sostenere le necessità di queste persone evitando dispersioni di beni a partire dagli alimenti. In Prefettura quindi abbiamo fatto arrivare la richiesta di uniformare il sistema di supporto. Attualmente non abbiamo problemi specie nei Comuni più piccoli del territorio, ma in prospettiva di maggiori arrivi si dovrà procedere in modo istituzionale”.

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Ultimo aggiornamento
15/03/2022