Esiti audizione Presidente Fondazione Centro Studi “Città di Orvieto” in Conferenza Capigruppo Consiliari

Data:

Esiti audizione Presidente Fondazione Centro Studi “Città di Orvieto” in Conferenza Capigruppo Consiliari

COMUNICATO STAMPA n. 798/21 Commissioni Consiliari – Audizioni del 08.10.21 
Esiti audizione Presidente Fondazione Centro Studi “Città di Orvieto” in Conferenza Capigruppo Consiliari su attività, governance e progetti per lo sviluppo del territorio
• Sindaco Tardani ribadisce impegno dell’Amministrazione Comunale sulle prospettive del CSCO
 
(ON/AF) – ORVIETO – Convocata dal Presidente del Consiglio Comunale, Umberto Garbini a seguito delle richieste avanzate da vari gruppi consiliari nella seduta del 30 settembre scorso, questo pomeriggio si è riunita presso l’aula consiliare la 1^ Commissione / Conferenza dei Capigruppo per l’audizione della Dott.ssa Liliana Grasso, Presidente della Fondazione per il Centro Studi “Città di Orvieto” in merito alla gestione della stessa.
Presenti il Sindaco, Roberta Tardani, il Vice Presidente del Consiglio Comunale, Silvia Pelliccia, i Capigruppo: Andrea Sacripanti, Giuseppe Germani, Martina Mescolini, Franco Raimondo Barbabella, Donatella Belcapo, Cristina Croce e il Consigliere Gionni Moscetti; assenti giustificati i Capigruppo: Alessio Tempesta, Stefano Olimpieri, Andrea Oreto e il Consigliere Federico Giovannini (Vice Presidente del Consiglio Comunale). 
Dopo la presentazione da parte del Presidente, Umberto Garbini, la Presidente della Fondazione CSCO, Liliana Grasso relazionando circa l’attività e la governance dell’ente ha affermato: “E’ necessario esordire dal quadro sintetico generale della situazione della Fondazione per il Centro Studi ‘Città di Orvieto’ così come l’attuale CDA l’ha trovata al momento del suo insediamento, esponendo le criticità e le potenzialità dell’Ente, che – sono convinta – siano state rilevate anche dal CdA precedente al nostro. 
La prima e più importante criticità è che la fondazione ha oltre € 500.000 di debito storico. La seconda criticità deriva in parte dalla prima, perché il peso del debito storico ha schiacciato le possibilità di costruire quelle relazioni istituzionali virtuose che sono indispensabili per una fondazione come la nostra. Ovvero, la ‘reputation’ è un patrimonio indispensabile per un ente di formazione, senza credibilità è impossibile costruire relazioni istituzionali positive foriere di nuove linee di sviluppo. La terza criticità riguarda la strutturazione del bilancio o meglio delle voci di entrata del bilancio e di conseguenza l’individuazione del ‘core business’ della fondazione
Le voci di entrata del bilancio seguono da anni uno schema fisso: più o meno il 70% delle entrate è dovuto ai servizi logistici forniti alle università USA; il 10% del bilancio al contributo che deriva dal comune; il 10% o 15% a seconda degli anni deriva dai servizi Digipass e un ulteriore 10% deriva da altre linee di formazione.
È evidente che un core business tanto polarizzato sui programmi residenziali di studio rivolti agli studenti delle università statunitensi, rende troppo settorializzata l’offerta formativa ed è altrettanto evidente che non abbia trovato nel tempo una concreta possibilità di sviluppo.
La quarta criticità è stata la mancanza di un settore di progettazione interno, cosa che ha impedito la proficua partecipazione agli avvisi pubblici per tentare di sostenere le entrate di bilancio e ampliare lo spettro di attività, realizzando pienamente la ‘mission’ della Fondazione.
Quinta e ultima criticità è rappresentata dal negativo ‘rating bancario’, dovuto alla situazione sinora descritta, che potrebbe diventare un ostacolo a futuri progetti di sviluppo di ampio respiro”.
“Le potenzialità della Fondazione in termini di sviluppo del territorio – ha proseguito – sono note e per la maggior parte poco percorse:
favorire lo sviluppo di nuove e migliori competenze a sostegno delle economie territoriali anche per superare gli effetti della crisi pandemica;
promuovere interventi formativi mirati al sostegno di strategie e innovazioni organizzative, produttive e di mercato, che possono assumere rilevanza ai fini della ripresa economica
sviluppare politiche di inclusione sociale, attraverso interventi di formazione che in modo mirato prevedano: la partecipazione delle donne ai percorsi formativi per sostenere l’occupazione femminile per ridurre le disparità di genere, favorire percorsi di carriera creando e/o competenze; la partecipazione di giovani al di sotto dei 35 anni a percorsi formativi che, attraverso lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze possedute e delle potenzialità evidenziate, possano avere nuove opportunità di crescita professionale.
Per sopperire a tali criticità e concretizzare le potenzialità, al momento dell’insediamento dell’attuale CdA abbiamo considerato come una priorità l’individuazione di nuove linee di sviluppo che dessero una prospettiva di medio termine all’ente che sono state descritte nella relazione allegata al rendiconto del 2019, per la parte che riguardava il CSCO. L’attuale CdA si è insediato il 22 novembre del 2019, a febbraio gli americani erano rientrati negli Stati Uniti a causa dell’epidemia Covid-19 e il 10 marzo tutta l’Italia era in lockdown”.
“L’anno 2020 – ha sottolineato al riguardo la Presidente, Grasso – è stato profondamente colpito dall’epidemia da Covid-19, dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità il 30 gennaio 2020, un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza mondiale. Durante lo stato emergenziale pandemico e il rischio sanitario connesso, tutte le imprese italiane  – e quindi la Fondazione per il Centro Studi ‘Città di Orvieto’ non poteva rappresentare un’eccezione – hanno visto una paralisi totale o parziale della propria attività, subendo forti perdite; in particolare è da rimarcare che i settori in cui opera la Fondazione sono stati tra i più penalizzati perché, anche quando nel periodo estivo alcune attività sono state riaperte, formazione e cultura hanno continuato a conoscere fortissime limitazioni. Il lockdown ci ha costretto a chiudere per 2 mesi, dal 9 marzo al 3 maggio, del 2020, per tutto il periodo di zona gialla la regione Umbria ha interrotto le attività formative in presenza e anche negli altri mesi, le difficoltà di spostamento e le limitazioni alle attività in presenza, hanno condizionato pesantemente la nostra possibilità di agire con piena incisività. La maggior fonte di entrata del bilancio, ancora in questa annualità rappresentata dalle università americane, è venuta a mancare. Malgrado ciò il rendiconto 2020 della Fondazione si è chiuso con soli 13.000 € di perdita, un risultato economico certamente negativo, ma da valutarsi in relazione ad una situazione emergenziale come questa e comunque di importo inferiore rispetto anche ad annualità pre-COVID”.
“Proprio la situazione drammatica che abbiamo vissuto – ha proseguito – ha rivelato la capacità di programmazione strategica della Fondazione per la definizione delle linee di indirizzo da attuare per la composizione della citata criticità, a tutela della posizione dell’ente, e in ottica di sviluppo. Abbiamo trasformato uno tsunami che poteva annientare la Fondazione in un’opportunità di cambiamento.
Infatti, la sospensione obbligata delle attività per il lockdown ha consentito di ultimare la riorganizzazione dell’archivio amministrativo e documentale, l’avvio dei corsi in didattica a distanza che nella relazione al rendiconto 2019 erano stati individuati come una priorità, e la ricerca di nuove risorse economiche, da reperire attraverso la partecipazione a bandi e di fonti di finanziamento regionali e nazionali
Una delle prime azioni del nuovo CdA è stata l’elaborazione delle linee programmatiche di mandato, con lo scopo di definire alcune prospettive di sistema per l’ente:
– coprogettazione con gli enti e le associazioni del territorio e dialogo per la creazione di iniziative diffuse anche a carattere extraterritoriale; 
– costituzione di reti per favorire lo scambio di competenze e per creare progetti sostenibili e attrattivi;
– programmazione di interventi a carattere pluriennale, con il fine di ampliare il target di riferimento;
– miglioramento dell’intero ciclo dell’attività formativa, attraverso l’individuazione di strumenti utili alla programmazione e al monitoraggio.
È stata terminata la ricognizione dei debiti tributari e contributivi con l’Agenzia delle Entrate –Servizio Riscossione. Si è ultimata la ricognizione della situazione debitoria dell’ente, a fronte della quale sono stati effettuati incontri con i fornitori per stabilire le modalità di regolarizzazione delle situazioni debitorie pregresse. E’ stata effettuata una attenta verifica dei costi di gestione per identificare possibili risparmi di spesa e per ottimizzare l’utilizzo delle risorse dell’ente. Si è conclusa la riorganizzazione dell’archivio amministrativo e documentale dell’ente la cui condizione rendeva complicato il controllo di gestione”.
“A seguito della pandemia Covid-19 – ha aggiunto – la Fondazione ha introdotto il lavoro a distanza o smart working, da considerarsi come un’opportunità sia per la Fondazione sia per i dipendenti in un’ottica di lavoro sempre più flessibile. Durante le settimane di lockdown si è fatto ricorso alla CIGD – cassa integrazione in deroga per tre dipendenti della Fondazione per un periodo di 20 settimane. Sono stati programmati interventi di mitigazione degli elementi di criticità rilevati nella relazione di accompagnamento al rendiconto del 2019 e dalla Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti. Relativamente al deficit di risorse finanziarie, dovuto in parte alla delimitata offerta di produzione di servizi, si è provveduto a ricercare le risorse necessarie impegnandosi nella ricerca di bandi e di fonti di finanziamento più adatti a supportare la realizzazione della mission dell’ente. Sono stati presentati 7 progetti a valere su avvisi pubblici regionali e nazionali.
Nel 2020 la Fondazione ha implementato in tutte le aree di intervento forme di progettazione condivisa con gli enti e le associazioni del territorio. Questo tipo di approccio, sinergico e collaborativo, ha permesso, in questa difficile annualità, di mitigare i devastanti effetti della crisi economica derivante dalla crisi sanitaria. La creazione di reti, infatti, risponde alla duplice esigenza di evitare sovrapposizioni operative tra soggetti attivi in settori o ambiti analoghi e di favorire uno scambio di competenze che possa contribuire a creare progetti migliori e maggiormente attrattivi.
Si è provveduto, inoltre, ad effettuare la domanda per il Fondo ReStart della Regione Umbria a sostegno delle imprese durante la crisi dovuta all’emergenza sanitaria. La richiesta di adesione al Fondo, pur rappresentando una forma, seppur attenuata, d’indebitamento, si giustifica per la definizione della misura stessa che consente ai richiedenti di ricevere un prestito fino a 25mila euro, di cui la metà a fondo perduto, se vengono rispettati alcuni requisiti indicati nel bando, fra cui, ad esempio, l’acquisizione di dispositivi di sicurezza individuali in relazione all’emergenza Covid-19 e di beni finalizzati ad aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro o di somministrazione, o l’acquisizione di strumenti produttivi e tecnologie digitali o l’assunzione di un dipendente entro dicembre del 2021. Il Fondo è quindi da considerare non solo una misura necessaria alla sostenibilità ma anche un elemento di sviluppo e crescita. Le attività didattiche sono state implementate dalla creazione di un nuovo settore audiovisivo ed all’attivazione del primo corso Filmaker Factory. Sono inoltre stati effettuati il corso Propedeutico e il corso Base del percorso didattico sugli IAA. Il progetto del DigiPass non si è fermato nonostante le limitazioni dovute al lockdown che hanno visto l’obbligo di chiusura della sede all’interno della Biblioteca Comunale ‘Luigi Fumi’. Sono stati attivati eventi on line e l’attività di facilitazione si è effettuata in modalità a distanza. Chiudere il 2020 con solo 13 mila euro di passività è sì una perdita ma che nel 2021 siamo in grado di ripianare“.
“Anche l’esercizio 2021 è stato caratterizzato dalle restrizioni e dalla crisi economica dovute al Covid 19 – ha continuato la Presidente della Fondazione CSCO – una delle priorità di questo anno è stata la finalizzazione di un nuovo assetto organizzativo iniziata nel settembre 2020 ed è stata indirizzata nel 2021 alla riorganizzazione della struttura tecnica della Fondazione in aree operative che riflettono i diversi campi d’azione dell’ente. Il rinnovo degli organi e la conseguente revisione della programmazione pluriennale hanno messo in atto un rinnovamento interno alla struttura che riflette le nuove modalità di intervento della Fondazione.
La rimodulazione dell’assetto definisce un’organizzazione con un orientamento al risultato, con modelli di azione snelli ed efficaci; capace d’integrare le funzioni esercitate dal CdA, concentrato nella definizione degli orientamenti strategici, e quelle esercitate dalla struttura tecnica che integra le competenze esecutive e progettuali; un assetto organizzativo in grado di reagire alla eventuale contrazione di risorse attraverso la co-progettazione con i principali attori del territorio. Per il personale della Fondazione è stata ripristinata la doverosa attività di formazione, in aggiunta alla formazione obbligatoria, che è elemento di competitività per l’ente in un contesto in cui l’evoluzione è decisamente rapida e la concorrenza, soprattutto nel nostro settore, alta. Anche in questo esercizio la presenza delle università americane è mancata, fatta eccezione per la presenza di due piccole classi di discenti che, se pur prezioso simbolo di ripartenza, non hanno inciso in maniera significativa sul bilancio dell’ente. Abbiamo però realizzato corsi di formazione in FAD che ci hanno consentito di ampliare lo spettro delle attività della fondazione e, al contempo, di coprire la mancanza della voce di bilancio rappresentata dalle università USA. 
Il 2021 è stato caratterizzato inoltre da un’intensa attività di progettazione a valere sui bandi pubblici. Infatti, in relazione al deficit di risorse finanziarie dovuto in parte alla delimitata offerta di produzione di servizi, si è provveduto a ricercare le risorse necessarie impegnandosi nell’individuazione di bandi e di fonti di finanziamento più adatti a supportare la realizzazione della mission dell’ente. Sono stati presentati 7 progetti a valere su avvisi pubblici regionali e nazionali, 2 dei quali sono stati vinti e gli altri sono in fase di valutazione. Durante questo esercizio abbiamo affrontato il debito storico dell’ente. La situazione di bilancio al 30 settembre ci restituisce una riduzione del debito storico. Risultati positivi assolutamente non scontati in un anno di pandemia a dimostrazione che l’impegno e la volontà di aprire lo sguardo verso nuove linee di finanziamento porta a dei risultati positivi. Prevediamo di chiudere il bilancio del 2021 almeno in pareggio. 
Quello che può cambiare le cose e che può fare la differenza – ha concluso – è l’impegno che noi tutti del CdA mettiamo e che anche il Consiglio Comunale può mettere, facendo innanzitutto chiarezza al suo interno perché va detto che il continuo stillicidio di delegittimazione del CdA non aiuta”.
Il Sindaco, Roberta Tardani ha ringraziato la Presidente Liliana Grasso rassicurando che “nessuno dell’Amministrazione Comunale ha mai messo in discussione il mantenimento o meno del Centro Studi. Infatti l’Amministrazione ha deciso di continuare ad investire su questa struttura nominando un CdA con competenze di rilievo. Altre situazioni che pensavamo non avessero possibilità di una soluzione positiva, le abbiamo risolte, altra cosa è il Centro Studi che ha molte potenzialità e che abbiamo immaginato come unico polo di formazione culturale. Vanno in questa direzione infatti i lavori di sistemazione del piano superiore di Palazzo Negroni dove trasferire tutte le attività di formazione attualmente presenti in città, fra cui l’Archivio Maoloni che implementerà l’attività del Centro Studi. Ci sono quindi tutte le condizioni perché il Centro diventi volano di sviluppo per la città, oltre ai corsi con le università americane. Come Sindaco ho una interlocuzione costante con la Presidente e sono soddisfatta del lavoro che sta portando avanti il CdA. Al di là di alcune suggestioni emerse nell’ultimo Consiglio Comunale, sebbene sia legittimo per i consiglieri esprimere le proprie preoccupazioni, ribadisco l’impegno dell’Amministrazione Comunale che è totale invitando tutti noi ad andare oltre le strumentalizzazioni e le polemiche che fanno perdere di vista i veri obiettivi”. 
Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”) ha ringraziato la presidente della Fondazione Centro Studi “perché è stata chiara nell’esposizione, nel resoconto ma anche nell’analisi oggettiva delle criticità. A mio giudizio, l’ultima discussione in Consiglio Comunale non è stata di per sé negativa perché ha finalmente spostato l’attenzione sul fatto di andare oltre e guardare avanti, ovvero sulle potenzialità dello strumento del Centro Studi. Anche con questa riunione della commissione capigruppo si sta facendo un passo avanti, come ci confermano le parole del Sindaco. Io voglio interpretare questo passo avanti come un punto fermo per chiudere una fase e ripartire nella direzione di come lavorare perché il Centro Studi diventi davvero un volano di sviluppo. Il debito pregresso lo vogliamo affrontare pensando a come poter superare questo fattore. A me preme capire come ragioniamo del ruolo del Centro Studi, che è prima di tutto uno strumento di formazione rispetto allo sviluppo del territorio, dobbiamo cioè aiutare il CSCO a diventare motore dello sviluppo. Il Consiglio Comunale ha un ruolo di discussione, di indirizzo e di decisione. Nessuno deve avere preclusioni a esprimere valutazioni. Da parte mia e della minoranza che ha molto insistito nel ricercare questa occasione di confronto non c’era alcuna volontà di polemica ma l’intento di compiere azioni propositive. Il CdA attuale e quello precedente hanno fatto un grande lavoro per mettere in sicurezza una situazione che non era affatto scontata. Noi vogliamo ragionare e siamo della partita”.
Martina Mescolini (Capogruppo “Partito Democratico”) ha detto: “oggi abbiamo finalmente l’opportunità di conoscere il lavoro del CdA per portare avanti l’attività della Fondazione Centro Studi. All’indomani del lockdown avevo chiesto un incontro con il Presidente e il CdA della Fondazione di cui sin dal 2014 ho sostenuto il ruolo. Ricostruire il lavoro dal 2014 al 2019 ci aiuta per capire cosa si può fare. Concordo sul fatto che le polemiche non aiutano a programmare, tuttavia preciso che non siamo noi della minoranza a strumentalizzare il CSCO ma alcune parti della maggioranza. Invito quindi il Sindaco a fare chiarezza all’interno della sua stessa maggioranza. Il debito pregresso certamente pesa ma non è la massima preoccupazione perché c’è già stata un’opera di messa in sicurezza con una rateizzazione pluriennale a 10/15 anni. Al CdA chiediamo di conoscere l’attività che svolge, per questo chiedo alla Presidente se il CdA ha intenzione di rinnovare l’accordo di cooperazione tra Centro Studi e Palazzo Spinelli Group riguardante il restauro, quello con la Società Dante Alighieri per l’insegnamento della lingua e della cultura italiana agli studenti stranieri  già attivato dal precedente Consiglio di Amministrazione, o anche il rapporto con l’Università di Perugia per riguardo ai master; prendiamo atto intanto che sta procedendo il percorso sugli IAA e il corso video maker. Il dato positivo che emerge è che non siamo di fronte a un bilancio di guerra, quindi confidiamo che con la ripartenza generale e le buone intenzioni espresse dal CdA e dal Sindaco si possa sperare di poter concretizzare l’ampliamento delle attività del Centro Studi, sul cui lavoro auspico che il Consiglio venga sempre più spesso aggiornato”.
Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”): “informare il Consiglio Comunale è un obbligo previsto dalla normativa nazionale per gli enti partecipati. Negli anni precedenti d’altra parte non abbiamo mai ospitato una commissione consiliare per relazionare il Consiglio sulle attività del Centro Studi, altra cosa infatti sono le conferenze stampa o altre iniziative. Vorrei quindi che questa modalità diventasse consuetudine affinché la città sia messa al corrente. Preciso inoltre che nella scorsa consiliatura anche tra i banchi della maggioranza di allora era emersa una visione divergente, quindi è naturale che oggi anche dai banchi dell’attuale maggioranza ci siano approcci diversi. La prima occasione utile dopo il lockdown per svolgere una capigruppo sul Centro Studi ci fornisce una prospettiva certa perché la Fondazione sia motore di sviluppo per tutto il territorio. Questi enti per troppi anni sono stati al servizio dei Comuni, ora facciamo in modo che il Comune per le sue prerogative e competenze si metta al servizio di questi strumenti che possono intercettare idee, progetti formativi e risorse per realizzarli. Io penso che deve cambiare l’approccio delle amministrazioni comunali, secondo un cambio di prospettiva e di mutuo scambio di competenze e risorse collettive. Ringrazio il Sindaco Tardani che crede in questo strumento, e ringrazio l’ex Sindaco Concina che, anni fa insieme con il compianto Pier Luigi Leoni e il Prof. Franco Raimondo Barbabella si impegnò per mantenere in vita il Centro Studi, così come ringrazio la presidente Grasso e tutto il CdA per quello che stanno facendo. Auspicando che con le università americane si possano avviare altri percorsi, vorrei ricordare che questa università non solo hanno portato soldi nelle casse della Fondazione ma anche nelle tasche dei cittadini le cui attività ne hanno beneficiato. Una ricchezza vera che la Fondazione può produrre per la città”.
Giuseppe Germani (Capogruppo “Orvieto Civica e Riformista”) ha ricordato che “dieci anni fa si rischiava di perdere il CSCO e l’allora Sindaco Concina aveva un bel pezzo della sua maggioranza favorevole a questa soluzione. Ringrazio ancora Concina, Leoni, Barbabella, il presidente del precedente CdA, Mauro Tonelli perché quando allora venne presa in mano la situazione, che era più grave di oggi, c’erano problemi anche per le finanze del Comune. Ringrazio la presidente Grasso che ha accolto il nostro invito, e il Sindaco che oggi ha usato parole rassicuranti. A noi interessa che l’attuale Amministrazione Comunale abbia la consapevolezza, l’idea e la forza di supportare il Centro Studi. Da parte dei gruppi di minoranza l’interesse è la continuità del Centro Studi e i progetti che metterà in campo. Una realtà questa, di cui ha bisogno l’intero territorio per progettare il futuro dei prossimi anni”.
Donatella Belcapo (Capogruppo “Orvieto 19 to 24”): “anche io sono preoccupata. Ad oggi mi sento di condividere il pensiero già espresso nell’ultimo Consiglio Comunale dal consigliere Olimpieri e credo che il CSCO debba tornare alle competenze del Comune. A me interessa la prospettiva e credo che venticinque anni sono sufficienti per tirare una linea. Ho comunque ascoltato la relazione della Presidente e la dichiarazione del Sindaco che ha ribadito l’impegno affinché il Centro Studi diventi polo unico della formazione e della cultura”.
Rispondendo alle varie sollecitazioni dei capigruppo, la Presidente del Centro Studi, Liliana Grasso ha puntualizzato: “quelli che ho riassunto non sono buone intenzioni ma numeri del bilancio al 30 settembre del 2021. La disputa sul vecchio e nuovo CdA non ci appassiona, in quanto è solo politica che non corrisponde al nostro ruolo. Durante la pandemia non siamo restati fermi ma abbiamo continuato a lavorare. L’accordo con la prestigiosissima istituzione Palazzo Spinelli, non si è interrotto ed ancora in atto, il corso in questione riguardava la ceramica e il dubbio è legato al target di discenti che un corso del genere riesce ad attivare tenendo conto che chi è interessato potrebbe optare direttamente per la sede di Firenze, quindi l’intesa va rimodulata. La Scuola Dante Alighieri riguardava gli studenti stranieri, rimasti fermi per un anno e mezzo, ed un’altra filiera era riferita agli studenti cinesi, cosa anch’essa complicata durante il lockdown. Si tratta di accordi di grandissimo rilievo e prestigio che sono ancora attivi e che nel 2022 abbiamo intenzione di rinnovare, se ci saranno le condizioni generali. Crediamo profondamente che il Centro Studi sia una struttura al servizio del territorio quindi accolgo l’istanza sulla comunicazione delle attività svolte nel 2021. Il sostegno del Comune in questo anno e mezzo non è mai mancato: abbiamo ricevuto puntualmente il contributo annuo di 20 mila euro così come sono iniziati i lavori all’interno della struttura. Tutte le richieste sono state assolutamente esaurite in modo preciso e puntuale. L’impegno di tutta la struttura tecnica e del CdA in questo periodo è stato mirato a fare azioni per portare attività economiche al Centro Studi. Stiamo abbassando il debito in termini numerici, un risultato quindi che si può considerare importante. Aggiungo infine che anche il Bollettino sulla situazione economica e sociale dell’Area Orvietana sarà rinnovato, più digitale e concepito più come strumento di sviluppo”.
 

Ulteriori informazioni

Ultimo aggiornamento
08/10/2021