Piano di potenziamento e riorganizzazione della rete assistenziale territoriale della Sanità umbra

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Piano di potenziamento e riorganizzazione della rete assistenziale territoriale della Sanità umbra

COMUNICATO STAMPA n. 569/20 G.M. del 06.08.20 
 
Verso il piano di potenziamento e riorganizzazione della rete assistenziale territoriale della Sanità umbra
(ON/AF) – ORVIETO – Dall’esperienza maturata durante l’emergenza Covid-19 la Regione Umbria prende forma il piano di potenziamento e riorganizzazione della rete assistenziale territoriale della Sanita umbra, approvato ieri dall’Esecutivo Regionale e presentato oggi a Palazzo Donini, dall’Assessore alla Salute, Luca Coletto, e dal direttore regionale alla Sanità, Claudio Dario.
Il Piano per il potenziamento e la riorganizzazione della rete assistenziale territoriale finanziato con oltre 20,5 milioni di euro ripartite soprattutto per l’incremento del personale e delle strutture, riferisce una nota d’agenzia della Regione, rafforza e rende uniforme la risposta sanitaria del territorio. In particolare circa 12 milioni (11,835 milioni) sono destinati nel 2020 all’assunzione di personale, in special modo infermieri di famiglia e comunità per potenziare le cure domiciliari e far fronte all’emergenza epidemiologica da Covid-19 e all’eventuale riacutizzarsi della pandemia, oltre che di medici e altre figure professionali
Potenziamento anche della rete dei servizi assistenziali del territorio che, in fase emergenziale dell’emergenza sanitaria, ha svolto un ruolo fondamentale nella gestione dei casi di contagio e nella prevenzione e tutela della salute e sviluppo della Centrale operativa territoriale per la presa in carico dei pazienti che escono dalla fase acuta, fino al potenziamento delle Aggregazioni funzionali territoriali e delle Usca / Unità speciali di continuità assistenziali in stretto raccordo con i medici e i pediatri di base.
Una rete territoriale più forte e omogenea su tutto il territorio – secondo il piano approvato dalla Giunta Regionale – aumenterà la capacità di intercettare tempestivamente eventuali piccoli cluster di contagio e di intervenire in maniera rapida e soprattutto, una volta usciti definitivamente dalla pandemia sanitaria, servirà a potenziare l’assistenza domiciliare alle persone fragili, più esposte al rischio, e agli anziani, anche attraverso la telemedicina, evitando ricoveri e prestazioni non appropriate. Il modello di organizzazione e gestione dell’assistenza territoriale, inoltre, è funzionale ad implementare e garantire un sistema di sorveglianza sanitaria uniforme sul territorio regionale e alla contemporanea garanzia dei LEA (Livelli essenziali di assistenza) da parte dei Distretti in raccordo con Medici di medicina generale, Pediatri di libera scelta, Medici di Continuità assistenziale e Unità speciali di continuità assistenziale con il potenziamento delle attività di assistenza domiciliare integrata e l’inserimento della figura dell’infermiere di comunità. 
La riorganizzazione e potenziamento – secondo il direttore regionale alla Sanità, Claudio Dario, che ha illustrato i dettagli del Piano – saranno sottoposti all’osservazione di un tavolo di monitoraggio periodico che verificherà, anche a livello ministeriale, gli interventi realizzati e l’andamento delle attività della rete dei servizi distrettuali allo scopo controllare l’evoluzione del sistema e il raggiungimento degli obiettivi fissati nel Piano.  
Il Piano prevede:
– Rete dei laboratori. Viene conferma la rete per la diagnosi di infezione da Sars-CoV-2 costituita dal Laboratorio di Microbiologia dell’Università di Perugia presso l’Azienda ospedaliera di Perugia, che opera in collegamento con l’Istituto Superiore di Sanità e con compiti di coordinamento regionale, e dai Laboratori della rete (Istituto Zooprofilattico Umbria e Marche; laboratori dell’Azienda ospedaliera Terni e degli ospedali di Città di Castello e Spoleto). La finalità è la riorganizzare della rete per arrivare a un massimo di 3 laboratori, concentrando le linee diagnostiche per migliorare efficacia ed efficienza del sistema.
– Disposizioni temporanee per isolamento contagiati. E’ previsto il prolungamento dell’accordo per il comodato d’uso gratuito di Villa Muzi, messa a disposizione dalla Diocesi di Città di Castello e, allorché l’evoluzione della pandemia rendesse necessarie ulteriori strutture per alloggiare persone positive al Covid-19, è pronto il progetto per individuare ulteriori “Covid Hotel”.
– Potenziamento delle attività di assistenza sanitaria integrata e sistema di monitoraggio e Sorveglianza sanitaria della circolazione da Sars-CoV2. In un’ottica di visione complessiva, il Piano le unisce al fine di supportare con efficacia i pazienti “fragili” e potenziare il tracciamento della circolazione del virus. 
Sorveglianza sanitaria. L’Umbria ha approntato un sistema di monitoraggio e sorveglianza della circolazione del virus Sars-CoV-2 che, insieme alle altre misure adottate, ha consentito di limitare il numero dei contagiati, tuttavia l’esperienza maturata ha evidenza la necessità di rendere organica e strutturata la risposta ad una eventuale recrudescenza dell’epidemia, anche in relazione ai casi importati da fuori regione e dall’estero. In ambito di sorveglianza sanitaria si conferma importante la strategia delle tre T: testare, tracciare, trattare. In questo senso il Piano prevede l’adeguamento della dotazione organica e tecnologica dei Dipartimenti di Prevenzione con l’acquisizione di Medici specialisti in Igiene e Sanità pubblica per le Usl Umbria 1 e Umbria 2 e di assistenze sanitarie che dovranno essere distribuite sul territorio, insieme al completamento della definizione di un sistema informatico/informativo di biosorveglianza unico su base regionale.
Servizi vaccinali. Il piano si prefigge l’obiettivo di migliorare le coperture vaccinali, compresa quella antinfluenzale: in tal senso le Aziende sanitarie hanno il compito di recuperare le vaccinazioni sospese durante il lockdown e garantire sedute vaccinali di almeno 6 ore, articolate anche nelle fasce pomeridiane, per facilitare l’accesso delle persone nel rispetto delle misure di sicurezza.
Assistenza domiciliare integrata. La finalità è quella di rafforzare i servizi di assistenza domiciliare integrata per tutti i soggetti cronici, disabili, non autosufficienti, in generale per tutte le persone “fragili” le cui condizioni possono aggravarsi a causa della pandemia.                                      
Si prevede di destinare risorse specifiche per assumere figure mediche ed infermieristiche ed altre figure professionali per potenziare i servizi territoriali rivolti alle cure domiciliari delle 2 Aziende sanitarie. Prevista anche l’istituzione del turno infermieristico di 12 ore su 6 giorni la settimana, con pronta disponibilità notturna e nei festivi e prefestivi in ogni Centro di Salute in ciascun Distretto e l’istituzione di un PUA / Punto Unico di Accesso su scala distrettuale in ogni Distretto, funzionante per almeno 6 ore giornaliere, con turno anche pomeridiano, per la gestione unificata di tutte le dimissioni protette, delle richieste di ADI, nonché di cure palliative; garantendo per il potenziamento delle dimissioni protette, percorsi dedicati e in sicurezza di continuità ospedale-territorio.
Per le spese per il personale necessario al potenziamento delle attività di assistenza domiciliare integrata e del sistema di monitoraggio e sorveglianza sanitaria, alle due Aziende sanitarie vengono assegnati complessivamente circa 4,632 milioni di euro, ripartiti in base alla popolazione assistita (2,632 milioni alla Usl Umbria 1 e 2 milioni alla Usl Umbria 2). 
Fra le due Usl sono stati ripartiti, inoltre, 5 milioni di euro per sostenere i costi per investimenti/acquisizioni di beni per il potenziamento della sorveglianza sanitaria e delle cure domiciliari. 
Potenziamento dei servizi infermieristici territoriali. Gli infermieri saranno la figura fondamentale per potenziare le cure domiciliari e fronteggiare l’emergenza in corso e saranno individuati come Infermiere di Famiglia e di Comunità (IFC), figura che funge da mediatore fra famiglia e medico di medicina generale, aiutando persone e famiglie ad autogestire la malattia e la disabilità cronica, migliorando e facilitando l’accesso alle cure primarie, con la riduzione degli accessi e ricoveri inappropriati al sistema delle cure ospedaliere. 
Il Piano regionale prevede: per la Usl Umbria 1, l’assegnazione di 40 infermieri per le Aggregazioni funzionali territoriali – Aft (2 per ciascuna Aft) e 41 da distribuire ai singoli Distretti; per la Usl Umbria 2, l’assegnazione di 32 infermieri (2 per Aft) e 29 infermieri da distribuire ai singoli Distretti. 
Le risorse destinate a questo scopo sono di circa 4,950 milioni di euro per il 2020 (con reclutamento con forme di lavoro autonomo) e circa 7,150 milioni per il 2021 (attraverso assunzioni a tempo indeterminato). 
Unità speciali di continuità assistenziali. Sono state istituite 7 Usca nella Usl Umbria 1 e 5 nella Usl Umbria 2 per la gestione dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero e che hanno operato in stretto raccordo con la medicina e la pediatria di base. 
Il Piano prevede una loro più ampia funzionalità nella fase legata al post Covid e alla ripresa complessiva delle attività assistenziali, con l’assegnazione di circa 908mila euro per i medici e di altri 212mila euro per il reclutamento di assistenti sociali per valutare gli aspetti sociali e sociosanitari delle persone risultate positive e dei loro familiari. Le Usl potranno conferire incarichi di lavoro autonomo anche agli psicologi.   
Sviluppo Centrale operativa territoriale (Cot). Istituita nel 2017 nel Distretto del Perugino come progetto sperimentale a valenza regionale, è considerata “la sfida del futuro” essendosi dimostrata efficace per garantire la continuità delle cure per i pazienti più fragili, nel caso di necessità di cure intermedie e di presa in carico al momento del rientro a domicilio. 
Con il Piano di potenziamento e riorganizzazione viene istituita a livello regionale con il rafforzamento del personale infermieristico e medico e la dotazione strumentale necessaria. Per il personale vengono assegnati 1,125 milioni di euro sia per il 2020 che per il 2021, destinati all’assunzione di 4 medici, 15 infermieri e 3 assistenti amministrativi. Ammontano ad oltre 2,875 milioni di euro invece le risorse per apparecchiature e per l’interoperabilità dei sistemi (raccordo con la centrale operativa 118; strumenti di telemedicina per operatori e pazienti; piattaforma centralino).
Indennità infermieristica medicina generale.  Saranno individuate le risorse da destinare alle 2 Aziende territoriali per l’incremento del fondo specifico e finalizzate a raggiungere obiettivi di presa in carico assistenziale dei pazienti fragili. 

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Ultimo aggiornamento
06/08/2020