Coronavirus: per la gestione della “fase 2” Umbria si propone come laboratorio e modello di riferimento nazionale

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Coronavirus: per la gestione della “fase 2” Umbria si propone come laboratorio e modello di riferimento nazionale

COMUNICATO STAMPA (di pubblica utilità) n. 269/20 G.M. del 17.04.20 
Coronavirus: l’Umbria si propone come laboratorio e modello di riferimento nazionale per la gestione della “fase 2”   
(ON/AF) – ORVIETO – La Regione Umbria proporrà alla Conferenza delle Regioni la sintesi dello studio sinergico per l’attuazione della cosiddetta “fase 2” dell’emergenza sanitaria in vista della riapertura graduale delle attività produttive e del ritorno alla vita normale in ambito regionale, nella massima sicurezza e a tutela della salute di tutti. 
Dopo la riunione del Comitato tecnico scientifico Regione-Università, questa mattina la governatrice, Donatella Tesi ha annunciato tale volontà durante la videoconferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Donini alla presenza di: Claudio Sgaraglia, Prefetto di Perugia, Maurizio Oliviero, Magnifico Rettore dell’Università degli studi di Perugia, Luca Coletto, Assessore regionale alla Salute e Claudio Dario, Direttore regionale alla Salute.
Le linee guida, di cui è stata auspicata la condivisione da parte del Governo, scaturiscono da uno studio approfondito e dal lavoro sinergico di confronto con le parti sociali, le associazioni datoriali, con l’Università e il Comitato tecnico-scientifico, condiviso con la Prefettura di Perugia – precisa una nota ufficiale della Regione – e verranno esplicitate, la settimana prossima, in un apposito protocollo “nella convinzione che l’Umbria, per le sue caratteristiche e il lavoro svolto, abbia un valore aggiunto per la fase 2 che possa essere d’ausilio per l’intero Paese”.  

“Unità delle competenze e delle forze in campo per giungere ad una proposta seria e costruttiva per una riapertura graduale e condizionata delle attività produttive in una fase 2 – riferisce la nota della Regione – che sarà ancora più complicata di quella dell’emergenza della diffusione del Covid-19, con la consapevolezza che potrà esporre a un potenziale aumento di contagi”. 
“Riaprire non significa che l’emergenza è finita e non sarà un ritorno alla situazione che abbiamo lasciato” ha evidenziato la Presidente, Tesei che ha precisato: “una delle misure principali riguarderà l’aspetto sanitario, a cominciare dall’uso di adeguati dispositivi di protezione individuale, dalle mascherine ai guanti, che dovranno continuare ad accompagnarci anche nella vita di tutti i giorni. I comportamenti individuali saranno ancora più importanti: dall’uso dei dispositivi di protezione individuale, dei disinfettanti, al rispetto delle direttive nazionali e regionali pensiamo anche ai test sierologici per prescreening, alla misurazione della temperatura corporea, a nuove metodiche di lavoro che prevedano distanziamenti. La proposta della Regione Umbria vuole guardare avanti, con una visione prospettica delle opportunità che si aprono per il nostro sistema economico e produttivo, in termini di innovazione e sviluppo di start up. Anche in questo è di grande importanza la collaborazione con l’Università di Perugia. L’Umbria, con le sue peculiarità e con i buoni risultati della gestione dell’emergenza, si propone pertanto come laboratorio, a livello nazionale, nell’interlocuzione con il Governo”. 

L’importanza della collaborazione istituzionale nella gestione dell’emergenza e il grande senso di responsabilità dimostrato dalla collettività umbra, sono state rimarcate dal Prefetto di Perugia, Claudio Sgaraglia, mentre il Rettore dell’Ateneo perugino, Maurizio Oliviero ha sottolineato a sua volta la valenza di una strategia condivisa non solo per l’Umbria ma per l’Italia, soffermandosi poi sull’esperienza del Gruppo operativo di supporto istituito dall’Università che ha iniziato a lavorare per la produzione dei reagenti di alta qualità, indispensabili per l’esecuzione dei tamponi e carenti a livello nazionale, facendo sì che in Umbria sia stata garantita la continuità della rilevazione dei casi di contagio.
“Nei laboratori universitari – ha puntualizzato – siamo in grado di produrre anche disinfettanti e antivirali. È stata avviata, inoltre, una valutazione sulle tipologie di mascherine per la protezione individuale. Un impegno che si aggiunge allo studio su come la piccola Umbria, possa rimettersi in moto da maggio, dal punto di vista sociale ed economico, in condizioni di sicurezza, analizzando i fabbisogni del territorio. Potrà essere una grande occasione e dare vita a piccoli cluster di economia. Un modello di riferimento nazionale”.   
“Ora dobbiamo vincere la pandemia economica e ridare forza al territorio umbro ci prepariamo a ripartire nella maniera che garantisce la massima sicurezza e la tutela della salute. La fase 2 non sarà semplice e, per ripartire in sicurezza, certamente nella ripartenza ciascuno di noi dovrà abituarsi a indossare dispositivi di protezione individuale” ha concluso l’Assessore regionale, Coletto.

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Ultimo aggiornamento
17/04/2020