COMUNICATO STAMPA n. 851/19 G.M. del 04.12.19
Un nuovo Grand Tour… slow: Prende vita il primo itinerario CITTASLOW d’ITALIA promosso dalle cittaslow di Asolo, Greve in Chianti, Orvieto e Pollica
(ON/AF) – ORVIETO – Numeri contenuti, ambiente e cultura, periodo di permanenza adeguato e rigorosamente in bassa stagione sono le caratteristiche del progetto pilota internazionale di Cittaslow International, che nasce dal quadrilatero del turismo lento e attento grazie a quattro città aderenti a Cittaslow Italia: il pittoresco borgo collinare di Asolo (Treviso), la capitale del Chianti Greve in Chianti (Firenze), Orvieto la città della Rupe (Terni) e la piccola polis di Pollica (Salerno).
La formula del progetto pilota di Cittaslow International, una sperimentazione a livello internazionale nata in seno all’annuale assemblea Cittaslow Italia che riunisce 84 città italiane (nel mondo sono 262), che contrappone al turismo di massa e alle visite mordi e fuggi in alta stagione, i paesaggi e i luoghi d’arte in un’ottica di turismo sostenibile e che si concretizza in un itinerario inedito, il primo in Italia, limitato nei numeri e nello spazio per rispettare i luoghi e le comunità, che guarda all’ambiente e alla cultura come possibilità per lo sviluppo dei territori locali, puntando alla rivalorizzazione dei borghi, allo sviluppo sostenibile e alla residenzialità.
Intanto, il progetto pilota che verrà replicato su altri itinerari e Cittaslow, in Italia e all’estero, ha già ottenuto l’interesse della rete Cittaslow del Sud Corea, che si accinge ad organizzare un primo gruppo che per primo testerà il Grand Tour Cittaslow.
“L’idea – fa sapere Cittaslow International – ha iniziato a delinearsi nel 2016, muovendo dall’esigenza di differenziare il turismo nelle piccole città privilegiando i periodi meno affollati (fuori stagione), puntando sulla dimensione internazionale (per questo è stato posto come requisito fondamentale la vicinanza di un aeroporto). Gli spostamenti avverranno in pullman e ogni città proporrà una propria guida specializzata, con il compito di far conoscere anche l’artigianato e le piccole produzioni locali”.
L’itinerario: un nuovo Grand Tour… slow. Il pacchetto, ideato e promosso dai quattro comuni, prevede una permanenza di 20 giorni, quattro per ciascuna località: l’arrivo è previsto a Venezia, città dalla quale raggiungere Asolo e proseguire poi per Greve in Chianti, Orvieto e Pollica, con partenza infine da Napoli (sono stati privilegiati due grandi aeroporti per favorire il turismo internazionale).
Una riproposizione moderna del Grand Tour, che del viaggio in Italia che compivano i discendenti europei nel XVII secolo conserva la natura conoscitiva ed educativa – alla scoperta di cultura, arte, storia – e la totale assenza di fretta. A ciò il nuovo itinerario aggiunge quattro tappe che non fanno parte delle principali vie turistiche, “perle” da scoprire non solo dal punto di vista storico e culturale, ma anche paesaggistico ed enogastronomico (tipici sono l’olio per Asolo, Orvieto e Pollica) e il vino (per Asolo, Greve e Orvieto), e l’apertura ad un turismo anche extraeuropeo.
Prima tappa sarà Asolo, cittadina medioevale situata in posizione collinare tra la pianura e il Monte Grappa, che è annoverata tra i Borghi più belli d’Italia. Amata oggi e in passato da viaggiatori e intellettuali da tutto il mondo, il suo nome è legato in particolare a quello di tre donne, la regina di Cipro Caterina Cornaro, la Divina del teatro Eleonora Duse e la viaggiatrice e scrittrice Freya Stark, che la scelsero come patria elettiva. Lo spettacolo di Asolo risiede nelle testimonianze storiche (nella primavera 2020 riaprirà al pubblico anche l’iconica Rocca) ma anche nel paesaggio circostante, al quale è stata dedicata una crescente attenzione: oggi la tutela dell’ambiente e della biodiversità è una priorità che si traduce in prodotti tipici pregiati come l’Asolo Prosecco Superiore DOCG e l’olio extravergine d’oliva (Asolo fa parte delle Città del Vino e delle Città dell’Olio).
Seconda tappa è Greve in Chianti, considerata la capitale del Chianti fiorentino. Nata ai margini delle importanti reti di comunicazione che facevano capo alla via Volterrana e alla via Francigena, da sempre il cuore della città è rappresentato dalla piazza, oggi dedicata a Giacomo Matteotti, chiamata per secoli il “Mercatale a Greve”, perché il luogo di mercato costituiva una sorta di punto di raccolta per molti villaggi e castelli della zona.
Qui dal 2012 è stato istituito il Bio – Distretto di Greve in Chianti, un’area geografica naturalmente vocata al biologico dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni si occupano della gestione sostenibile delle risorse, partendo dal modello biologico di produzione e consumo.
Dalla Toscana all’Umbria, verso Orvieto, città inscindibile dalla sua rupe di tufo creata dall’attività vulcanica. Ha visto la fondazione di Cittaslow 20 anni fa al teatro Mancinelli e ora ospita la Sede Internazionale che coordina il progetto Cittaslow Tourism. La Rupe, gigante di pietra, si erge tra le colline, un paesaggio modellato dall’uomo nel quale si coltivano prevalentemente viti ed ulivi. Da sempre snodo di comunicazione con tutte le altre città etrusche, la rete delle strade che la collegano al territorio lambiscono l’area di uno dei più importanti santuari etruschi: il Fanum Voltumnae. Nel Medioevo la città divenne un potente comune che dominava un territorio vasto e ricco e la Rupe fu occupata da nuovi edifici: palazzi pubblici e privati, torri, chiese e conventi e nel 1290 fu posta la prima pietra del Duomo di Orvieto che ancor oggi custodisce il lino del miracolo di Bolsena. La Rupe, nelle sue viscere, conserva un gioiello architettonico prodotto dal genio dell’ingegneria cinquecentesca: il Pozzo di San Patrizio. Tufo ed acqua, cibo e vino, legati dalla storia in un intreccio indissolubile.
Il Grand Tour Cittaslow termina a Pollica, e dai colli si giunge al mare. Pollica è, come dice il toponimo stesso, una piccola polis, una cittadina in sé conclusa. Qui tra il VII e l’VIII secolo giunsero i monaci basiliani e vi fondarono il proprio cenobio: una comunità in fuga dall’Oriente bizantino, trova la propria dimensione tra le balze e i sentieri di questa fetta di sud. Le notizie più antiche sulla presenza di un insediamento risalgono al XII secolo. Fu in seguito feudo dei principi Capano, quindi dal 1795 dei De Liguori, fino all’avvento della dominazione borbonica. Il Castello dei Principi Capano nel 1290 venne ereditato da Guido d’Alment, giunto in Italia al seguito di Carlo I d’Angiò, e ancora oggi svetta sui tetti e sui comignoli del piccolo centro di Pollica, conferendogli un tratto inconfondibile. Nel 1997 il Castello è stato acquistato dal Comune che lo ha restaurato e destinato a fini culturali, collocandovi il Centro Studi della Dieta Mediterranea dedicato ad Angelo Vassallo, il celebre “sindaco pescatore” al cui costante lavoro si deve nel 2011 il riconoscimento dell’Unesco di Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità della Dieta Mediterranea e della comunità cilentana, emblematica di queste terre.
Ogni località coordinerà gli operatori locali del turismo, artigianato, agricoltura, commercio e creare uno o più pacchetti, individuando una figura di riferimento operativo per la gestione locale. La promozione internazionale sarà coordinata invece da Cittaslow International, a livello locale ai sindaci e alle amministrazioni comunali, mentre un tour operator svolgerà i servizi di intermediazione, supporto amministrativo e contatto col cliente finale.
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“Il primo itinerario CITTASLOW d’ITALIA promosso dalle città di Asolo, Greve in Chianti, Orvieto e Pollica e proposto proprio ad Orvieto in occasione dell’ultima Assemblea annuale di Cittaslow – commenta il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani anche in qualità di Assessore al Turismo e alla Cultura – merita certamente apprezzamento, approvazione e interesse da parte di tutti, amministratori, operatori e comunità locali.
Oltre a collegare e lanciare le cittaslow d’Italia in una rete di percorsi turistici inediti e improntati alla filosofia della lentezza interpretata nelle forme più diversificate da ogni realtà, tale progetto focalizza infatti alcune esigenze che oggi sono fortemente avvertite: innanzitutto la destagionalizzazione e la sostenibilità dei flussi turistici e, conseguentemente, la maggiore qualificazione della domanda di turismo, sempre più attento e consapevole, motivato nelle scelte e rispettoso dei siti e delle mete prescelte.
Soffriamo molto la presenza di un turismo mordi e fuggi e questa iniziativa va nella direzione da noi auspicata di trasformare Orvieto in una ‘destinazione’ piuttosto che nella sola tappa di un viaggio.
Un turismo capace di vivere pienamente e rispettosamente i territori, è senz’altro l’obiettivo che possiamo perseguire attraverso la rete delle cittaslow, allo scopo salvaguardare i valori e le nostre identità territoriali. E’ per queste ragioni che parteciperemo attivamente alla nascita e all’affermazione di questa iniziativa”.
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