Consiglio Comunale non approva mozione sulla istituzione del “codice etico” delle imprese concorrenti per la fornitura di servizi

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Consiglio Comunale non approva mozione sulla istituzione del “codice etico” delle imprese concorrenti per la fornitura di servizi

COMUNICATO STAMPA n. 162/19 C.C. del 12.03.19 
Il Consiglio non approva la mozione inerente il Codice Etico per chi intende lavorare con il Comune di Orvieto  
(ON/AF) – ORVIETO – Il Consiglio Comunale non ha approvato (5 contrari (maggioranza); 1 favorevole (Vergaglia), 1 astenuto (Olimpieri) la mozione presentata dalla Cons.ra Lucia Vergaglia (Capogruppo M5s) con la quale si impegnava il Sindaco e la Giunta: ad elaborare un “codice etico delle imprese concorrenti e appaltatrici degli appalti comunali di lavori, forniture e servizi” che rispondesse alle esigenze statutarie del Comune di Orvieto e quelle di massima trasparenza, correttezza, integrità; a costituire in osservatorio la II Commissione, in quanto competente dei regolamenti e a tenere informati degli avanzamenti i componenti della stessa Commissione.
Le premesse della mozione sono state illustrate dalla proponente la quale ha sottolineato che “lo Statuto del Comune di Orvieto all’Art 3 lettera h nella sua nuova formulazione recita ‘favorire e promuovere le misure per l’attuazione del diritto al lavoro finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo della piena occupazione’.
Osservato che oltre ai bilanci concorrono alla concreta valutazione delle amministrazioni anche le linee di indirizzo e di governo, i bilanci sociali, i codici etici e la concreta applicazione di questi si ricorda che numerosi Comuni quali, a titolo esemplificativo Bagheria (Pa) o Rivoli (To), offrono l’esempio di adesione alle buone pratiche quello dell’adozione di un proprio codice etico”.
Durante il dibattito: Martina Mescolini (PD) ha detto che “la mozione porta con se concetti a cui come gruppo aderiamo, tuttavia il nostro Comune ha già un codice per i propri dipendenti legato alle Legge 165/2001 sull’Amministrazione trasparente, che non attiene solo il personale ma è già esteso agli organi appaltatori”.
Per replica Lucia Vergaglia ha affermato: “ho parlato della possibilità di integrare con uno studio quello che già c’è. Sono molto delusa che si banalizzi tutto quello che riguarda la P.A.”.
Stefano Olimpieri (Identità e Territorio): “il Comune non legifera ma deve applicare le norme stabilite da Parlamento e Regione. Per alcuni versi quanto proposto dovrebbe essere scritto anche nel codice appalti di prossima approvazione. Ritengo che mettere troppi controlli alla fine non sia una soluzione agevole. Preannuncio la mia astensione che non è una banalizzazione. Le leggi possono essere migliorate ma entro un quadro normativo che esiste già. La proposta è corretta e spetta all’Amministrazione andare incontro alle richieste”.
Andrea Taddei (PD): “nel dispositivo della mozione non trovo traccia del termine ‘integrazione’ rispetto a quello che c’è già. In fatto di andare a definire troppe regole porta alla conseguenza di non rispettarle. Le regole che già abbiamo sono di per sé sufficienti. Peraltro da parte dell’Amministrazione Comunale c’è una costante formazione e informazione rivolta al personale sugli aspetti relativi a trasparenza e anticorruzione”. 
 

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Ultimo aggiornamento
12/03/2019