A Palazzo Soliano la presentazione del volume “Non è triste Venezia” di Francesco Erbani

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A Palazzo Soliano la presentazione del volume “Non è triste Venezia” di Francesco Erbani

COMUNICATO STAMPA n. 107/19 G.M. del 20.02.19
Presentazione del libro di Francesco Erbani Non è triste Venezia
• Venerdì 1 marzo 2019 alle ore 17 a Palazzo Soliano – Museo “Emilio Greco”
(ON/AF) – ORVIETO – Per iniziativa dell’Opera del Duomo di Orvieto e dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Terni, Venerdì 1 marzo 2019 alle ore 17 a Palazzo Soliano – Museo “Emilio Greco” verrà presentato l’ultimo libro “Non è triste Venezia” di Francesco Erbani (Editore Manni) che sarà presente nell’incontro animato da Piero Bevilacqua, Paolo Mauri e Giuseppe M. Della Fina.
 Non è triste Venezia“A Venezia esistono le condizioni per prefigurare un organismo urbano del futuro: perché non cresce e non consuma suolo, perché non spreca risorse, perché riusa tutto (dall’acqua ai materiali edili) e si è sempre ricostruita su sé stessa, utilizzando moduli costantemente replicabili e mai monotoni, perché insegna la manutenzione, perché è ospitale, multiculturale e multietnica, perché si circola senza macchine, perché coltiva gli spazi pubblici, perché anche gli elementi più privati di un edificio hanno una dimensione pubblica, perché ha conservato per secoli (tranne che nell’ultimo) un’eccezionale relazione fra il costruito e il suo ambiente, cioè la Laguna”. 
L’autore passeggia per calli e campielli e poi al Lido in sella a una bicicletta, osserva l’Hotel des Bains attraverso le grate del cancello, guarda le navi da crociera seduto su una panchina alle Zattere… E ricostruisce la trama intima di una delle città più celebrate al mondo: le architetture, l’assetto urbano, le facciate dei palazzi che si specchiano nei canali, i campi dove si realizza un ideale di spazio pubblico; e poi il Mose, colossale, costosissimo progetto; la Laguna maltrattata e snaturata; la dimensione civica minacciata da un turismo incontrollato e pervasivo, dallo spopolamento, e che tuttavia resiste, rivendica la propria specificità, una storia di saperi e di manualità, e si sente inclusiva e accogliente, a misura dei soggetti più deboli. Venezia rischia di diventare il non luogo per antonomasia, quello ricostruito a Disney World, a Las Vegas o a Macao, ed è invece profondamente autentica, città più di altre città, un territorio unico e al tempo stesso esemplare che può costituire un modello di inclusione sociale e di progettazione urbana. Dietro i mille sistemi complessi e affascinanti che Venezia ha trovato per vivere con la sua inedita morfologia, Francesco Erbani mette sempre al centro l’uomo.  
Francesco Erbani è nato a Napoli nel 1957, è laureato in Lettere e fa il giornalista dal 1984. Vive a Roma e trascorre molto tempo a Venezia. Appena laureato ha curato l’edizione di due opere di Giovanni Boccaccio, “Elegia di Madonna Fiammetta” e “Corbaccio” per i Grandi libri Garzanti. Prima di approdare a “Repubblica” nel 1994, dove da un decennio è caposervizio del settore cultura ha lavorato in diverse testate. Si è occupato di letteratura e di questioni legate al territorio, degrado urbanistica e ambientale, al paesaggio, alla città. Nel 2003 ha vinto il premio di Giornalismo civile e nel 2006 il premio Antonio Cederna. Ha pubblicato L’Italia maltrattata (2003), il libro-intervista con Tullio De Mauro La cultura degli italiani (Laterza 2004), Il disastro. L’Aquila dopo il terremoto: le scelte e le colpe (Laterza 2010), il libro-intervista con Leonardo Benevolo La fine della città (Laterza 2011), Roma. Il tramonto della città pubblica (Laterza 2013), Pompei, Italia (Feltrinelli 2015), Roma disfatta (con Vezio De Lucia, Castelvecchi 2016). Ha organizzato il programma di due iniziative: “Città territorio festival” (Ferrara, 2008 e 2009) e “Leggere la città” (Pistoia 2016 e 2017). 
 

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Ultimo aggiornamento
20/02/2019