Al Festival “Arte e Fede” Giacomo Poretti con lo spettacolo “Fare un’Anima”
COMUNICATO STAMPA n. 417/18 G.M. del 25.05.2018
Al Festival di Arte e Fede lo spettacolo di Giacomo Poretti “Fare un’Anima”
(ON/AF) – ORVIETO – Giacomo Poretti componente del notissimo Trio Aldo, Giovanni e Giacomo, oltre alla vena comica, da qualche anno svela un aspetto nascosto di se stesso: da anni, infatti, è impegnato nel sociale, nel Centro culturale “San Fedele” di Milano dove, insieme alla moglie, organizza incontri culturali e spirituali. Dal gennaio 2009, inoltre, cura una rubrica, intitolata “Scusate il disagio” sul mensile dell’ordine dei Gesuiti Popoli. Scrive su Avvenire e su La Stampa e ha scritto anche dei libri: Alto come un vaso di gerani (2012) e Al Paradiso è meglio credere (2015).
Dopo uno straordinario successo riscosso già in molte città italiane, domani 26 maggio alle ore 21.00 Giacomo Poretti, sarà ad Orvieto in Duomo – ingresso libero – ospite della XIII edizione del Festival Internazionale Arte e Fede a Orvieto, con il suo monologo “Fare un’anima” di cui è autore e interprete, con il suo grande umorismo e la solita innata ironia, che raccoglie divagazioni e provocazioni su un “organo” che i moderni manuali di anatomia non contemplano, ma di cui da millenni gli uomini di ogni latitudine hanno parlato: l’anima.
“Il progetto di questo monologo – spiega l’attore – mi frulla in testa da quando è nato mio figlio Emanuele. In quell’occasione venne a trovarci in ospedale un anziano sacerdote che mia moglie ed io conoscevamo bene. Si complimentò con noi e ci disse: bene, avete fatto un corpo, ora dovete fare l’anima. Questa frase mi è rimasta dentro per molto tempo, si è sedimentata finché non mi sono deciso ad affrontare la questione… per affrontarla mi sono posto un sacco di domande. Come nasce l’anima? Spunta coi dentini da latte? O dopo? Quanto incide una corretta alimentazione a farla crescere? E, nel caso, sarebbe meglio una dieta iperproteica o senza glutine, oppure povera di sodio? Ma l’anima esiste davvero o è una nostra invenzione?
2E poi a pensarci bene a cosa serve un’anima? Nessuno ti chiede di esibirla: quando ti fermano i carabinieri si accontentano di patente e libretto, se fai acquisti su internet bastano carta di credito e mail. L’anima sembra la cosa più antimoderna che possa esistere, più antica del treno a vapore, più vecchia del televisore a tubo catodico, A un certo punto rischia di farti tenerezza quella parola lì. Anima è una parolina esangue, malvestita e malnutrita, eppure è gelosa e innamorata: innamorata di noi e della vita, e come ogni amante ci vuole solo per sé”.
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Ultimo aggiornamento
25/05/2018