Al Teatro Mancinelli educazione alla legalità con lo spettacolo “Per questo mi chiamo Giovanni”

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Al Teatro Mancinelli educazione alla legalità con lo spettacolo “Per questo mi chiamo Giovanni”

COMUNICATO STAMPA n. 280/18 G.M. del 09.04.18 
Al Mancinelli di Orvieto l’impegno civile per la legalità e il ricordo di Giovanni Falcone nello spettacolo PER QUESTO MI CHIAMO GIOVANNI 
• Venerdì 13 aprile alle ore 10 (recita riservata alle scuole secondarie di I e di II grado) e alle ore 21
(ON/AF) – ORVIETO – Con lo spettacolo PER QUESTO MI CHIAMO GIOVANNI – Da un padre a un figlio, la storia di Giovanni Falcone, della Compagnia Attori & Tecnici in scena al Teatro Mancinelli di Orvieto, venerdì 13 aprile alle ore 10 (recita gratuita riservata alle scuole secondarie di I e di II grado) e alle ore 21, si conclude la rassegna Scuole a Teatro riservata agli istituti scolastici di Orvieto e del comprensorio nell’ambito della Stagione Teatrale 2017-2018.
Ciclo che, in occasione della Giornata della Memoria  ha proposto la rappresentazione di Chiusa dentro e Mio nonno è morto in guerra nell’ambito delle iniziative per il Giorno del Ricordo; e ancora per la Giornata contro il bullismo, lo spettacolo La Paranza del bambini
Con gli spettacoli Il Testimone di Mario Almerighi e Fabrizio Coniglio andato in scena il 16 marzo scorso e Per questo mi chiamo Giovanni, entrambi dedicati alla memoria di magistrati scomparsi, il Teatro Mancinelli partecipa alla “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” istituita dalla legge n. 20/2017, da celebrarsi il 21 marzo di ogni anno. 
Nel commemorare le vittime di tutte le mafie, ovvero di tutti coloro che hanno pagato con la vita il prezzo del rispetto delle regole della convivenza civile, l’Associazione TEMA ha inteso promuovere, infatti, la Cultura della Legalità, dare un contributo educativo a favore della lotta contro le infiltrazioni malavitose e le organizzazioni mafiose a beneficio della formazione dei giovani.
Interpretato da Stefano Messina (che ne firma anche la regia) e Pietro Messina, nel racconto scritto da Gianni Clementi e liberamente ispirato al romanzo di Luigi Garlando, prendono vita i momenti chiave della storia del magistrato Giovanni Falcone, il suo impegno, le vittorie, le sconfitte, l’epilogo. 
Giovanni è un bambino di Palermo. Per il suo decimo compleanno il papà gli regala una giornata molto speciale: una gita attraverso la città, per spiegargli come mai per lui è stato scelto proprio il nome Giovanni. Giovanni scopre così che la mafia c’è anche a scuola: è nel ragazzino prepotente che tormenta gli altri, è nel silenzio di complicità che ne avvolge le malefatte. La mafia è una nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare grandi, anche se ti chiede di fare delle scelte e subirne le conseguenze. 
Lo spettacolo si propone di dare un’idea più completa di che cos’è la mafia e di come la si possa combattere nella vita di tutti i giorni, perché i fatti, per essere meglio compresi, non hanno bisogno solo della cronaca, hanno bisogno di essere raccontati. La letteratura, il cinema, il teatro, grazie alla loro capacità di comunicare e suscitare forti emozioni, rendono viva la partecipazione e la commozione anche a chi quei fatti non li ha vissuti in prima persona. 
  

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Ultimo aggiornamento
09/04/2018