Approvato dal Consiglio rendiconto gestione esercizio finanziario 2021

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Approvato dal Consiglio rendiconto gestione esercizio finanziario 2021

COMUNICATO STAMPA n. 381/22 C.C. del 19.05.22 
Consiglio Comunale approva Rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2021
(ON/AF) – ORVIETO – Con 7 voti favorevoli dei consiglieri di maggioranza e 2 contrari della minoranza (Barbabella e Giovannini), il Consiglio Comunale ha approvato  il Rendiconto della Gestione per l’esercizio finanziario 2021 comprendente il Conto del Bilancio, il Conto del Patrimonio, il Conto economico e i relativi allegati.
Nella relazione introduttiva, l’Assessore al Bilancio, Piergiorgio Pizzo, ha affermato che “il rendiconto della gestione finanziaria copre il disavanzo di oltre 4,7 milioni accumulato dall’Ente. Lo scorso anno si sono succedute varie normative che hanno consentito di ridurre il passivo: 870.000 euro derivanti dallo svincolo degli accantonamenti al Fondo crediti dubbia esigibilità, 690.000 euro rivenienti da maggiori entrate e/o minori spese verificatesi nel corso del 2021 e 970.833 euro provenienti dal trasferimento dello Stato per effetto della conversione in legge del D.L. 25 maggio n.73. Ciò ha portato ad accertare un disavanzo complessivo di -2.265.277 euro al 31 dicembre 2021 che, secondo il piano di rientro contenuto nella relazione tecnica che accompagna il rendiconto, sarà coperto con il contributo istituito dal decreto ‘Sostegni bis” per far fronte alle esigenze di ripiano dei disavanzi dei Comuni prodotti dalla sentenza della Corte Costituzionale 80/2021. Con il bilancio consuntivo 2021 i conti del Comune del Comune di Orvieto sono veramente risanati, un obiettivo sul quale nell’ultimo anno si è concentrato il lavoro dell’Amministrazione e degli uffici, ottenuto mantenendo invariata la spesa per il sociale e mettendo a sistema tutte le agevolazioni e i contributi post Covid, ma anche tornando ad investire su manutenzioni, promozione turistica, eventi e politiche culturali così da consentire alla città di agganciare la ripartenza. Altre componenti essenziali per il raggiungimento del risultato sono stati la forte azione di recupero dei crediti e la velocizzazione degli incassi, le maggiori entrate e le minori spese nel corso dell’anno e i fondi messi a disposizione dal Decreto Sostegni bis, convertito nella legge 106/21, emanato dal Governo a supporto degli Enti locali in disavanzo che avevano utilizzato il Fondo anticipazioni liquidità per la copertura del passivo ai sensi dell’articolo 39 ter del DL 162/2019, procedura che era stata utilizzata dalla precedente Amministrazione per l’uscita anticipata dal predissesto e dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale che di fatto ha riproposto la questione della gestione del deficit. Ora il disavanzo di bilancio coincide invece con il contributo previsto fino al 2030 per il Comune di Orvieto di cui la prima tranche già erogata consente di coprire le prime tre annualità del piano di rientro. Da ultimo, il risultato del risanamento dei conti è stato realizzato anche grazie ad un puntuale pulizia delle poste in bilancio e da un saldo positivo dei fondi rischi per 15 milioni di euro, che ha determinato un saldo di cassa di 13 milioni di euro”. 

Dibattito:
Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”): “è un fatto positivo che il Comune di Orvieto in maniera indolore stia uscendo dal disavanzo che negli anni, a causa di fattori nazionali e locali, aveva determinato problemi compromettendo la capacità di programmare e di gestire il quotidiano che i conti in disordine non consentivano. Da diversi anni ormai il nostro Ente ha i conti in ordine dal punto di vista sostanziale ed oggi li ha anche dal punto di vista formale. L’attuale disavanzo di circa 2,5 mln viene risanato in un decennio. Ciò migliora anche i rapporti con i cittadini. Questo provvedimento oltre ad avere una visione di una normativa nazionale, ha anche degli aspetti locali come le scelte fatte rispetto ai crediti da incassare con il gestore del servizio idrico ad esempio. Tutti gli accantonamenti erano sempre stati fatti in maniera complessiva. Sulla partita degli swap è ancora aperta la causa d’appello con Bnl su cui c’è una posta importante accantonata che potrebbe determinare risorse, nell’ipotesi speriamo della risoluzione favorevole per il Comune del giudizio in appello. Queste macro voci possono fare la differenza per una programmazione più serena. Nel 2021 la pandemia ha aggredito pesantemente tutto, creando problemi finanziari all’ente pubblico che non ha potuto incassare ad esempio quanto atteso dalla tassa di soggiorno e da altre voci. Tuttavia sono stati fatti importanti interventi di riqualificazione del territorio con manutenzioni diffuse nelle frazioni specie le più lontane dal centro storico come i centri abitati di Torre San Severo, Sugano, Canonica e, presto, nei centri abitati di Corbara e Benano. Questo concorre a riqualificare la città nel suo complesso e ad elevare il livello della qualità della vita per cittadini residenti e turisti. Un bilancio quindi che stabilizza il deficit e che, pur nella pandemia, ha prodotto azioni positive per la città. Favorevole”.
Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”): “sarei felice se con la discussione del consuntivo 2021 si chiudesse un trentennio di discussioni e scontri che hanno profondamente inciso sulla nostra comunità limitandone terribilmente le possibilità di sviluppo. Sarei felice, ma non sono convinto che sia così. In trenta anni il dibattito si è concentrato sul gusto dello scontro su tutto purché fosse possibile veder scorrere del sangue. Molte persone in modo ‘dialettico’ ma non meno pesante sono state fatte fuori. Questo ha prodotto tra le cose più grandi una incapacità e un non interesse a guardare avanti e a progettare. Prendiamo atto che oggi c’è una sistemazione dei conti che deriva da iniziative di un periodo piuttosto lungo, consapevoli che c’è l’aiuto dello Stato ed ovviamente degli amministratori che hanno avuto occhio a cogliere queste opportunità. Io credo che le minoranze non abbiano solo il compito di mettere in luce le discrasie ma di misurarsi con prospettive diverse per una dialettica propositiva. Luca Diotallevi ha riproposto ieri dalle colonne del ‘Messaggero’ la questione dell’Italia Centrale dove noi siamo. Non è la questione della macro area ma di un problema di Italia centrale in termini di sviluppo, di diminuzione della popolazione e di un invecchiamento enorme che è indice di un certo modo di vivere ma anche di non riguardare avanti. L’agenzia ‘Umbria Ricerche’ sta sviluppando una serie di dibattiti molto interessanti sulle Aree Omogenee tema che si sta affrontando nelle Marche, in Toscana, in Emilia Romagna mentre in Umbria siamo fermi. Voglio dire che si deve cominciare a ragionare seriamente in termini di sviluppo ad esempio per le infrastrutture ferroviarie, le stazioni e molto altro. Sul futuro del nostro Ospedale non c’è discussione siamo tutti concentrati sui ritardi e le difficoltà del servizio ordinario, ma non del destino futuro dei servizi ospedalieri. Ad oggi prendo atto che le forze politiche organizzate non si stanno preoccupando di questa cosa che è di prospettiva e di sistemi di programmazione territoriale. Se non guardiamo oltre il nostro ambito territoriale, se non giochiamo in termini di inter territorialità siamo finiti. La questione della gestione del patrimonio pubblico a partire dalla ex caserma Piave è stringente, anche su questo occorre uscire dalla improvvisazione sulle destinazioni. Io non sono convinto che il modo di impostare la questione dell’ex Ospedale come Casa di Comunità sia giusta, peraltro viene affrontata come un ‘problema’ da risolvere in modo puntiforme. Per stare al passo occorre connetterci con altri Enti e aree”.
Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”): “della Casa di Comunità è bene parlarne anche in sede di bilancio. Io penso che quella sia stata la scelta migliore e non una scelta di ripiego. Già quando quel bene era stato messo in vendita io ero convinto e ho sempre sostenuto l’opzione di mettere quel sito a valore in termini di utilità per i cittadini, con servizi e posti di lavori. Dopo la perdita di istituzioni come le caserme e il Tribunale dobbiamo renderci conto che i cittadini vanno fuori per tanti servizi. Penso allora che non dobbiamo lamentarci per una volta che abbiamo la possibilità e le risorse per dare una svolta a questo bene. Dobbiamo partire da effetti e benefici derivanti da investimenti di varia natura. Liberare circa 500 mila euro all’anno da qui al 2029 è importante. A me però piace parlare di politica quindi dobbiamo pensare alle cose tangibili e concrete. I cittadini non si aspettano solo i conti in ordine ma di iniziare a porre le basi per cose irrisolte da troppi anni: penso alla Piave con una soluzione che produca benefici economici e sociali; alla zona produttiva da rendere attrattiva a partire dalla fibra ottica; penso alle sinergie fra Comuni e penso alla transizione ecologica. Il turismo certamente ad oggi è pilastro del nostro Pil ma non possiamo viverlo solo come incassi funzionali al bilancio. Io vorrei che quei flussi andassero a vantaggio di operatori, albergatori e commercianti e far restare almeno per tre giorni i turisti nel nostro territorio, vorrei portare anche iniziative che diano lustro alla città e al territorio al di là degli spot che vanno in onda e che si concentrano inevitabilmente sul Duomo; vorrei che si provvedesse a mettere mano al quartiere medievale di Orvieto che è uno degli scenari più belli del mondo ma che va reso più attrattivo, riqualificandolo, rivitalizzandolo, facendolo conoscere. Ringrazio l’Assessore Pizzo che sa stare sul pezzo per mandare avanti la ‘baracca’, ma non si possono più chiudere gli occhi. Abbiamo messo a gara la gestione di asset come il centro congressi e il teatro che da decenni marca delle passività sebbene siamo consapevoli che non si mangia con la cultura. Ma l’esito di questo tentativo di gara ci dice che qualcosa va ripensato. Il Centro congressi va utilizzato per altro? Su questi temi vorrei che ci concentrassimo per vincere altre sfide. Anche io vorrei che si aprisse un nuovo capitolo per un dibattito sulle ‘incompiute’ che si stanno trascinavano ormai da troppo tempo”.
Federico Giovannini (Gruppo “Partito Democratico”): “il parere dei Revisori dei conti ci ricorda che c’è un forte indebitamento delle casse comunali, che i residui attivi hanno raggiunto una cifra molto importante e soprattutto come si sta procedendo al loro incasso. Viene da chiedersi quindi se i residui attivi possono essere un problema per i prossimi anni. E ancora, perché si è deciso di prevedere un rientro anticipato e quindi sterilizzare gli anni 2022 e 2023 nella previsione di spesa? Sarà un caso che aumenta per gli anni 2022 e 2023 prima delle elezioni? Risposte evase dall’Assessore in modo superficiale. Il Covid è stato usato come scusa per nascondere la progettualità inesistente, nonostante i ristori di cui l’Amministrazione ha beneficiato come anche le manovre finanziarie e i fondi PNRR. Non è vero come dice il consigliere Sacripanti che non si mangia con la cultura, ci si mangia eccome se fatta in modo giusto e razionale. Altri centri medio-piccoli vicino a noi fanno rete e organizzano eventi e mostre di rilievo con numerosi visitatori incrementando turismo di qualità mentre qui non si sta progettando nulla. Non vorremmo che l’assenza di programmazione innovativa ad esempio sulla gestione degli asset, non colga le aspettative dei cittadini. Auspico una mappatura vera di tutti gli asset per la cultura, a partire dai palazzi vuoti. Abbiamo molti contenitori vuoti, ad esempio l’ex chiesa di Sant’Agostino nel quartiere medievale, idonea per mostre e convegni, sono anni che diciamo di valorizzare gli immobili inutilizzati del centro storico ma non si muove niente. Le basi per grandi mostre e convegni seri dovevano essere già messi in atto durante la fase del Covid. Dispiace che i nostri amministratori non stiano facendo nulla per invertire la rotta, proprio ora che con fatica l’intero Paese sta uscendo dalla pandemia. Voglio sperare e auspicare che si vada ad una progettazione vera che ad oggi sta mancando, guardando anche ad esempi di città a noi vicine”.
Replica Assessore Pizzo: “partendo dall’esempio della Sii dopo lo strapotere che le era stato dato, oggi siamo nella condizione che questo Ente è tornato ad incassare. Il disavanzo dei bilancio sta rientrando ma i revisori dei conti giustamente ripetono che si deve rientrare. Si parla di prospettive per la città ed è quello che stiamo costruendo. I contenitori vuoti li abbiamo trovati già vuoti! Stiamo lavorando per riportare gente ad Orvieto. Si dice delle mostre importanti intorno ad Orvieto ma dove sono? Le strutture richiedono investimenti ed hanno dei costi. Il Covid ci ha dato risorse ma ha messo la città in ginocchio. I soldi arrivati dallo Stato sono stati ridistribuiti. Vanno potenziati i collegamenti ferrovieri e la mobilità alternativa ma servono risorse. Siamo richiamati a fare rete ma stiamo sul tavolo delle Aree Interne e nel Vato. L’Ospedale funziona e dà i suoi servizi ma manca il personale delle strutture ambulatoriali. Il decentramento di scuole e Ospedale non lo abbiamo deciso noi viene da lontano. Un progetto di città e una visione organica l’abbiamo sempre avuta. Siamo intervenuti sull’anello della Rupe. Stiamo ragionando sulla gestione dell’acqua e dei rifiuti dove siamo noi a fare le scelte. E’ un momento ancora difficile ma la città ha di fronte prospettive interessantissime. Certo si può fare molto di più ma dobbiamo essere consapevoli dei mezzi che abbiamo per realizzare nuovi traguardi”. 
Dichiarazioni di voto, Barbabella: “dal suo punto di vista l’Assessore ha riportato la discussione con i piedi per terra e quanto al termine della ‘visione’ da me molto usato mi fa piacere che almeno stia entrando nella discussione. Il grande tema che da questo momento dobbiamo affrontare non azzerando il passato, che certo pesa ma ha anche dei vantaggi, è quello del ‘sogno’. Cioè, che lo vogliamo o no i nostri desideri devono fare i conti con quello che accade nel mondo perché gli sconvolgimenti che stano avvenendo e che saranno più forti nel prossimo futuro, mettono in discussione in modo radicale la globalizzazione (non sparirà ma metterà in discussione le logiche tra i centri urbani più piccoli e più grandi). Tornando a Luca Diotallevi egli ricorda che le città piccole hanno un ruolo se si collegano tra loro ovvero i centri urbani di piccole e medie dimensioni avranno un ruolo se sapranno guardare avanti. Ecco la sfida. I nostri centri urbani sono troppo piccoli all’esterno perché sono troppo piccoli all’interno. Significa che hanno stentato e stentano perché all’interno sono zeppi di contrasti e polemiche, roba del passato. Liberiamocene! Parlando della nostra città dobbiamo vedere quali sono le ricchezze vere. Se il Comune non si pone come punto di aggregazione delle risorse territoriali siamo inevitabilmente deboli. Cosa aspettiamo ad avere un rapporto organico con il Trasimeno e con il Viterbese? L’idea del Distretto dell’Etruria Meridionale ad esempio va ripresa come ipotesi di sviluppo interessante. Il mio ‘sogno’ quindi è quello di tornare ad avere i piedi per terra”.
Umberto Garbini (Capogruppo “Fratelli d’Italia”): “ho ascoltato Sacripanti e Barbabella e l’Assessore Pizzo che stimola sempre ad intervenire e mi fido del suo lavoro di coordinamento. Però dice delle inesattezze. Le mostre, ad esempio, hanno un senso visto il collocamento di Orvieto con Roma e Firenze e richiedono palazzi dedicati. Il Pozzo di San Patrizio necessita di sicurezza non di fare a gara su quanti accessi realizza o totalizzare su di sé tutto quello che la città offre. Molti progetti del passato sono assurdi. Sulle ferrovie la scelta degli investimenti è del gruppo Fs che avrà finanziamenti per 190 miliardi dal Pnrr. Sta all’Amministrazione trovare una sintesi con i responsabili del gruppo. Sulla Piave sono contrario a qualunque forma di spezzatino di altri contenitori svuotati per riempire l’ex caserma. Il rapporto con il territorio e la Tuscia è naturalmente e storicamente connesso con Orvieto, quindi spero che il Sindaco incontri i suoi omologhi delle realtà di questo territorio compreso tra Viterbo, Bolsena e Bagnoregio”.

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Ultimo aggiornamento
19/05/2022