Centri di Aggregazione Giovanile: un viaggio per fare nuove interessanti esperienze

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Centri di Aggregazione Giovanile: un viaggio per fare nuove interessanti esperienze

COMUNICATO STAMPA n. 497/18 G.M. del 22.06.18 
In viaggio con i Centri di aggregazione Giovanile della Zona Sociale n. 12  
(ON/AF) – ORVIETO – Si è svolta nei giorni scorsi “UNA FORTE GITA!” viaggio – Forte Begato / Genova – organizzato dai ragazzi dei Centri di Aggregazione Giovanile della Zona Sociale n. 12 in collaborazione con Prociv dell’Orvietano e Prociv Valle Stura e Alfa Group. 
Due giorni all’insegna dell’avventura, arricchite di escursioni naturalistiche, esplorazioni ambientali, osservazioni e orientamento con la bussola e le stelle, che hanno coinvolto ragazze e ragazzi dai 10 ai 14 anni dei centri di aggregazione giovanile della zona orvietana. 
I partecipanti, accompagnati dagli operatori della cooperativa sociale Il Quadrifoglio, gestore dei centri, hanno avuto la possibilità di esplorare un territorio diverso da quello consueto, avvicinarsi alla fauna selvatica locale, mettere in pratica gli accorgimenti in caso di avvistamento di un incendio ed imparare ad orientarsi durante un percorso leggendo una cartina e utilizzando la bussola. Due giorni divertenti e impegnativi per i ragazzi che hanno partecipato numerosi ed entusiasti, ma soprattutto due giorni di condivisione e di scoperte che li ha avvicinati ad altri ragazzi che come loro condividono il gusto di “fare insieme” divertendosi secondo i principi della peer education, cardine dei CAG.
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I Centri di Aggregazione Giovanile (CAG), nati con i finanziamenti della legge 285/97, sono presenti e radicati nel territorio dell’Ambito orvietano fin dalla promulgazione della legge stessa.
In modo particolare i CAG sono un’espressione della legge in quanto, per la 1^ volta, l’adolescente viene considerato come soggetto attivo, il fulcro su cui ruota l’azione, sovvertendo l’ordine che lo voleva solo come fruitore di iniziative proposte e imposte da altri.
Una delle caratteristiche ed innovazione dei CAG è, infatti, la condivisione, la partecipazione e la realizzazione delle attività da parte di tutti i frequentatori, mentre l’operatore diventa il facilitatore e il catalizzatore delle esigenze e dei desideri dei ragazzi.
I CAG, nati dal Progetto “L’Ombelico del Mondo”, sono cresciuti in maniera costante dal 2000 ad oggi e attualmente nel nostro territorio sono presenti: “Ultima Spiaggia” a Fabro/Monteleone, “C.I.M. Centro Idee Multicreative” ad Allerona, “Lo squalo” a Castelgiorgio, “Freigeist” a Ficulle/Montegabbione, il “gruppo ragazzi di Monterubiaglio” e Associazione P285 centro di aggregazione “Mr Tamburino”.
Le finalità dei CAG sono quelle di far incontrare i giovani restituendo al territorio un reticolo di relazioni indispensabili alla sua vitalità e permettere che spazi cittadini assumano una valenza educativa, in un’ottica che tende non solo alla socialità, ma anche alla progettazione di iniziative culturali, informative e aggregative finalizzate prevenire il disagio giovanile.
I compiti specifici del CAG sono, infatti:
– l’attuazione delle funzioni di base identificate ai fini della promozione della crescita armonica e della prevenzione del disagio giovanile quali: l’ascolto, l’accompagnamento, l’informazione-orientamento, il sostegno, la funzione educativa e di socializzazione;
– l’intervento rivolto alla globalità della popolazione giovanile, non più identificata solo a rischio di emarginazione sociale, mediante percorsi educativi differenziati sulla base dei bisogni rilevati;
– l’appartenenza alla propria comunità locale per la costruzione di un patto educativo tra i diversi soggetti: la famiglia, le istituzioni pubbliche e private, l’associazionismo, il privato sociale, il volontariato e le altre agenzie educative, quali la scuola e gli oratori, anche attraverso intese formalizzate;
– la sperimentalità come caratteristica ordinaria di procedere nella ricerca di azioni e modalità organizzative innovative, in grado di rispondere a bisogni in continua evoluzione;
– la valutazione della qualità del servizio reso, del progetto educativo, dell’impatto delle azioni sui soggetti coinvolti e sulla comunità, e sui processi attivati;
– l’animazione del contesto sociale come attivazione e valorizzazione di risorse e competenze esistenti;
– l’essere sensore privilegiato della condizione giovanile e strumento di monitoraggio sistematico del fenomeno;
– l’autopromozione del servizio per la visibilità sul territorio e la garanzia dell’efficace fruizione da parte dei destinatari;
– la stabilità e la permanenza nel tempo dell’unità d’offerta, quale patrimonio culturalmente storicizzato della comunità.

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Ultimo aggiornamento
22/06/2018