Conferenza ISAO su “Giovanni Cozza ed il suo Teatro in Orvieto – Alla Cultura più che al dialetto”

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Conferenza ISAO su “Giovanni Cozza ed il suo Teatro in Orvieto – Alla Cultura più che al dialetto”

COMUNICATO STAMPA n. 014/22 G.M. del 10.01.22
“Giovanni Cozza ed il suo Teatro in Orvieto – Alla Cultura più che al dialetto”. Conferenza dell’ISAO Venerdì 14 gennaio h 17:30 al Museo Emilio Greco
(ON/AF) – ORVIETO – In collaborazione tra l’ISAO e l’Associazione ex-Alunni del Liceo Classico “F. A. Gualterio” di Orvieto, l’Anno Accademico 2021-2022 dell’Istituto Storico Artistico Orvietano propone venerdì 14 gennaio 2022 alle 17:30 presso il Museo Emilio Greco la conferenza dal titolo “Giovanni Cozza ed il suo Teatro in Orvieto – Alla Cultura più che al dialetto” a cura di Roberta Galli, archivista e ricercatrice di storia locale.
La presentazione sarà arricchita da un cameo del Mastro Stefano Benini, che eseguirà musiche dello stesso periodo delle iniziative teatrali di Giovanni Cozza.
Secondo le disposizioni governative, per l’ingresso nella Sala del Museo Greco, è obbligatorio il GREEN PASS “RAFFORZATO” e l’uso della mascherina, preferibilmente FFP2.
 
Il conte Giovanni Cozza Luzi (Bolsena, 1815 – Carnaiola, 1898) è stato un noto letterato e poeta, oggi purtroppo dimenticato, vissuto nell’Ottocento tra Bolsena, sua cittadina natale, ed Orvieto, dove si sposò e crebbe i figli, tra cui il oncittadino Adolfo, architetto ed inventore. Stimato e conosciuto anche nell’ambiente romano, toscano e perugino, ebbe rapporti politici con uomini quali Silvio Pellico e Giuseppe Garibaldi, e con letterati, come Alessandro Manzoni, Cesare Cantù, Luigi Fumi. Ha pubblicato numerosi componimenti, tra i quali Bolsena ed il suo lago, La Mariade, Versi. Accademico di insigni istituzioni letterarie, fu anche docente di recitazione, sua grande passione. Costruì due teatri, uno in gioventù a Bolsena, l’altro più tardi in Orvieto, di cui si parlerà nella conferenza. Oggi non esistono più, trasformati o distrutti nel corso del tempo. Del Teatro Cozza, però, rimangono interessanti tracce nella documentazione archivistica, sufficienti per testimoniarne la fervente attività per tutta la seconda metà dell’Ottocento ed oltre.

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Ultimo aggiornamento
10/01/2022