Consiglio approva mozione su valorizzazione e riconversione funzionale dell’ex caserma Piave

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Consiglio approva mozione su valorizzazione e riconversione funzionale dell’ex caserma Piave

COMUNICATO STAMPA n. 432/22 C.C. del 31.05.22 
Mozione per la valorizzazione e riconversione funzionale dell’ex caserma Piave
(ON/AF) – ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal Cons. Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”) con la quale si impegna il Sindaco e la Giunta: a verificare con urgenza, anche con incarichi professionali esterni, le condizioni tecniche e procedurali che possano rendere finanziabile con risorse PNRR, eventualmente integrate con altri canali di finanziamento, la rifunzionalizzazione dell’ex Caserma Piave; e ad aprire nel contempo un confronto a tutto campo all’interno del Consiglio comunale e fuori di esso per definire le destinazioni portanti dell’intero complesso immobiliare dell’ex Piave che, interconnettendosi con le diverse parti e funzioni della città e con le potenzialità di sviluppo del territorio, possano fungere da traino per una nuova fase dello sviluppo economico e culturale e rappresentare un esempio di riqualificazione a scala urbana e di valorizzazione delle risorse di una vasta area.
Il proponente ha ricordato che “la mozione è del 9 dicembre e forse è invecchiata un po’ meno di quella sulla sanità perché nel frattempo non sono avvenute cose eclatanti. Per entrare nel tema invito alla riflessione suggerita da Helga Nowotny, esperta di Intelligenza Artificiale, già Presidente del Consiglio Europeo di Ricerca, una delle massime esperte di intelligenza artificiale secondo la quale i costruttori delle cattedrali che abbiamo ancora oggi in Europa sono artefici di uno sforzo comunitario che ha attraversato le generazioni. Oggi abbiamo ancora bisogno di guardare più avanti e guardare ai cambiamenti in atto, a partire dal cambiamento climatico, attraverso il ‘pensiero cattedrale’. Una volta si pensava in termini di generazioni. Le cose costruite in questa ottica permangono, quelle costruite con altri presupposti no. 
Ho scritto la mozione a dicembre quando da parte di una associazione venne presentata una proposta di rifunzionalizzazione della ex caserma Piave e faccio riferimento al business plan fatto da RPO spa nel 2004, dopo che il Comune, costituita la Società unipersonale RPO Spa, aveva affidato ad essa con apposita convenzione il compito di presentare entro un anno un progetto di rifunzionalizzazione dell’ex Caserma Piave. Il 22 giugno 2005 il CdA presentò al Consiglio comunale gli elaborati richiesti: Business Plan con allegati il Progetto Architettonico di Massima e la Stima dei costi di trasformazione. 
Il giudizio di responsabilità patrimoniale per presunto danno erariale promosso nel 2009 dalla Procura presso la Corte dei Conti – ha aggiunto – si concluse con sentenza 27/2012 di assoluzione completa e spese a carico dell’Ente Comune di Orvieto quale socio unico, avallando con ciò la regolarità del percorso e la conformità del risultato agli obiettivi dallo stesso Ente affidati a RPO. Il progetto da allora è nella piena disponibilità dell’Ente pertanto può essere utilizzato per l’obiettivo della rifunzionalizzazione, seppure con operazioni di aggiornamento, sia rispetto alle destinazioni che al ricalcolo dei relativi costi di trasformazione. Le strategie e le proposte di soluzione avanzate negli anni successivi, sia dalle amministrazioni che si sono succedute sia all’esterno delle stesse, non hanno portato a risultati confermando nei fatti che l’unico progetto ad oggi disponibile per una operazione complessiva di rifunzionalizzazione resta quello elaborato da RPO Spa.
Con l’amico Pierluigi Leoni organizzammo il 22 maggio 2005 una presentazione al Consiglio Comunale delle destinazioni individuate e riassunte nei seguenti poli: polo del turismo e del tempo libero, della cultura e della formazione, polo dell’economia e della conoscenza, e l’individuazione di funzioni e soluzioni progettuali come il ‘Teatro di Vigna Grande’, che non voleva essere affatto un sostitutivo del Teatro Mancinelli. Nessuno dei cinque poli di cui ho parlato è stato praticato. Il piano di RPO però resta ancora valido, ovviamente ci sono dei limiti dati dal fatto che l’Amministrazione Comunale pose dei vincoli stretti per cui oggi il mio invito è a rivederlo, aggiornarlo per riprendere una proposta che è un patrimonio del Comune e ragionare così della riappropriazione di un pezzo importante di città che valorizza la città stessa. Oggi in definitiva non vorrei che le proposte venissero liquidate come un problema, quando invece occorre pensare alla caserma come una grande risorsa. Questo è un altro dei temi su cui maggioranza e minoranza dovrebbero lavorare insieme per valorizzare i beni nell’interesse della città”.
Dibattito: 
Vice Sindaco e Assessore all’Urbanistica e Patrimonio, Mario Angelo Mazzi: “Ho riletto tutto ciò che era stato prodotto da RPO e quanto prodotto negli anni successivi. Prospettive e progetti pressoché simili. Non concordo sull’idea di ragionare tutti sulle stesse proposte. Chiaramente la caserma è un pezzo di città e la proposta deve essere tale da dare prospettive ulteriori alla città stessa. La storia della caserma Piave ci dice che l’allora Podestà Domenico Moretti nel 1934 propose di realizzare una caserma per avieri: in due mesi fu fatto il progetto e in due anni fu realizzata. Erano partiti cioè dalla funzione che l’opera doveva avere. Io penso che anche oggi si dovrebbe ribaltare il discorso e riportarlo a quei tempi, perseguendo una prospettiva e adoperandosi per realizzarla sulla base di qualcuno che realmente voglia utilizzare la struttura. Basta innescare qualcosa che in quegli spazi possa trovare soddisfazione. Il progetto di RPO è ancora in sintonia con le aspettative di questa Amministrazione ma a livello nazionale non si individuano ancora prospettive concrete da parte di chi vuole avviare qualcosa in quel complesso. Rispetto ai fondi del PNRR ho timore a presentare un progetto ad esempio sulla formazione perché il rischio potrebbe essere che il Comune si troverebbe a gestire un immobile non essendo però in grado di sostenerlo economicamente. Anche mettendo il bene nella disponibilità delle imprese con la prospettiva della vendita immediata di appartamenti e negozi, darebbe luogo allo stesso rischio con la creazione di un nuovo ‘Borgo’. Altre prospettive potrebbero essere connesse al set cinematografico in una parte della caserma, di cui è stato presentato un progetto di utilizzo finalizzato ad attività cinematografiche e collegamenti con le fasi della produzione quali: laboratori di falegnameria, scenografia, costumi, post produzione e formazione. I timori anche in questo caso sono legati alle certezze di continuità, evitando di costruire un qualcosa che ricada esclusivamente sul Comune. Le opportunità che si erano presentate in passato della scuola della finanza e della scuola carabinieri, che si auto sostenevano, sono state perse, tuttavia ritengo che si dovrebbe andare nella direzione delle funzioni pubbliche decentrate. Sul tavolo attualmente ci sono diverse ipotesi di utilizzo di porzioni dell’immobile che stiamo valutando attentamente per costruire un progetto organico di rifunzionalizzazione”. 
Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”): “mi hanno convinto i ragionamenti di Barbabella e dell’Assessore Mazzi, nel senso che la mozione contiene spunti e ragionamenti fondati. Ci viene detto però che le prospettive indicate da RPO negli anni sono state perseguite ma non hanno portato a nulla. Devo dire che mi ha convinto di più Mazzi perché fa un ragionamento di concretezza. Nella fase iniziale della progettazione tutto è utile, ma in 18 anni molto è stato detto e poco è stato fatto. L’Assessore credo abbia individuato una strategia quella di parlare di almeno una porzione della caserma che possa attrarre altri investimenti e altre situazioni, magari in un tempo prolungato che possa attraversare giustamente altre generazioni come auspicava Barbabella. L’approccio condiviso sulla caserma Piave come su altri temi di grande interesse per la città va assolutamente perseguito ma serve di entrare nella concretezza perché non vogliamo che la caserma cada a pezzi. Facciamo in modo che la questione della canditura di Orvieto a Capitale della Cultura ci spinga a concentrarci su questioni concrete che diano soddisfazione alle buone intenzioni. L’Amministrazione ci illumini, ci dia un input poi ci lavoreremo tutti insieme”.
Martina Mescolini (Capogruppo “Partito Democratico”): “Le esperienze di cui hanno parlato Barbabella e Mazzi ci arricchiscono e ci danno la possibilità di capire quello che è stato e quello che è oggi. Sosteniamo la proposta di Barbabella che chiede di adoperarsi per reperire i fondi del PNRR. Capisco e comprendo le preoccupazioni di cui ha detto l’Assessore Mazzi. Penso però che un concorso di idee e di iniziative per parlare della rifunzionalizzazione della caserma possa stimolare attenzioni nuove. Ricordo un’occasione in cui si parlò di capacità di visione e di lanciare il cuore oltre l’ostacolo. L’Assessore ha una conoscenza tecnica di quello che è stato, credo però che nell’esercitare un ruolo politico si possa liberare di tutti i timori. La scelta di fare la Casa della Salute con l’ospedale della salute all’interno dell’ex ospedale quando questa era prevista all’interno della palazzina della ex caserma Piave, ospedale ci lascia dei dubbi. Se infatti le gare sono andate deserte per l’ex ospedale anche per l’ex caserma Piave non sembra che ci sono così tante manifestazioni di interesse. Esprimo soddisfazione per l’avvio di un confronto e nell’apprendere che da parte dell’Amministrazione si sta attivando qualcosa. Auspico che si aprano spazi di ascolto per quante più idee possibili finalizzate alla rifunzionalizzazione della caserma Piave”.
Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”): “dall’intervento dell’Assessore Mazzi abbiamo appreso delle cose importati sul presente e sul futuro della caserma volte a trovare soluzioni funzionali. Parliamo di tutto ma è necessario stare con piedi per terra ed innescare un processo virtuoso. Trovare soluzioni per la Piave e la città di Orvieto che non restino il capo al Comune, qualora dovessero venire meno i privati investitori, è una giusta preoccupazione. Anche rispetto alla disponibilità di risorse del PNRR le cose stanno cambiando quotidianamente. Spero che si possa partire con un qualcosa che possa far sì che altri soggetti si attivino. 18 anni dopo molte cose sono cambiate, ogni Sindaco che si è succeduto ha fatto vari tentativi ma i risultati non ci sono stati. Il business plan di RPO deve essere oggetto di studio. E’ doveroso partire con il piede giusto ma stando con i piedi per terra. Mozione condivisibile”.
Umberto Garbini (“Fratelli d’Italia”): “bello il riferimento al ‘pensiero cattedrale’. La caserma oggi potrebbe essere una cattedrale che per molti anni non è stata più messa in luce. Questa mattina sono riuscito a reperire il business plan e la relazione. Ho letto e ho compreso il lavoro allora fatto da RPO che va riconosciuto. Mazzi ha parlato di condivisione e chiunque ha un ruolo politico ha l’obbligo di confrontarsi con i cittadini e con le forze politiche in Consiglio. Quando piazza d’Armi venne destinata durante il Covid a mercato settimanale del centro storico, della caserma io dissi che è avulsa rispetto al resto della città, essendo nata in un periodo successivo all’insediamento storico più antico e nata proprio per non avere un dialogo con la città, in quanto chiusa in una sorta di fortino per le presenze militari. Successivamente a Spoleto venne costruita una nuova caserma dimenticandosi che ad Orvieto ce n’era già una. Rispetto al ragionamento di prospettiva sulla capacità che la soluzione perduri nel tempo, penso ci potrebbero essere delle possibilità, dialogando con i Ministeri per eventuali decentramenti di servizi e strutture dello Stato centrale”.
Replica Barbabella: “ho introdotto la mozione citando uno studiosa di intelligenza artificiale, cioè di futuro che parla del ‘pensiero cattedrale’. Si tratta di porsi in un dimensione. Vorrei che tutti ricordassero che RPO si era posta in quell’ottica: la caserma un corpo estraneo che torna nella città e ne sviluppa le funzioni. E allora, chiediamoci se per le questioni scuola, formazione e turismo bastano le strutture attuali o non è il caso di offrire delle soluzioni. La società futura ragiona con tecnologie che permettono di lavorare per altri paesi in tutto il mondo. La verità è che il progetto di RPO venne boicottato dalla stessa amministrazione. Il Comune aveva ed ha il diritto-dovere di indicare le soluzioni senza dare la delega piena a soggetti esterni (come fu con l’Agenzia del Demanio). Il progetto era arrivato ad un punto tale che poteva riuscire. Oggi quella logica può restare ancora valida. La mia idea può non essere più attuale, ma per me l’idea è la sfida. Serve coraggio per affermare le proprie idee confrontandosi con luminari dell’urbanistica, da Renzo Piano a Massimiliano Fuksas, come veniva fatto in passato con il Professor Benevolo. Io chiedo che nel tempo difficile che viviamo, o si fa una sfida complessiva e coraggiosissima, oppure non se ne farà nulla”.
Dichiarazioni di voto, Sacripanti: “una discussione molto appassionante che sostanzialmente registra una convergenza nel dare un futuro alla caserma Piave. Al di là dei ragionamenti che sono giusti e ampi, dalle premesse e dal dispositivo non si può che approvare la mozione. Invito Mescolini a ragionare rispetto alla Casa di Comunità inserita nel cuore del centro storico come veicolo anch’essa di economia, per generare ulteriori flussi economici. Diversamente, se realizzata all’ex caserma Piave, sarebbe ancora e comunque connotata come una porzione estranea. Credo quindi che la Casa di Comunità all’ex ospedale sia una scelta azzeccata. Concordo di aprire ai contributi più autorevoli, ma restiamo con i piedi per terra. Voto a favore”.
Mescolini: “è sano confrontarsi ed avere punti di vista differenti. Sacripanti sostiene che la Casa di Comunità all’ex ospedale può generare altra economia. Io penso che chi arriva al centro storico ha varie motivazioni per trattenersi compreso quello di fare una passeggiata per il Corso e contribuire a sostenere l’economia, tali motivazioni non svaniscono se la casa di comunità sta all’ex Ospedale e all’ex caserma Piave. Abbiamo bisogno di dare più risposte a livello di turismo e a livello congressistico. C’è necessità di pensare al centro storico non per comparti ma secondo una visione organica, complessiva e con risposte multiple. Capisco chi dice che oggi i fondi ci sono e sono quelli del PNRR, ma rispetto al passato quello di oggi è un contesto diverso. Il voto è favorevole”.
Olimpieri: “è importante aver lanciato il sasso nello stagno della questione immobili della città. Nessuna polemica con la sinistra ma oggi che si viene a determinare una soluzione sul sociale all’ex Ospedale anche la sinistra dovrebbe essere soddisfatta. E’ inaccettabile che si discutano questioni non inerenti i temi delle mozioni. Favorevole”.
 

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Ultimo aggiornamento
31/05/2022