Consiglio Comunale approva adesione alla Green Community dell’Umbria Etrusca

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Consiglio Comunale approva adesione alla Green Community dell’Umbria Etrusca

COMUNICATO STAMPA n. 648/22 C.C. del 11.08.22 
Protocollo per servizi eco sistemici e realizzazione della Green Community dell’Umbria Etrusca 
• Consiglio Comunale di Orvieto approva schema di delibera per partecipare all’avviso pubblico per proposte di intervento da finanziare con fondi Pnrr 
• Approvato emendamento per integrare i due progetti presentati per gli attingimenti idrici dal fosso “Albergo La Nona” e ristrutturazione cabina ex Netti 
(ON/AF) – ORVIETO – Il Comune di Orvieto partecipa in forma associata con i Comuni di: Allerona, Baschi, Castel Viscardo, Ficulle, Guardea, Montecchio, San Venanzo e Parrano (capofila) all’avviso pubblico per la presentazione di proposte di intervento per la realizzazione di piani di sviluppo di green communities da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica – Economia circolare e agricoltura sostenibile – Investimento 3.2 Green Communities finanziato dall’Unione Europea – NextGeneration EU”.
Nella seduta odierna, il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità dei presenti la convenzione che regola i rapporti tra tali enti per l’attuazione del protocollo sui servizi ecosistemici e la realizzazione della green community dell’Umbria Etrusca basata sulla gestione sostenibile e integrata delle risorse disponibili. 
Con la convenzione ciascun ente si impegna a farsi carico di fornire al comune capofila ogni informazione necessaria alla predisposizione della richiesta di contributo ed individuazione dei progetti da realizzare; di fornire il supporto necessario per le procedure di gara e di esecuzione degli interventi nel rispetto dalla normativa e di supportare il Comune Capofila nello svolgimento delle incombenze mettendo a disposizione personale tecnico ed amministrativo.
Sempre all’unanimità è stato approvato anche l’emendamento presentato dal Cons. Giuseppe Germani (Capogruppo “Orvieto civica e riformista”), condiviso dai gruppi di opposizione, relativo all’ampliamento del progetto di “ristrutturazione della cabina ex Netti – fosso Albergo La Nona in località Laghetto di Sugano” per la quale è prevista l’utilizzazione del prelievo dal vicino fosso di una quantità di acqua necessaria per la produzione di energia elettrica da centrale idroelettrica, come prevede anche il Consorzio Val di Chiana che sta realizzando un nuovo impianto di irrigazione mediante il prelievo di acqua dallo stesso fosso. 
Con l’emendamento si chiede all’Amministrazione Comunale di verificare la possibilità di integrare i due progetti al fine di fare un unico prelevamento e utilizzare la stessa acqua della centralina Netti anche per scopi irrigui, al fine di adoperare la prevalenza di quota e diminuire i costi di energia per mettere in pressione le tubazioni destinate all’irrigazione.
L’atto è stato presentato dal Vice Sindaco, Mario Angelo Mazzi il quale ha spiegato che al momento in Umbria potevano rispondere una comunità del Trasimeno e una di Orvieto per progetti dai 2 ai 4 mln di euro. L’aggregazione era già in corso e il Comune di Orvieto è stato coinvolto in un secondo momento. L’azione congiunta dei comuni prevede la ricognizione delle potenzialità territoriali connesse alla gestione del capitale naturale e dell’insieme degli ecosistemi che generano un flusso rinnovabile di beni e servizi disponibili, identificando anche sotto l’aspetto qualitativo i servizi presenti e quei servizi eco sistemici e ambientali indispensabili per la sopravvivenza e il benessere umano, che sono distinti in servizi: di supporto (compresa la formazione del suolo, la fotosintesi e il ciclo dei nutrienti); di regolazione (per assicurare il funzionamento degli ecosistemi concernenti le condizioni climatiche, il ciclo dell’acqua e dei materiali), di approvvigionamento (forniscono prodotti come cibo, acqua, legname, energia e fibre e culturali) e culturali (offrono benefici ricreativi, estetici e spirituali).
Ricordando che tra i progetti già elaborati dai Comuni dell’Umbria Etrusca vi è quello per la valorizzazione del patrimonio forestale gestito, dove insistono le aree naturali protette “Selva di Meana”, “Elmo Melonta” e “Parco di San Venanzo, ha precisato che sui fondi PSR sono stati già   presentati progetti per la certificazione dei boschi e un progetto per realizzare una caldaia a biomasse per il riscaldamento della scuola di Parrano. Il Comune di Orvieto si è inserito con il progetto della ristrutturazione e rimessa in pristino della centralina Netti visto l’interesse espresso dai residenti nella zona per i risvolti che ha ai fini turistici. Dal punto di vista culturale si tratta di una opportunità di valorizzazione di archeologia industriale ma anche per lo sfruttamento finalizzato alla produzione di energia con nuove tecnologie. Il totale del finanziamento è 600 di mila euro. Un progetto analogo riguarda lo sfruttamento di sorgenti nel Comune di Castel Viscardo. Rispetto alla manutenzione ordinaria dei boschi e alla produzione di anidride carbonica, ha espresso delle sue perplessità in quanto già le leggi speciali per Orvieto prevedevano l’impegno dello Stato attraverso la Regione. 
L’Assessore ha aggiunto che nell’ambito della costituzione della Comunità Sostenibile dell’Umbria Etrusca, il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha pubblicato l’Avviso per presentare proposte di intervento per la realizzazione di piani di sviluppo di Green Communities da finanziare nell’ambito del PNRR – Rivoluzione verde e Transizione ecologica. Avviso che punta a: promuovere lo sviluppo delle Green Communities in attuazione della omonima strategia nazionale mediante il finanziamento di almeno 30 piani di sviluppo di Green Communities in cui le comunità locali, tra loro coordinate, presentano piani di sviluppo sostenibili a livello energetico, ambientale, economico e sociale. I piani dovranno includere attività di gestione integrata e certificata del patrimonio agro-forestale e delle risorse idriche; la produzione di energia da fonti rinnovabili locali (micro-impianti idroelettrici, biomasse, biogas, eolico, cogenerazione e biometano); lo sviluppo di un turismo sostenibile; la costruzione e gestione sostenibile del patrimonio edilizio e delle infrastrutture di una montagna moderna; l’efficienza energetica e l’integrazione intelligente degli impianti e delle reti; lo sviluppo sostenibile delle attività produttive (zero waste production); l’integrazione dei servizi di mobilità e infine lo sviluppo di un modello di azienda agricola sostenibile. 
Tra i punti qualificanti delle progettualità vi sono la gestione integrata e certificata del patrimonio  agro-forestale; la gestione della  biodiversità  e  la certificazione della filiera del legno; gli interventi di regimazione delle acque nei bacini montani e la gestione integrata e certificata delle risorse idriche; l’utilizzazione di proprietà demaniali e collettive per produzioni energetiche;  la produzione di energia da fonti rinnovabili locali (micro impianti idroelettrici, biomasse, biogas,  eolico, la cogenerazione e il biometano; infine, gli interventi per la salvaguardia della biodiversità delle prestazioni eco sistemiche e delle qualità paesaggistiche per lo sviluppo di un turismo sostenibile, capace di  valorizzare  le produzioni locali. Ha concluso evidenziando che l’Avviso è un’occasione per sviluppare la prospettiva della partecipazione concertata.  
Dibattito:
Giuseppe Germani (Capogruppo “Orvieto civica e riformista”) ha detto che l’atto è importante sia dal punto di vista della gestione del territorio in senso generale sia perché si inizia un ragionamento vero sulla green economy per gli anni futuri che va ad impattare anche su altre partite come la gestione delle risorse idriche. Una partita che si lega a fenomeni di grande attualità come dimostrato dagli incendi verificatisi in queste settimane sul territorio dell’orvietano rispetto ai quali, in alcuni casi, al di là del dolo, è apparsa evidente la mancanza delle strade di accesso ai boschi per la loro corretta gestione. C’è poi la partita del prelievo che il bosco fa catturando anidride carbonica che produce crediti a beneficio degli Enti Locali; crediti che si possono ottenere mettendo in atto buone pratiche di gestione vera del bosco. Giudicando opportuna la Green Community ha aggiunto che le risorse vanno investite in opere di manutenzione che, anno per anno, vadano nella direzione dell’adeguata protezione dei boschi da una serie di problematiche. La rifunzionalizzazione della ex Centralina Netti nell’ambito del progetto della Green Community dell’Umbria Etrusca è da cogliere positivamente perché ha una storia importante e può costituire un primo esempio di comunità energetica che si costituisce sul nostro territorio per la produzione di energia.
Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega-Salvini per Orvieto”) si è detto favorevole, tuttavia ha osservato che il più grande errore fatto a livello nazionale è stata la soppressione del Corpo Forestale dello Stato. Apprezzando l’intervento del Cons. Germani ha detto che oggi il tema centrale è che gli italiani scontano altri problemi che sono del presente e non del domani! Ovvero, problemi energetici e di tassazione. Al momento non si sa quanto la centralina Netti potrà produrre in termini energetici, il Comune fa bene però a partecipare all’avviso pubblico per la presentazione di proposte di intervento per la realizzazione di piani di sviluppo di green communities da finanziare nell’ambito del PNRR e portare risorse, ma i punti nevralgici restano: i trasporti, i rifiuti, la sanità e le scuole. Altri problemi territoriali sono la mancanza di lavoro e la tassazione, fronti sui quali il prossimo autunno sarà caldissimo. Il timore è che si stanno disperdendo energie e risorse. Le community vanno molto di moda ma il rischio è che si portino a casa briciole o che le risorse vengano disperse in nome di una Italia futura. Lanciare richiami anche da un piccolo comune come Orvieto è invece importante per dare segnali ai cittadini: basti pensare ai circa 5 mln di euro della gestione dei rifiuti! Se tutti i comuni lanciassero un segnale del genere si potrebbero affrontare i problemi del presente che prefigura il futuro. Ha concluso annunciando il voto avorevole con l’auspico di poter presto discutere altre delibere che possano più concretamente risolvere i problemi dei cittadini.
Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”) si è detto d’accordo con Sacripanti nel sottolineare il disastro fatto nel corso dei decenni sulle competenze dei Comuni rispetto al territorio citando anche la riforma delle Provincie. Ha però ribadito che il futuro si costruisce nel presente ovvero: dove si gestisce il presente si prepara il futuro. L’atto deliberativo fa capire quale può essere il cammino verso il futuro e, se gestito saggiamente, può dare dei risultati sul presente, ma soprattutto indica una modalità di lavoro per gli anni a venire. Le risorse vanno utilizzate per cambiare in profondità le sorti del Paese. Della responsabilità delle riforme sono stati investiti Comuni e Regioni che però non si sono attrezzati. Se già in passato ci si fosse dotati di strumenti simili, forse lo scenario sarebbe stato diverso. Ha auspicato che si lavori intensamente tutti insieme perché i problemi vengano affrontati in modo organico con una visione progettuale. Si è detto d’accordo sulla proposta di adesione alle comunità energetiche ma si è chiesto perché il Comune di Orvieto, il cui territorio è un bene prezioso, non sia capofila mentre dovrebbe diventare tra i protagonisti della trasformazione del Paese
Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”) si è detto favorevole con le considerazioni espresse negli interventi precedenti ed ha ricordato tra gli smantellamenti di molto enti, quello delle comunità montane, una scelta che, sebbene in deficit, ha determinato l’impoverimento del territorio. La sostituzione con altre istituzioni come l’Agenzia forestale regionale di fatto da anni non assicura il personale adeguato alle esigenze dei territori montani. Gli incendi dei giorni scorsi hanno mostrato una carenza totale rispetto alla gestione del territorio. Problemi annosi che si sono acuiti. Responsabilizzare i Comuni che hanno al loro interno una presenza boschiva importante significa però accogliere una sfida per ricostituire in parte minima un territorio abbandonato a se stesso. La centralina Netti può aiutare ad invertire una tendenza di autoriduzione di energia, resta da approfondire  come un ente incassa il credito.
Federico Giovannini (Gruppo “Partito Democratico”) ha richiamato alcuni aspetti delle green community che sono fra loro coordinate per realizzare piani di sviluppo sostenibili e si è soffermato sulla non ammissibilità dei piani per le attività connesse ai combustibili fossili, quelle che generano emissioni di gas a effetto serra; le attività connesse alle discariche di rifiuti, agli inceneritori e agli impianti di trattamento meccanico biologico e le attività con smaltimento a lungo termine dei rifiuti sull’ambiente. Quanto alle questioni più stringenti che da mesi stanno al centro del dibattito territoriale, come: pale eoliche, biomasse ed altro, ha raccomandato che si vada a verificare in modo capillare quei progetti che porteranno vantaggi energetici, ma ha sostenuto che la perplessità è chi andrà a controllare ciò che arriverà anche in questo territorio, i cui benefici non dovranno essere a vantaggio di pochi e a svantaggio di molti. Ha dichiarato il voto favorevole ed ha esortato l’Amministrazione a monitorare i progetti che saranno presentati. Monitoraggi e controlli che richiedono competenze specifiche per una attenta analisi. 
Umberto Garbini (Capogruppo “Fratelli d’Itralia”) ha condiviso le riflessioni espresse da Sacripanti sostenendo che, più che lo schema di delibera e di convenzione, è importante la tematica specifica che il gruppo di azione dovrà portare avanti rispetto a qualunque forma di green economy, dove andrebbero utilizzare specifiche linee guida rispetto alle diverse tipologie green. Ha accolto favorevolmente la proposta auspicando che sia un primo passo per l’abbattimento dei costi per le pubbliche amministrazioni ed ha esortato a non fermarsi alla caldaia a biomasse per il riscaldamento di una scuola ma andare oltre su qualcosa di più efficace. Relativamente ai boschi, il Comune di Orvieto non ha proprietà boschive quindi ha chiesto di precisare questo aspetto.
Nella replica il Vicesindaco Mazzi ha spiegato che la questione del comune capofila è legata al fatto che il Comune di Orvieto è intervenuto quando era già tutto organizzato, quindi la scelta dell’Amministrazione è stata quella di non far venire meno il contributo di questo ente. Ha aggiunto di aver sollevato delle perplessità rispetto al bando che forse richiedeva degli approfondimenti dal momento che sui boschi vi sono tre partecipazioni nel progetto, come pure sull’acqua dove intervengono Alta Scuola, l’Autorità di bacino del Tevere e l’Ente Val di Chiana. L’adesione al progetto da parte del Comune di Orvieto lascia quindi la gestione a chi lo aveva predisposto. L’interesse del Comune di Orvieto è stato però quello di introdurre un progetto che fosse compatibile con il bando nella gestione della centrale a biomasse. 
Dichiarazioni di voto, Barbella ha affermato che la replica ha evidenziato saggiamente quello che immaginava ma il punto è che si deve cominciare a capire che in questa fase di trasformazioni e riconversioni enormi ci si deve organizzare come territorio, quindi è necessario unire le forze dei territori sulle questioni che non si possono gestire singolarmente ma solo in termini di coordinamento istituzionalizzato, non improvvisato, perciò occorre fare un passo avanti per trovare punti di incontro.
Germani dopo aver illustrato l’emendamento ha spiegato che l’intento è quello di mettere in collegamento il fatto che sul fosso “Albergo La Nona” si stanno mettendo in campo due progetti: quello del Comune di Orvieto e quello del Consorzio di Bonifica Val di Chiana. Di qui la richiesta all’Amministrazione di verificare la loro connessione. 
Sacripanti si è dichiarato favorevole all’emendamento ma ha detto che il dibattito ha fornito spunti che meriterebbero degli approfondimenti. Ha detto di essere sempre stato convinto del coordinamento istituzionale ma che al di là della bontà del principio, resta il fatto che poi ogni comune va a battere cassa per sé stesso preferendo portare a casa una briciola piuttosto che una linea comune. Ha avvertito sul rischio di interferenze sulla gestione delle risorse mentre invece i cittadini vogliono sapere quali e quanti benefici questi investimenti portano realmente sui territori. 
Olimpieri ha condiviso il provvedimento e ha raccomandato all’Amministrazione che essendo soldi pubblici venga esercitato il controllo sui finanziamenti di 4 mln di euro per fare in modo che non vi siano soggetti che fanno business in modo scorretto.

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Ultimo aggiornamento
11/08/2022