COMUNICATO STAMPA n. 1084/21 C.C. del 30.12.21
Consiglio Comunale approva le modifiche ed integrazioni al Regolamento per l’arredo e il decoro dell’ambiente urbano
(ON/AF) – ORVIETO – Nell’odierna seduta svoltasi in modalità telematica, il Consiglio Comunale ha approvato (13 favorevoli; 1 astenuto: Barbabella) le modifiche ed integrazioni al Regolamento Comunale per l’arredo e il decoro dell’ambiente urbano che disciplina nell’ambito del territorio comunale, gli interventi di modificazione e trasformazione dell’ambiente urbano ed extraurbano, connessi con il decoro e con l’immagine complessiva della città, definendone criteri e norme per la realizzazione e l’installazione di elementi (insegne di esercizio, targhe, vetrine, tende, ecc.) al fine regolamentarne in modo puntuale le modalità esecutive, le qualità intrinseche dei manufatti nel rispetto della salvaguardia dei valori architettonici ed ambientali della città.
Le modifiche che entrano in vigore con l’esecutività della delibera del Consiglio, sono state illustrate dal Vice Sindaco e Assessore all’Edilizia e Urbanistica, Mario Angelo Mazzi il quale ha affermato che “il regolamento consentirà di intervenire laddove ci sono situazioni di disordine e non ottemperanza rispetto a quello che è il decoro urbano. Le modifiche principali riguardano le regolamentazione degli spazi esterni con particolare attenzione alla determinazione dei materiali e dei colori. Viene dato un tempo per l’adeguamento e/o l’immediata rimozione. Un altro aspetto affrontato è quello degli espositori che ora, per effetto di una condizione di equilibrio tollerabile, sono in numero eccedente. Per le plance, pur conservando tutti i limiti relativi alla dimensione, è prevista una grandezza e un disegno conformi e rispettosi del decoro delle pavimentazioni e dei prospetti dei fabbricati. In ogni situazione viene fatta richiesta di permesso paesaggistico rilasciato o dall’ufficio urbanistica o in alcuni casi anche dalla Soprintendenza. Infatti, alcune aree come piazza Duomo, via Duomo e via Maitani sono sottoposte al controllo della Soprintendenza e quindi è possibile che si applichino delle restrizioni”.
“La modifica degli Articoli 49, 50 e 66 del Regolamento – ha specificato – ha l’obiettivo di definire maggiormente le tipologie e gli elementi genericamente definiti ‘arredo urbano’ che concorrono ad articolare lo spazio civico e spesso si connotano come l’espressione più immediata dell’immagine della città. Più precisamente, l’esposizione di oggetti a corredo di edifici o spazi pubblici, così come forme, colori e materiali degli stessi, deve concorrere a qualificare e caratterizzare l’ambiente urbano, cercando altresì di evitare situazioni di disordine visivo e/o interferenza sulla visuale prospettica degli edifici. Le modifiche apportate al Regolamento vigente tendono quindi ad una maggiore definizione dei cosiddetti dehors, cioè l’insieme degli elementi che costituisce, delimita ed arreda uno spazio esterno annesso ad un pubblico esercizio di somministrazione, stabilendo regole codificate che ne garantiscano la compatibilità con i luoghi ed il decoro pubblico, in conformità ai principi generali di riqualificazione e valorizzazione dell’ambiente urbano, al fine di migliorare l’offerta di servizi ai cittadini e ai turisti, di favorire l’aggregazione sociale, la rivitalizzazione della città e l’utilizzo del suolo per la realizzazione di strutture temporanee connesse a pubblici esercizi”.
In dettaglio, le principali modifiche del Regolamento sono le seguenti:
• Art. 49 – Dehors – disciplina la realizzazione di “dehors” stagionali e/o permanenti, in conformità ai principi generali di riqualificazione e valorizzazione dell’ambiente cittadino. Sulla base delle attrezzature impiegate e dell’impatto sullo spazio pubblico, il Regolamento individua tre tipologie di “dehors”:
– Tipo A – allestimento con arredi di base (sedie e tavolini), con o senza ombrelloni o tende a sbraccio – (Tipo aperto).
– Tipo B – allestimento con arredi di base, con ombrelloni, pedane e delimitazioni – (Tipo semichiuso).
– Tipo C – allestimento con arredi di base, pedane, delimitazioni e struttura di copertura – (Tipo chiuso).
Riguardo alla temporalità, il Regolamento individua due categorie di dehors: stagionale (Tipo A) e permanente ( Tipo B e Tipo C) rimandando al Regolamento Comunale per l’Occupazione di spazi ed aree pubbliche la definizione del lasso temporale per l’occupazione stagionale o permanente.
• Art. 50 – Composizione dei Dehors – definisce con maggiore dettaglio le pedane, gli elementi accessori di riscaldamento ed illuminazione, le coperture, che per i dehors di Tipo C potranno essere anche del “tipo rigido”, con l’obbligo però, di utilizzo di materiali che garantiscano il maggior grado di trasparenza possibile, sia per la percezione degli spazi pubblici che degli elementi di pregio degli edifici circostanti. Il regolamento prevede anche la possibilità di adottare soluzioni a carattere innovativo, per forma e materiali, a condizione che il progetto sia motivato in funzione del contesto ambientale e rispetti i valori storici-architettonici e i criteri di omogeneità per ambito urbano.
• Art. 66 – Ulteriori prescrizioni per il commercio su area pubblica – definisce criteri per le attrezzature ed installazioni mobili in occasione di manifestazioni temporanee e per lo svolgimento di attività di mercato (mercatini natalizi, dell’antiquariato, ecc.) i cui assetti formali e compositivi dovranno rispettare criteri di omogeneità, ordine e modularità delle strutture. Gli operatori ammessi a partecipare alla manifestazione avranno l’obbligo di adottare strutture di vendita omogenee per forma e colore, con allineamento in altezza delle strutture di copertura, nel rispetto dello spazio modulare autorizzato.
Dibattito:
Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”): “l’argomento merita attenzione. Esprimo la mia considerazione positiva per il modo con cui l’Assessore sta affrontando anche questo problema che è delicato. Le modifiche illustrate indicano un primo tentativo di intervento complessivo che inizia a mettere ordine in una situazione che nel tempo era sfuggita al controllo, con un processo disordinato. Opportuno regolamentare l’uso degli spazi esterni e quello che incide sulle esposizioni dei vari esercizi commerciali che non possono essere trattati in modo improvvisato senza tener conto di ambiente e qualità di materiali, tuttavia una delle responsabilità maggiori sta nell’Amministrazione. Ci sono delle plance brutte che vanno rimosse e che sono pericolose. Invoco una attenzione dell’Amministrazione per la parte di cui è direttamente interessata. Ho diverse perplessità invece rispetto alla questione del Titolo V. Attendiamo le indicazioni della Soprintendenza però mi permetto di dire che, in attesa di quello che pensa la Soprintendenza, il Comune sempre in un rapporto dialettico ha tutta la possibilità di intervenire, senza rinunciare a far sapere la sua posizione, salvo poi adeguarsi se necessario. Non vorrei che in una situazione di interregno si affidasse solo alla Soprintendenza il compito di sistemare le cose”.
Alessio Tempesta (Capogruppo “Progetto Orvieto”): “ho letto il regolamento con interesse e partecipazione. Peccato che non sia stato più partecipato. Ho apprezzato il lavoro svolto che mi dà l’idea di un’azione coerente con la bellezza della nostra città. Qualche perplessità tuttavia ce l’ho avuta: indichiamo come fare le fioriere ma chi indica quali arredi siano più opportuni per questa città? Uno dei principali problemi sono i cosiddetti ‘deterrenti dei parcheggi’ che continuano a deturparla. Quando tali elementi diventano troppo invasivi, piuttosto che nel solo regolamento sul traffico e del ridisegno degli stalli di parcheggio credo che avrebbero meritato una attenzione in questo regolamento per l’arredo e il decoro dell’ambiente urbano. Plaudo per il lavoro fatto ma sicuramente mi aspetto che elementi come i borberetti o i paletti possano diventare materia di arredo urbano. Ho perplessità sui dehors ma, seppure con ritardo il tentativo è stato fatto nel cercare di rispondere alle istanze degli operatori e della salvaguardia dell’immagine della città. Favorevole”.
Giuseppe Germani (Capogruppo “Orvieto Civica e Riformista”): “concordo con la preoccupazione espressa da Barbabella ovvero che, in questa fase di interregno, si va a togliere un pezzo di regolamento in attesa della Soprintendenza il che potrebbe comportare soluzioni un po’ strane. Conosciamo tutti le varie dinamiche e la complessità delle tre vie della zona di piazza Duomo, ma ritengo che debba essere fatto un ragionamento ad ampio raggio e che la Soprintendenza dovrà prendere in considerazione anche altre parti del centro storico, penso a piazza del Popolo. Voto a favore del fatto che si sta cercando di porre rimedio”.
Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”): “non so se il regolamento è un cambio di passo ma sicuramente è un primo passo importante che determina una variazione di rotta rispetto a quello che è avvenuto negli ultimi anni e che ha creato una situazione caotica. Quindi è un bene iniziare a lavorare per uniformare gli elementi dell’arredo urbano armonizzati con le strutture private allo scopo di dare una dignità generalizzata. Il Comune deve diventare un soggetto attivo non più passivo. Giusto che le attività private ed imprenditoriali facciano i propri investimenti ma senza derogare dai limiti. Il Comune deve fare anche i controlli su quello che viene fatto perché spesso anche in un alveo di legalità possono essere poste in atto situazioni di criticità anche visiva. Servono perciò controlli fatti con più efficacia e regolarità. Credo inoltre che si debba portare avanti un bando rivolto ad artigiani della città che con alcuni giovani professionisti possano adottare una parte della città stessa per qualificarla a livello di arredo urbano. Sarebbe interessante anche per creare una sana competizione tra giovani professionisti e artigiani che devono potersi misurare con le problematiche della città nel suo vissuto quotidiano. Con un regolamento ben determinato si possono migliorare anche i rapporti con i soggetti privati. Favorevole”.
Federico Giovannini (“Partito Democratico”): “un tema molto importante perché è da molto tempo che non viene presa in organica considerazione una questione che anche nei prossimi anni concorrerà a rendere più vivibile il nostro centro storico. L’arredo urbano deve essere affrontato in modo imprescindibile rispetto al traffico, perché la materia deve essere collegata ad un vero piano del traffico. Continuare a far girare i corrieri lungo il Corso non è più tollerabile nell’interesse dei pedoni e dei visitatori. Vorrei sapere se è possibile recuperare lo strumento del QSV anche con delle video conferenze, data la fase che stiamo vivendo a causa dei contagi? E’ impensabile che i residenti per entrare nelle proprie abitazioni debbano passare tra i tavoli e i commensali! Servono soluzioni agevoli per tutti senza creare pericoli o situazioni spiacevoli a chi la città la vive tutti i giorni. Ben fatto il primo passo ma per continuare il cammino occorre affrontare tutte le problematiche per accontentare tutti. Trovo importante discuterne per raggiungere soluzioni idonee e soddisfacenti”.
Umberto Garbini (Capogruppo “Fratelli d’Italia”): “il Vice Sindaco ha avuto il coraggio di affrontare un tema di per sé molto difficile da cui nascono molti problemi. Io sono uno scettico dei dehors perché la nostra città non si presta, però ho apprezzato il lavoro del Vice Sindaco Mazzi con il quale abbiamo parlato a lungo dei problemi da affrontare. Nel regolamento vedo una particolare attenzione ai materiali e ai colori in conformità con i colori degli edifici. Nell’ultimo Consiglio Comunale si parlava di sanatoria, che oggi fortunatamente il regolamento non prevede, quindi siamo in presenza di un binario ben definito di regole con una minima elasticità, e quindi è un buon lavoro. se vi è un organismo al disopra del Comune come è la Soprintendenza ci si adeguerà. Il Comune deve regolamentare prima che l’anarchia governi la città”.
Replica Vice Sindaco, Mazzi: “concordo con la richiesta di Giovannini ed è già programmato un tavolo con Polizia Urbana e altri soggetti della città per verificare la compatibilità tra le diverse esigenze e le soluzioni. L’approvazione del regolamento ci dà la possibilità di intervenire per mettere ordine e di attivare i controlli della Polizia Locale. Ho già richiesto una documentazione fotografica di tutte le situazioni richieste per fare verifiche incrociate con l’ufficio urbanistica finalizzate ad accertare quelle che stridono rispetto alle autorizzazioni. Sull’arredo urbano è stata già affrontata ad esempio la questione delle targhe che indicano le attività di cui ne troviamo di tutti i tipi e dimensioni. Abbiamo deciso di fare una operazione identica a quella fatta per la segnaletica della città che ha ricevuto apprezzamenti anche tra i turisti. Le fioriere furono molto contrastate circa 20 anni fa, vennero autorizzate in ghisa come i paletti, poi si è debordato. E’ chiaro che va messo ordine ma d’altra parte i dissuasori servono e sono continuamente richiesti dai cittadini che si trovano le auto di fronte al negozio o all’ingresso di casa. Sulla questione della eliminazione del Titolo V dal Regolamento relativamente a piazza Duomo, via Duomo e via Maitani, io non ritengo che quell’area sia particolare rispetto al resto del centro storico. Vedi la zona di Sant’Agostino, alcune zone intorno a San Domenico. Siamo certi dunque che ci debba essere questa distinzione o piuttosto una uniformità per il centro storico? E ancora, su quel titolo c’erano cose impraticabili come l’obbligo del Comune ai privati ad intervenire per il rifacimento delle facciate, innescando delle rivalse. Oggi, in realtà, con i contributi sulle facciate si stanno attuando tanti lavori sulle zone più sensibili, molti cantieri sono aperti e altri lo saranno a breve. Sempre sul regolamento delle facciate ricordo che il Prof. Bonelli ammoniva di non passare da una situazione di relativo degrado dato dal tempo, a colori diversi non in linea con i materiali locali, cosa che avrebbe portato dei problemi. Stiamo particolarmente attenti a questi aspetti e a seguire le indicazioni che riportano alla pozzolana, al tufo, all’argilla per non creare contrasti rilevanti e rispettare lo skyline della città”.
Dichiarazioni di voto, Barbabella: “mi sono sempre interessato di questi aspetti e mi spiace non aver avuto altre opportunità di partecipazione alla stesura di queste modifiche dando un mio personale contributo. Auspico quindi che si creino altre occasioni perché, come ha detto lo stesso Assessore, la situazione è complessa e la questione del traffico è anch’essa arredo urbano nel senso che si va all’uso complessivo degli spazi della città. Non è la prima volta che si interviene, Già negli anni ‘80 si intervenne con due regolamenti. In realtà il punto è che successivamente è stato lasciato andare tutto, creando una situazione caotica. Per il centro storico non ho la visione ristretta di chi pensa che sia riconducibile a via duomo e piazza duomo, né che ci sono parti più delicate e altre meno delicate, ma credo che un criterio unico si possa trovare. La città va governata tutta e non solo il centro storico e parti di esso. Giusta l’attenzione al restauro delle facciate, ma questo vale anche per l’illuminazione natalizia dei palazzi dove la regola da far valere è quella del ‘poco e bello’ e non quella del ‘tutto e luccicante’! Il criterio non è la colorazione ma meno è più bello è! E che alla fine tutto si leghi in una visione di coerenza che non vuol dire omogeneità. Mi astengo perché si tratta di un primo inizio e voglio vedere come possiamo procedere”.
Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”): “un dibattito molto interessante quindi mi limito a ringraziare il Sindaco, l’Assessore e il Consigliere Pelliccia che ha partecipato attivamente alla stesura del regolamento. Se si è arrivati a questo risultato lo si deve anche alla insistenza del Lega sulla realizzazione dei dehors. Voto a favore”.
Olimpieri: “ringrazio l’Assessore Mazzi che ha presentato un provvedimento che è il primo step di un percorso che va fatto con il contributo fondamentale anche del Consiglio Comunale insieme agli uffici, per rimettere mano a delle storture ormai annose. Plaudo all’Assessore che ha lanciato il sasso nello stagno per un percorso virtuoso con le categorie produttive della ristorazione e ricettività ma anche fra i gruppi consiliari. E’ importante anche considerare questo percorso per alzare il livello qualitativo della città che ha bisogno di qualità e non di quantità e senza omologazioni con altre realtà. Dobbiamo puntare alla qualità. Anche le liberalizzazioni che hanno aperto un mondo, di fatto hanno dei problemi anche in termini e di competenze e professionalità”.
Cristina Croce (Capogruppo “Siamo Orvieto”): “Preannuncio il voto favorevole pur condividendo le perplessità sollevate dai colleghi Barbabella e Giovannini. Auspico che il nodo circa il pronunciamento della Soprintendenza possa essere sciolto al più presto ed anzi propongo che si faccia un sollecito in tal senso. Reputo il regolamento un punto di partenza che potrà essere migliorato strada facendo, colmando le lacune oggi evidenziatesi e sempre nell’ottica di salvaguardare il decoro che la nostra città merita. Sono favorevole anche se anche io ho delle perplessità come detto da Giovannini e Barbabella”.
Ulteriori informazioni
Ultimo aggiornamento