Consiglio Comunale approva il Bilancio di previsione pluriennale 2021/23

Data:

Consiglio Comunale approva il Bilancio di previsione pluriennale 2021/23

COMUNICATO STAMPA n. 173/21 C.C. del 04.03.21 
Il Consiglio Comunale approva il bilancio di previsione pluriennale 2021/2023
• Resoconto del dibattito
(ON/AF) – ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha approvato dopo ampio dibattito (8 favorevoli; 5 contrari) il bilancio di previsione pluriennale 2021/2023 che costituisce documento di programmazione finanziaria corredato del Documento Unico di Programmazione, unitamente ai relativi allegati contabili. 
“Siamo arrivati al bilancio di previsione e siamo arrivati quasi nei tempi previsti – ha affermato l’Assessore al Bilancio, Piergiorgio Pizzo unificando la trattazione dei punti che correlati all’atto – come ho già detto, in questa fase, è un bilancio tecnico autorizzativo per agli uffici di operare ed avere l’agibilità amministrativa di programmare e dare avvio agli importanti investimenti previsti nel piano triennale delle opere pubbliche. Un bilancio tecnico che manca di componenti essenziali, perché abbiamo necessità di capire quando finirà la pandemia, quando si potranno riaprire le regioni, la quantificazione delle misure a sostegno delle aziende e i ristori ai Comuni ovvero l’entità dei trasferimenti dello Stato agli Enti Locali, di come saranno condizionati dall’emergenza sanitaria ancora in atto e dai provvedimenti del nuovo Governo. Allo stato attuale non abbiamo la certezza del quantum delle entrate. Solo quando sarà più chiaro il quadro il riferimento allora rimpingueremo i capitoli del bilancio, ragioneremo della eventuale riduzione della pressione fiscale e di eventuali provvedimenti a sostegno alle attività economiche maggiormente colpite dalla crisi post Covid come già avvenuto lo scorso anno. Abbiamo ipotizzato di incassare i flussi dell’anno scorso e cercato di aggiustare il bilancio nella parte della spesa. A breve uscirà il bando affitti, abbiamo avuto autorizzazioni per i buoni mensa. Lo scorso anno siamo intervenuti riducendo fortemente la Tari e azzerato la Tosap. Ci aspettiamo di vedere i dati del Governo e man mano interverremo coinvolgendo il Consiglio Comunale per le varie soluzioni che di volta in volta verranno prospettate. Abbiamo presentato il bilancio alle categorie sociali. Abbiamo voluto mettere le risorse alla voce costi del personale essendo previste assunzioni nel 2021 e 2022. Per il momento abbiamo confermato tutte le tariffe dei servizi pubblici locali. Le tariffe IMU, l’addizionale comunale e l’imposta soggiorno restano invariate, fermo restando che interverremo ancora. La parte dell’imposta di soggiorno è rimodulata perché confidiamo nella programmazione del Governo nazionale per ristorare i Comuni. La Tosap è sostituita dal Canone unico patrimoniale previsto attraverso apposito regolamento. Confermati inoltre gli impegni per le manutenzioni e per la spesa sociale Gli altri atti collaterali a questo bilancio di previsione sono inoltre gli incarichi di collaborazione autonoma e il DUP. Auspichiamo che il bilancio venga accolto positivamente”.

Di seguito il resoconto del dibattito:
Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”): “L’assessore Pizzo continua a dire che questo bilancio ha natura puramente tecnica. Mi permetto di contestare alla radice tale affermazione. Il bilancio di un Comune, come quello dello Stato o di una Regione, non è mai un fatto puramente tecnico-contabile. Qui non solo si fanno scelte, ma si rende esplicita o si lascia comunque capire la logica politica di chi amministra o governa. Diciamoci dunque la verità: se il bilancio viene concepito e presentato come strumento puramente tecnico-contabile vuol dire che si è rinunciato ad occuparsi di elaborazione di quadro, di progettualità strategica, cioè di futuro.  Ed è questa la prima questione essenziale, di natura culturale e politica. Come dirò tra poco, ci si preoccupa di apparire attivi ma si resta fermi all’emergenza e si perdono opportunità. Così aumenta la sofferenza economica, e cresce il degrado sociale e culturale. Non mi addentro nell’analisi di dettaglio. Ma non posso non rilevare che le cifre di questo vostro secondo documento di programmazione finanziaria non contengono nessuna indicazione di quale sia la direzione di sviluppo per la città e per l’area orvietana. Non ce lo avete fatto capire all’inizio. Non ce lo avete fatto capire lo scorso anno. Non ce lo fate capire oggi. Io ammiro il sindaco che si sforza con dichiarazioni sui vari temi scoperti di dare l’impressione che ci sono idee e iniziative, ma poi dietro ogni affermazione in realtà non c’è nulla di concreto, manca un qualsiasi disegno complessivo e di conseguenza anche la credibilità delle soluzioni. Insomma, non ci fate capire dove pensate di indirizzare la città. E invece è necessario capirlo, oggi, non chissà quando, perché è oggi, nel bel mezzo della crisi pandemica, che si progetta il futuro. Il futuro della città e di tutto il nostro territorio. Ma non si ha questa visione. Anzi, l’impressione che si è avuta in questi due anni, sulla base dei fatti (sanità, turismo, ambiente, servizi a rete, infrastrutture), è che voi non ritenete importante una politica territoriale. Io questo lo ritengo un bel guaio. Ne deriva una crisi di autonomia, addirittura una sfiducia nell’autonomia, e di fatto un atteggiamento di rinuncia. Se non si elabora una strategia progettuale da proporre e da far valere, non si può avere autonomia. Non c’è settore in cui non si sia registrata non tanto una timidezza nei confronti del potere regionale quanto piuttosto un lasciar fare, una dipendenza. Fino alla dimenticanza delle prerogative istituzionali evidenziata dalla dichiarazione che per sostituire il vicesindaco si dovesse aspettare l’esito dei colloqui con i rappresentanti regionali del partito maggiore della coalizione di maggioranza. Non intendo minimamente speculare sulle dimissioni del vicesindaco. Che però ci sia un serio problema politico è evidente. È evidente oggi, a partire da quelle tre caselle assenti sullo schermo. Se non fosse così la sostituzione sarebbe stata immediata, e invece a distanza di settimane non si vede una soluzione. Così è inevitabile che in giro si respiri aria di scoraggiamento e di depressione. Certo, il segnale che i numeri danno ai settori vitali del nostro territorio (turismo, artigianato, commercio, cultura) non è incoraggiante. È stato messo in evidenza in questi giorni. Sono numeri che parlano di rinuncia al futuro. Ma ce dell’altro, ed è di questo altro che vorrei ora occuparmi. Andiamo con ordine, per forza di cose in modo schematico.
La prima questione è uscire dall’isolamento di un’area orvietana sempre più isolata. Basti citare due esempi, sanità e trasporti. 
Sanità: si discute in Umbria e a Terni di riorganizzare il sistema sanitario, ma qui silenzio. Si approva all’unanimità in Consiglio regionale una mozione sui poli unici ospedalieri senza che nemmeno si nomini il territorio orvietano e, a parte la mia voce, ancora silenzio, e nessuna idea. Mesi addietro presento una proposta di riprogrammazione del nostro sistema sanitario e ospedaliero nel contesto provinciale e regionale, che non solo viene bocciata, ma ad essa non viene contrapposta nessuna idea alternativa. Oggi il Sindaco parla di telemedicina. Si, va bene, ma ci volete dire che idea avete della riorganizzazione del nostro sistema sanitario per farlo funzionare, per avere un ruolo nel sistema regionale, e anche come volàno di attrattività e di sviluppo? Io non mi stupisco della bocciatura dell’emodinamica l’altro ieri in Consiglio regionale da parte della maggioranza, perché quando dal territorio non viene una strategia coordinata e capace di incidere sul sistema regionale, non si è credibili e nessuno ti ascolta, manco se ti raccomandi, anzi, soprattutto se ti raccomandi. Io non dico che dovete ascoltare me o le altre minoranze, però datevela una strategia perché qui sennò si va a ramengo. 
Viabilità e Trasporti: L’alta Velocità si ferma a Nord a Terontola e a Sud a Orte. Orvieto resta in mezzo. Non solo si è rinunciato a fare di Orvieto una delle porte di ingresso insieme dell’Umbria e della Tuscia, ma non si è chiesto che si progettasse un sistema integrato con collegamenti coordinati con le due stazioni a nord e sud. Ora si dice che la richiesta è inoltrata. Vedremo gli esiti, ma già sappiamo che un contentino non si nega a nessuno e passerà magari come grande attenzione per la nostra zona.
Però c’è un’idea progettuale che dorme sonni tranquilli da quasi due anni e che potrebbe almeno in parte rimediare alla politica di pesante isolamento in atto. Si tratta del ‘Progetto Rail-Road Terminal’ da realizzare nell’area prospicente l’ex stazione di Baschi che fa parte dell’Accordo di programma quadro Regione Umbria ‘Area interna – Sud Ovest Orvietano’, scheda 6.1. Si tratta di un progetto particolare che rientra in una strategia infrastrutturale europea, più esattamente il ‘Corridoio Scandinavo-Mediterraneo’, e prevede, come noto, la creazione di un terminal intermodale di scambio ferro – gomma nell’area composta da circa 15 ettari prospicente la ex Stazione ferroviaria di Baschi. Ne deriva anche una riorganizzazione della viabilità con interventi di adeguamento della Baschi-Todi e di superamento della strozzatura dei Fori di Baschi.  Un progetto di grande rilievo sulla direttrice Nord-Sud, che prevede in partenza il ‘Ripristino della stazione ferroviaria di Baschi per il trasporto merci’, un intervento dichiarato cantierabile già nel maggio 2019 e finanziato con ben 280.000 euro. Sarebbe importante farne un grande cavallo di battaglia, utilizzare i fondi disponibili e completarne l’iter. Su questi temi ci sarebbe da ragionare ancora a lungo. Faccio solo un cenno al secondo stralcio della Complanare su cui giungono notizie di ritardi seri per modifiche al progetto quando sembrava che tutto fosse a posto. Chiedo chiarimenti perché i ritardi pesano e comunque è necessario capirne le ragioni. Non tratto invece l’idea del Casello Orvieto Nord inopinatamente ripresa nel quadro di proposte annunciate come avanzate alla Regione per il Recovery Plan, giacché mi è sempre sembrata e continua a sembrarmi un’invenzione francamente senza gambe. Penso che sulle questioni del ruolo della nostra zona nella programmazione regionale sia necessario organizzare con urgenza una conferenza dei sindaci per far parlare il territorio con unica voce. Sindaco, se ne faccia protagonista.
La seconda questione è lavorare allo sviluppo. Oltre all’isolamento, l’altra questione è la ridefinizione del ruolo della città come punto leader di un uso integrato delle risorse territoriali. E qui si collocano molte delle questioni che stanno sul tappeto da anni e che non riescono a diventare scelta strategica di governo: un piano di arredo che renda gradevole, accogliente ed efficiente la città; l’organizzazione di un sistema di manutenzioni che non sia più fondato sulle segnalazioni e sulle pressanti richieste; un piano di razionalizzazione ed efficientamento degli uffici e dei servizi; la revisione e l’efficientamento del sistema di illuminazione compresa la valorizzazione del masso tufaceo; e altri aspetti che fanno tutti insieme il sistema-città.
Alcuni aspetti vanno trattati con urgenza e con particolare attenzione.
Patrimonio Storico. C’è un ingente patrimonio pubblico che stenta ad essere considerato risorsa e opportunità. Parlo della ex Piave e dell’ex Ospedale, oltre che di molti altri immobili che non cito per brevità e che però tutti insieme fanno una risorsa davvero straordinaria che è un gran peccato vedere degradare come sta avvenendo da troppo tempo. Troppe le occasioni perdute, le battaglie sbagliate, i danni prodotti, non solo economici. Non voglio polemizzare, lo si è fatto fin troppo con gli esiti paralizzanti che vediamo. Olimpieri però la smetta di ripetere stancamente bugie che ormai durano dal 2006 e che sono certificate con sentenza della Corte dei conti. Se non riesce a rispettare la verità intuitiva e ragionata, rispetti almeno le sentenze. Mi riferisco a RPO naturalmente. E andiamo avanti. Non posso pensare che l’Amministrazione creda sul serio di risolvere i problemi colossali di una necessaria rifunzionalizzazione strategica del patrimonio con soluzioni improvvisate come quelle prospettate per l’ex ospedale o quelle indicate per l’ex Piave. Non è davvero pensabile che si chieda alla Presidente Tesei di intervenire su Invitalia di Arcuri (peraltro oggi in disgrazia) per trovare investitori. Per farci che cosa? Qualunque cosa pur di disfarcene? No, questo davvero no! Mi aspetterei invece responsabilmente un cambio di passo. C’è un’occasione straordinaria, il PNRR. E’ stata comunicata l’avvenuta presentazione di un pacchetto di interventi con la logica dell’ordinaria amministrazione. Siamo in una situazione di interventi straordinari perché la situazione è straordinaria. E allora debbo chiedere: la maggioranza  ha verificato la transitabilità di un progetto di grandissimo respiro come vogliono i criteri europei da inserire in questa strategia? Varrebbe la pena farlo, io credo. Non avete maturato un’idea di città e di ruolo territoriale propedeutica ad un’operazione di questo tipo? Allora mettiamoci subito al lavoro. Ma è necessaria un’operazione shock. Stanziamo uno/due milioni di euro, organizziamo un gruppo creativo e di progettazione a scala urbana e territoriale di grande qualità pluriprofessionale, e nel giro di due mesi presentiamo un’idea progettuale di grande impatto innovativo capace di attrarre attenzione e interesse, pubblico e privato, per lo sviluppo di una vasta area interregionale. È prevedibile che possa essere attivato un investimento di parecchie decine di milioni. Un’operazione troppo ambiziosa? In realtà oggi sono gli interventi a questa scala che possono funzionare. Perché non lanciare questa sfida? Perché non provarci?
Ambiente. Discorso particolarmente complesso e dalle molte facce. Non parlo dello smaltimento dei rifiuti, ne abbiamo trattato altre volte e torneremo a parlarne. Parlo della politica ambientale in generale per rilevare che siamo in una fase storica in cui si stanno scatenando interessi verso la nostra area che devono tenerci avvertiti che, insieme alle opportunità, ci sono anche i rischi, e talvolta questi sono troppo seri per essere presi alla leggera. Due episodi recenti ci dicono che è venuto il momento di affrontare la questione ambientale come questione determinante in termini di tutela e promozione della qualità della vita, di salvaguardia e valorizzazione del potenziale economico dei valori del paesaggio, e in termini di sicurezza rispetto ai pericoli di degrado fisico, di uso scorretto e di penetrazione di fenomeni malavitosi. Occorre un piano dal quale tutti capiscano che cosa si può fare e che cosa no. Non solo tutela statica ma promozione, garanzia di serietà, tranquillità e qualità ambientale. Attenti dunque alle soluzioni fantasmagoriche che però nei fatti sono pure e semplici speculazioni che deteriorano ambienti che si dice non essere di pregio ma non si capisce in base a che cosa, soprattutto rispetto al contesto. Stabiliamo che cosa si può o non si può, e dove si può o non si può. E se la legge regionale c’è rispettiamola, se non c’è facciamola fare.
Cultura. Sappiamo non da oggi che la cultura è per noi, come per l’Umbria, per il territorio degli Etruschi e per il Paese, una delle risorse fondamentali. Si tratta del patrimonio storico artistico e delle attività culturali, beni che si intrecciano con turismo, formazione, benessere sociale, qualità della vita, sviluppo. Il punto è che sia per l’uno che per l’altro aspetto si richiede elaborazione progettuale, programmazione, organizzazione. Cose che ad oggi non si sono viste. Chiedo dunque quali idee avete per la programmazione e la gestione del nostro Teatro. E quali per il nostro Palazzo dei Congressi. Se, come e quando, intenderete fare dei nostri musei un sistema, anche per valorizzarne la funzione come centri di propulsione culturale. Non vi chiedo del CSCO perché in questi giorni se ne è parlato troppo e con poco costrutto mi pare. Il sindaco ha fatto dichiarazioni tranquillizzanti, ma le uscite guerriere del consigliere Olimpieri non fanno presagire nulla di buono. Ancora più rilevanti sono altre due questioni, una materiale e una immateriale, entrambi però aspetti importanti di una strategia di valorizzazione del patrimonio storico-culturale-ambientale a larga scala: da una parte il patrimonio archeologico nel quadro di quella buona idea della costituzione del Distretto dell’Etruria meridionale che viene dal recente passato e che andrebbe ripresa con forza; dall’altra l’iniziativa per la proclamazione di Orvieto e le sue pendici patrimonio mondiale Unesco, anch’essa iniziata molti anni fa e formalizzata nel 2006, che oggi sarebbe da riprendere per crederci sul serio e portarla a compimento. 
Si tratta di grandi opportunità che si legano alle altre risorse di cui abbiamo già detto e che tutte insieme fanno il futuro di questa terra. È semplicemente irresponsabile non curarsene. 
Istruzione. La scuola rappresenta quel patrimonio prezioso che tutti sappiamo, ma che purtroppo poi tralasciamo come se vivesse isolata e andasse avanti per automatismi. In questa fase di pandemia è uno dei mondi che sono di più in sofferenza. Anche per questo sarebbe necessario proprio ora progettarne il futuro rilanciandone la funzione. È orientamento consolidato nel mondo che la partita del futuro si gioca sul piano dell’istruzione, della conoscenza e della formazione, e che per questo bisogna avere edifici e spazi adeguati alla didattica del futuro che già incombe, attrezzature, organizzazione dei servizi di supporto, personale preparato, coordinamento dei soggetti protagonisti. Ed è anche orientamento consolidato che l’adeguamento dei sistemi scolastici alle esigenze di crescita culturale, formativa e professionale, dei giovani è tema che, nel quadro delle normative nazionali, si risolve a livello locale.  Per questo chiedo: ci si sta pensando? C’è un’idea di come risolvere i problemi strutturali degli edifici, quelli dell’adeguamento dell’offerta formativa alle esigenze di sviluppo, quelli dei servizi di supporto? C’è poi da vedere se possiamo entrare nella grande partita formativa del prossimo immediato futuro, che è l’ITS (Istruzione Tecnica Superiore), per la quale ci sono cospicui finanziamenti e che di sicuro avrà un ruolo trainante per lo sviluppo professionale individuale e per il territorio.
Banca. Parlare di banca è cosa delicata. Ma io mi limito a porre un problema semplice: nelle complicate vicende che interessano la nostra banca, intendo la banca locale, il potere pubblico può avere un ruolo? E se si, quale? Perché almeno una nomina nel CdI ci spetta e quindi anche di dare indicazioni almeno di ordine strategico. Oggi il rappresentante del Comune ha dato le dimissioni. Questo ha a che fare con il piano industriale? Che cosa ne sa l’Amministrazione? E quale posizione intende assumere? Come in altra fase il Sindaco organizzò un incontro della conferenza dei capigruppo con il dottor Fratini, non ritiene che oggi sia quanto meno opportuno fare la stessa cosa per darci modo di capire come stanno le cose dalla viva voce del protagonista?
Ecco, queste sono le mie idee sulla gestione politico-amministrativa in questa particolare fase della nostra storia. Voi pensate che andare al minimo sia realistico. Non è vero nemmeno in tempi di bonaccia, figuriamoci in tempi di rivoluzione pandemica. Tra non molto tempo tutto avrà logiche diverse, più dinamiche e più interrelate. Conterà molto la capacità di previsione, di progettazione e di adeguamento per fare sistema con una logica di complessità. Non rifiutate il dialogo. La differenza fa ricchezza!”.
Replica Assessore Pizzo: “la relazione di Barbabella è un bel proclama ma io mi sono limitato ad illustrare la realtà. Il Comune di Orvieto purtroppo non è ancora in grado di battere moneta. Questo per dire che da un lato stiamo facendo i progetti e dall’altro ci dobbiamo attenere alle normative che ci impongono un bilancio veritiero e in pareggio. Per programmare però dobbiamo avere la certezza dei finanziamenti che allo stato attuale non si conoscono. Gli uffici stanno rispondendo a tutte le istanze dei professionisti e dei cittadini, quindi non siamo in ritardo ma in linea con le norme vigenti che, peraltro, non semplificano le procedure e noi non possiamo accorciare i tempi. Il ‘Progetto Rail-Road Terminal’, ancorché interessante, non è indicato nel bilancio perché prima occorre uno studio trasportistico per verificarne l’oggettiva fattibilità. Per la Complanare abbiamo verificato che in Regione erano depositati ben tre diversi progetti di tracciato presentati dall’amministrazione Germani solo che intervenire a ridosso e in complanare all’Autostrada non si può più fare, quindi bisogna ridefinire la progettazione. Oggi il Governo ha chiesto alle regioni di presentare progetti e tutti hanno rispolverato precedenti progettazioni, così è stato chiesto ai comuni. Siamo l’unico comune che ha fatto delle schede certe e fattibili per interventi su tutte le aree tematiche: dall’efficientamento energetico al casello nord che è datato 2010 e che era stato tenuto nel cassetto per cinque anni, alla fibra; abbiamo proposto alla regione un progetto sfidante che è il revamping della discarica. Per il personale non siamo fermi ma stiamo lavorando. Io non ho la soluzione per uscire dalla pandemia ma stiamo facendo di tutto per dare il nostro contributo alla città. Purtroppo nel cassetto non abbiamo trovato né soldi né progetti. Non lavoriamo a scartamento ridotto. Il Sindaco si sta spendendo per impostare una politica di promozione territoriale con l’obiettivo di farci trovare pronti nel settore turistico appena si uscirà da questa emergenza, lo sta facendo in tutti i campi anche mediante la promozione data dalle produzioni di film e video. Il Palazzo del Gusto era già finanziato ma era rimasto bloccato perché la convenzione con la provincia era improponibile e non prevedeva la possibilità di progettare tant’è che è stato bocciato tre volte, quindi abbiamo dovuto riprenderlo in mano e ridefinirlo nell’ottica della valorizzazione dei prodotti del territorio”.  
Dichiarazioni di voto, Martina Mescolini (Capogruppo “Partito Democratico”): “dibattiamo di un bilancio tecnico. Sappiamo tutti che in questo momento il Comune si trovava in esercizio provvisorio che non dà molta agibilità per variazioni o impegno di stanziamenti, quindi ci chiediamo se questo blocco dell’esercizio provvisorio ricorrendo in fretta alla presentazione di un bilancio di previsione, che altro non è se non la copia di quello del 2020, è dovuta al fatto che anche nel 2020 non si è riusciti a portare a termine tante cose allora annunciate. Aver scelto di presentare oggi un bilancio strettamente tecnico è comunque una scelta politica a tutti gli effetti che ci dice che l’Amministrazione non ha una visione d’insieme e non riesce a programmare e a portare avanti quanto previsto nel 2020 ricorrendo quindi al bilancio tecnico. La replica abbastanza scomposta dell’Assessore al Bilancio in una fase ‘aperta’ di netta difficoltà all’interno della maggioranza in conseguenza della mancanza del Vice Sindaco, che ancora non c’è. Questo  ci dice che è in atto una fase critica, serrata e l’Assessore di fatto ci dice: io vorrei ma non posso. Il DUP riporta le linee programmatiche di un anno fa e ne sono una prova i progetti presentati per il Recovery Plan che non presentano un minimo aggiornamento. I realtà si sono aperti i cassetti per riportare alla luce vecchie progettazioni. Stiamo assistendo ad una comunicazione a spot che provoca perplessità nella città. Peraltro siamo stati proprio noi ad aver sollecitato l’Amministrazione a presentare progetti per il Recovery Plan, solo che sono stati tirati fuori dai cassetti vecchi progetti, senza nulla di nuovo! Non si può parlare di una promozione turistica del territorio all’esterno, ma molto più semplicemente di una promozione al minimo del comune. Votiamo contro questo modo di operare. Il Covid non dovrebbe essere un alibi ma una occasione di riscatto su cui convogliare tutte le risorse della città, ma l’arroganza dell’Amministrazione sta provocando uno scontro anche in seno alle stesse forze della maggioranza!”. 
Barbabella: “oggi vedo che manca il presupposto di una dialettica. Prendo atto che siamo di fronte ad una crisi politica in atto nella maggioranza costretta a ripiegare sul bilancio tecnico. In presenza di una crisi andrebbe fatta, invece, un’azione per la collettività orvietana che è in forte sofferenza. L’Assessore si picca quando gli si fanno delle osservazioni. Nessuno di noi gli chiede di battere moneta bensì di cogliere ed interpretare le opportunità con idee che si dovranno tradurre in progetti. Nel mio intervento non ho sognato ma indicato una prospettiva di interpretare la nostra situazione in chiave di sviluppo di futuro e di un modo diverso di ragionare. Questo bilancio serve a non andare alla gestione straordinaria, tutto qua. Quando ci verrà data una prospettiva? Perché questo territorio ha invece bisogno di futuro, perché si sta isolando. E nessuno in regione risolverà i nostri problemi Con questi criteri il bilancio è come se non esistesse, non ha valore di prospettiva per una realtà che invece è affamata di prospettiva”. 
Cons. Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”): “da parte dell’opposizione non ho sentito molti interventi ma l’opposizione non ha presentato neanche un emendamento a questo bilancio che nemmeno ha letto. Non è stato fatto alcun passaggio sui singoli punti del bilancio. L’opposizione se avesse veramente a cuore un bilancio politico avrebbe presentato gli emendamenti per mettere in campo le sue prospettive. Una assenza politica che è emersa anche in sede di Commissione dove l’opposizione non ha posto nemmeno un quesito all’Assessore o al Dirigente. Oggi invece parla di visione e di prospettiva! Per l’ex Ospedale, grazie alle azioni politiche in Regione portate avanti dal Sindaco, Roberta Tardani, siamo riusciti a bloccare l’ennesimo bando di quello lo sciagurato progetto di vendita dell’ex Ospedale a qualche immobiliarista d’assalto, per ricominciare a ripensare un futuro di quella struttura. RPO è stato un fallimento politico! Barbabella che ne è stato presidente, ne deve prendere atto! Certo che il patrimonio pubblico è importante e va riqualificato, lo dimostrano i fatti concreti: il San Giacomo verrà riqualificato così come il palazzo dei Sette in cui verrà data una risposta di riallocazione qualificante al Corteo Storico. Il Teatro ha bruciato un milione e mezzo di euro ed era in defolt da diversi anni e bene ha fatto l’Amministrazione a portarlo in liquidazione; sul Centro Studi ho fatto solo delle considerazioni ed ho letto nel bilancio che nel 2019 denota una perdita di 23 mila e 800 euro: non sono state pagate  bollette telefoniche, TFR, alcuni stipendi, dato che si aggiunge il monte debiti pregresso. Dire queste cose non è lesa maestà! La Banca è una questione seria, oggi il Dr. Fratini si è dimesso dal ruolo di rappresentante del Comune in seno alla Fondazione CRO. Fondazione ed enti locali hanno portato avanti una battaglia per far sì che restasse banca locale. C’è stata negli ultimi mesi una inversione di tendenza positiva e la banca è rimasta tale con un socio di minoranza che rappresenta il territorio di questa città. Vedremo quali saranno i piani industriali ed andrà aperta una interlocuzione con le parti sociali e la città. In definitiva è giusto approvare questo bilancio preventivo che è in parte tecnico ma anche politico ricordando che quest’anno viene approvato agli inizi di marzo e non quasi a fine anno come è avvenuto per molti anni. Favorevole”.
Giuseppe Germani (Capogruppo “Orvieto Civica e Riformista”):  “oggi abbiamo compreso che il deus ex machina di questa maggioranza è il Consigliere Olimpieri. Ho letto i documenti che ci sono stati inviati, ma mi riferisco a quello che in 13 punti scrivono i Revisori dei Conti i quali ci mettono in guardia rispetto ad una serie di difficoltà da momento che intravedono nuovamente dei problemi invitandoci a spendere i soldi una volta che sono entrati in modo fisico nel bilancio del Comune. La situazione è più complicata di quanto si vuol far credere. Il bilancio tecnico non esiste, è un bilancio politico! La visione dell’Amministrazione è quella di chiudere la città abbandonando le strategie anche del recente passato quando si portava avanti l’idea di Orvieto baricentrica rispetto ad un territorio più vasto tra Umbria, alto Lazio e bassa Toscana. Quindi manca una visione strategica di Orvieto! La città si è isolata anche dai comuni vicini del suo stesso territorio, come Castelgiorgio, Porano, Castelviscardo. E’ un errore strategico! Nel bilancio manca una visione strategica non solo per il 2021 ma nemmeno per il 2022 e per il 2023! E’ questa la preoccupazione che abbiamo e per questo stiamo a discutere come minoranza. Se oggi tre consiglieri della Lega non sono presenti questo è il segno che sono in rotta di collisione con il Sindaco e l’Amministrazione! Sul CSCO Olimpieri continua a parlare del bilancio 2019 che doveva essere approvato da questa maggioranza, se nel 2019 non si pagano le bollette è un problema dell’attuale CdA del Centro Studi! Il tentativo è quello di cercare di buttarla in rissa per nascondere i veri problemi! I documenti che ci affidano i Revisori dei Conti sono però molto eloquenti. Concludo dicendo che bisogna ricreare le condizioni per riorganizzare la macchina amministrativa, oggi gli uffici sono talmente sguarniti che non riescono a stare dietro all’ordinarietà a partire dall’ufficio tecnico”.
Croce: “parlarci addosso lo trovo poco costruttivo e il fatto che, ad eccezione di Olimpieri, non c’è nessun consigliere di maggioranza che interviene parla da sé. La crisi che sta attraversando la maggioranza è evidente. Rispedisco al mittente le accuse di Olimpieri di non aver letto il bilancio, perché forse non lo ha letto lui. Se andiamo a vedere le voci relative a turismo, commercio e artigianato per tutte e tre la spesa per investimenti è pari a zero, in tutte e tre le annualità! Voterò contro a questo bilancio e allo spettacolo di basso livello che oggi è andato in scena”.
Cons. Alessio Tempesta (Capogruppo “Progetto Orvieto”): “siamo al solito teatrino in cui ci rinfacciamo una serie di manchevolezze tra passato e presente. Devo notare che alla fine ci raccontiamo le stesse cose ma manca lo strumento fondamentale dell’azione di ogni consigliere e soprattutto di ogni consigliere di minoranza. Lo strumento della nostra azione è l’emendamento, una serie di osservazioni scritte cioè che vengono portate alla discussione. Ho ascoltato le diverse  di considerazioni su quale sia la visione di questa città. E’ in atto una guerra sanitaria che ha effetti devastanti a livello sociale ed economico. Io non ci trovo nulla di male se in un momento di particolare crisi si deve passare attraverso un bilancio tecnico. Se dai gruppi di maggioranza restiamo zitti è perché abbiamo consapevolezza di ciò che andiamo a votare. Non è perché non abbiamo nulla da dire e comunque ne risponderemo ai cittadini. Il mio appello è affinché si utilizzi lo strumento dell’emendamento. Parliamoci, sentiamoci! Vogliamo per una volta avvicinarci? Nessuno ostacolerebbe vostre idee e vostre proposte visto che avete governato per settanta anni questa città! Volete aiutarci magnanimamente? Fatelo anziché tenere le idee per voi stessi. Questo sarebbe un esempio di alto senso civico! Con queste continue liti daremo sempre uno spettacolo negativo. Voteremo a favore ricordando però che le variazioni di bilancio in corso d’opera sono uno strumento che ci consentirà di adeguare la previsione di bilancio agli sviluppi inerenti le risorse nazionali e regionali di cui disporre”.
Presidente Umberto Garbini (Capogruppo “Fratelli d’Italia”): “ad ogni vigilia del Consiglio mi chiedo come andrà la seduta consiliare e francamente mi immaginavo che la seduta di oggi sarebbe andata così. Ho apprezzato l’intervento di Barbabella che ha dato una sua prospettiva. Dobbiamo comprendere quelle che sono state le scelte negative. Ci troviamo in una situazione particolarmente complessa e mi rivolgo al Sindaco e alla maggioranza affinché si attivino modalità di condivisione. Dobbiamo fare cadere i muri della mancanza di confronto. E’ un piccolo spunto il mio nella consapevolezza che vecchi rancori non portano a nulla! Un bilancio che sicuramente non è perfetto ma in una situazione come quella attuale non consente di fare scelte mirabolanti per il futuro. In questo momento è il migliore. Mi rivolgo al Sindaco e all’Assessore per dare una maggiore condivisione degli atti ricercando il metodo utile per dialogare”.

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Ultimo aggiornamento
05/03/2021