Coronavirus: 3.436 ultraottantenni umbri hanno ricevuto la prima dose di vaccino a domicilio

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Coronavirus: 3.436 ultraottantenni umbri hanno ricevuto la prima dose di vaccino a domicilio

COMUNICATO STAMPA (di pubblica utilità) n. 199/21 G.M. del 12.03.21 
Coronavirus: 3.436 ultraottantenni umbri hanno ricevuto la prima dose di vaccino a domicilio. Indicazioni ai cittadini per vaccino AstraZeneca  
(ON/AF) – ORVIETO – In Umbria si è conclusa la prima fase di vaccinazione per questa fascia della popolazione ultra ottantenne. Sono stati 3.436 infatti – 1778 nell’Usl Umbria 1 e 1648 nell’Usl Umbria 2 – gli ultra ottantenni fragili ai quali i medici di medicina generale hanno somministrato la prima dose di vaccino a domicilio.

Lo comunica l’Assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, evidenziando che si tratta di soggetti che hanno superato gli 80 anni e che per problematiche di salute non potevano raggiungere i punti vaccinali e sottolineando che “questo risultato che ci permette di proteggere i cittadini più fragili che hanno superato gli 80 anni è stato raggiunto grazie all’accordo con i medici di medicina generale, che ringrazio per l’impegno e la grande professionalità che stanno dimostrando in questi mesi difficili in cui il loro ruolo di cura diventa ancora più prezioso”.

Intanto, il commissario per l’emergenza Covid della Regione Umbria, Massimo D’Angelo rende noto che a seguito della segnalazione di AIFA sul divieto della somministrazione dello specifico lotto ABV2856 di vaccino anti Covid-19 AstraZeneca, la Regione ha immediatamente provveduto al ritiro delle dosi residue dello stesso, mettendole a disposizione dell’autorità competente.

“Ad oggi come evidenziato nel comunicato AIFA n. 632 dell’11 marzo 2021 – informa il commissario in una nota d’agenzia –  non sussiste nessun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e gli eventi avversi verificatisi nel territorio nazionale. Il numero di episodi trombo-embolici segnalato nella Comunità europea, su 5.000.000 di pazienti vaccinati con il vaccino AstraZeneca è, al 10 di marzo, di 30 casi, pari allo 0,0006 per cento della popolazione vaccinata. Questa percentuale di casi non è superiore a quella che si riscontra normalmente nella popolazione non vaccinata”.

“Il ritiro di un lotto – conclude il commissario – non costituisce un’inibizione assoluta all’intera produzione di vaccini della ditta AstraZeneca, pertanto, allo stato delle evidenze scientifiche disponibili, non risulta alcuna condizione tale da modificare le caratteristiche di sicurezza di questa tipologia di vaccino che può quindi continuare ad essere somministrato alle categorie di soggetti per le quali lo stesso è indicato”.

 

 

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Ultimo aggiornamento
12/03/2021