Coronavirus: accordo quadro tra Regione, Associazione italiana di ospedalità privata e Associazione religiosa istituti socio sanitari umbri

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Coronavirus: accordo quadro tra Regione, Associazione italiana di ospedalità privata e Associazione religiosa istituti socio sanitari umbri

COMUNICATPO STAMPA n. 265/20 G.M. del 16.04.20 
Coronavirus: accordo quadro tra Regione Umbria, Associazione italiana di ospedalità privata e Associazione religiosa istituti socio sanitari Umbria 
(ON/AF) – ORVIETO – A seguito della diffusione dell’infezione prodotta dal Covid-19 e per effetto dell’aggiornamento delle linee di indirizzo organizzative dei servizi ospedalieri e il percorso organizzativo dei servizi regionali ospedalieri e territoriali, sono stati sospesi come è noto, i ricoveri ospedalieri e sono state ridotte molte attività ad eccezione di quelle considerate non procrastinabili come i ricoveri in regime di urgenza (da intendersi in emergenza), i ricoveri elettivi oncologici ed i ricoveri elettivi non oncologici con classe di priorità A. 
Di qui l’esigenza di riprogrammare le attività considerando tutta la rete di offerta ospedaliera sul territorio regionale, pubblica e privata, in modo da individuare delle strutture da dedicare alla gestione dell’emergenza ospedaliera non Covid. 
Infatti, nell’ambito del piano di potenziamento della rete ospedaliera, per le strutture private sono state previste a livello nazionale diverse tipologie di coinvolgimento, funzionali all’accreditamento di ogni struttura per area chirurgica e area medica quali: strutture da utilizzare per il trasferimento e trattamento della casistica chirurgia (a), internistica (b) e riabilitativa (c) di pazienti che necessitano di cure.
Va in questa direzione l’iniziativa della Giunta Regionale che ha approvato, su proposta dell’Assessore alla Salute, lo schema di accordo quadro tra Regione Umbria, Associazione italiana di ospedalità privata (Aiop) e Associazione religiosa istituti socio sanitari Umbria (Aris), per la regolamentazione dei rapporti finalizzati al coinvolgimento degli ospedali privati accreditati nella rete ospedaliera regionale della gestione dell’emergenza Covid-19. Lo riferisce una nota d’agenzia della Regione. 
Secondo l’accordo con le Case di Cura AIOP Umbria e ARIS Umbria che avrà valore su tutto il territorio regionale e sarà firmato prossimamente, le strutture private metteranno a disposizione posti letto per pazienti non Covid attualmente degenti presso gli ospedali pubblici, o che sono accolti quotidianamente presso i servizi di triage dei Pronto soccorso e che necessitano di prestazioni di tipo urgente o non procrastinabili. 
Le Case di Cura garantiranno, inoltre, le prestazioni chirurgiche non procrastinabili con ricovero programmato. I pazienti accolti se inviati dalle strutture pubbliche, dovranno essere sottoposti alla fase preventiva di triage e aver effettuato il tampone.
Lo schema di accordo – fa sapere la Regione Umbria – prevede che l’attività svolta in questa fase di emergenza presso le Case di Cura accreditate non rientra nell’attività normalmente contrattualizzata da parte delle Aziende Sanitarie Locali e potrà risultare come attività svolta dall’Azienda pubblica che ha trasferito l’attività presso la Casa di Cura. 
Per il periodo di durata dell’emergenza e fino a quando la Regione non dichiarerà terminata tale fase, sono sospese le norme relative all’incompatibilità del personale, sia quelle attinenti l’eventuale operatività del personale pubblico, sia quelle relative alla possibilità del personale e dei collaboratori delle strutture private di operare presso le strutture pubbliche. 
Le Case di Cura, infine, potranno erogare le prestazioni eseguite dai professionisti che operano al loro interno per i pazienti già in lista di attesa e sempre secondo la progressiva e graduale riattivazione dell’attività sanitaria non procrastinabile, sono inoltre abilitate ad effettuare direttamente con proprio personale i prelievi per gli esami diagnostici a dipendenti e pazienti che si devono ricoverare. L’efficacia dell’accordo terminerà alla conclusione dell’emergenza Coronavirus.

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Ultimo aggiornamento
16/04/2020