Coronavirus: anche in periodo di emergenza CoVid 19 è possibile rivolgersi al Centro Antiviolenza di Orvieto

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Coronavirus: anche in periodo di emergenza CoVid 19 è possibile rivolgersi al Centro Antiviolenza di Orvieto

COMUNICATO STAMPA (di pubblica utilità) n. 187/20 G.M. del 23.03.20
Coronavirus: anche in periodo di emergenza CoVid 19 sono attive le chiamate al Centro Antiviolenza di Orvieto “L’Albero di Antonia”
(ON/AF) – ORVIETO – La violenza sulle donne non si ferma anche ai tempi del coronavirus e l’isolamento e la convivenza forzata spesso l’acuiscono. Per questo, anche in periodo di emergenza CoVid 19, le donne che si trovano a vivere situazioni di violenza possono contattare il Centro Antiviolenza di Orvieto, attraverso i numeri di emergenza nazionale 1522, quello regionale 800 861126 e il 0763.300944 del Centro attivo H24.
Lo comunica il Centro antiviolenza “L’Albero di Antonia” che ricorda di aver adottato le disposizioni emanate dal Governo per contenere la diffusione del CoVid 19, allo scopo di evitare ogni tipo di spostamento da parte delle donne, talvolta accompagnate dai figli minori, non dettato da una situazione di emergenza conclamata. 
Così come gli altri Centri della rete D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza – l’associazione nazionale, che rappresenta oltre 80 Centri in Italia – anche il Centro di Orvieto si è riorganizzato per mantenere attivi i servizi essenziali. In particolare, sono garantiti i colloqui telefonici per valutare insieme con le donne stesse, l’urgenza dei nuovi casi; i casi attivi già prima delle disposizioni ministeriali sono monitorati, caso per caso, dalle operatrici del Centro.
Il Centro evidenzia che, secondo i dati diffusi dall’Associazione D.i.Re., a causa dell’isolamento e della convivenza forzata la violenza tra le mura domestiche è particolarmente pericolosa per le donne perché: nella maggior parte dei casi, l’autore della violenza è il partner (56%), l’ex-partner (21%) o un altro familiare (10%). Nelle case dove c’è violenza intrafamiliare l’attuale periodo è pericoloso perché aumentano le frustrazioni, le incertezze lavorative e i timori per il contagio, soprattutto per un uomo violento, ed aumentano i carichi familiari, assistenziali ed emotivi per una donna, mentre per i figli che non possono allontanarsi aumentano tensioni e violenza assistita o diretta. Quindi, le donne ancora più controllate in casa, non riescono a chiedere aiuto. 
Di qui il calo drastico delle chiamate al Telefono di emergenza nazionale, così come al telefono regionale e al Centro L’Albero di Antonia, nonché la diminuzione delle denunce alle Forze dell’Ordine.
Il Centro riferisce infine che l’Associazione nazionale dei Centri Antiviolenza ha chiesto al Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia una sinergia nazionale finalizzata ad informare le donne che vogliono sottrarsi alla violenza che i centri antiviolenza sono attivi, come pure le case rifugio e altri presidi sociali collettivi, a partire dalle strutture che accolgono donne richiedenti asilo e rifugiate. Per dotarsi della strumentazione necessaria a fronteggiate l’emergenza, a partire dalle mascherine, il D.i.Re. ha chiesto aiuto a UNHCR ed ha rappresentato al Ministro le difficoltà dell’attuale periodo, in quanto fino ad oggi non sono previsti meccanismi di finanziamento specifici per individuare strutture specifiche dove accogliere le donne per la necessaria quarantena qualora fosse necessario un inserimento in casa rifugio.
Poiché la violenza non si ferma anche ai tempi del coronavirus, l’Associazione nazionale ha poi chiesto al Ministro la continuità dei finanziamenti per i Centri e le Case rifugio nonché ulteriori misure economiche straordinarie di sostegno per le organizzazioni del terzo settore ed i centri antiviolenza, non essendo ancora arrivati gli stanziamenti 2019 e 2020.
Il Ministero ha risposto che le donne che in questo periodo si recano in una struttura antiviolenza saranno dispensate dallo scrivere sull’autocertificazione il luogo e dal dare indicazioni più precise rispetto allo stato di necessità per cui hanno lasciato l’abitazione
Tra gli interventi previsti, anche la campagna d’informazione contro la violenza sulle donne “Libera, puoi” promossa dal dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio, rilanciata sui canali televisivi, l’App telefonica, lo sblocco dei fondi 2019 e 2020, e bandi e misure straordinarie per il dopo emergenza.
 
 

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Ultimo aggiornamento
23/03/2020