A sua volta, Mons. Gultiero Sigismondi si è rivolto ai cittadini della “città sul monte”, ai Cardinali Ennio Antonelli e Gualtiero Bassetti, ai Vescovi dell’Umbria, alle Autorità e ai Sindaci che lo hanno accolto in Piazza Duomo (fra questi il Sindaco di Foligno di cui Mons. Sigismondi è stato nominato Amministratore Apostolico) con queste parole: “La Chiesa, consapevole che alla struttura fondamentale del cristianesimo appartiene la distinzione tra quello che è di Cesare e ciò che è di Dio, rispetta ogni istituzione umana, nutre un sincero apprezzamento per la funzione pubblica e prega per i suoi rappresentanti, affinché cerchino il bene comune. La collaborazione tra comunità politica ed ecclesiale si realizza nel leale rispetto della loro reciproca indipendenza. ‘Alla società – osserva p. Francesco Occhetta – il cattolico non fornisce collateralismo al potere, ma lievito e servizio al popolo’.
La Chiesa non è un agente politico, e tuttavia ha un interesse profondo per il bene della comunità civile. Opera in modo da non intromettersi in sfere che non le competono, ma non consente restrizioni alla propria libertà di annunciare il Vangelo apertamente.
Nel ‘Primo Libro dei Re’ si racconta che al re Salomone, in occasione della sua intronizzazione, Dio concede di avanzare una richiesta. Il giovane sovrano non osa domandare successo, ricchezza o lunga vita, ma un cuore docile, in grado di rendere giustizia al popolo e di distinguere il bene dal male. Per chi è chiamato a guidare una comunità civile o ecclesiale niente è più desiderabile della pace. Nella comunità ecclesiale la pace è il germoglio che spunta dalla radice dell’unità; nella società civile la pace è il frutto maturo della giustizia. Se nella Chiesa gli ‘operatori di pace’ sono ‘tessitori di comunione’, nella Città i ‘testimoni di pace’ sono, per così dire, ‘promotori di giustizia’, la quale, in linea di principio, non può essere delegata o appaltata alla carità.
Come Vescovo sono cosciente che ‘l’attenzione alla città non è separabile dall’impegno ecclesiale’: ‘carità politica’ e ‘carità pastorale’ sono destinate a frequentarsi soprattutto sul terreno solidaristico, educativo e culturale. È proprio nel comune impegno per la promozione integrale dell’uomo che è possibile individuare il punto di contatto o di tangenza tra le istituzioni civili ed ecclesiastiche. Questa piazza, illuminata dallo splendore della facciata del Duomo, è simbolo reale dell’incontro e del dialogo tra gli ‘uomini di buona volontà’. Nella ‘nobile semplicità’ e nella ‘pacata grandiosità’ di questo luogo presento le mie credenziali di ‘seminatore di speranza’ e di ‘collaboratore della gioia del Vangelo’”.
Al suo arrivo ad Orvieto, Mons. Sigismondi è stato accolto al casello autostradale e accompagnato al ponte di “Rio Chiaro” (luogo dell’incontro, nel 1263, tra il vescovo Giacomo, che recava con sé il Corporale del miracolo di Bolsena, e il pontefice Urbano IV) dove ha ricevuto il saluto di una delegazione di accoglienza diocesana composta da Don Henry Nicole Yebgda Matip (Parroco di Ponte del Sole), Don Riccardo Ceccobelli (Direttore della Pastorale Giovanile), Gianluca Tomassi (Presidente A.C. Diocesana) alcuni rappresentanti dei giovani della diocesi, Federica Biscaroni (Segretaria della Consulta Aggregazioni Laicali), Umberto Garbini (Presidente del Consiglio Comunale di Orvieto), Raffaella Pagliochini (Presidente del Consiglio Comunale di Todi) e un consigliere Opera del Duomo di Orvieto.