Disciplina per i “dehors” entra nel regolamento del Canone Unico Patrimoniale

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Disciplina per i “dehors” entra nel regolamento del Canone Unico Patrimoniale

COMUNICATO STAMPA n. 973/21 C.C. del 30.11.21 
Consiglio Comunale approva la modifica al Regolamento del Canone Unico Patrimoniale. Avrà decorrenza dal 1° gennaio 2022
• Riguarda la disciplina dei “dehors” stagionali e permanenti
(ON/AF) – ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha approvato (9 favorevoli: maggioranza; 3 astenuti: Barbabella, Croce, Mescolini) la modifica al Regolamento per l’applicazione del Canone Patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria, già approvato lo scorso 4 marzo. La modifica al Regolamento viene applicata a decorrere dal 1 gennaio 2022.
L’atto è stato illustrato dall’Assessore al Bilancio e Tributi, Piergiorgio Pizzo il quale ha spiegato “si propone al Consiglio la modifica dell’art 45 introducendo la nuova modalità di chiamare gli spazi aperti di concessione spazi esterni definendoli dehors, di tipo A, B, C e, allo scopo di migliorare l’offerta dei servizi ai cittadini e ai turisti e di rivitalizzare la città, si introduce la possibilità di ampliare dal 50% al 65% massimo, la superficie degli spazi interni come previsto dalla normativa post Covid. Si introduce il limite massimo di 70 metri quadrati per i dehors di tipo C, il tutto all’interno degli altri articoli che disciplinano il suolo pubblico. L’Amministrazione Comunale intende disciplinare la realizzazione di ‘dehors’ stagionali e permanenti, quindi, viene modificato solo il comma 1 dell’art. 45 del Regolamento”. 
La modifica è la seguente:
ARTICOLO 45
Occupazione di suolo pubblico con tavoli e/o sedute da parte di esercizi pubblici che effettuano somministrazione di alimenti e bevande e per le attività artigianali per la predisposizione di una superficie esterna attrezzata per il consumo sul posto
1. L’Amministrazione Comunale, al fine di migliorare l’offerta di servizi ai cittadini e ai turisti, intende concedere l’utilizzazione di suolo pubblico mediante realizzazione di “dehors” stagionali e/o permanenti. 
Sulla base delle attrezzature impiegate e dell’impatto sullo spazio pubblico, il “dehors” può essere suddiviso in tre tipologie:
TIPO A, allestimento con arredi di base (sedie e tavoli), con o senza ombrelloni o tende a sbraccio (tipo aperto);
TIPO B, allestimento con arredi di base (sedie e tavoli), con ombrelloni, pedane e delimitazioni (tipo semichiuso);
TIPO C, allestimento con arredi di base (sedie e tavoli), pedane, delimitazioni e struttura di copertura (tipo chiuso).
In relazione alla temporalità, il “dehors”, può essere:
– stagionale, dal 1gennaio al 10 gennaio e dalla domenica delle Palme al 31 dicembre (Tipo A);
– permanente (Tipo B e C)
La superficie autorizzabile non può essere superiore al 65%, della superficie degli spazi interni di somministrazione, bagni, cucine, per i dehors di tipo A e B, e al 50% per i dehors di tipo C, fino ad un massimo di mq. 70.
Dibattito: 
Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”): “esprimo il doveroso ringraziamento all’Amministrazione che finalmente ha introdotto nel regolamento l’ipotesi dei dehors. Ci troviamo di fronte ad una disciplina che cambia ma in realtà si attualizza alle esigenze del mercato, visto che non possiamo negarci che oggi il turismo rappresenta la prima industria per la nostra città e produce la maggior parte del PIL cittadino. Quindi è giusto che l’Amministrazione prenda atto di questo aspetto sperando che comunque la città possa vivere di altre fonti di economia. Quindi rendere legittimo e normale ciò che è stato realizzato durante la ripresa del dopo lockdown. Oggi non facciamo altro che prendere atto della situazione, consapevoli che il turismo ha avuto un grande impatto nella nostra città, coadiuvando in qualche modo l’attività dei nostri operatori. Con i dehors si va ad abbellire la città secondo un regolamento di arredo urbano, dando la possibilità di estensione della percentuale all’esterno rispetto alla metratura interna. Credo che questo sia un emendamento importante e quindi una opportunità in più per chi opera nel campo della ristorazione ma anche per soddisfare chi viene a visitare questa nostra stupenda città. Ci auguriamo che questa nuova formulazione del regolamento possa andare incontro alle esigenze di visitatori e operatori”.
Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”): “un provvedimento che va nella giusta direzione ed è bilanciato dalla proposta sulla normativa dell’arredo urbano che presto arriverà in Consiglio Comunale, visto che la città ha una forte necessità di migliorare il proprio arredo urbano. Concordo con l’ampliamento delle percentuali perché c’è necessità di avere maggiori realtà di attività ricettive come la nostra città ha dimostrato di avere, sempre però nel rispetto dei canoni del codice della strada. Orvieto ha ritrovato un elemento di centralità all’interno di un territorio più ampio, soprattutto da parte dei residenti nei comuni vicini che vengono ad Orvieto nei fine settimana per trascorrere i loro momenti di svago che includono l’utilizzo delle attività della ristorazione e non solo. Contestualmente chiedo che vengano messi in atto dei controlli accurati sulle superfici ed impedire che qualche furbetto possa debordare. La grande sfida è dunque quella dell’arredo urbano e quella dei controlli. Trovo doveroso votare il provvedimento ed attendere l’interrelazione tra questa modifica del regolamento del Canone Unico Patrimoniale con quello dell’arredo urbano. L’obiettivo è migliorare e uniformare il più possibile le tipologie di arredo per non creare confusione che concorrerebbe a creare degrado. Voto favorevole”.
Giuseppe Germani (Capogruppo “Orvieto Civica e Riformista”): “in questo regolamento è importante che si possa inserire il rilascio di una autorizzazione specifica sulla tipologia di arredo che viene attuato. E’ opportuno cioè non lasciare al libero arbitrio a soluzioni di arredo esterno specie per quelli che saranno fatti, in particolare sulle piazze come piazza del Duomo o piazza del Popolo. Due aspetti importati, sia per la sicurezza che per il decoro urbano, riguardano il mantenimento in alcune viene del centro storico di strutture all’aperto deve prevedere comunque autorizzazioni temporanee. Voterò a favore perché si va nella direzione dello sviluppo dell’accoglienza, specie in periodo post Covid”.
Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”): “io avrei votato contro il provvedimento se non avessi saputo che è anche allo studio un provvedimento sull’arredo urbano. Mi regolerò quindi in base alle risposte che riceverò. Il tema è vecchio di vari decenni e la cosa si è sviluppata negli anni più recenti, così che la pandemia ha dato una ulteriore spinta. Bene quindi che si diamo risposte precise. C’è però un problema di disordine urbano che in questi anni non è stato affrontato e che ha provocato la situazione che viviamo quotidianamente. La situazione dell’arredo urbano è già compromessa ma va data grande attenzione a partire dalle concessioni permanenti. Mi attendo risposte molto più rassicuranti. Astensione”. 
Umberto Garbini (Capogruppo “Fratelli d’Italia”): “ho letto con molto interesse la delibera e gli ampliamenti in particolare. L’Assessore già sa che ho espresso i miei dubbi. Ho una mia visione ma mi fido dell’Assessore e degli uffici, i controlli però sono essenziali. Quello che intendo è un controllo sulla gestione degli spazi, specie sulle grandi piazze. Sull’arredo urbano dobbiamo scegliere se governare la città o trovarci nella completa anarchia. Spero che il regolamento sull’arredo urbano sia conforme ad una città che ha dei limiti strutturali, d’altra parte tollerare le brutture è inaccettabile. Voterò a favore della delibera, consapevole delle esigenze degli operatori, ma al tempo stesso richiamo tutti al fatto che abbiamo una città da dover gestire che deve garantire viabilità, posteggi, sicurezza e servizi essenziali come la raccolta dei rifiuti. Sono piccoli accorgimenti che chiedo di prendere in esame. Su questi temi chiedo maggiore attenzione, perché nel tempo dobbiamo renderci conto che se la scelta fosse sbagliata, dovremo avere il coraggio di tornare indietro per rendere la nostra città vivibile. Per i dehors di tipo C, la percentuale fino ad un massimo di 70 mq. è forse la prima in Italia, ma va bene: osiamo, proviamo ma sempre con la capacità di dire se la scelta è stata eccessiva o sbagliata e comunque per garantire una maggiore razionalizzazione”.  
Replica Assessore Pizzo: “certamente il regolamento dovrà essere seguito da quello sull’arredo urbano visto che introduciamo nel modello C un nuovo modo di arredare lo spazio esterno. Le concessioni massime sono triennali. Anche fra i commercianti ci sono posizioni diverse ma in linea generale è stato sollecitato il rigore. Con l’implementazione dell’organico della Polizia Locale non sconfineremo sulle percentuali di occupazioni concesse. Nel prossimo regolamento per l’arredo urbano dovrà essere ridato ordine alle delimitazioni delle aree (paletti, borberi, ecc.). e trovare un regolamento che contempli un po’ tutti gli aspetti”.
Dichiarazioni di voto, Sacripanti: “preciso che l’ipotesi del 65% di ampliamento non è un obbligo ma una facoltà ed implica che, laddove ci dovessero essere dei limiti oggettivi, ci sarà una commissione che darà le prescrizioni. Per chiarezza: la Rupe non sarà disseminata di tavoli, sedie, ecc. ma quello che contano sono le condizioni ambientali per fare determinate attività. La modifica al regolamento prevede una possibilità ma non significa che tutti gli operatori automaticamente potranno estendersi. Attendiamo di poter vedere la proposta di arredo urbano così da poter dare il nostro contributo con il concorso di tutte le forze presenti in Consiglio. Al momento il turismo non ha alternative di modelli di sviluppo quindi per attrarre investitori nella città, e non farli fuggire, dobbiamo far leva anche sul turismo e sulla città ordinata. Dobbiamo mettere in atto politiche concrete che vadano in questa direzione”.
Barbabella: “quando affrontiamo questi problemi stiamo affrontando di fatto il tema del governo della città. Quindi problemi complessi che devono conciliare aspetti complessi e non sempre ci si azzecca. Quando si lasciano andare le cose e non si ha la forza di governare, queste stesse cose vanno a peggiorare. Il mio timore però è che le cose sono già compromesse. Una cosa sono i tavoli e le sedie messi fuori in una situazione di risposta alla pandemia, altra cosa è la triennalità. Attenti a quello che facciamo perché rischiamo di peggiorare la situazione. Talvolta però si respira un’aria di insopportabile offesa alla città. Governare la città significa farlo in rapporto a ciò che pulsa in termini di bisogni. Non sono d’accordo sul distinguere i tempi di come si affrontano questi temi. Non voto per prudenza, mi aspettavo altro”.
Olimpieri: “Mi soffermo sui due termini di: governo e politica. I nostri interventi sono di stimolo all’Amministrazione, altra cosa è come vanno i processi nella consapevolezza che va valorizzato il bello. Io credo che oggi la città ha bisogno di crescita e con il governo e la politica si devono mettere insieme i diversi elementi della città. Un anno fa feci una interrogazione per fare un concorso pubblico volto a far sì che giovani artigiani e professionisti potessero esprimere le loro idee e progetti per qualificare pezzi di città, nell’esigenza di migliorare e goderne al meglio. La modifica al regolamento che oggi approviamo è il primo passo per migliorare la città dal punto di vista urbanistico e dell’arredo urbano. La città è fatta di varie zone quindi nel regolamento dobbiamo riuscire a compenetrare le esigenze del centro storico e quelle della altre aree della città”.
Germani: “oggi si fa un atto politico che responsabilizza fortemente le categorie che operano nel settore del turismo le quali devono essere all’altezza dell’opportunità che viene data loro. Già in passato sono state fatte una serie di operazioni quindi, se oggi si arriva alla modifica del regolamento, significa che non si parte dall’anno zero. Credo che oggi abbiamo una situazione cristallizzata. Altro tema connesso all’economia del turismo sul quale dobbiamo riflettere è che molti giovani non scelgono questo comparto, e allora dovremmo conoscere meglio le condizioni dell’occupazione in questo settore, cioè dei posti di lavoro degni di questo nome. Voto a favore perché diamo ai nostri imprenditori un’occasione per dire se siamo arrivati ad un punto di maturità. Non c’è infatti la necessità del vigilantes ma della consapevolezza degli attori principali del settore”.
Andrea Oreto (Capogruppo “Forza Italia”): “abbiamo iniziato un anno e mezzo fa questo percorso per rivedere le abitudini di operatori che mettevano fuori quello che capitava, dando invece a tutti l’obbligo di adottare lo stesso stile e le stesse tipologie di arredo. Un progettualità che durerà un certo tempo. Il post pandemia ha consentito l’espansione delle attività verso l’esterno. Ora stiamo cercando di arrivare al punto della definizione di un arredo urbano esterno uguale per tutti. Questo è quello che dobbiamo cercare di realizzare sperando di riuscirci”.
Garbini: “spero che sia stato compreso il mio precedente intervento e che non si arrivi ad alcuna sanatoria ma che prevalga il governo della città nel rigore e nella correttezza. Non si può dire avanti tutta perché Orvieto non è un suk, il controllo non deve essere ottuso ma deve andare anche nella direzione della tutela della categoria. La mia raccomandazione è quella di evitare che Orvieto diventi un suk. Se non ci dovessero essere questi risultati, sarò il primo a sollevare in Consiglio le mie obiezioni”.
 

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Ultimo aggiornamento
30/11/2021