Grande successo a Lussemburgo per la mostra sui reperti archeologi rinvenuti in località “Campo della Fiera”

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Grande successo a Lussemburgo per la mostra sui reperti archeologi rinvenuti in località “Campo della Fiera”

COMUNICATO STAMPA n. 349/18 G.M. del 09.05.18 
Riscuote grande successo al Musée national d’histoire et d’art  di Lussemburgo, la mostra “Le Lieu Celeste. Le Sanctuaire Fédéral des Etrusques in Orvieto / Il Luogo Celeste. Gli Etruschi e i loro dei” 
• Proseguono le conferenze e gli incontri culturali per conoscere tutto sugli Etruschi “sbarcati” in Lussemburgo
(ON/AF) – ORVIETO – Inaugurata il 15 marzo scorso al Musèe National d’Histoire et d’Art in Lussemburgo – una delle sedi dell’Unione Europea – sta riscuotendo grande successo di pubblico la mostra “Le Lieu Celeste. Le Sanctuaire Fédéral des Etrusques in Orvieto / Il Luogo Celeste. Gli Etruschi e i loro dei” che presenta i reperti rinvenuti durante gli scavi di “Campo della Fiera” alle pendici della Rupe di Orvieto, area sacra riconosciuta come il Fanum Voltumnae, il santuario federale degli Etruschi (a questo link https://www.facebook.com/campodellafiera/videos/1728554723877184/ la cerimonia dell’inaugurazione).
“Nel libro delle visite – fanno sapere dall’Associazione “Campo della Fiera” / Onlus che ha organizzato la mostra – i rallegramenti sono in tutte le lingue e molte persone scrivono che l’esposizione suggerisce di fare una visita ad Orvieto”.
La mostra è correlata da una serie di eventi culturali organizzati dal Musée national d’histoire et d’art come la serie di conferenze, aperte il 29 marzo u.s. da quella sullo scavo di Campo della Fiera curata dalla Prof.ssa Simonetta Stopponi, direttore scientifico delle campagne archoelogico, giovedì 31 maggio ci sarà quella del Prof. Dominique Briquel sulla lingua etrusca e mentre giovedì 28 giugno, il Prof. Michel Polfer direttore del Musèe National d’Histoire et d’Art e la dott.ssa Rast-Eicher parleranno di oggetti etruschi rinvenuti ad Altrier. Ma anche 
Per conoscere tutto sugli Etruschi “sbarcati” in Lussemburgo, sono stati organizzati, inoltre, vari incontri su temi diversi, visite guidate e visite tematiche, laboratori per bambini.
Ma anche la conferenza dedicata alla promozione economica del territorio e delle aziende di Orvieto la conferenza (in lingua inglese) intitolata “Orvieto: a secret jewel in the heart of Italy” – History, art, food and nature: a slow city where living is good / “Orvieto: un gioiello segreto nel cuore d’Italia” – Storia, arte, cibo e natura: una città slow dove vivere è bello, tenuta dall’Assessore al Turismo del Comune di Orvieto, Andrea Vincenti con l’Assessore alla Cultura, Alessandra Cannistrà, che si è svolta il 19 aprile, per iniziativa del Musée national d’histoire et d’art Luxembourg, della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese, dell’Ambasciata d’Italia e del Comune di Orvieto. 
La mostra “Le Lieu Celeste. Le Sanctuaire Fédéral des Etrusques in Orvieto / Il Luogo Celeste. Gli Etruschi e i loro dei” è organizzata dall’Associazione “Campo della Fiera” / Onlus in collaborazione con: Ambasciata d’Italia in Lussemburgo, Musée National d’Histoire et d’Art – Luxembourg, MiBACT, Regione Umbria, Comune di Orvieto, Camera di Commercio Italo-Lussemburghese, Fondation Cavour, Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, Fondazione per il Museo “Claudio Faina” di Orvieto, Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Cargolud, Generali, Cassa di Risparmio di Orvieto e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e di Sua Altezza Reale il Granduca di Lussemburgo.
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La moderna critica archeologica più influente, come è noto, è oramai concorde nell’identificare il sito di Campo della Fiera con il famoso santuario federale etrusco dove si riunivano annualmente i rappresentanti delle più importanti città etrusche per prendere decisioni di interesse comunitario, noto fin dalle fonti latine come Fanum Voltumnae e denominato Luogo Celeste in lingua etrusca, come testimoniato da un’epigrafe dedicatoria alla fine del VI secolo a.C. rinvenuta nel corso degli scavi che si svolgono su concessione ministeriale e sotto la direzione dalla Prof.ssa Simonetta Stopponi, con il sostegno finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.  
In tanti anni di ricerche, le indagini hanno messo in luce un ricco palinsesto di strutture che testimoniano come il luogo fu frequentato per più di duemila anni, dal VI sec. a.C. al XV secolo.
Nella mostra, che si protrarrà fino al 2 settembre, sono esibiti per la prima volta al mondo circa 1300 pezzi provenienti dagli scavi archeologici di Campo della Fiera di Orvieto e frutto di 18 anni di scavi diretti dalla Professoressa Simonetta Stopponi già docente universitaria di Etruscologia e Antichità italiche e Presidente dell’Associazione Campo della Fiera Onlus. 
Il titolo allude, infatti, all’identificazione, da parte degli studiosi, del sito archeologico di Campo della Fiera con l’antico “Fanum Voltumnae”, il santuario federale dedicato al dio Veltune (Voltumna o Vertumnus per i Romani) dove, come riportato dallo storico romano Tito Livio, si riunivano i rappresentanti delle dodici maggiori città etrusche per assumere importanti decisioni comuni. 
L’esposizione è articolata in diciassette sezioni, secondo un rigoroso percorso articolato in ordine cronologico che illustra il ruolo politico e il significato religioso del santuario nel corso della storia, mettendo in luce il ruolo straordinario rivestito dal Fanum. 
L’indagine archeologica riguarda infatti un vasto periodo storico, dal VI sec. a.C. al XIV, cioè dal santuario etrusco alla chiesa di San Pietro “in vetere”. Parte dei reperti sono conservati al Museo archeologico nazionale di Orvieto e parte depositati nei magazzini della SABAP dell’Umbria a Perugia. 
Il “Fanum Voltumnae”, influente dal VI al IV sec.a.C., dopo la prevalenza di Roma nel III sec.a.C., riuscì a mantenere vitalità in età romana repubblica e imperiale. Trasformatosi successivamente in luogo di culto cristiano, fu anche in epoca medievale “campus nundinarum”, adibito allo svolgimento di mercati stagionali. 
Una base lapidea di statua bronzea, rapinata dai conquistatori romani, accompagna il visitatore nel cuore della mostra. Incisa sulla base, una lunga iscrizione in lingua etrusca databile al 510 a.C. ha rivelato il nome con cui gli Etruschi chiamavano il santuario, definito appunto “Luogo Celeste”. Il percorso prende avvio dal periodo di maggiore fioritura, fra VI e IV sec. a.C., con un’ampia selezione di reperti di eccezionale qualità tra cui un braccio di grandi dimensioni appartenente a una statua di culto, teste femminili in terracotta e preziosi vasi greci.  
In un’importante sezione dedicata alla Via Sacra, vengono poi mostrati altari, frammenti marmorei greci e terrecotte architettoniche.
Numerose basi in pietra documentano quanto ricordato da Plinio: il saccheggio di oltre duemila statue di bronzo da parte dei Romani al momento della presa della città e ulteriori materiali attestano la continuità di culto non solo in epoca romana, ma anche in età cristiana con testimonianze di quella che è stata riconosciuta come la Chiesa di San Pietro in Vetere, eretta fra XII e XIII secolo.
L’ultimo documento che menziona la Chiesa risale al 1350, data che coincide con la deposizione multipla di vittime della peste nera del 1348. In seguito, il sito continuò ad essere sede di mercati e proprio a ciò si deve l’attuale toponimo Campo della Fiera.
Completa la mostra, l’esposizione di numerose monete rinvenute negli scavi che narrano più di 2000 anni di storia, dai bronzi premonetali di V sec. a.C. ai 10 centesimi di Vittorio Emanuele III. 

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Ultimo aggiornamento
09/05/2018