Il 28 giugno 2020, Mons. Gualtiero Sigismondi si insedia alla guida della Diocesi di Orvieto-Todi
COMUNICATO STAMPA n. 333/20 G.M. del 12.05.20
Domenica 28 giugno, Mons. Gualtiero Sigismondi si insedia alla guida della Diocesi di Orvieto-Todi Diocesi. Delegazione diocesana ha incontrato oggi il nuovo Presule
(ON/AF) – ORVIETO – Con una Messa solenne che si terrà in Cattedrale alle ore 18 di Domenica 28 giugno, vigilia della solennità dei Santi Pietro e Paolo, il nuovo Vescovo di Orvieto-Todi, Mons. Gualtiero Sigismondi si insedierà alla guida della Diocesi.
La notizia è stata data questa mattina ad Orvieto in occasione della visita di Mons. Gualtiero Sigismondi che ha incontrato una ristretta delegazione composta dall’Amministratore Apostolico, Benedetto Tuzia, il Vicario generale, Stefano Puri, i consultori, alcuni componenti degli uffici di Curia e i Sindaci di Orvieto e Todi, Roberta Tardani e Antonino Ruggiano.
Il primo momento di incontro, incentrato sul dialogo, si è svolto presso la Sala Urbani dell’Opera del Duomo dove, dopo i saluti di Mons. Tuzia, del Presidente dell’Opera, Gianfelice Bellesini, che ha fatto gli onori di casa, e di Don Stefano Puri, il Vescovo Sigismondi ha ringraziato i presenti per la calorosa accoglienza ed ha affermato: “Non nascondo che in questo momento il turbamento è grande, per un ragione molto semplice: non solo perché arrivo in una realtà nuova ma perché devo lasciare una realtà che ho servito per 12 anni … Non lascio un scrivania ma lascio un popolo …”.
Quindi il trasferimento in Cattedrale per un momento di preghiera nella Cappella del Sacro Corporale e la visita alle meraviglie del Duomo, con sosta particolare nella cappella di San Brizio.
L’insediamento nella Diocesi di Orvieto-Todi, domenica 28 giugno, non è una data casuale, infatti sia Mons. Tuzia che Mons. Sigismondi, sono stati ordinati sacerdoti il 29 giugno. “Beneficeremo insieme della liturgia che ci ha consacrato sacerdoti e pastori” ha sottolineato Mons. Tuzia mentre Mons. Sigismondi ha soggiunto: “ho visto che nelle letture del giorno dell’ingresso c’è l’espressione ‘non possiedo né argento né oro ma quello che ho …’ ve lo darò con semplicità, con umiltà e con grande libertà. Perché semplicità e umiltà rendono liberi, non c’è altro criterio per poter sperimentare la grazia della libertà”.
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Ultimo aggiornamento
12/05/2020