Incontro pubblico sul tema “DIALOGARE per un Nuovo Umanesimo”. Giovedì 3 ottobre h 10 all’Auditorium di Palazzo Coelli

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Incontro pubblico sul tema “DIALOGARE per un Nuovo Umanesimo”. Giovedì 3 ottobre h 10 all’Auditorium di Palazzo Coelli

COMUNICATO STAMPA n. 689/19 G.M. del 30.09.29
“DIALOGARE per un Nuovo Umanesimo”.  Incontro pubblico promosso dal Unitre Orvieto in occasione degli 800 anni dell’incontro fra San Francesco d’Assisi ed il Sultano d’Egitto 
• Giovedì 3 Ottobre alle ore 10, presso l’Auditorium di Palazzo Coelli con il Prof. Franco Raimondo Barbabella, il Prof. Donato Catamo e Padre Giovanni Scanavino
(ON/AF) – ORVIETO – In occasione degli 800 anni dell’incontro fra San Francesco d’Assisi ed il Sultano d’Egitto, l’Unitre di Orvieto apre l’attività del nuovo a.a. 2019/2020 con un convegno speciale. 
Si tratta dell’incontro pubblicoingresso libero – in agenda per Giovedì 3 Ottobre 2019alle ore 10, presso l’Auditorium di Palazzo Coelli (sede Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto) in piazza Febei sul tema “DIALOGARE per un Nuovo Umanesimo”, animato dal dialogo a tre voci fra il Prof. Franco Raimondo Barbabella, il Prof. Donato Catamo e Padre Giovanni Scanavino.
Partendo dallo straordinario fatto storico, il confronto intende alimentare, per il tempo attuale, la speranza di incontrare l’Uomo, il Prossimo con rinnovata limpidezza, nella regola di un ritrovato sentimento di Umanità.
Interverranno anche il Sindaco di Orvieto, il Presidente Nazionale Unitre Prof. Gustavo Cuccini ed il Presidente Unitre Orvieto, Maestro Riccardo Cambri. Saranno presenti gli studenti di alcune classi dei Licei orvietani.
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Nel 1203, in viaggio verso Lecce per partecipare alla quinta crociata, Francesco ha una visione, si converte, torna ad Assisi, sposa la povertà e diffonde nel mondo il suo messaggio di pace e di amore per tutte le creature. Diventa Miles Christi, colui che ama il nemico invece di ucciderlo. L’invito alla pace diventa il suo pensiero costante. Così, all’inizio del 1219, mentre da due anni era in svolgimento la quinta crociata, partì per Dalmietta, località egiziana sul Nilo, per incontrare Malik al-Kāmil, nipote del Saladino e Sultano di Egitto e Palestina. 
In base alle diverse testimonianze, egli si propose come esempio di vita che testimonia fede e missione di conversione. Il Sultano non si convertì, ma certamente lo trattò con rispetto, quello stesso che spetta a un sufi, il pellegrino che ha fatto della ricerca di Dio lo scopo ultimo della sua vita.
La crociata, che aveva provocato morti e feriti, finì con l’insuccesso dei cristiani. Ma dieci anni dopo una nuova crociata, la sesta, promossa dall’imperatore Federico II, lo Stupor Mundi, andò in tutt’altro modo. Federico e Malik al-Kāmil preferirono affidarsi ai negoziati e non alle armi. L’11 febbraio 1229 fu così siglato un accordo soddisfacente per entrambe le parti.
Per 15 anni quella terra martoriata trovò finalmente la pace. Non si sa se quel risultato fu in qualche modo favorito dal clima creato dalla missione di Francesco di dieci anni prima. Però si può immaginarlo. 
In ogni caso di questo si è ricordato Papa Francesco quando nello scorso febbraio ha fatto il suo viaggio negli Emirati sottolineando il bisogno di pace e di dialogo interreligioso. Se ne ricordano quanti vogliamo celebrare quell’avvenimento di 800 anni fa con l’idea che solo nel dialogo i diversi possono coltivare la speranza di poter vivere un destino comune.

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Ultimo aggiornamento
30/09/2019