Interrogazione relativa ai capannoni fluviali a rischio geologico

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Interrogazione relativa ai capannoni fluviali a rischio geologico

COMUNICATO STAMPA n. 820/18 C.C. del 30.10.18
Interrogazione relativa ai capannoni fluviali a rischio idrogeologico  
(ON/AF) – ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha esaminato la problematica del rischio idrogeologico per gli insediamenti temporanei quali capanni da pesca, orti e rifugi per animali, oggetto della interrogazione presentata dalla Cons. Lucia Vergaglia (Capogruppo “M5s”) che ha chiesto di sapere “se esiste una documentazione relativa a tali insediamenti che permetta di asseverarne il livello di rischio ed ogni quanto tempo venga aggiornata; se siano stati disposti segnali od usata altra formula informativa avente valore legale per informare del livello di rischio i titolari od utilizzatori dei suddetti insediamenti e quale è il numero totale di insediamenti rispondenti a tale tipologia”.

L’interrogante ha evidenziato che “la città di Orvieto è notoriamente un luogo sensibile alle dinamiche idrogeologiche e a fenomeni alluvionali che influenzano i propri corpi fluviali e torrentizi lungo i quali appaiono presenti insediamenti temporanei come capanni da pesca, orti e rifugi per animali. Considerato che allo stato attuale non esistono specifici studi idraulici sulla sicurezza di questi specifici insediamenti, le nuove carte di rischio esondazione dimostrano che le aree potenziali di un evento alluvionale scavalcano anche le strade che sono alle spalle di tali insediamenti che quindi vanno considerati sempre in zona di rischio. In particolare, per valutare correttamente il rischio che corre quella specifica parte di popolazione occorre avere informazioni aggiornate rispetto alla pericolosità dell’area intesa come intervallo di tempo in cui è probabile che si presenti un evento calamitoso, la vulnerabilità che individua la predisposizione a subire danni ed infine il livello di esposizione al pericolo in termini di valori e vite umane”.

L’Assessore ai Lavori Pubblici, Floriano Custolino ha risposto: “la questione dei capannoni fluviali è da tempo all’attenzione dell’Amministrazione Comunale. Il documento che fa giurisprudenza per quanto riguarda il rischio e la pericolosità idraulica è il PAI / Piano di Assetto Idrogeologico che definisce per ogni zona le caratteristiche riferite ai fenomeni idrogeologici. Dopo l’alluvione del 2012 il Consorzio Val Chiana Romana e Val di Paglia su incarico della Regione Umbria e dell’Autorità di Bacino ha aggiornato tutte le carte del rischio idraulico individuando una portata di circa 2.100 mc/s come portata per un evento due centennale quale fu quello del 2012. A seguito di ciò vennero riperimetrate le fasce, e successivamente realizzate le opere di difesa passiva per mettere in sicurezza l’abitato da fenomeno con un tempo di ritorno duecentennale.
All’interno di questa fascia, in genere coincidente con la fascia A non è possibile individuare nuove previsioni di PRG, e pur vero che ci possono essere delle abitazioni sparse dell’ATR (Ambito Territoriale Rurale) così come è possibile che ci possano essere dei recinti per allevamento degli animali regolarmente autorizzati prima del decreto Sanno e Soverato.
Altri tipi di capanno non sono autorizzati all’interno della fascia A, è possibile solo realizzarli grazie alla legislazione sulla caccia, costruiti con materiali poveri e facilmente removibili”.

La Cons. Lucia Vergaglia si è dichiarata “parzialmente soddisfatta perché mi sembra di capire che siamo salvaguardati dalla legge ma resta il problema che allo stato dell’arte non abbiamo la mappatura dei soggetti che hanno capannoni, credo invece che una mappatura possa essere fatta. Approfondirò la materia”.
 

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Ultimo aggiornamento
30/10/2018