COMUNICATO STAMPA n. 210/21 C.C. del 10.03.21
Interrogazione sulla situazione finanziaria del Centro Studi Città di Orvieto
(ON/AF) – ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha trattato la questione relativa alla reale situazione finanziaria del Centro Studi Città di Orvieto, oggetto dell’interrogazione presentata dal Cons. Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”) che ha chiesto di sapere: “se è vero che negli anni passati non sono state pagate le bollette telefoniche; alcune rate di un finanziamento; alcune mensilità ai dipendenti; alcuni fornitori e alcune rate del piano di rientro nei confronti di una cooperativa locale”.
L’interrogante ha sostenuto che “il nuovo contratto di comodato gratuito quinquennale con il quale l’Amministrazione Comunale concede Palazzo Negroni alla Fondazione ‘Centro Studi Città di Orvieto’ non può e non deve essere considerato come un fatto di normale gestione: non può esserlo soprattutto perché tutte le buone intenzioni che giustamente vengono avanzate dagli Amministratori non possono non fare i conti con la precaria situazione finanziaria in cui versa la Fondazione. Situazione finanziaria che non è addebitabile né all’attuale Amministrazione Comunale, né, tantomeno, all’attuale Consiglio di Amministrazione del Centro Studi, ma che – purtroppo – esiste e con cui occorre rapportarsi per impedire che il CSCO si incanali verso la strada della insostenibilità finanziaria e, di conseguenza, verso una impossibilità di operare secondo quanto previsto dalla Statuto e dall’Atto Costitutivo.
Serve un cambio di passo – anche se la pandemia non aiuta – e serve, soprattutto, un costante e oculato controllo di gestione al fine di monitorare, non solo se gli obiettivi e l’offerta di servizi si realizzeranno, ma – soprattutto – se lo stato patrimoniale ed il rendiconto di gestione saranno sostenibili. Il monitoraggio è d’obbligo per una questione fondamentale: l’Amministrazione Comunale finanzia il CSCO con i soldi della fiscalità generale e la stessa Amministrazione non può permettersi di finanziare strutture che dilapidano denaro pubblico. Negli anni i cittadini hanno avuto molti esempi di come si sono dilapidate risorse pubbliche all’interno di Aziende Speciali (Farmacia), di Associazioni (Te.Ma.), di Consorzi (Crescendo), di Fondazioni (CSCO) e di Società per Azioni (Risorse per Orvieto)”.
“Queste considerazioni e queste indicazioni – ha aggiunto – non sono scollegate con la realtà più recente, se è vero che nell’ultimo rendiconto di gestione del Centro Studi Città di Orvieto, quello dell’anno 2019 e riferibile al vecchio CdA, si è riscontrata una perdita di esercizio di 23.281 Euro. Ma c’è di più: il vecchio Consiglio di Amministrazione – quello nominato dal Sindaco Germani – non solo non ha risanato un bel nulla, ma sembrerebbe che abbia aggravato la situazione finanziaria ‘dimenticandosi’ di adempiere ad alcuni obblighi contrattuali, come ad esempio il pagamento delle bollette telefoniche, il pagamento di alcune rate di finanziamento, la corresponsione di alcune mensilità ai dipendenti, l’adempimento di debiti con fornitori (2018), il pagamento di alcune rate del piano di rientro con una cooperativa locale. Pertanto, se queste ‘dimenticanze’ dovessero rispondere al vero, la situazione finanziaria ereditata dall’attuale Consiglio di Amministrazione (non dico nuovo Consiglio di Amministrazione perché in questo CdA ci sono persone che stavano anche in quello precedente) è molto più pesante e critica della sola perdita di esercizio del 2019 e, quindi, occorre che venga portata a conoscenza la reale situazione economico-finanziaria della Fondazione Centro Studi Città di Orvieto”.
Il Sindaco, Roberta Tardani ha risposto: “quando abbiamo nominato il nuovo CdA e la nuova Presidente, una delle prime preoccupazioni da me espresse è stata quella di fare una ricognizione della situazione economico-finanziaria del Centro Studi dalla quale sono emerse le criticità che sono oggetto dell’interrogazione. Il CdA della Fondazione ha subito messo in atto alcune azioni per fronteggiare la situazione: sono state pagate le bollette, le utenze telefoniche e sono stati pagati gli stipendi, operazioni di ordinaria amministrazione che avrebbe potuto e dovuto fare anche il precedente Cda seppur in scadenza. Il CSCO è una Fondazione che ha come principale attività quella della formazione che è anche la principale risorsa economica. La delibera con cui abbiamo assegnato l’intero palazzo Negroni ha l’obiettivo di superare la frammentazione degli spazi concentrando in un’unica sede le attività formative. Quando ho parlato di ‘condominio’ l’ho fatto riferendomi proprio a quanto scritto nella delibera approvata dalla precedente amministrazione che nel corso degli anni aveva affidato gli spazi di palazzo Negroni all’Archivio di Stato, all’Arpa e quindi all’Inps. Oggi consegniamo una rinnovata mission al Centro Studi che attraverso nuove iniziative e la partecipazione a bandi europei e regionali sta diversificando la propria offerta per far fronte alla mancanza delle università americane a causa della pandemia. Il Comune garantisce un contributo al Centro Studi ma la Fondazione non può certo basarsi solo su questo finanziamento deve operare e sta operando per assicurarsi una sostenibilità finanziaria. Il quadro economico, malgrado la difficile situazione legata all’emergenza sanitaria, è abbastanza soddisfacente ma è comunque attenzionata dall’Amministrazione Comunale”.
Il Cons. Stefano Olimpieri si è dichiarato: “soddisfatto. Auspico che l’attenzionamento venga fatto dal CdA e dal Comune”.
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