COMUNICATO STAMPA n. 415/18 G.M. del 25.05.18
Lasciare aperta e rilanciare la stagione della prevenzione strutturale dei centri storici per aumentare la nostra sicurezza
• E’ il messaggio lanciato oggi ad Orvieto in occasione del 40° anniversario della Legge n. 230/1978 per la salvaguardia e tutela della Rupe orvietana e del Colle di Todi
• Il convegno, che si è tenuto al Palazzo del Popolo, ha aperto un ciclo di altri appuntamenti che si terranno prossimamente nelle due città umbre
• Tante le testimonianze di quanti: sindaci, amministratori pubblici, tecnici, imprese, maestranze hanno partecipato nel corso dei decenni a quella gigantesca opera di gestione e tutela del territorio che è stata la salvaguardia delle due città umbre
(ON/AF) – ORVIETO – E’ stato il Palazzo del Capitano del Popolo di Orvieto – trasformato dal 1989 in Centro Congressi grazie all’attuazione delle varie norme sulla valorizzazione del patrimonio monumentale della città – a dare avvio, questa mattina, alle celebrazioni per i 40 anni della Legge n. 230/1978 “Provvedimenti urgenti per il consolidamento della Rupe di Orvieto e del Colle di Todi a salvaguardia del patrimonio paesistico, storico, archeologico, ed artistico delle due città” approvata dal Parlamento Italiano il 25 maggio 1978.
Con le immagini di fondo del documentario “Gioielli di Pietra: Orvieto e Todi Città da Salvare” di Folco Quilici, in una Sala dei Quattrocento gremita di sindaci e amministratori pubblici, di ieri e di oggi, tecnici, maestranze, sindacalisti, una rappresentanza di studenti delle Scuole Superiori della città e di cittadini, i Comuni di Orvieto e Todi, la Regione Umbria ed Alta Scuola, hanno dato vita al primo incontro pubblico celebrativo del QUARANTENNALE DELLA LEGGE 230 che rappresentò per quegli anni un “cambio di passo” una “rivoluzione culturale” innovativa nel campo della tutela attiva, della cura e manutenzione del territorio, per il modo con cui venne ideato, approcciato e condotto. Un incontro a cui ne seguiranno degli altri tra Todi e Orvieto per approfondire a livello tecnico e culturale le varie tematiche affrontate e le tipologie di intervento realizzate e che ancora oggi costituiscono un modello di riferimento, verso le future azioni di gestione del rischio residuo e di gestione e difesa del territorio dalle frane.
Tra gli ospiti, infatti, anche Stela Stingaci, Ambasciatrice della Repubblica di Moldavia, insieme agli otto componenti della delegazione ufficiale di questo Paese dell’Est Europa, esperti nella tutela del territorio, fra loro: il vice direttore della Protezione Civile Nazionale, il Direttore dell’Autorità di Bacino Nazionale, il Direttore dell’Agenzia Nazionale per le risorse idriche, il Preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università Politecnica Statale di Chisinau, due direttori di altrettante Organizzazioni non governative e il capo delegazione, Alexandru Tabacaru, che in questi giorni sono ad Orvieto nell’ambito progetto di scambio Italia-Moldavia sui Contratti di Fiume, sulle direttive acque e alluvioni e sulla Protezione Civile, coordinato e diretto da Alta Scuola.
I lavori sono stati aperti dai Sindaci di Orvieto e Todi, Giuseppe GERMANI e Antonino RUGGIANO. Poi, moderate da Endro MARTINI Presidente di Alta Scuola, sono seguite le TESTIMONIANZE di chi negli anni successivi all’approvazione della prima Legge Speciale seguì le fasi degli interventi di tutela e salvaguardia della Rupe e del Colle.
Gli ex Sindaci dei Comuni di Orvieto e di Todi: Franco Raimondo BARBABELLA, Massimo BUCONI e Stefano CIMICCHI, gli Assessori alla Difesa del Suolo e i Presidenti della Regione Umbria Franco GIUSTINELLI, Paolo MENICHETTI, Maria Rita LORENZETTI.
E inoltre, l’ingegnere Capo dei Lavori di Consolidamento di Orvieto e Todi, Luciano TORTOIOLI, Luisa TODINI rappresentante dell’omonima impresa “Franco Todini” esecutrice dei lavori a Todi, poi i direttori Tecnici delle Imprese che realizzarono i vari interventi: Claudio SOCCODATO e Massimo MARIANI.
Non è mancato il contributo di un rappresentante Sindacale Lucia ROSSI e di due componenti della Commissione Tecnico Scientifica Lucio UBERTINI e Pietro CONVERSINI e ovviamente quello delle maestranze che materialmente lavorarono al risanamento della rupe di Orvieto e del Colle di Todi.
Testimonianze (e aneddoti) da cui sono emersi: il fare squadra, lo straordinario coordinamento, pieno e totale, fra le Istituzioni nazionali, regionali e locali di allora (al di sopra degli opposti schieramenti politici); il pieno coinvolgimento ed ascolto del mondo scientifico ed una visione innovativa del governance del territorio (la sintesi dei vari interventi in un successivo comunicato).
A seguire la Consegna delle Pergamene Ricordo, infine l’attualità dell’esperienza delle leggi speciali per Orvieto e Todi con uno sguardo VERSO IL FUTURO, ovvero la Gestione del rischio residuo e i Cambiamenti Climatici vista da Endro MARTINI di Alta Scuola che ha sottolineato l’esigenza di assicurare il monitoraggio, la sorveglianza e la puntuale manutenzione delle opere realizzate, e il Contrasto al Disseto Idrogeologico nell’Appennino Centrale: passato, presente, futuro di cui ha parlato Erasmo D’ANGELIS, Segretario Autorità di distretto dell’Appennino Centrale che, ripercorrendo la storia dei grandi rischi del nostro Paese, ha esortato le Istituzioni e gli amministratori ai vari livelli a non interrompere il percorso virtuoso di una stagione feconda e a lasciare aperta e rilanciare la tematica della prevenzione strutturale dei centri storici per aumentare la nostra sicurezza; tenendo conto che, oggi rispetto al passato, molte cose si sono semplificate, e che il primo alleato sul fronte delle risorse è il MEF, ma da parte delle Istituzioni servono i progetti.
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Con l’evento di oggi, 25 maggio 2018 si sono avviate le celebrazioni del Quarantennale della Legge Speciale n. 230/1978 per la salvaguardia del patrimonio paesistico, storico, archeologico ed artistico delle due città.
La legge fu il completamento, un percorso di grande attenzione di tutto il Consiglio Regionale dell’Umbria e del Parlamento della Repubblica, in seguito dei fenomeni franosi che avevano interessato la Rupe di Orvieto e il Colle di Todi negli anni settanta, culminati nella frana di Cannicella in Orvieto del 1977 (i due abitati, erano stati già dichiarati ‘da consolidare’ a cura e spese dello Stato con decreti del Regno d’Italia nel 1916 e nel 1935 perché colpiti e minacciati da frane).
L’eccezionalità del provvedimento legislativo, frutto di larghe sinergie e di una grande coesione culturale e politica, la qualità dei progetti di consolidamento e dei lavori che si avviarono, condotti sotto la responsabilità della Regione Umbria d’intesa con i due Comuni di Orvieto e di Todi, portò le due città all’attenzione nazionale e internazionale, tanto che nel 1980, a Belgrado, alla XXI° Conferenza Generale UNESCO, rappresentarono il Paese come esempio Italiano di intervento globale di salvaguardia.
Si avviarono così nelle due città percorsi culturali, politici e tecnici virtuosi che generarono il “Progetto Orvieto” e un progetto Todi, sostenuti e assecondati dalla Regione Umbria. e l’inizio,
Si affrontarono, con un approccio globale e innovativo per quel periodo storico, sia il complesso tema del contrasto al rischio idrogeologico integrato con la rigenerazione urbana, sia la tutela e conservazione dei Beni Culturali e Paesaggistici di cui sono ricche le due città.
Un insieme complesso e variegato, che comprende la Rupe e il Colle con i loro paesaggi mozzafiato, “grandi bellezze” e patrimoni inestimabili che appartengono non solo agli Orvietani e ai Tuderti o agli Umbri, ma all’intera umanità.
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