Limitazione orario di sale giochi e slot machine

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Limitazione orario di sale giochi e slot machine

COMUNICATO STAMPA n. 430/18 C.C. del 29.05.18 
Mozione per la limitazione dell’orario di esercizio delle sale giochi e di funzionamento slot machines dalle 10 alle 23
(ON/AF) – ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha approvato  all’unanimità la mozione presentata dal Cons. Andrea Sacripanti (Capogruppo “Gruppo Misto”) con la quale, relativamente agli apparecchi da gioco, si sollecita il Sindaco di Orvieto ad “adottare i provvedimenti più idonei a garantire le seguenti disposizioni prevedendo, altresì, sanzioni amministrative pecuniarie nel caso di una loro violazione ai sensi dell’art. 7 bis del D.Lgs n. 267/2000 e in particolare:
limitare dalle ore 10,00 del mattino alle ore 23,00 della sera gli orari di esercizio delle sale giochi e degli esercizi autorizzati ai sensi dell’articolo 88 T.U.L.P.S., nonché degli apparecchi/congegni di cui all’art. 110, comma 6, del R.D. n. 773/1931, T.U.L.P.S., presenti ed in esercizio a qualsiasi titolo all’interno del territorio del Comune Orvieto;
ai sensi dell’art. 9 del TULPS, che in tutti gli esercizi in cui sono installati apparecchi da gioco, il titolare della relativa autorizzazione di esercizio (o titolo equivalente), sia tenuto ad osservare quanto sopra ordinato, nonché le seguenti prescrizioni:
è fatto obbligo di esposizione su apposite targhe, da posizionare all’interno del locale in luogo ben visibile al pubblico, di formule di avvertimento sul rischio di dipendenza dalla pratica di giochi con vincita in denaro;
è fatto obbligo di esposizione con visibilità all’esterno del locale degli orari di esercizio delle sale giochi e degli esercizi autorizzati ai sensi dell’articolo 88 T.U.L.P.S., nonché degli apparecchi/congegni di cui all’art. 110, comma 6, del R.D. n. 773/1931, T.U.L.P.S, presenti ed in esercizio a qualsiasi titolo all’interno del territorio del Comune di Orvieto”.
Nel presentare la mozione, il proponente ha ricordato che “lo scorso10 aprile a Perugia, alla presenza dell’Assessore regionale Barberini e dei responsabili dei Centri di riferimento per il gioco d’azzardo patologico presenti in Umbria, è stato illustrato il nuovo Rapporto epidemiologico sul gioco d’azzardo in Umbria e le nuove azioni programmate dalla Regione per il contrasto del fenomeno, nonché la terza fase della campagna di sensibilizzazione ‘Umbria No Slot’ e l’iniziativa organizzata nell’ambito del Festival internazionale del giornalismo.
L’assessore regionale alla Salute ha riferito che: ‘Quello del gioco d’azzardo patologico non è un problema da banalizzare. Al contrario, anche in Umbria assume dimensioni preoccupanti e tocca cittadini di varie fasce sociali e con ricadute drammatiche anche in termini di spesa sanitaria’. Si stima che gli umbri coinvolti siano intorno a 10 mila, un dato che testimonia come la dipendenza da gioco abbia assunto in pochi anni livelli significativi al pari delle sostanze psicoattive storicamente diffuse nella popolazione, tipo alcol e tabacco. La dipendenza è riscontrata anche tra i minorenni.
In effetti, dai dati del Rapporto epidemiologico 2018 risulta che in Umbria le prevalenze del gioco d’azzardo nella popolazione generale (15-74enni) sono assimilabili a quelle nazionali (25,8% in Italia e 25,3% in Umbria) e che il profilo di gioco problematico, nella popolazione dei giocatori di 15-74 anni, riguarda il 5,6% (il 5,4% in Italia). Questo significa che sono circa 10.000 gli umbri.
Emerge, inoltre, che in Umbria nel 2016 sono stati investiti nei giochi d’azzardo autorizzati dai Monopoli (tolta la quota on line, non rilevabile) 1.099 milioni di euro (raccolta lorda), un importo tornato ai livelli del 2012 dopo alcuni anni di flessione; questa somma equivale ad una raccolta pro capite di circa 1.220 euro. La spesa (raccolta meno vincite) è di 267 milioni, ovvero 300 € pro capite, corrispondente alla media nazionale. Se ordiniamo le Regioni italiane secondo il volume di spesa pro-capite, l’Umbria si classifica al 10mo posto. In Umbria i volumi di gioco sulla rete fisica sono cresciuti in un anno del 7% (5% in Italia). Anche considerando la spesa (raccolta meno vincite), la quota maggiore è a carico degli apparecchi elettronici/slot machines (59%).
Questi dati dimostrano, purtroppo, come anche nella nostra Regione si debba parlare di quel fenomeno che va sotto il nome di ‘ludopatia’ o ‘gioco d’azzardo patologico’ (G.A.P. ), definito dall’OMS come ‘malattia sociale’. Con il termine ‘ludopatia’ si intende infatti l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse e che tale dipendenza comportamentale è da considerarsi una malattia in grado di compromettere la salute e la condizione sociale del singolo individuo e della sua famiglia”.
“Di tali fenomeni allarmanti – ha aggiunto – è interessata anche la nostra realtà cittadina che ha visto aumentare progressivamente negli anni il numero di sale da gioco o di altri esercizi commerciali al cui interno sono presenti apparecchi elettronici o slot machines che consentono vincite in denaro.
L’Amministrazione Comunale può adottare provvedimenti non solo a tutela della salute pubblica, ma anche, più in generale, del benessere individuale e collettivo della popolazione locale. Rientra tra i compiti del Comune contribuire, per quanto possibile, al contrasto dei fenomeni di patologia sociale connessi al gioco compulsivo, dal momento che la moltiplicazione incontrollata delle possibilità di accesso al gioco ‘a denaro’ costituisce di per sé accrescimento del rischio di diffusione dei fenomeni di dipendenza, con le ben note conseguenze pregiudizievoli sia nella vita personale e familiare dei cittadini (anche di minore età) che a carico dei servizi sociali comunali, quindi del bilancio comunale, chiamati ad intervenire per fronteggiare situazioni di disagio connesse alle ludopatie.
Il disposto dell’art. 118 della Costituzione introduce, dopo la riforma del 2001, il principio di sussidiarietà orizzontale mentre l’art. 50 del D.Lgs. 267/2000 stabilisce che il Sindaco è competente, tra l’altro, a coordinare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici sulla base degli indirizzi espressi dal Consiglio comunale.
Alla luce di ciò, il Consiglio comunale ritiene necessario dover disciplinare gli orari di esercizio delle sale giochi e degli esercizi autorizzati ai sensi dell’articolo 88 T.U.L.P.S., nonché l’orario di attivazione degli apparecchi/congegni di cui all’art. 110, comma 6, del T.U.L.P.S; il gioco d’azzardo e di fortuna comprese le lotterie, le scommesse e le attività delle case da gioco, nonché le reti di acquisizione di gettito, rientrano negli ‘altri servizi esclusi’ di cui all’art.7, lettera d) del D.lgs. n.59/2010 e pertanto tale decreto non si applica alla fattispecie oggetto dell’ordinanza”.
Dibattito:
Alessandro Vignoli (Per andare avanti): “la mozione segue una serie di azioni già intraprese all’inizio della consiliatura, ricordo una analoga iniziativa del Consigliere Rosati, quindi la proposta è in linea con quanto già manifestato dal nostro gruppo. Ringrazio Sacripanti di aver sottoposto al Consiglio Comunale l’ulteriore iniziativa che si configura come affinamento delle iniziatve già in atto. Favorevole”.
Presidente Angelo Pettinacci (PD): “concordo con i contenuti della mozione. Purtroppo mi sembra che siano le istituzioni di terzo livello a contrastare questa modalità di gioco, mentre  il primo che dovrebbe ravvedersi è il nostro Stato. Siamo favorevoli sia alle tipologie di interventi suggeriti”.
Andrea Taddei (PD): “siamo di fronte a uno di quegli atteggiamenti ipocriti del nostro sistema. La mozione si inquadra nella prosecuzione di quanto già attivato nel sociale e tende a marcare atteggiamenti che vanno a contrastare fenomeni che anche nella nostra regione assumono dimensioni notevoli. Anche la componente del PD che esprimo è favorevole”.
Lucia Vergaglia (M5s): “più di tanto non possiamo aspettarci dallo Stato centrale. Penso che dopo le prime azioni intraprese da questo Consiglio ad inizio consiliatura, anche il nostro Comune non ha fatto molto in quattro anni. Penso che non è solo questione di mancanza di strumenti ma soprattutto di volontà”. 
Martina Mescolini (PD): “ringrazio Sacripanti per aver dettagliato una iniziativa già attenzionata dall’Amministrazione Comunale anche all’interno dell’Osservatorio delle Tossicodipendente in cui chiedemmo di includere tutte quelle dipendenze che divengono tali anche senza l’assunzione di sostanze. Presso il servizio SIM è disponibile uno psicologo per coloro che, anche in forma anonima, possono accedere a questo servizio. Bene che questo Consiglio Comunale si ponga il problema della costante attenzione verso un fenomeno che stenta ad essere debellato”.
Cristina Croce, Assessore alle Politiche Sociali: “mi unisco agli interventi già esposti. All’interno del tavolo dell’Osservatorio è stato modificato il termine sulle dipendenze affinché si ponesse attenzione a un fenomeno così importante. Attualmente stiamo monitorando il fenomeno reale che dobbiamo affrontare nel nostro territorio rispetto alla sua percezione reale su cui invece stanno lavorando tutti gli operatori dell’Osservatorio. Si può fare sicuramente di più. A marzo l’Ufficio di Cittadinanza ha preso contatto con la Regione per adottare il marchio NO SLOT, per prevedere l’impatto sul bilancio. Mi impegno di attuare nei prossimi sei mesi queste misure più concrete”.
Di Bartolomeo (Partito Socialista Italiano): “per prevenire la ludopatia c’è da approfondire innanzitutto la causa sociale che la determina e i fattori biologici, non solo in senso stretto ma come interazione sociale e familiare. Favorevole”.
Replica Sacripanti: “ringrazio tutti i consiglieri e l’Assessore. Preciso che, al di là del rapporto da cui emergono dati allarmanti che citano anche il nostro territorio, un eventuale provvedimento non ha natura repressiva nei confronti degli esercizi ma ha un carattere di prevenzione verso un fenomeno in crescita”.
 
 

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Ultimo aggiornamento
29/05/2018