Monte Peglia Riserva Mondiale MAB Unesco: convegno ad Orvieto sui modelli di governance innovativa

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Monte Peglia Riserva Mondiale MAB Unesco: convegno ad Orvieto sui modelli di governance innovativa

COMUNICATO STAMPA n. 517/19 G.M. del 16.07.19 
Ad Orvieto il Convegno intitolato: La Riserva Mondiale della Biosfera Unesco del Monte Peglia e la sua governance innovativa Ponte di Sviluppo e di Coesione ha fatto il punto sulle relazioni e le progettualità in atto 
• Ad un anno dalla proclamazione della Riserva della Biosfera Unesco del Monte Peglia e nel 500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci 
(ON/AF) – ORVIETO – Con tre focus tematici su: i modelli sostenibili nel diritto internazionale ai fini della realizzazione di collegamenti stabili tra le Riserve della Biosfera Unesco – per una “effettiva” Rete tra Riserve; la Riserva Mondiale della Biosfera Unesco dell’Umbria e le nuove possibilità per le imprese e il Centro Studi sulle Crisi ed Emergenze Climatiche della Riserva della Biosfera Unesco del Monte Peglia e le sinergie con le Università e l’Arma dei Carabinieri Forestali, si è tenuto oggi, presso il Comune di Orvieto, l’annunciato convegno sul tema: La Riserva Mondiale della Biosfera Unesco del Monte Peglia e la sua governance innovativa Ponte di Sviluppo e di Coesione, promosso dall’Associazione Monte Peglia per Unesco soggetto gestore della Riserva della Biosfera Unesco del Monte Peglia / Monte Peglia Biosphere Reserve, con il patrocinio dal  Comune e la collaborazione organizzativa dell’Associazione “Alta Scuola”.
Un convegno voluto ad un anno dall’istituzione della Riserva Mondiale della Biosfera Unesco del Monte Peglia da parte dell’Unesco e dedicato a Leonardo da Vinci nel 500° anniversario dalla morte perché si è detto, “la sua esperienza di Scienziato, portatore di un pensiero senza confini e Artista Viaggiatore nel Tempo e nello Spazio, è espressione di intelligenza poliedrica”. 
Un’esperienza rivoluzionaria quella di Leonardo da Vinci che il convegno ha declinato attraverso tre tematiche strategiche e fra loro collegate: le nuove elaborazioni teoriche sui temi dei modelli sostenibili; come promuovere le imprese e creare ricchezza e coesione all’epoca della transizione ecologica; il clima e l’idea di Centro Studi della Riserva.
L’obiettivo dichiarato dell’appuntamento, infatti, è stato quello di fare della Riserva della Biosfera Unesco del Monte Peglia “un punto di incontro di Genti e di Idee, Ponte di coesione e di sviluppo su temi essenziali quali le mutazioni climatiche e le strategie di volte alla soluzione dei conflitti anche geo-politici che esse determinano, lo studio di modelli per uscire dalle crisi e per opportunità nuove per i giovani, i cittadini e le imprese. Un contributo per una nuova governance del territorio” come ha evidenziato in apertura dei lavori l’Avv. Francesco Paola, Presidente dell’Associazione Monte Peglia per Unesco e coordinatore del convegno che, a conferma dell’interesse sviluppatosi sull’argomento, ha dato lettura dei messaggi di saluto del Prefetto di Terni, Paolo De Biagi e del Presidente Ordine Avvocati di Terni, Francesco Emilio Standoli.
Dopo l’apertura del lavori sulle note dell’inno nazionale francese e italiano, il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani ha rivolto ai partecipanti, fra cui i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri Forestali, della Magistratura, delle Università, delle Imprese e delle Professioni e dell’Unesco, il saluto della municipalità.  
“Quello di oggi – ha detto il Sindaco – è un evento prestigioso. Dopo la proclamazione del riconoscimento del MAB Unesco al Riserva della Biosfera del Monte Peglia, da parte mia è un onore rappresentare la nostra città in questo convegno. Il riconoscimento della Riserva ha al centro gli obiettivi per un percorso sostenibile. Il mio auspicio è quello di un sempre maggiore coinvolgimento di tutti i territori e dei Comuni nel processo decisionale, perché tali obiettivi divengano occasione reale di sviluppo. La disponibilità del Comune di Orvieto è nei fatti come dimostra la presenza di ‘Alta Scuola’ in questo processo di crescita sostenibile del nostro territorio”.
Dal canto suo il Sindaco di San Venanzo, Marsilio Marinelli ha evidenziato che “la valenza del riconoscimento MAB Unesco ha un significato profondo per i territori marginali e periferici come il Monte Peglia. Già in queste settimane stiamo verificando una rinnovata attenzione per il Peglia e accanto al valore economico che questa occasione può portare, il MAB Unesco si dimostra una occasione di rigenerazione sociale e civile dei nostri territori”; infine, il Presidente dell’Associazione “Alta Scuola”, Endro Martini ha ricordato che “negli anni 70/80 del Novecento l’obiettivo sfidante per questo territorio era la salvaguardia della Rupe di Orvieto. Nel 1978 partecipammo all’Assemblea mondiale dell’Unesco con il caso del dissesto idrogeologico della rupe, alla cui tutela hanno corrisposto varie leggi nazionali. Oggi quindi l’occasione si rinnova con questo progetto della Riserva MAB Unesco Monte Peglia”.
Ad avviare i Focus di approfondimento è stata la riflessione sulla creazione di modelli sostenibili nel diritto internazionale ai fini della realizzazione di collegamenti stabili tra le Riserve della Biosfera Unesco. Per una “effettiva” Rete tra Riserve di cui hanno parlato Daniele Cenci, Magistrato presso la Suprema Corte di Cassazione della Repubblica italiana e Antonio Bartolini, Professore ordinario di Diritto Amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza della Università di Perugia anche in veste di Assessore Regionale alle Riforme della Pubblica Amministrazione e istituzionali.
In particolare, Daniele Cenci ha ripercorso ciò che è stato fatto ad un anno dalla proclamazione da parte dell’Unesco. “La messa al centro dell’Uomo e della Biosfera – ha precisato – ha aperto una interazione costante. In un anno sono state fatte varie cose anche se non tutte visibili, ma improntate al ‘sapere saggio’ intorno a questa fondamentale interazione. In quest’ottica possono valorizzarsi iniziative ed anche micro strategie economiche. Un primo aspetto da sottolineare è censire il sapere tramandato dalle generazioni passate, da chi ha abitato le zone della Riserva, coinvolgendo le comunità locali”. “Dal punto di vista meramente giuridico – ha aggiunto – la rete di collegamenti tra le Biosfere esistenti presuppone una diversità di modelli di governance che devono porsi in relazione attraverso il dialogo e un percorso comune. Ciò può apparire anacronistico ma è di stimolo alla visione planetaria, all’approccio ai problemi globali che non possono essere affrontati in maniera localistica, tanto sono mondiali. Una visione transnazionale propria e comune alle Biosfere Unesco può essere il contraltare a tendenze divisive. Temi centrali come la tutela dell’ambiente e lo sviluppo economico possono essere quindi oggetto di confronto tra le 700 Riserve Unesco del mondo ed essere uno strumento reale di dialogo fra i popoli”. 
Il Prof. Antonio Bartolini ha puntualizzato la funzione dei MAB Unesco ripercorrendo le qualifiche giuridiche di beni culturali, paesaggisti e ambientali che esistono nell’ordinamento italiano, ciascuno dei quali ha una propria disciplina giuridica, ricordando però che nella elaborazione più recente, tali qualifiche sono state ricondotte al patrimonio della cultura. “Una riflessione presente nel dibattito scientifico e nella disciplina giudica internazionale – ha tuttavia precisato – non lo è ancora nella normativa nazionale”. “La nascita del MAB Unesco del Monte Peglia – ha aggiunto – ha attivato un dibattito intorno alla natura dei ‘poteri’ che possono essere esercitati dagli enti esponenziali dei siti Unesco. Nella logica consueta gli enti esercitano i poteri autorizzativi e di controllo. Nella logica del MAB Unesco invece i soggetti e gli enti locali sono chiamati ad operare secondo le direttive internazionali e secondo l’attuazione dei piani di gestione, pena la sanzione della cancellazione con la perdita dei benefici di immagine. Questo meccanismo internazionale spinge a collaborare e preservare le regole Unesco. Di recente la posizione tendente a non dare efficacia alla disciplina Unesco, in alcune sentenze del Consiglio di Stato è cambiata in relazione ai siti, con discipline fortemente limitative come ad esempio nel centro storico di Firenze che è sito Unesco. Il Consiglio di Stato ha ritenuto che questi vincoli fossero giusti, quindi una volta che si è all’interno della disciplina Unesco, ogni iniziativa deve essere conforme a livello interno e internazionale. Essendo un disciplina non vincolistica, ogni volta che si prende una decisione che va ad intaccare il territorio, l’onere motivazionale deve essere tenuto nella massima considerazione”. “Altro tema è quello dell’esercizio del ‘potere’ di soggetti privati, ma nell’ottica della valutazione della legittimità delle azioni, laddove va approfondito il tema e i poteri pubblicistici”
Sul concetto dell’immateriale economico ha aggiunto infine che “essere siti Unesco è una sorta di marchio di qualità universale, avente capacità attrattiva di turismo sostenibile, quindi è un tema da studiare ed approfondire a livello di disciplina nazionale e internazionale. Va preso molto sul serio perciò l’auspicio di costituire una task force seminariale”.
Il confronto si è poi spostato su la Riserva Mondiale della Biosfera Unesco dell’Umbria e le nuove possibilità per le imprese con gli interventi di Adriano Oggiano della Provincia Autonoma di Bolzano e Pier Giorgio Oliveti, Segretario Generale di Cittaslow International che ha parlato di “modelli sostenibili volano di sviluppo per l’impresa”.
Adriano Oggiano ha portato l’esperienza della pianificazione del territorio coniugata alla valorizzazione del paesaggio, portata avanti in Alto Adige, una realtà che presenta molte analogie morfologiche con l’Umbria. “Ciò è stato possibile – ha detto – attraverso modelli che hanno privilegiato la tutela del paesaggio e dell’ambiente come risorsa per lo sviluppo e il governo del territorio piuttosto che come governo del costruito, ovvero nell’accezione piena del concetto di sostenibilità, partendo dalla valorizzazione della produzione agro alimentare e dal turismo. Nel concreto ogni comune ha un piano urbanistico e un piano paesaggistico che si integrano. La nuova legge in vigore nel 2020 affida ai Comuni la definizione degli orizzonti temporali dei programmi urbanistici e paesaggistici, limitando l’uso di suolo delle aree insediabili. Nella provincia di Bolzano sono anche attive due caratteristiche: il sistema di certificazione del risparmio energetico cosiddetto ‘casa clima’ e l’introduzione di parametri ambientali per le aziende che si qualificano come ‘imprese green’ (oggi circa 8.000 che sono il 21% delle aziende che esercitano sul territorio) ovvero come aziende che hanno consapevolezza ambientale e che hanno condiviso la cultura di essere parte di questo processo”.
Il Direttore di Cittaslow International, Pier Giorgio Oliveti ha ricordato che “Cittaslow è un sistema di certificazione di qualità del territorio che si attesta su un approccio valoriale basato sulla sostenibilità ambientale e sociale, e di memoria per assicurarci un futuro di qualità. La responsabilità fa poi la differenza. Oggi nel mondo 24,5 milioni di cittadini sono organizzati in comunità attive, interlocutrici principali delle Amministrazioni Locali; comunità che chiedono un  sistema economico alternativo, green. Cittaslow dispone di un archivio di soluzioni per tutti i territori, che sono a disposizione dei governanti e dei cittadini. Turismo, agricoltura, progetti di impresa sono all’attenzione di Cittaslow con ‘modelli in equilibrio’”. 
“Cittaslow – ha proseguito – è un pezzo di modernità riflessiva con un approccio mondiale improntato alla concretezza. E’ al centro di un dibattito nazionale e internazionale sui progetti di impresa per vedere come trovare nuova residenzialità di famiglie nelle zone di collina e montagna dando ad esse dei servizi di base. Da tutti i Paesi rimbalza l’esigenza di riportare al centro la qualità della vita. Cittaslow propone un modello di sviluppo basato sul senso del limite e il senso dell’equilibrio. Importante è però l’innovazione di processo e il come si decide. Cittaslow è disponibile ad aiutare la Riserva Mab Unesco del Monte Peglia in questo percorso”.
Questo secondo Focus ha avuto anche i contributi di speciali esperienze di imprese rappresentate da Marcello Murzilli, titolare de “L’Eremito” di Parrano di cui ha detto “è un eremo contemporaneo nel segno della tecnologia (risponde alla classe energetica ‘A’ plus), un piccolo esempio di come si può costruire accanto ad una riserva naturale” aggiungendo che “il concetto di lusso sta cambiando, va nella direzione della vicinanza con la natura, una vicinanza rispettosa” e anticipando che “la prossima sfida è la creazione del borgo del terzo millennio”. Delle difficoltà di lavorare in un territorio in mezzo a due province ha parlato Roberto Giuriola della “MG Produzione Calzature” di San Venanzo, mentre Luigi Maravalle, Sindaco di Ficulle ha sottolineato che “la Riserva MAB Unesco è un fatto politico importante per i cittadini dei nostri territori che hanno bisogno di ripopolarsi e di nuovi servizi”. 
Ha poi parlato della costituenda Comunità di imprese della Riserva denominata “Ficulle in Cresta” come di una espressione interessante di rapporto pubblico-privato, improntata al rapporto con l’Università di Perugia. “’Ficulle in Cresta’ – ha detto – è un’associazione fra imprenditori che con l’Amministrazione ha lavorato sul concetto di promozione dell’albergo diffuso e che nella Riserva MAB Unesco coglie molti aspetti di collaborazione su progetti che dovranno diventare cultura e partecipazione. In prospettiva le varie nascenti iniziative sul territorio sapranno creare le condizioni dello sviluppo sostenibile”.
Il Presidente della Sezione Imprese del Tribunale civile di Perugia, Umberto Rana ha parlato delle crisi in atto: quella del clima e quella economica mondiale affrontate con strumenti diversi. “La disciplina della crisi di impresa – ha affermato – ha mostrato i suoi limiti, quindi la nuova legge fallimentare va nel senso voluto dal MAB Unesco che si caratterizza per un approccio dinamico e sostenibile, coniugando la legittima esigenza del profitto con il mantenimento e la tutela dell’ambiente, dei livelli occupazionali e delle attività produttive. Altro elemento di contatto sta nei modelli di governane. Nella nuova disciplina vengono introdotte le procedure di pre-allerta delle crisi di imprese, l’analogia con la Riserva MAB Unesco è che questa prevede che l’imprenditoria dovrà avere obiettivi di lungo raggio e programmazione, attraverso modelli organizzativi più protesi alla gestione dell’attività economica. Ovvero, progetti, obbiettivi e verifiche periodiche”.  
Al termine del Focus, tra l’Associazione Monte Peglia per Unesco, soggetto gestore della Riserva, e: Regione Umbria, Associazione “Alta Scuola” di Orvieto e Comune di Allerona (volto all’ampliamento dell’inclusione anche di questo comune nel territorio del Mab Unesco) sono stati sottoscritti i 3 Protocolli Cooperativi, in attuazione del Piano di Gestione della Riserva Mondiale della Biosfera Unesco del Monte Peglia approvato dal Segretariato Unesco di Parigi. 
Il terzo e ultimo Focus ha riguardato il Centro Studi sulle Crisi ed Emergenze Climatiche della Riserva della Biosfera Unesco del Monte Peglia e le sinergie con le Università e l’Arma dei Carabinieri Forestali con gli interventi di Enrico Brugnoli del Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR IRET che ha parlato di “Cambiamenti climatici e monitoraggio di gas serra nelle foreste del Monte Peglia”, e Franco Cotana, Professore ordinario presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Perugia – Responsabile del Programma Horizon Europe 2020-2027.
In particolare, Enrico Brugnoli ha illustrato le anomalie generali dal cambio di temperatura globale che aumenta la desertificazione, agli stress estremi dell’agricoltura nel Mediterraneo, evidenziando però che lo scenario può essere ancora modificato ricorrendo alla memoria del passato. 
“Le emissioni attuali continuano a crescere ma è importante il monitoraggio del ciclo del carbonio – ha precisato – il CNR di Porano guida la infrastruttura italiana che opera in questa direzione e una delle proposte è quella di fare della Riserva MAB del Monte Peglia un osservatorio privilegiato attraverso un sito di monitoraggio delle foreste, progetto rispetto al quale si può accedere ai fondi europei, con l’obiettivo di sviluppare protezione dell’ambiente e sostenibilità anche per le imprese agricole”.
Franco Cotana ha parlato dei centri di eccellenza dell’Università di Perugia che ha una rete di collaborazioni con università di tutto il mondo per lo sviluppo di tecnologie sostenibili. 
“Dal 2021 ci sono miliardi di euro di risorse economiche – ha detto – e noi ci stiamo preparando a partecipare ai bandi di interesse anche per la riserva MAB Unesco Monte Peglia, per questo siamo pronti a posizionarci anche con le nostre strutture”. Cotana ha poi illustrato le molteplici attività svolte dall’Università di Perugia nel settori delle nuove tecniche di presidio sostenibile del territorio, della biodiversità microbica, il “progetto Cardo”, quello della cellulosa nanocristallina che verrà utilizzata dalla Zecca dello Stato anche per la stampa di nuova carta moneta, e varie altre ricerche in Italia e all’estero.  
Il Generale Antonio Ricciardi già Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e già Comandante delle Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri ha riferito della relazione intercorsa in questi anni con l’Associazione MAB Unesco Monte Peglia, allorché è stato approfondito il ruolo dei Carabinieri Forestali che sono struttura di gestione delle riserve ma anche struttura di sviluppo dei territori, condividendo gli obiettivi della Riserva e gli aspetti gestionali sul cosa significa gestire una Riserva nuova nata dal basso. “Una nuova forma di collaborazione, di lavoro condiviso perché le finalità sono comuni, che andava nella logica di sviluppo e della corresponsabilità – ha sottolineato – da questa cooperazione è nata l’individuazione di Villa Cahen, bene demaniale affidato ai Carabinieri Forestali, che ben si presta a sede del Centro Studi della Riserva, un sito dove già si fa educazione ambientale e dove possono essere effettuati studi sui cambiamenti climatici che vedranno alleati i Carabinieri Forestali”.
Il Generale Davide De Laurentis, Vice Comandante delle Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri ha spiegato il contributo dei Carabinieri Forestali nell’ottica dei cambiamenti climatici presentando il Comandante regionale per l’Umbria dei Carabinieri Forestali, Colonnello Gaetano Palescandolo e il Colonnello Luciano Servili del Reparto biodiversità dei Carabinieri di Assisi. “La nostra organizzazione territoriale attraverso i tre comandi stazione di Orvieto, Allerona e San Venanzo – ha detto – consente di attuare un controllo preventivo di prossimità alle popolazioni che sta dando importanti risultati. La collaborazione quindi è fondamentale. Svolgiamo attività di monitoraggio ambientale ed il nostro patrimonio di dati e informazioni contribuisce alla formazione di progetti, in prospettiva anche al Monte Peglia; svolgiamo inoltre attività di educazione ambientale ed una proposta è proprio quella di promuovere la Biosfera MAB Unesco Monte Peglia”. 
Il Segretario Generale della Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura di Torino che opera nel campo della ricerca con Unesco, Alessio Re ha spiegato che oggi Unesco significa contribuire fattivamente alla realizzazione di obiettivi globali. “Unesco – ha affermato – è una opportunità di dialogo, di conoscenza reciproca ma anche di sviluppo locale che va gestito. Queste risorse vanno saldate alle comunità locali. La politica culturale è politica economica quindi vanno indagate le relazioni. Oggi le strutture culturali stanno trasformando il loro focus in ‘attori dello sviluppo sostenibile’. L’operazione MAB Unesco lavora su questo aspetto. Per gestire bisogna capire i bisogni di chi vive il territorio, passando cioè dal concetto di valore a quello di capitale. Essere parte della comunità Unesco è dunque un elemento di valore. Da qui l’esigenza di investire sui giovani che sulla Riserva potranno trovare una chiave per avere delle opportunità per il proprio futuro”.
I lavori del convegno sono stati chiusi da Jonathan Baker, Capo Unità presso la Sede Unesco di Venezia che ha dichiarato “il MAB Unesco nasce negli anni ’70 ed è dedicato allo sviluppo sostenibile, offre supporto ai territori e modelli di gestione in grado di favorire la partecipazione di tutti: enti locali e cittadini. Il Monte Peglia presenta un po’ tutte queste caratteristiche ed è interessante osservare la differenziazione dei diversi soggetti che stanno dietro a questo progetto: Istituzioni e privati  che sono gli attori chiave della Riserva. Sono colpito dalla ricchezza degli interventi che ho ascoltato. L’Ufficio di Venezia è sicuramente interessato a seguire gli sviluppi di questo lavoro”.
Anche Ana Luiza Massot Thompson-Flores, Direttore dell’UNESCO Regional Bureau for Science and Culture in Europe presso la Sede di Venezia, ha apprezzato l’iniziativa ed ha rivolto parole di ringraziamento al Sindaco e alla Città di Orvieto, “una città – ha detto – che stimola una costante generazione culturale e che ha riservato una grande accoglienza a questo importante incontro”. 
“Il Mab – ha proseguito – è uno dei network più attivi, e da un anno il Monte Peglia sta all’interno di questo network con capacità di proposte, progetti e partecipazione alla vita di tutti i Mab Unesco. Imparare da tutti i membri della rete internazionale ed operare con approccio multidisciplinare sono elementi di educazione e cultura. Aver contestualizzato questo convegno nell’ambito delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci ci ricorda che siamo nel campo delle eccellenze. L’interdisciplinarietà è una caratteristica chiave dell’organizzazione dell’Unesco in particolare dell’Ufficio di Venezia. Ed è la multidisciplinarietà che consentirà di affrontare il problema scientifico e culturale del cambiamento climatico dove Unesco collabora a progetti mirati di livello internazionale. La necessità di approcciare questi temi è quella di pensare, agire e utilizzare. Unesco nasce con l’obiettivo della pace e della cultura. In questo senso il progetto di MAB Unesco sullo studio del clima può essere veicolo moltiplicatore degli sforzi fatti a livello locale da esportare a livello nazionale. E’ estremamente importante il coinvolgimento di tutti quanti, nessuno mai può essere lasciato indietro: dal privato alle università, fino al terzo settore tutti devono avere un ruolo. Il che si traduce in una ricchezza di idee per un obiettivo comune che è quello di vivere in un mondo migliore”. 
La Presidente del Comitato Tecnico Nazionale MAB Unesco, Maria Carmela Giarratano ha ringraziato l’Associazione che gestisce la Biosfera Mab Unesco Monte Peglia perché attraverso il convegno ha offerto una gamma articolata di spunti di riflessione a sostegno degli enti gestori. “Il punto fondamentale – ha evidenziato – è che il programma MAB Uomo-Biosfera dell’Unesco mette in gioco la capacità di essere pungolo dei territori sul tema della sostenibilità ambientale. Il valore dell’Unesco  è quindi la capacità di attrarre dei valori positivi. Oggi la nostra posizione sul tema della conservazione si attesta nella logica dello sviluppo sostenibile. Unesco è dunque una cornice importante, significativa, un filo conduttore che mette insieme tante cose di livello scientifico e di governance. Il suo valore di network nazionale e internazionale è perciò molto importante. In Italia stiamo investendo molto sulla rete delle riserve riconosciute e l’Associazione Monte Peglia ha iniziato un percorso che la fa ‘pioniera’ rispetto ad una serie di tematiche. L’invito è di continuare a stimolare ulteriori riflessioni ed approfondimenti sul territorio perché il riconoscimento non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Questa del MAB Unesco per il Monte Peglia è un’esperienza destinata a crescere. Il tema del marchio è sfidante e Unesco su questo è molto rigido. Come Comitato Tecnico Nazionale abbiamo posto il tema della cornice di riferimento per tutte le Riserve Uomo-Biosfera Unesco e siamo in una situazione avanzata del lavoro. Il nostro impegno futuro è proprio imperniato sul tema del brand. Auguro a tutti un lavoro positivo e la crescita del dialogo tra le Istituzioni”.
Il Presidente della Riserva della Biosfera Unesco del Monte Peglia, Francesco Paola ha ricordato, infine che “in questo ultimo anno abbiamo avuto due nuove riserve Mab Unesco (in totale sono 19) segno della ricchezza e della originalità della proposta che è stata ben interpretata dalla Presidente Giarratano. Questo odierno incontro dimostra il collegamento del MAB Unesco Monte Peglia alle Istituzioni che devono essere poste al passo con i tempi, attraverso la cultura, la creatività, e i temi del diritto internazionale. Aver dedicato il convegno a Leonardo da Vinci che si collocava in un territorio di confine fra epoche storiche verso il Rinascimento, in qualche modo esprimere il nostro comune desiderio di agire per dare un nuovo Rinascimento, una nuova prospettiva di presente e di futuro al mondo in cui siamo e alle generazioni che lo vivranno”.
Il convegno si è concluso nel pomeriggio, con la visita di Villa Cahen, nel Comune di Allerona,  cui hanno preso parte: il Comandante regionale per l’Umbria dei Carabinieri Forestali, Colonnello Gaetano Palescandolo e il Colonnello Luciano Servili del Reparto biodiversità dei Carabinieri di Assisi. 
E’ stata questa l’occasione per conoscere la storia di Villa Cahen (in stile liberty) raccontata da Alessio Mancini e delle mappe della bassa Valdichiana raffigurate nei disegni di Leonardo da Vinci di cui l’Arch. Alberto Satolli dell’Istituto Storico Artistico Orvietano, ha fornito un’ampia documentazione, fondamentale per conoscere l’evoluzione paesaggistica e urbanistica di questi luoghi.

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Ultimo aggiornamento
16/07/2019