Orvieto intitola a Lea Pacini e Marcello Conticelli due luoghi simbolo della Città

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Orvieto intitola a Lea Pacini e Marcello Conticelli due luoghi simbolo della Città

COMUNICATO STAMPA n. 483/22 G.M. del 14.06.22
Orvieto intitola a Lea Pacini e Marcello Conticelli due luoghi simbolo della Città. Cerimonie di intitolazione, Venerdì 17 giugno a partire dalle ore 10  
• A LEA PACINI ideatrice e creatrice del Corteo Storico sarà intitolata la piazzetta compresa tra corso Cavour e via de’ Montemarte (detta di Fontana Secca) 
• A MARCELLO CONTICELLI artigiano dei metalli ed artista di grande valore, il tratto di strada compreso tra via del Popolo e Piazza Cimicchi (oggi denominata Via Vivaria) 
(ON/AF) – ORVIETO – Per decenni hanno operato per la valorizzazione della memoria storica della Città di Orvieto espressi nella creatività e nell’artigianato artistico che ha interpretato la cultura, la storia, la tradizione e la fede degli orvietani per la solennità del Corpus Domini, ed oggi, alla vigilia di questa festa fortemente identitaria per questa città, in segno di gratitudine per quanto hanno realizzato nel corso della loro vita, Orvieto intitola a Lea Pacini e Marcello Conticelli due luoghi simbolo
Nello stesso giorno, Venerdì 17 giugno a partire dalle ore 10 si svolgerà infatti la duplice cerimonia di apposizione delle targhe di intitolazione: della piazzetta compresa tra Corso Cavour e via de’ Montemarte (detta di Fontana Secca ma ancora priva di denominazione) a LEA PACINI ideatrice e creatrice del Corteo Storico; e del tratto di strada compreso tra via del Popolo e Piazza Cimicchi (oggi denominata Via Vivaria) a MARCELLO CONTICELLI artigiano dei metalli ed artista di grande valore.
Tali intitolazioni fanno seguito alle mozioni approvate all’unanimità dal Consiglio Comunale, e avverranno alla presenza del Sindaco, Roberta Tardani, dei rappresentanti della Giunta e del Consiglio Comunale, dei rappresentanti dell’Associazione “Lea Pacini” e i familiari di Lea Pacini e Marcello Conticelli
Nel 1951, la Signora Lea Pacini – di cui lo scorso 19 febbraio sono stati celebrati i 30 anni dalla scomparsa – raccolse l’invito dell’allora Vescovo Mons. Francesco Pieri che le propose di ideare qualcosa che avrebbe potuto accompagnare la processione religiosa del Corpus Domini con il fine di ricreare e celebrare il Miracolo Eucaristico, facendo rivivere nella città una splendida atmosfera medievale. Fu l’inizio di un lavoro impegnativo di creazione dal nulla di un progetto grandioso, un’opera che impegnò senza sosta la Signore Pacini e i suoi collaboratori più stretti, sarte qualificate e persone di sua fiducia. Lei stessa cuciva, disegnava, dipingeva e guidava le sarte nel difficile compito di dare forma a quei meravigliosi abiti, pezzi unici realizzati rigorosamente a mano da sapienti mani artigiane. Ebbe la geniale idea di far sfilare anche cittadini illustri, conosciuti da tutti in città per il loro lavoro, per l’occupazione o per il ruolo che ricoprivano e ciò contribuì al fatto che, nel giro di poco tempo, le domande per entrare come figurante divennero numerose. Il Corteo divenne in breve un simbolo di serietà e rispettabilità. Esso rappresentava quel senso di appartenenza alla comunità cittadina che in precedenza si era perso. Di anno in anno la Signora Pacini scriveva a mano persino le convocazioni dei figuranti fino ad arrivare a 400 lettere. Seduta nella stanza alla sua scrivania, nella sala del Palazzo del Capitano del Popolo, la signora Lea sceglieva, vedendoli camminare verso di lei, i figuranti che sempre più numerosi si presentavano per il reclutamento. Ogni costume doveva essere assegnato nel modo più rigoroso possibile, ogni personaggio doveva saper interpretare l’abito che indossava e il conferimento di un costume non era mai casuale. Nel 1973 venne nominata Cavaliere al merito della Repubblica Italiana e nel 1991 fu promotrice dell’istituzione di un’associazione ad hoc per la continuità e la gestione del Corteo Storico, associazione che oggi porta il suo nome.
A Marcello Conticelli – artista del ferro battuto – viene intitolata la strada sulla quale insisteva la sua bottega artigiana, attualmente denominata “Via Vivaria” (tratto compreso tra Via del Popolo e Piazza Cimicchi) riconoscendogli il grande valore umano e l’ingegno dell’artista che ha lasciato alla Città di Orvieto un grande patrimonio artistico. Proprio nella sua bottega di Via Vivaria, a due passi dal Palazzo del Popolo, egli creò innumerevoli opere d’arte. Solo per il Corteo Storico realizzò i disegni degli stendardi, ma anche gli scudi, gli spadoni, le armi, i camaglio, le gorgere, gli elmi, i pugnali, uno scettro di comando, le medaglie in smalto, le collane di rame, nonché la sommità della struttura che sorregge un grande stendardo con il vecchio stemma del Comune di Orvieto. Altro manufatto pregiato da lui creato è il nuovo Reliquario del S.S. Corporale a lui affidato dall’Opera del Duomo su disegno dell’Arch. Stramaccioni che attualmente sfila nella processione del Corpus Domini. Tra le altre opere d’arte da lui realizzate vi sono anche il Calice donato a Papa Paolo VI in occasione della sua visita ad Orvieto nel 1964; il Reliquiario di Santa Cristina di Bolsena nel 1980; le armature di epoca romana per il corteo storico di Bagnoregio; un trono e un ostensorio per la tradizionale festa di Santa Rosa a Viterbo. Nel 1973, Marcello Conticelli fu nominato Cavaliere al merito della Repubblica Italiana dal Capo dello Stato Giovanni Leone e nel 2007 gli fu assegnato il Premio “Il Pialletto d’Oro” come artigiano orvietano dell’anno. Egli realizzò moltissimi lavori tutt’ora presenti e visibili nella nostra città: insegne di alberghi, esercizi commerciali e addirittura dell’Istituto per Geometri di Ciconia. L’intitolazione della via che per decenni ha risuonato dei colpi di martello battuto sul ferro forgiato nella sua bottega, è il segno della riconoscenza all’uomo e alla grande eredità che ha lasciato attraverso opere che restano nel tempo e sono vanto dell’artigianato orvietano nel mondo.
 

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Ultimo aggiornamento
14/06/2022