COMUNICATO STAMPA n. 286/21 G.M. del 07.04.21
Piano nazionale ripresa e resilienza / PNRR: da Enti locali e operatori economici umbri apporti alla definizione e attuazione del piano. Ruolo di Anci Umbria per assistenza tecnica
(ON/AF) – ORVIETO – Anci Umbria si propone come punto di riferimento per i Comuni, prevedendo assistenza tecnica e procedurale nella definizione e attuazione del Piano nazionale ripresa e resilienza / PNRR previsto nel Next Generation EU, lo strumento di ripresa temporaneo che contribuirà a riparare i danni economici e sociali immediati causati dalla pandemia da Coronavirus, allo scopo di creare un’Europa post Covid-19, che vedrà protagonisti gli Enti locali come proponenti e attuatori di buone progettualità improntate al verde, al digitale, alla resilienza.
Sfide presenti e future che prevedono comunque una parte burocratica, di rendicontazione e di spesa complessa e articolata, in quanto la commissione europea ha impartito un nuovo indirizzo, dal momento che il controllo non avverrà sulla spesa, ma sui risultati conseguiti.
E’ quanto emerso oggi durante il webinar “Gli apporti dagli Enti locali e dagli operatori economici della Regione Umbria per la definizione e attuazione del piano nazionale ripresa e resilienza (PNRR)”, promosso da Anci Umbria, a cui hanno partecipato esperti di programmazione comunitaria e program management, rappresentanti di Anci Umbria, Regione Umbria, dei Comuni e altri interlocutori, i quali si sono confrontati sullo stato di definizione del PNRR, i suoi contenuti, modalità e tempi di attuazione.
Lo riferisce una nota di Anci Umbria nel sottolineare che l’attuazione del NEXT GENERATION Italia impegnerà gli operatori economici e i funzionari degli Enti Locali umbri per l’atteso contributo nella realizzazione degli investimenti e delle riforme del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che è parte sostanziale del NG Italia. La Regione Umbria potrà beneficiare di importanti ricadute derivanti dall’attuazione del piano, a patto di trovare una repentina operatività. Secondo le indicazioni impartite dalla Commissione Europea, infatti, il Piano dovrà avvenire in tempi estremamente contenuti.
I programmi, come sostenuto dal segretario generale di Anci Umbria, Silvio Ranieri avranno piena efficacia laddove verrà creata una rete fra Comuni, con Anci Umbria che metterà loro a disposizione assistenza tecnica; e tra loro e le altre Istituzioni, a partire dalla Regione Umbria, il sistema sanitario, proseguendo con l’Università e l’istruzione, le associazioni di categoria, i sindacati, la rete delle imprese, in un’ottica di rilancio dell’intero territorio regionale.
Due sono i punti di partenza: 1) per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, Anci nazionale ha individuato 10 azioni di sistema; 2) i Comuni si sono attivati con una loro progettazione. E’ però fondamentale che accanto ai progetti e alle risorse ci sia la capacità di saper rendicontare, di adempiere a una serie di atti e passaggi burocratici chiesti che dall’Unione Europea. Procedure fondamentali, senza le quali le risorse non saranno erogate. Di qui la disponibilità di Anci Umbria ad offrire assistenza tecnica ai Comuni, per ciò che attiene gli aspetti procedurali e della rendicontazione.
Le parole chiave dovranno essere sviluppo e servizi: l’Umbria dovrà modernizzarsi, digitalizzarsi, essere sempre più all’avanguardia con la tecnologia, ma contemporaneamente ampliare il novero dei servizi ai cittadini e alle imprese. Il tutto, salvaguardando ambiente, territorio e sostenibilità. Oltre a identità e tradizioni che dovranno interagire, senza essere sopraffatte, da una visione innovativa di città e di comunità. Ci sarà un nucleo centrale, il NG, da cui si sprigionerà energia positiva in tutti gli ambiti del nostro vivere.
Le varie problematiche sono state trattate dai consulenti indipendenti, Angelo Bianchi e Raffaele Colaizzo. Proprio quest’ultimo ha parlato del grande sforzo di investimenti dell’Unione europea per lo sviluppo e la coesione pari a 750 miliardi di euro attraverso il NEXT GENERATION, destinati nel periodo 2021/27 alla ripresa e alla trasformazione economica articolata attorno agli assi di transizione ecologica, digitale e della inclusione sociale. L’Ue chiede agli Stati membri un impegno sulle riforme dei sistemi, affinché gli effetti di lungo periodo degli investimenti si verifichino e abbiano piena riuscita, e darà finanziamenti al termine delle realizzazioni, dopo aver accertato che i risultati stabiliti in partenza siano stati veramente raggiunti. Colaizzo ha spiegato che la governance dei piani nazionali è complessa: la Commissione europea approva i piani, coordinati dalle amministrazioni nazionali, ma Regioni ed Enti locali hanno un ruolo fondamentale, come proponenti e attuatori di buona progettualità.
Il piano impone di terminare gli investimenti entro il 2026, ha evidenziato invece Angelo Bianchi, definendolo un termine molto sfidante per chi opera nel settore dei contratti pubblici, stante la durata media molto elevata di una infrastruttura nel nostro Paese. Di qui l’esigenza di risolvere il problema ventennale di disallineamento del sistema di attuazione dei contratti italiani rispetto alla gestione del ciclo di vita del progetto europeo, dal momento che in Italia i progetti procedono per livelli di progettazione, mentre l’Ue richiede identificazione nella definizione del piano, documenti che non sono previsti nel codice dei contratti italiano e un ciclo di progettazione breve. L’implementazione del piano e la governance richiederanno quindi un impegno e un coinvolgimento molto forte, con un coordinamento dei Comuni, in particolare e in generale degli Enti locali che saranno proponenti e beneficiari degli interventi.
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