Consegnato un documento con cui si chiede l’impegno del Comune a ricorrere contro la pronuncia del Consiglio dei Ministri. Il vicesindaco Mazzi: “Siamo ancora in attesa del provvedimento”. Il sindaco Tardani: “Faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità”
(COMUNICAZIONE) ORVIETO – Durante la seduta dell’11 agosto il consiglio comunale di Orvieto ha ricevuto una delegazione formata da cittadini e rappresentanti di comitati e associazioni ambientaliste che hanno richiesto un confronto sul progetto del parco eolico Phobos, tra i comuni di Orvieto e Castel Giorgio, dopo la recente pronuncia del Consiglio dei Ministri.
La delegazione ha letto e consegnato al sindaco Roberta Tardani e al presidente del consiglio comunale Umberto Garbini un documento che fa seguito all’assemblea pubblica che si è tenuta nei giorni scorsi a Torre San Severo.
Nel documento si chiede “l’impegno del Comune a ricorrere contro i provvedimenti inerenti il progetto Phobos assumendo il ruolo di Comune capofila rispetto agli altri Enti, l’impegno del Comune a svolgere un consiglio comunale aperto per dibattere sul progetto Phobos e sui progetti di impianti a fonti energetiche rinnovabili previsti dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), l’impegno del Comune a sostenere, presso le sedi opportune (Regione, Ministeri, Conferenza unificata) l’individuazione di criteri ai sensi dell’art. 20, comma 1, del decreto legislativo 199/2021, che salvaguardino le vocazioni agricole, turistiche, paesaggistiche del territorio orvietano e zone limitrofe“.
“Siamo in attesa di leggere il provvedimento del Consiglio dei Ministri, che non è stato ancora pubblicato, per poter analizzare dal punto di vista giuridico la possibilità di fare ricorso“, ha detto il vicesindaco con delega all’Urbanistica, Mario Angelo Mazzi, che si sta occupando della vicenda. “Agricoltura, turismo e paesaggio non sono solo vocazioni – ha aggiunto – perché su questi aspetti abbiamo fondato la nostra ‘industria’ e questi impianti vengono proprio a ledere la nostra industria senza lasciare niente sul territorio. Siamo intervenuti sugli assessori regionali competenti – ha proseguito – per chiedere un piano che definisca i limiti per la realizzazione degli impianti energetici da fonti rinnovabili e individui i siti idonei a partire da un’analisi corretta non solo sulla capacità di produzione ma anche sull’effettiva capacità di consumo delle aree sulle quali vanno ad insistere. Per quanto riguarda Phobos – ha ribadito – attualmente è stata concessa l’autorizzazione all’installazione di un anemometro e mi auguro che in questi due anni che la società si è riservata per effettuare i test si possa arrivare alla conclusione che non è possibile realizzare questi impianti dove non c’è vento“.
Tutti i consiglieri comunali presenti hanno accolto le richieste presentate dalla delegazione. “I problemi si risolvono – ha detto Franco Raimondo Barbabella (Prima gli orvietani) – se si individuano zone idonee dove realizzare questi impianti, siano essi eolici che fotovoltaici“. “C’è un tema tecnico, che riguarda i ricorsi, ma soprattutto c’è un tema politico – ha affermato il capogruppo della Lega, Andrea Sacripanti – ed è su questo fronte che va alzato il livello del confronto partendo dal principio che non si può ‘violentare’ un territorio senza peraltro aver nessun beneficio”.
“Comprendiamo e condividiamo le preoccupazioni di cittadini e associazioni – commenta il sindaco Roberta Tardani – che nel corso del confronto hanno riconosciuto l’impegno dell’amministrazione comunale. Abbiamo presentato nelle sedi opportune pareri e osservazioni che ritenevamo e riteniamo essere di sostanziale importanza perché partono dal presupposto che il parco eolico ricadrebbe in un’area individuata e perimetrata nel Piano regolatore generale come Parco culturale che risponde a precise regole e finalità. Attendiamo ora di conoscere nel merito i contenuti del provvedimento del Consiglio dei Ministri e faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per contrastare progetti che non salvaguardano il nostro territorio”.