COMUNICATO STAMPA n. 214/19 G.M. del 28.03.19
Alla Settimana dell’Arte 2019 il lavoro e l’esperienza 50nnale del Nucleo Carabinieri nella Tutela e Recupero dei Beni Culturali
(ON/AF) – ORVIETO – “La tutela del patrimonio artistico e culturale non è prerogativa delle sole Istituzioni, ma riguarda indistintamente ogni cittadino. Nel nostro Paese tutti noi siamo eredi, depositari di un patrimonio inestimabile del quale dobbiamo sentirci responsabili in prima persona, a cominciare dai giovani, chiamati ad interessarsi all’arte, ad aggiornarsi, ad approfondire, perché ‘Un Popolo senza memoria è un popolo senza futuro’”.
Con questo appello tratto da una citazione di Luis Sepulveda, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale dell’Umbria, Colonnello Guido Barbieri ha improntato l’incontro con una folta e attenta rappresentanza di studenti orvietani, sul tema della Tutela e Recupero dei Beni Culturali che si è svolto, questa mattina presso la Sala Consiliare del Comune di Orvieto, nell’ambito della 2^ edizione della Settimana dell’Arte 2019, istituita dall’Amministrazione Comunale per dare concreto riconoscimento al valore della cultura come alto strumento per la convivenza civile e matrice di formazione e progresso dei cittadini. Conferenza organizzata dall’Assessorato alla Cultura, in collaborazione con ANC / Associazione Nazionale Carabinieri, Lions Club Orvieto ed IISACP.
“Un incontro con il quale apriamo la ‘Settimana dell’Arte 2019’, progetto a cui ha lavorato l’Assessore Alessandra Cannistrà che ringrazio” ha detto in apertura il Sindaco, Giuseppe Germani aggiungendo: “la città di Orvieto si merita di approfondire i vari aspetti dell’arte e della sua tutela, per riflettere sul futuro della valorizzazione del patrimonio artistico di cui è ricca. Della tutela e valorizzazione del nostro patrimonio i giovani sono una componente fondamentale, poiché essi dovranno prendere il testimone e portare avanti negli anni questo impegno civico. Il recente avvio del progetto di ricollocazione in Duomo delle statue di Francesco Mochi che hanno avuto una vicenda storica tribolata, dimostra che occorre tenacia e impegno per realizzare risultati importanti. Dimostra che bisogna crederci fino in fondo. Io non penso ad una città museo ma ad una città vissuta che però dedica grande attenzione alla cultura e al turismo ad essa legato, che è poi alla base della nostra economia. I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale ci aiutano molto a tenere sotto sorveglianza il patrimonio nazionale, anche della nostra Regione e della nostra città. A loro va tutta la nostra gratitudine”.
“Lo scorso anno, in occasione della 1° Settimana dell’Arte – ha detto da parte sua l’Assessore, Alessandra Cannistrà – parlammo della piattaforma ‘Art Bonus’ creata dal Mibact per far incontrare domanda e offerta del patrimonio culturale, ovvero l’offerta degli ‘aspiranti mecenati’. Il tema di oggi è invece il recupero, che verrà declinato in due modalità. Con i Carabinieri relativamente al recupero da un mercato incontrollato e non sempre legale, o da una situazione di rischio, di opere d’arte che vengono poi restituite ai proprietari; una attività che si esplica nel controllo sui movimenti che avvengono nel mondo dell’arte, nel recupero ero e proprio del patrimonio culturale. Nel pomeriggio, affronteremo invece l’aspetto del recupero inteso come restauro di un bene. In questo caso si tratta del portico di Sant’Andrea ed il restauro dei manufatti in terracotta, di cui il Lions Club Orvieto si è fatto mecenate. Ringrazio il Colonnello Barbieri per lo sforzo grande della cura che il Nucleo Carabinieri si è assunto anche nella nostra città”.
“Quest’anno si celebra il 50° anno dalla fondazione del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, nato il 3 maggio 1969 – ha esordito il Colonnello Guido Barbieri, Comandante del Nucleo dell’Umbria – ed incontri come quello odierno che svolgiamo nell’ambito delle attività di relazione diretta con i cittadini e gli studenti, ci da modo di far conoscere il lavoro e l’esperienza condotta in 50 anni di attività a protezione dell’Arte in Italia, dove esiste oltre il 60% del patrimonio culturale mondiale.
Ci viene data così l’opportunità di raccontare un lavoro particolare, poiché quella del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale è una missione particolare, è un’attività fatta di professionalità la cui eccellenza è riconosciuta in tutto il mondo. Io mi sento un privilegiato perché ho la responsabilità e l’onore di coordinare un reparto che si occupa della protezione dei beni culturali”.
“Luis Sepulveda – ha proseguito – sostiene che ‘un Popolo senza memoria è un popolo senza futuro’ e basta osservare la distruzione della Biblioteca Universitaria di Sarajevo, dei Buddha di Bamiyan in Afghanistan, o la città di Palmira in Siria, per capire quanto ciò sia vero.
In questo senso la Costituzione Italiana all’articolo 9 tutela il patrimonio storico-artistico della Nazione, e questo ci dice che come cittadini dobbiamo e possiamo fare molto per il patrimonio del nostro Paese che, essendo una ricchezza, è oggetto di un forte interesse economico da parte della criminalità, così come le armi, la droga o i prodotti finanziari con un giro di affari di 3 mld di dollari di guadagno annuo che sviluppa questo mercato illecito.
In Italia, il reparto nacque nel 1969 da una felice intuizione dell’allora Capo di Stato Maggiore, Gen. Arnaldo Ferrara che determinò di costituire, presso il Ministero della Pubblica Istruzione e d’intesa con questo, il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico, allo scopo di fronteggiare, con strumenti ed interventi mirati, l’allarmante fenomeno della depauperazione del più grande museo al mondo quale è l’Italia. Inizialmente erano poche unità. Il 14 novembre 1970, un anno dopo, la Conferenza Unesco stabilì che i Paesi dovessero darsi degli strumenti per la salvaguardia del patrimonio artistico e culturale. Ovviamente l’Italia fu la prima.
Nel 1971 il Comando Generale dell’Arma stabili l’elevazione del reparto al rango di Comando di Corpo, retto da un Colonnello, con alle dipendenze il preesistente Nucleo Tutela Patrimonio Artistico, che negli anni successivi, venne riconfigurato in Reparto Operativo, articolato nelle Sezioni Archeologia, Antiquariato, Falsificazione ed Arte Contemporanea proprio per rispondere ad un modello organizzativo più consono alle aumentate esigenze di contrasto nel particolare comparto criminale.
Nel 1992, venne formalmente sancita la collocazione del Comando nell’ambito del Dicastero, così come ne venivano formalizzati funzioni e compiti, con la nuova denominazione di Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico, che è stata mantenuta sino all’emanazione del D.P.R. 307/2001, con il quale il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (la nuova e attuale denominazione) è stato inserito tra gli Uffici di diretta collaborazione del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, al quale risponde funzionalmente.
Dopo quelli storici di Firenze, Monza, Napoli e Palermo, i Nuclei per la Tutela del Patrimonio Culturale sono nati in ogni regione. In Umbria è stato istituito il 31 marzo 2016 con 8 persone dedicate a questa attività che sono supportate dall’apparato dell’Arma dei Carabinieri a livello territoriale. Con il terremoto del 2016 il nostro Nucleo ha dato il suo significativo contributo al recupero e alla tutela del patrimonio artistico colpito dal sisma collaborando attivamente con i Vigili del Fuoco”.
“L’attività che ci compete – ha proseguito – è suddivisa in: preventiva (musei, case d’asta, antiquari), di contrasto, addestrativa nazionale ed internazionale mediante missioni all’estero per formare gli operatori delle polizie al recupero di beni culturali, di diplomazia culturale, e di sensibilizzazione del pubblico per sviluppare la conoscenza e la coscienza comune su quanto è necessario l’apporto dei singoli cittadini.
L’ultima specializzazione che è nata è la Task Force ‘Unite4Heritage’ cioè i ‘Caschi Blu della Cultura’ che intervengono in caso di grave pericolo per il patrimonio culturale e nata sulla scorta degli attentati in Medio Oriente.
Le aggressioni più rilevanti a livello criminale sono: i furti di beni culturali, la commercializzazione di reperti archeologici scavati clandestinamente, il commercio illecito di beni librari e archivistici (un intervento in tal senso è stato fatto proprio di recente con la riconsegna all’Opera del Duomo di Orvieto di 25 documenti archivistici che erano stati trafugati tra il 2006 e il 2008 e rivenduti su Internet), e ancora: il danneggiamento di beni culturali anche per scopi commerciali, la falsificazione di opere d’arte, l’utilizzo sempre più massiccio dei canali telematici in cui si può comprare anche arte.
L’Arma dei Carabinieri lavora in tanti ambiti: noi lavoriamo tra le bellezze artistiche a tutela di un patrimonio culturale anche di proprietà ecclesiastica che è forse il più aggredito.
Grazie al supporto delle sezioni territoriali e di tutte le componenti dell’Arma dei Carabinieri distribuite sul territorio nazionale di recente abbiamo assunto anche la funzione di polo di gravitazione informativa e di analisi a favore di tutte le Forze di Polizia, con particolare riferimento all’amplementazione della Banca Dati specializzata. Insieme con le altre Forze dell’Ordine e in sinergia con le Soprintendenze viene svolta attività in campo internazionale tramite INTERPOL secondo le convenzioni.
La Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti è uno strumento operativo importantissimo per le forze di polizia, contiene 1.240.565 opere da ricercare, 671.895 immagini, 64.849 furti denunciati in Italia e all’estero, 6.435.467 di beni descritti.
Nei 50 anni della nostra attività sono stati recuperati 801.851 oggetti d’arte; sequestrati 1.101.618 reperti archeologici, 1.362.482 beni falsi, denunciate 22.632 persone, solo per citare alcuni dati.
Non ci stanchiamo di cercare la verità che è sempre l’obiettivo da raggiungere, e lo facciamo in collaborazione con gli esperti storici dell’arte e i restauratori.
Effettuiamo ricognizioni aeree sul territorio, accertamenti e verifiche delle misure di sicurezza in musei, archivi e biblioteche ma anche nelle case d’asta attraverso indagini transnazionali. Ci avvaliamo molto delle tecnologie e di recente abbiamo dato vita all’App-iTPC per diffondere ulteriormente la cultura della legalità, verificare se un bene è oggetto di ricerche e contribuire al recupero del patrimonio culturale da parte di tutti”.
“Impossessarsi di beni culturali è un reato – ha concluso – il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio del 2004 esplicita anche le condotte che costituiscono reato. Quindi l’educazione è un fattore chiave. Mostre, workshop, lezioni nelle scuole e pubblicazioni consentono di costruire una consapevolezza più elevata tra i cittadini che, al pari delle Istituzioni, hanno il dovere, ciascuno per la propria parte, ad impegnarsi per tutelare il patrimonio del nostro Paese e del patrimonio delle civiltà in ogni parte del mondo che è un bene che ci appartiene. I giovani hanno perciò un impegno grande da portare avanti nel presente e nel futuro”.
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