“SIPARIO!” sugli artisti e gli spettacoli della stagione teatrale 2022/23 del Mancinelli di Orvieto
COMUNICATO STAMPA n. 710/22 G.M. del 17.09.22
“SIPARIO!” – Artisti e spettacoli della stagione teatrale 2022/23 del Mancinelli di Orvieto
(ON/AF) – ORVIETO – La stagione teatrale e musicale “SIPARIO!” presentata oggi al Teatro Mancinelli di Orvieto costituisce, per la molteplicità e la qualità delle proposte culturali, una prosecuzione della programmazione artistica già avviata dal Comune di Orvieto durante la stagione estiva 2022 con la seconda edizione di “Orvieto Sound Festival” particolarmente apprezzata dal pubblico e che ha registrato il sold out per tutti gli spettacoli tenutisi nella coinvolgente Piazza del Popolo.
Come “Orvieto Sound Festival” anche il cartellone “SIPARIO!” si colloca quindi nella prospettiva del rilancio e della valorizzazione dell’offerta culturale e turistica di Orvieto, città che attrae visitatori non solo appassionati di arte, storia, buon vivere ed enogastronomia, ma anche per la sua dimensione di centro vitale delle realtà culturali emergenti sia nella comunità locale che nel panorama nazionale dello spettacolo.
In questo quadro, il cartellone della stagione 2022/2023 del Teatro Mancinelli, firmata dal direttore artistico Pino Strabioli – attore, autore, conduttore televisivo di fama nazionale, ma soprattutto orvietano di nascita e profondamente legato alla sua città – propone una parterre di artisti popolari e molto apprezzati dal grande pubblico non solo a teatro ma anche al cinema e in tv, attori e attrici di esperienza che stanno rinnovando il panorama del teatro italiano.
Nomi come Elena Sofia Ricci alla prima prova da regista che, per l’anteprima della stagione del Mancinelli, Domenica 2 ottobre (ore 18) si cimenta nella tragedia “FEDRA” scritta dal filosofo e drammaturgo SENECA.
“Quando mi si è prospettata la possibilità di curare la regia della Fedra di Seneca – dice la regista – immediatamente sono stata colta da un senso profondo di inadeguatezza. Poi, la sfida. E allora mi sono chiesta: quale può essere la mia visione di Fedra oggi? Dove posso collocarla? Riflettendo e studiando, ho sentito che in questa tragedia c’è sicuramente all’interno di ciascuno di noi una parte di ogni personaggio, e che forse, in questa nostra era, siamo tutti un po’ Ippolito: a pezzi, a brandelli. E così ho pensato che una discarica infernale, uno “sfasciacarrozze di tutti i tempi”, potesse essere il luogo in cui collocare questa Fedra. Vero, moderno. Questo è quello che vorrei arrivasse: la forza della ‘parola’ di Seneca – così tragicamente contemporanea. Ma temo non sia stato Seneca ad essere incredibilmente avanti, piuttosto, forse, siamo noi uomini ad essere rimasti tragicamente indietro”.
E poi Anna Foglietta e Paola Minaccioni interpreti molto amate dal pubblico che, per la prima volta insieme sul palco, Venerdì 28 ottobre (ore 21) debutteranno in prima nazionale nella pièce L’ATTESA di Remo Binosi per la regia di Michela Cescon. Anna Foglietta e Paola Minaccioni daranno corpo e voce alla nobildonna Cornelia e alla sua serva Rosa. Un dualismo moderno da teatro del ‘900, tra personaggi, ma anche drammaturgico tra il teatro di Rosa in lingua veneta e la letteratura ricca di immagini e inconscio di Cornelia. Sebbene l’azione sia ambientata nel ‘700 i temi e i contenuti trattati sembrano parlare di noi, come se non fosse cambiato nulla: la differenza di classe, il rapporto serva-padrona, il doppio, l’amore, il piacere, la maternità, il peccato, la punizione, il femminile, il male, la morte, la seduzione.
E ancora, Francesco Montanari impegnato in una ri-scoperta moderna e divulgazione del valore dei classici che sarà al Mancinelli Venerdì 11 novembre (ore 21) con Perchè leggere i classici. “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire”. Queste le parole più famose dell’opera “Perché leggere i classici” di Italo Calvino, oggi riproposta per forza comunicativa e attualità. Con intensità Calvino si confronta con i classici e con l’importanza sociale che essi hanno. Francesco Montanari, diretto da Davide Sacco, fa sue le parole e il pathos narrativo, per entrare nel ricordo di un uomo e di un’epoca ancora vivi, come i grandi classici. In scena con lui, Riccardo Sinibaldi. Un viaggio che dimostra che la cultura non è mai antica, perché porta sempre con sé il suo messaggio universale e che si chiude con lo storico discorso tenuto da Umberto Eco all’Università di Bologna sull’importanza di leggere i classici. Un format interattivo, in cui il pubblico viene coinvolto nella riflessione attraverso divertenti momenti di intrattenimento, con l’ingresso dell’attualità (il testo originale di Calvino dialogherà con la voce di SIRI) e con la leggerezza tipica dell’opera calviniana.
Fino a Valeria Solarino che Venerdì 18 novembre (ore 21) porta a teatro, con classe, ironia e intensa capacità interpretativa, lo spettacolo “Gerico Innocenza Rosa”, scritto e diretto da Luana Rondinelli, che racconta la storia di Vincenzo. Nella casa di campagna che lo ha visto crescere e dove trova sempre conforto e libertà, egli narra il suo percorso di “transizione” alla madre e alla nonna attraverso un dialogo alla ricerca dell’amore e dell’affermazione della propria identità lontano da qualsiasi pregiudizio, per sentirsi finalmente amato e compreso.
Milena Vukotic, icona del teatro italiano, invece, va in scena al Teatro Mancinelli Sabato 26 novembre (ore 21) con “A spasso con Daisy” una storia delicata e divertente capace di raccontare con umorismo il tema complesso del razzismo nell’America del dopoguerra. Anziana maestra in pensione, Daisy è una ricca signora ebrea che vuole apparire povera; una donna dal piglio forte: ironica, diretta, scontrosa, capricciosa, avara. E’ vitale e indipendente nonostante l’età ed è assolutamente maldisposta verso la decisione presa dal figlio Boolie (nel tentativo di arginare la rischiosa smania d’indipendenza della madre) di assumerle un autista. Ma Hoke, l’autista di colore affezionato e analfabeta, è paziente e capace di sopportare tutte le stranezze della vecchia signora e di rimanere dignitosamente in disparte. Poi, giorno dopo giorno, la diffidenza iniziale lascia il posto a un rapporto fatto di battibecchi e battute pungenti che cela in realtà profondo affetto e amicizia malgrado i pregiudizi e le classi sociali.
Pif e Francesco Piccolo sono poi i protagonisti di Momenti di trascurabile (in)felicità Domenica 18 dicembre (ore 21). “Ogni volta che ho letto dei Momenti in pubblico, mi sono reso conto che l’adesione totale della mia voce al personaggio che attraversa questi libri è un modo per raccontarli ancora meglio”. Un modo semplice per avere un contatto diretto e vivo con i lettori, un’occasione per far parlare i libri, con la voce inconfondibile di chi li ha scritti, in un’ora dedicata ai momenti trascurabili dell’esistenza quotidiana – che accomunano tutti in un sorriso (a volte amaro). Ormai è come se Francesco Piccolo li avesse brevettati, questi momenti di cui è fatta la vita: c’è qualcosa, nella qualità del suo sguardo che dilata il tempo delle nostre giornate con la sua leggerezza e la sua vitalità. Il divertimento di vivere ogni istante (anche quelli che dimenticheremmo volentieri) ormai lo conosciamo bene.
Dopo i successi cinematografici Sergio Castellitto, che ad Orvieto è di casa, ha scelto il Teatro Mancinelli per il debutto nazionale di Zorro Venerdì 13 gennaio (ore 21). Nello spettacolo tragicomico ed emozionante scritto da Margaret Mazzantini, Castellitto interpreta un vagabondo, un antieroe che riflette sul significato di una vita che lo ha portato, con le sue scelte, a vivere sulla strada. E ai margini della società, è capace di vedere la realtà osservando la vita delle persone comuni che vivono in uno stato di quotidiana normalità. Un po’ chapliniano, il suo Zorro, senza maschera ma comunque ferito dalla vita, galleggia su sé stesso nel mare degli altri: la strada. E il dramma si fa commedia nella clownerie dell’esistenza. Vita e teatro stanno su un unico proscenio di segni (igiene e buone maniere nei limiti del possibile per sopravvivere) e l’attore si fa cascare addosso il mondo, si trascina in testa il sipario, e lì sotto ci siamo tutti noi…
La platea di artisti ospiti al Mancinelli prosegue con Marco Bocci che Sabato 18 febbraio (ore 21) è con Lo Zingaro; un monologo emotivo ed appassionante in cui l’attore racconta la storia esemplare di un pilota di auto sconosciuto il cui destino è però indissolubilmente legato ad un mito della Formula 1: Ayrton Senna. Ricostruendo in parallelo la vicenda personale dello Zingaro e quella di Senna, il racconto rintraccia coincidenze, premonizioni, intuizioni che quasi segnano il destino dello Zingaro. Il primo incontro con Senna, il primo gran premio visto dalla pista, il rapporto con il padre, il primo go-kart, la scelta di correre, il legame profondo con la famiglia e il desiderio di crearne una propria dopo il divertente incontro con la moglie. E ancora Senna, Senna ovunque. Senna è davanti agli occhi dello Zingaro in ogni curva, in ogni scelta. Lo Zingaro cerca se stesso attraverso un legame quasi ossessivo con il grande campione brasiliano morto ad Imola il primo maggio 1994.
Si continua con Giovanni Scifoni altro volto noto, non nuovo al pubblico orvietano per le sue trascorse partecipazioni al Festival Internazionale d’Arte e Fede che Domenica 12 marzo (ore 18) presenta Santo Piacere. Spesso ci si interroga: Non c’è sesso senza amore è solo il riff di una canzone o una verità assoluta? Come la mettiamo con il VI Comandamento? Tutti dobbiamo fare i conti con la nostra carne e troppo spesso i conti non tornano. Anima e corpo sono in guerra da sempre, alla ricerca di una agognata indipendenza. Come in tutte le guerre, nel tempo mutano le strategie e i rapporti di forza. Ma noi, credenti, bigotti o atei incalliti, continuiamo ad inciampare nelle nostre mutande, tra dubbi e desideri. Scifoni ha un piano: porre fine all’eterno conflitto tra Fede e Godimento. Sequestra così per un’ora il mezzo il pubblico e lo pone al centro di un esperimento unico e irresistibile, avventurandosi tra vizi, ragioni e sentimenti della fauna umana, oscillando come un esilarante pendolo tra gli estremi del sesso e della Fede, in metamorfosi continua tra i suoi personaggi, il morigerato Don Mauro schiavo di un catechismo improbabile, e l’illuminato Rashid, pizzettaio musulmano modernista. In un flusso di coscienza tempestoso e irresistibile, alto e comico al contempo, Scifoni fa rimbalzare Papi e martiri, santi e filosofi, scimmioni primitivi e cardinali futuribili, anni ’80 e Medioevo, dribblando continuamente la tentazione di un meraviglioso e furastico corpo femminile che incombe sulla scena a intervalli regolari per saggiare l’effettiva disintossicazione da sesso del pubblico; liberandosi di pregiudizi, luoghi comuni e vestiti, Scifoni ci trascina seminudo a riva con l’ultimo sorprendente quadro, che sembra mettere finalmente d’accordo Piacere e Santità.
Enzo Iacchetti e Vittoria Belvedere si trovano … Bloccati dalla Neve, sul palcoscenico del Mancinelli, Venerdì 21 aprile (ore 21) in una commedia brillante che ha per tema la convivenza tra persone diverse per carattere, per come concepire il mondo e la vita, in una situazione al limite, di estrema necessità. Patrick un uomo di mezza età vive solitario in un cottage di campagna ed ama stare da solo. Negli anni ha sviluppato una sorta di misantropia. Un giorno però, durante una violentissima tempesta di neve, la sua pace viene turbata da Judith, una donna che vive nel villaggio vicino, la quale bussa alla porta di Patrick chiedendo pane e uova. È completamente coperta di neve. Sui capelli si sono formati addirittura dei ghiaccioli! Patrick, indispettito, la accontenta, sperando che le se ne vada presto, ma la tempesta di neve diventa ancora più violenta e un comunicato della polizia intima a tutti gli abitanti dei dintorni di non uscire all’aperto e di barricarsi in casa. Patrick e Judith sono perciò costretti a dover convivere in quella quarantena forzata. Due caratteri forti messi costantemente a confronto, ventiquattro ore su ventiquattro. Lo scontro è inevitabile. Seguono giorni di litigi continui, ma anche di risate e di momenti di pura follia. Riusciranno Patrick e Judith a trovare dei punti in comune? Diventeranno amici, nonostante tutto, anche dopo la fine della tempesta di neve? Lo spettacolo è stato scritto durante il primo lockdown del 2020 da Peter Quilter, autore delle commedie di successo “Glorious!” e “End of the Rainbow”, testo quest’ultimo adattato per il film “Judy” (2019), premiato agli Oscar.
Per finire, Pino Strabioli ripropone Domenica 17 maggio (ore 21), non più al Ridotto ma sul palco grande del Mancinelli, Sempre fiori mai un fioraio tratto dal libro scritto con l’indimenticato Paolo Poli, in cui quest’ultimo si è raccontato a Strabioli durante una serie di pranzi trascorsi nello stesso ristorante, alla stessa ora nell’arco di due anni. Pagine dalla quali è nata una serata dedicata al pensiero libero, all’irriverenza, alla profonda leggerezza di un genio che ha attraversato il Novecento con la naturalezza, il coraggio, la sfrontatezza che lo hanno reso unico e irripetibile. L’infanzia, gli amori, la guerra, la letteratura, pennellate di un’esistenza che resta un punto di riferimento non soltanto nella storia teatrale italiana. Strabioli ha affiancato Poli in palcoscenico ne “I viaggi di Gulliver” e insieme hanno condotto per Rai Tre “E lasciatemi divertire” otto puntate dedicate ai vizi capitali. Ma Paolo perché otto? I vizi sono sette! L’ottavo sono io, sciocchi!
Anche il Sipario… sulla musica ha in serbo nomi noti come Marco Castaldi, in arte Morgan in scena Sabato 10 dicembre (ore 21) in un concerto per pianoforte solo, con un repertorio che ripercorre i grandi successi della musica cantautorale italiana ed internazionale con una selezione dei suoi maggiori successi e con riletture dei grandi autori che lo hanno accompagnato durante la sua crescita artistica. Eclettico e poliedrico Morgan è cantautore, musicista polistrumentista, scrittore, compositore, divulgatore musicale e talent scout. La sua produzione tocca molti ambiti musicali: canzoni, colonne sonore cinematografiche e teatrali, la regia di un’opera lirica, un audiolibro con flusso continuo di oltre 5 ore di musica e parole e poi, la sua grande attenzione rivolta alla ricerca, dalla musica classica alla sintesi vocale.
E al Mancinelli di Orvieto sarà di scena anche Patty Pravo con lo spettacolo Minaccia Bionda (data da definire) in cui si misura fra musica e parole attraverso successi, ricordi ed aneddoti, contributi video, alcuni dei quali inediti con la voce narrante di Pino Strabioli. Dalla mitica notte romana del Piper continua ad accompagnare il pubblico tra successi e sparizioni, provocazioni e intense interpretazioni. In scaletta i brani che hanno fatto la storia della musica italiana, ma anche quelli più ricercati e sperimentali. 120 milioni di dischi venduti, ha influenzato generazioni, sconvolto le regole, esplorato e sperimentato nella musica e nello stile: questa è Patty Pravo.
Ancora musica con Omaggio a Fabrizio De André del gruppo Hotel Supramonte che al Mancinelli si è già esibito alcuni anni fa con grandissimo successo e che Sabato il 21 gennaio (ore 21) tornerà ad emozionare il pubblico. Nel panorama musicale la band si distingue per l’intensa interpretazione incentrata sulle emozioni che Fabrizio de André ha racchiuso nelle sue canzoni che sono poesia. Il concerto è un’occasione per viaggiare insieme tra le parole e le note di “uno dei più grandi poeti del ‘900”, un’occasione per chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare, per ricercare nuovi significati e vivere il passato nel presente eseguito. Riconosciuti dalla Fondazione de André la loro missione è emozionare il pubblico interpretando senza scadere nell’imitazione. Il loro non è un semplice concerto, ma un’esperienza da vivere.
Pietro De Silva e Camilla Bianchini saranno al Mancinelli Sabato 5 marzo (ore 21) con Ricomincio da G. Omaggio a Giorgio Gaber un racconto in forma di monologhi alla scoperta dell’inventore di una nuova forma di rappresentazione, il “teatro canzone” di Giorgio Gaber. Un excursus sulla sua carriera attraverso il racconto della sua vita, le sue canzoni e i suoi monologhi più celebri soffermandosi sulla scelta di Gaber, a un certo punto della sua vita, di dedicarsi totalmente al Teatro come luogo di espressione diretta senza filtri tra l’artista e il suo pubblico. Uno spettacolo ironico e riflessivo tra parole e musica dalla fine degli anni Sessanta al Duemila attraverso gli occhi dell’artista. La parte musicale è affidata ai musicisti Stefano Cirillo (voce e chitarra), Mauro Canossa (voce e chitarra), Edoardo Fabbretti (batteria), Glauco Fantini (basso), Tommaso Dottarelli (tastiere), Fisandro Famiani (fisarmonica).
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Ultimo aggiornamento
17/09/2022