Verso la costituzione del Distretto Agroalimentare di Qualità del territorio orvietano

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Verso la costituzione del Distretto Agroalimentare di Qualità del territorio orvietano

COMUNICATO STAMPA n. 610/20 G.M. del 27.08.20 
Mozione per la costituzione del Distretto Agroalimentare di Qualità finalizzato alla creazione di un marchio identitario per il rilancio del comparto economico e turistico attraverso la valorizzazione delle filiere agroalimentari del territorio orvietano
(ON/AF) – ORVIETO – Il Consiglio Comunale ha approvato unanimità la mozione presentata dai Cons.ri Andrea Sacripanti, Silvia Pelliccia, Federico Fontanieri, Gionni Moscetti (Gruppo “Lega-Salvini per Orvieto”) con la quale si impegna il Sindaco: 
– a costituire una Commissione di esperti e di operatori attivi nei settori interessati al fine di istituire in tempi brevi il Distretto Agroalimentare di Qualità del territorio orvietano;
– a predisporre una mappa dei Comuni che, per contiguità territoriale, caratteristiche omogenee riguardanti le produzioni agricole, la morfologia del territorio e le finalità da conseguire, siano interessati a far parte del Distretto Agroalimentare di Qualità che avrà nella Città di Orvieto il Comune capofila.
– ad avviare il percorso istituzionale per la progettazione della strategia di sviluppo e promozione del Distretto, nonché per la creazione del partenariato rispondente ai requisiti previsti dalla normativa regionale in premessa. 
Le premesse della mozione sono state illustrare dal Capogruppo Andrea Sacripanti che ha ricordato: “Con D.G.R. n. 199 del 25 marzo 2020 la Regione Umbria, modificando parzialmente la precedente D.G.R. n. 157 dell’11 marzo 2020, ha definitivamente deliberato in merito alle ‘Disposizioni attuative per il riconoscimento dei ‘Distretti del cibo’ ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 228/2001 e smi’.
Il riconoscimento permette alla Regione di dotarsi di un ulteriore strumento per promuovere lo sviluppo rurale e la valorizzazione delle produzioni di qualità, favorendo l’integrazione di filiera, oltre a garantire la sicurezza alimentare e a salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale.
Nelle disposizioni attuative, in base alla normativa nazionale, sono definiti Distretti del Cibo: i distretti rurali; i distretti agroalimentari di qualità; i sistemi produttivi caratterizzati da una elevata concentrazione di imprese agricole e agroalimentari; i biodistretti e i distretti biologici.
Dei quattro Distretti del Cibo suddetti, si ritiene che il Distretto Agroalimentare di Qualità sia lo strumento più coerente con le caratteristiche del sistema produttivo del territorio orvietano e più funzionale al rilancio economico e turistico della nostra area.
Come risulta dalla legge che li disciplina, i distretti agroalimentari di qualità (DAQ) sono, infatti, sistemi produttivi locali, anche a carattere interregionale, caratterizzati da significativa presenza economica e da interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agroalimentari, nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa europea o nazionale, oppure da produzioni tradizionali o tipiche, riconosciuti alla data di entrata in vigore della disposizione nazionale.  
I distretti DAQ sono contraddistinti dalle seguenti caratteristiche: 
– una produzione, legata ad una o più filiere significative per l’economia locale nonché ad uno o più prodotti merceologicamente omogenei, certificate e tutelati ai sensi della normativa vigente, tradizionali o tipici, ivi compresa l’adesione a si sistemi di qualità nazionali; 
– una offerta locale sufficiente a soddisfare le esigenze innovative di processo e di prodotto nonché di Assistenza tecnica e di formazione professionale delle imprese agricole e agroalimentari per la valorizzazione delle peculiarità; 
– un sistema consolidato di rapporti associativi e di collaborazione tra imprese agricole e agroalimentari (consorzi di tutela, OP, AOP, società cooperative). 
I distretti, inoltre, devono possedere una o più delle seguenti ulteriori caratteristiche: 
– la presenza di istituzioni locali che siano interessati alla realtà distrettuale e a stabilire rapporti di tipo collaborativo con le imprese operanti nei diversi settori per assicurare il sostegno e lo sviluppo del territorio;  
– la presenza a livello territoriale di centri di ricerca, anche privati, di eccellenza tecnologica e di servizi di sviluppo che potrebbero interagire e favorire le attività del DAQ; 
– un sistema consolidato di interazione tra le produzioni agroalimentari del territorio e le attività culturali, promozionali e turistiche che si svolgono ordinariamente a livello locale.
Il Distretto Agroalimentare di Qualità, costituisce un importante strumento:
– di rappresentanza nei confronti di istituzioni regionali e nazionali, per la definizione di strategia di sviluppo e valorizzazione del territorio e delle relative produzioni agroalimentari di qualità del territorio Orvietano;
– per favorire processi di riorganizzazione delle relazioni tra i differenti soggetti delle filiere operanti nel territorio del distretto del cibo, al fine di promuovere la collaborazione e l’integrazione fra i soggetti delle filiere, stimolare la creazione di migliori relazioni di mercato e garantire prioritariamente ricadute positive sulla produzione agricola.
– potenzialmente per attrarre fonti di finanziamento europei attraverso la partecipazione a bandi volti alla formazione delle imprese, alla promozione del territorio e alla valorizzazione e commercializzazione della produzione agroalimentare di qualità con evidenti e significative ricadute positive su tutta la filiera di comparto”.  
“Si ritiene – ha concluso – che questo possa essere lo strumento per perseguire i seguenti obiettivi strategici:
– Definizione di un marchio identitario originale e riconoscibile che favorisca lo sviluppo economico e ambientale sostenibile delle filiere del settore primario per la creazione di un sistema locale virtuoso che attraverso l’incoming possa definire la valorizzazione di tutte le filiere agroalimentari che caratterizzano il territorio.
– Definizione di un marchio identitario delle produzioni locali;
– Rilancio del settore della produzione primaria attraverso investimenti nei processi produttivi e nell’offerta;
– Investimenti nella formazione di tutti gli operatori della filiera dal settore primario fino alla commercializzazione e distribuzione;
– Investimenti in ricerca e sviluppo delle produzioni e dell’offerta;
– Sviluppo di collaborazioni volte ad aumentare l’incoming sul territorio con progetti di fidelizzazione di lungo periodo;
– Investimenti verticali su tutte le filiere produttive coinvolte, dal settore della produzione fino alla distribuzione e alla commercializzazione”.
Dibattito:
Giuseppe Germani (Capogruppo “Orvieto Civica e Riformista”): “sono d’accordo rispetto all’impostazione della mozione perché è uno degli strumenti che ad Orvieto mancava. Uno strumento importante purché lo facciamo lavorare in sinergia con tutta una serie di altre strutture che sono sul territorio e che sono nate in questi anni, penso ad esempio a Cittaslow, ai presidi slow food che vanno valorizzati, e del riconoscimento del Mab Unesco recentemente ottenuto che vanno nella direzione della valorizzazione dei prodotti del territorio. Un Distretto del Cibo che, se non tutto, ritengo debba ritagliare una parte importante del territorio sud-ovest dell’orvietano e umbro perché abbiamo tutte le caratteristiche che sono necessarie. Penso alla doc del vino, ma a produttori pionieristici che stanno investendo risorse importanti su altri settori ad esempio sulla filiera dello zafferano o della valorizzazione del maiale cinturello. La pandemia ci sta facendo ripensare il concetto della globalizzazione, quindi dobbiamo tenere conto di tanti aspetti. Siamo disponibili ad essere della partita per quello che comporterà per le forze di minoranza. C’è un tessuto molto forte di capitali privati investiti in questa direzione. Favorevole”.
Federico Giovannini (“Partito Democratico”): “concordo al quanto affermato da Germani perché trovo giusta la proposta in discussione e tutto ciò che il nostro territorio sa esprimere in materia di agroalimentare. Faccio notare che ci sono giovani imprenditori che si stanno misurando con coltivazioni diverse dalla viticoltura e olivicoltura e che riescono a trovare una alternativa. Appoggiamo la mozione auspicando che possa aprire a nuove opportunità di lavoro. Favorevole”. 
Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”): “c’è un’altra coltura molto antica come la canapa che fa parte della nostra tradizione identitaria su cui anche in passato discutemmo, grazie al compianto Pier Luigi Leoni, per essere rimessa in moto. Sulle modalità operative del Distretto del Cibo che vanno sostanziate in un quadro finanziario, di comunicazione e di interazione con i mercati limitrofi e mondiali, raccomando di evitare di costituire troppi comitati, gruppi e tavoli, individuando piuttosto una regia agile. La Regione immagino che sia il soggetto che coordinerà i Distretti, di qui l’importanza di costruire una filiera degna di valorizzare vecchie e nuove esperienze. Altra cosa caratterizzante dovrà essere quella dell’Ogm free. Voto a favore”.
Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”): “condivido l’iniziativa perché segue una logica e perché segua una visione. L’ho dico perché gli obiettivi da raggiungere si fissato seguendo una strategia, secondo una ‘visione’. Spero che nessuno mi criticherà se uso questo termine! Raccomando anche io che in questa operazione si vada a strutture snelle spostando in avanti la politica del progetto e del coordinamento. Non mi preoccuperei del tema dell’identità in quanto tale che si concretizza in altre forme”. 
Umberto Garbini (Capogruppo “Fratelli d’Italia”): “esprimo un plauso al Cons. Sacripanti e alla Regione in particolare al Vice Presidente, Morroni che ha lavorato molto su questo tema. Conosco i problemi del sistema agroalimentare e la tradizione identitaria si contrappone ad un modello di globalizzazione. Ciò che io valuto è che questi prodotti andranno sulle tavole quindi sono contrario ai sistemi di massificazione pertanto auspico che questo Distretto sia emblema a che i prodotti siano funzionali anche per i ristoratori locali ovvero prodotti di qualità per i nostri operatori, evitando modelli non corrispondenti a questo principio”. 
Replica Sacripanti: “ringrazio il Consiglio che ha colto il senso della mozione. Rassicuro che parliamo di Ogm free quindi di prodotti legati al territorio, e saranno commercializzati e sostenuti e provenienti esclusivamente da questo territorio. Vorrei sottolineare anche che il Distretto Agroalimentare di Qualità consente anche delle sinergie con Comuni che non insistono propriamente nella Regione. Ecco perché è stata scelta la tipologia di Distretto del Cibo la cui ratio e quella di superfetazioni di tavoli e creare una struttura snella che sappia intercettare fondi per la promozione delle aziende, saper servire a tavola, promuovere nuovi prodotti, puntare sulla formazione. Tante normative esistenti sono state date per presupposte. Da ultimo riscontrando l’appello del Cons. Germani è ovvio che la presenza del Comune di Orvieto all’interno di questo consorzio assicura delle garanzie rispetto conciliazioni di programma di fattibilità anche con altri attori della città. Speriamo che il Sindaco acceleri tutte le procedure anche perché si sa che per gli inizi dell’autunno uscirà un bando regionale molto importante a cui speriamo di poter partecipare come Distretto del Cibo”. 
Dichiarazioni di voto, Barbabella: “tutti noi siamo molto interessati allo sviluppo del nostro territorio in termini di qualità delle nostre produzioni agroalimentari che sono una risorsa importante. Preciso che il termine identità non mi piace nella sua accezione di ideologia, chiusura, ma non quando si parla di creare i presupposti di valorizzazione e sviluppo dei prodotti del territorio rafforzandone la capacità di stare sui mercanti, anche innovando attraverso sistemi di garanzia e controllo di qualità, educando, facendo corsi, controllando, promuovendo”.
 
 

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Ultimo aggiornamento
28/08/2020