COMUNICATO STAMPA n. 911/22 G.M. del 29.11.22
Vertici della Regione e della Usl Umbria 2 hanno presentato programmi e progetti di potenziamento dei servizi territoriali ed ospedalieri di Orvieto a partire dalla rifunzionalizzazione dell’ex ospedale di Piazza Duomo
(ON/AF) – ORVIETO – Promosso dal Comune di Orvieto e dalla Regione Umbria, nel pomeriggio di oggi si è svolto al Palazzo del Popolo l’annunciato incontro pubblico sui programmi e progetti per il potenziamento dei servizi territoriali ed ospedalieri del territorio orvietano a cui hanno partecipato, oltre al Sindaco, Roberta Tardani, la Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, l’Assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, il direttore regionale alla Sanità, Massimo D’Angelo, il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2, Massimo De Fino, il direttore del distretto di Orvieto, Massimo Marchino e il direttore ospedale “Santa Maria della Stella”, Patrizio Angelozzi, nonché i responsabili tecnici della Usl ed i progettisti dei futuri interventi di rifunzionalizzazione dell’ex ospedale di piazza Duomo in “Casa di Comunità” e “Ospedale di Comunità”.
Ad un anno dalla messa in funzione della nuova apparecchiatura TAC di ultima generazione al “Santa Maria della Stella” di Orvieto in occasione della quale furono presentati i progetti di riqualificazione del presidio ospedaliero con la ristrutturazione e l’ampliamento del Pronto Soccorso e la riqualificazione della Terapia Intensiva, nel suo indirizzo di saluto a quanti -amministratori dei Comuni del territorio, operatori dei servizi socio-sanitari e cittadini – hanno affollato la Sala dei Quattrocento del Centro Congressi, il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani ha detto “quello odierno è un incontro importate per il nostro territorio e la nostra comunità, fortemente voluto da Amministrazione comunale e regionale per fare chiarezza ed informare su cosa la Regione sta facendo per la sanità umbra. In questi tre anni mi sono molto impegnata per invertire un declino. La vicenda Covid non ha certo aiutato, ma se oggi stiamo affrontando situazioni molto complesse è perché molti problemi vengono da lontano, anni in cui la sanità ha risentito di un processo di marginalizzazione e dello smembramento dei principali servizi oltre che di una gestione politica che ha avuto conseguenze ben note.
Finalmente ora c’è uno spiraglio. E’ assurdo che oggi venga detto che siamo qui per fare una passerella politica. L’indebolimento della sanità territoriale è stato il primo problema che abbiamo affrontato ma, con un investimento di 8 mln di euro, si stanno dando risposte su una struttura – l’ex ospedale – che verrà rifunzionalizzata in casa di comunità e ospedale di comunità su cui intendiamo rifondare la sanità territoriale dando nuove prospettive. Nel 2023 sarà espletato l’appalto integrato. Questo intervento darà risposte alle esigenze della medicina territoriale e permetterà al ‘Santa Maria della Stella’ di svolgere pienamente la funzione di emergenza-urgenza che è ribadita e potenziata nel Piano sanitario regionale. La Regione sta anche valutando la possibilità di riutilizzare l’ex mensa della caserma Piave di proprietà della Asl, per realizzarvi una residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza.
Con la Regione – ha aggiunto – abbiamo una interlocuzione quotidiana. Ringrazio tutti gli operatori sanitari che durante la pandemia hanno gestito una situazione che oggettivamente era nuova e potenzialmente ingestibile. Sfruttare però la sanità per questioni politiche è ignobile. Oggi saranno presentati numeri reali, progetti e investimenti per la sanità territoriale che significa anche rilancio e sviluppo socio-economico, cosa affatto scontata dato che in questo momento la sanità regionale sta facendo scelte anche di razionalizzazione che devono garantire efficienza e sostenibilità all’intero sistema umbro. Da Sindaco non ho mai negato che ci sono problemi ma questi vanno risolti, e se sono stati affrontati è perché c’è stato l’impegno di istituzioni ed operatori. Da Sindaco ho puntualmente rappresentato alla Regione Umbria e all’Assessore alla Salute le esigenze del nostro territorio. Le barricate e l’aria fritta quindi non servono a nessuno, soprattutto ai cittadini! Servono al contrario interlocutori seri e da Sindaco sarò sempre a disposizione. Invito tutti ad avere fiducia nelle Istituzioni”.
Anche il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2, Massimo De Fino ha parlato di un incontro importante che alla luce di una serie di dati permette di credere nella sanità territoriale. “Ad Orvieto – ha detto – l’Usl è impegnata nella realizzazione del progetto di trigenerazione energetica, per la messa in sicurezza della struttura alle norme sismiche e nel progetto di ospedale e casa di comunità all’ex ospedale vecchio.
La sanità del futuro è un tema importante quindi ci poniamo di fronte a dati oggettivi rispetto al 2020 e 2021 prevedendo per il prossimo periodo oltre 16 mln di euro di produzione di valore e di attività. Altro dato importante è l’assistenza domiciliare in un’area maggiormente critica dal punto di vista demografico dove la popolazione anziana untra65enne è al 35% mentre in Italia la media è al di sotto del 5% ed il Ministero chiede che almeno il 10% dei pazienti debba essere seguito a livello domiciliare anche grazie alle misure del Pnrr. Con le cure palliative vengono seguiti i pazienti più complessi a partire dagli oncologici, un servizio che al domicilio dei pazienti impegna tutte le figure professionali per visite, prelievi, interventi complessi, fisioterapie.
Si è detto che non si assume personale: più volte ho ribadito che a tale riguardo c’è uno grande problema in Italia. La nostra Usl in 3 anni ha espletato 130 concorsi, avvisi e bandi di mobilità per dirigenza e comparto: alcuni concorsi sono andati deserti altri sono stati partecipati ma purtroppo poi sono stati i medici che hanno deciso dove andare. Oggi sull’area medico-chirurgica del presidio di Orvieto la situazione è migliorata, si fatica ancora per l’area pronto soccorso e rianimazione, ma la direzione strategica dell’azienda è vicina agli operatori con incontri regolari per testare la situazione, il personale ad Orvieto è aumentato dalle 449 unità del 2020 a 470 unità alla data del 25 novembre 2022. Sono state fatte anche molte stabilizzazioni di unità infermieristiche. Mancano medici di medicina generale e di unità assistenziale: sapevamo che i medici in pensione sarebbero stati maggiori di quelli in servizio. Su 6 medici che mancavano siamo riusciti a trovarli almeno 3 per Allerona, Fabro, Parrano, quindi la criticità è stata in parte ridotta anche se ci dobbiamo ancora impegnare”.
“Si è detto che non sono stati impegnati fondi per sostituire l’attrezzatura – ha proseguito De Fino – eppure nell’ultimo triennio abbiamo investito 2 mln di euro, sostituiti impianti e apparecchi collegati all’assistenza Covid. Lo scorso anno sono stati acquistati 6 ecografi di cui uno del valore di 130 mila euro, oltre 935 mila euro complessivamente per la nuova Tac operativa da un anno, in questo campo sono stati investiti altri 545 mila. C’è poi il progetto del Sistema robotico Modulare per la sala operatoria che presto sarà ad Orvieto gratuitamente in comodato gratuito per due anni e garantirà l’utenza proveniente anche da Lazio e Toscana. La Fondazione CRO che è sempre vicina alle esigenze della sanità locale, finanzierà la formazione professionale.
Si tratta del sistema Versus che è un completamento della colonna laparoscopica attraverso strumentazioni agili e trasportabili che l’Usl Umbria 2 è una delle pochissime aziende sanitarie ad avere in Italia e che, al contrario del sistema Vinci, è più leggero. Per i prossimi due anni la sfida sarà quindi su Orvieto. Il Pnrr riguarda solo per l’8% la sanità anche se si poi raggiunge il 15%. In Regione c’è stato finanziamento importante di circa 25 mln per le case di comunità, fondi che miglioreranno la situazione sui territori. Nella casa di comunità si offrono servizi sanitari alla popolazione, con medici, ambulatori e infermieri (punto unico di accesso, ADI, punto prelievi, programmi di screening. C’è poi l’ospedale di comunità per cure più intensive con 20 posti, assistenza medica per circa 5 ore al giorno, operatori socio-sanitari, medici, figure riabilitative.
Casa e ospedale di comunità avranno una sede propria. Age.na.s. / Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali di livello nazionale suggerisce che vengano realizzati nelle vecchie strutture del patrimonio pubblico. La casa di comunità di Orvieto ha un finanziamento di 3,75 mln e altri 3,343 per ex ospedale a cui si aggiungono altri investimenti aziendali per un totale di 8 mln di euro. E’ di prossima apertura il CSM e SERD di Orvieto. C’è la possibilità, inoltre, di attivare la struttura sanitaria della REMS (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) presso l’edificio mensa dell’ex caserma Piave dove si sta valutando di realizzare 20 posti letto. Un progetto la cui fattibilità è da stabilire prossimamente in Regione e che riporterebbe in Umbria pazienti che oggi vengono curati fuori regione. Secondo il Report sanitario stilato da ‘Meridiano Sanità’ su una serie di indicatori – ha concluso – è dimostrato infine che in Umbria si vive di più e che è la regione d’Italia che ha risentito di meno del Covid. Si vive di più non solo grazie all’aria, all’acqua e al verde, ma crediamo grazie alla qualità della sanità in questa regione. La somma degli indicatori dice che l’Umbria è terza dopo Bolzano e Trento e da tre anni è migliorata di 7 posizioni”.
Ad illustrare il progetto di trigenerazione della gestione dell’efficienza impiantistica dell’Ospedale di Orvieto è stato il rappresentante di GEDEK che ha parlato dell’impianto di cogenerazione e rigenerazione attraverso un processo tecnologico che va nell’ottica dell’efficientamento energetico e permette di produrre energia elettrica, termica e frigorifera risparmiando sulle utenze. Il sistema ad hoc che si sta realizzando sui tre ospedali dell’azienda ha consentito complessivamente in un anno un risparmio di energia di circa il 15% rispetto al prelievo da rete, pari a circa 243 mila euro che si coniuga alla spesa corrente di ogni azienda ospedaliera; inoltre migliora la qualità dell’aria consentendo benefici sull’ambiente grazie all’eliminazione di -825 tonnellate di CO2.
Replicando ad alcune sollecitazioni giunte in modo estemporaneo dal pubblico presente che ha espresso vivacemente il disagio per le liste di attesa ed altre prestazioni sanitarie, l’Assessore alla Sanità, Luca Coletto ha ricordato che “negli ultimi dieci anni a seguito delle politiche nazionali si è avuto un calo di oltre 37 miliardi a scapito delle esigenze dei cittadini e ricaduti sulle regioni. Durante la pandemia gli ospedali sono stati riconvertiti e si sono susseguiti vari DPCM che a livello nazionale riorganizzavano la sanità in prospettiva Covid. In Umbria solo le terapie intensive sono state portate dalle 69 di prima a 127. Abbiamo dovuto sopperire a delle situazioni che non erano state mai contabilizzate e che si riferiscono alla sicurezza dei cittadini. Mancava un piano pandemico nazionale aggiornato (quello esistente era datato 2007) che poteva sopperire al massimo ad una influenza. Nel novembre 2020 il Governo ha emanato un provvedimento che prevedeva 500 mln per le liste di attesa in due anni. Abbiamo un ‘imbuto formativo’ di nuovi medici. Avevamo solo 600 mila euro per 4 mila specializzandi che sceglievano di andare all’estero, un problema che andava risolto e le borse da 6 mila euro sono passate a 12 mila euro complessivi. Ribadisco che fissare il numero chiuso in medicina è una scelta sbagliata se vogliamo continuare a dare prestazioni sanitarie! Il problema delle liste di attesa c’era anche prima! Però abbiamo dovuto obbedire alle decisioni del Governo. Come Regione Umbria abbiamo valutato di riorganizzare le liste per i fragili ed essere più incisivi con le prescrizioni da parte dei medici di medicina generale indicando la tempistica per lo svolgimento delle prestazioni. Non cancelliamo le scelte precedenti ma vogliamo rendere possibili gli investimenti come quello della REMS nell’ex mensa della caserma Piave. Porteremo avanti questo investimento in Umbria sfruttando correttamente i soldi dei contribuenti. Purtroppo questi investimenti andranno sempre più a scemare”.
“Oggi è qui ad Orvieto tutta la sanità regionale perché siamo abituati a parlare con i numeri e ad affrontare i problemi che i cittadini hanno, a partire dai ritardi nelle prestazioni delle analisi e del recupero delle liste di attesa – ha esordito la Presidente della Regione, Donatella Tesei – chiedo però che tutto questo venga affrontato senza dietrologie del passato perché abbiamo visto come è finita, né ideologismi ma con razionalità, senza penalizzare il bene dei cittadini. Sono reduce da una conferenza straordinaria delle regioni dove sono stati affrontati molti temi stringenti sul terreno anche della sanità. Siamo consapevoli che la gente deve aspettare troppo, ma stiamo riorganizzando una rete sanitaria regionale che non c’è mai stata!
Due anni di pandemia sono stati affrontati con la fermezza che la situazione richiedeva e siamo stati la migliore regione d’Italia, credo quindi che tutta la comunità orvietana ha il diritto di sapere chiaramente che l’Ospedale di Orvieto verrà confermato come Dea di primo livello e che verrà realizzata una ‘casa di comunità’ e un ‘ospedale di comunità’ in grado di servire tutto il territorio. Per le liste di attesa stiamo mettendo in campo un piano straordinario di recupero delle liste d’attesa che era già in essere in fase pre-Covid. Tutto questo è iniziato, si sta attuando e sono convinta che a breve i cittadini vedranno i risultati. Posso assicurare che c’è l’impegno di tutta l’amministrazione regionale e non solo per venire incontro alle legittime esigenze della popolazione e dare ai cittadini risposte immediate. Io credo che la comunità orvietana che stasera è in questa sala, sia interessata oltre che all’ospedale Dea di primo livello, anche agli investimenti e a vedere i progetti della casa e dell’ospedale di comunità”.
Proprio nel merito della rivalutazione dell’ex Ospedale il progettista intervenuto ha sottolineato i principi ispiratori e gli aspetti che caratterizzano il progetto che è stato pensato per ridare identità alla storia di quel luogo la cui bellezza estetica verrà conservata. Il progetto ruota intorno alla concezione che il malato non deve sentirsi tale ma parte di una comunità che si ritrova all’interno degli spazi dell’ospedale di comunità. L’intervento in sintesi è la rielaborazione dell’antico edificio di piazza Duomo ma evita le grandi demolizioni. Viene mantenuta la materia in tufo che è un tratto storico e naturale essenziale e lo straordinario affaccio sulla vallata alle pendici della rupe. Dal percorso interno al giardino si accede a un grande fornice all’ingresso del portico. Nel progetto tutto è a misura delle persone, a partire dai soggetti con disabilità, che devono vivere gli spazi distributivi di socialità arredati con piccole isole dove potranno incontrare le persone esterne e insieme comunicare. Sarà presente anche una “stanza grigia” per eventuali situazioni Covid. Spazi ariosi e vivibili sono stati studiati anche all’interno con arredi funzionali. Il progetto della struttura si rapporta con il SERD e CSM (quest’ultimo è in fase di consegna) mediante dei collegamenti. Dal punto di vista energivoro, l’edificio non consumerà molto grazie ad interventi di efficientamento energetico. Il progetto definitivo sarà presto esecutivo per essere cantierizzato in pochi mesi, nel rispetto della normativa.
Dalle associazioni e da alcuni cittadini sono pervenuti i seguenti contributi:
Gianni Mencarelli (Tribunale Diritti del Malato ) ha affermato che “il progetto è interessante e non posso non condividerlo avendo osteggiato in passato progetti come quello di un albergo. Se il metodo è di far sì che vengano recepite le segnalazioni dei cittadini non vedo perché questo progetto non possa completarsi con una Residenza per anziani richiesta da parte delle famiglie che non possono assistere i propri cari senza andare in altre zone del territorio. Plaudo all’iniziativa e penso che portando avanti anche un esame complessivo dei disservizi, che ci sono e sono innegabili, si possano trovare le soluzioni sui servizi da ottenere con fondi Pnrr. Oltre al Tribunale dei diritti del malato rappresentiamo anche i diritti dei dipendenti che ci prospettano problemi e situazioni pesanti per il personale ospedaliero tali da portare alla chiusura, sebbene temporanea, di taluni reparti come sta accadendo per ortopedia. Come Tribunale dei Diritti del Malato / Cittadinanza Attiva e Associazione ‘Parte Civile’ siamo disponibili a lavorare insieme perché quando ci sono dei problemi vengano affrontati e risolti pacificamente”.
Fabio Giovannella (Prometeo Orvieto) ha detto: “stiamo raccogliendo il disagio delle persone che ci fanno segnalazioni perché stanno subendo la riorganizzazione del post Covid. Un disagio forte e l’iniziale tensione di questa sera è perché da un lato si diceva che tutto va bene ma dall’altro non è così: il sistema di accettazione ad esempio non è adeguato perché a fronte di patologie gravi che richiedono prenotazioni di prestazioni sanitarie, queste sono dilazionate nel tempo costringendo le persone a rivolgersi alle strutture private o subire i ritardi a danno della propria salute. Comprendiamo tutto ma in una situazione come quella attuale c’è bisogno di avere il controllo di questo disagio. Conosciamo il progetto dell’Ospedale di Comunità e della Casa di Comunità e su quest’ultima abbiano delle perplessità rispetto al piano del traffico, trattandosi infatti di un sito a forte vocazione turistica. La gravità demografica ed economica è molto forte in questo territorio, quindi rispetto alle scelte politiche di allocazione delle strutture si è avuta la sensazione che l’Ospedale di Orvieto fosse di livello residuale e che non si investisse in maniera adeguata allorché si attuano progettazioni di un certo spessore. Per questo non ci piace l’abolizione del distretto che ha una funzione importate nella guida della sanità territoriale. Su questo chiederemo di riesaminare la questione tenendo conto delle situazioni geografiche regionali, e aiutando il territorio ad invertire la diminuzione della ricchezza rispetto ad importanti servizi che ad Orvieto sono stati fortemente ridotti negli ultimi anni”.
Franco Pancrazi: “la Usl acquistò anni fa l’ex mensa della Caserma in un’area dotata di parcheggi quindi era giusto farvi degli ambulatori. Oggi invece abbiamo la struttura di via Postierla, l’Ospedale, poi avremo le nuove strutture di cui si è parlato, ma la salute è salute e non si può aprire la strada alla sanità privata quindi vorrei sapere quando i vari punti Asl esistenti e il vecchio ospedale funzioneranno a regime”.
“L’Ospedale di Ciconia è l’ospedale per acuti. Poi c’è la grande sfida delle patologie croniche specie in questa regione dove ci sono moltissimi anziani – ha precisato il direttore regionale alla Sanità, Massimo D’Angelo – ecco allora la casa di comunità e l’ospedale di comunità per la presa in carico del paziente cronico per poi avvalersi dell’Ospedale che certamente va ottimizzato. Veniamo però da due anni di pandemia che hanno reso necessario ri-orientare e ri-organizzare i servizi. Nessuno vuole chiudere i distretti che sono strutture sovrazonali, ma tutto quello che c’è qui sul territorio non solo resta ma verrà incrementato. Per gli acuti infine, il Dea di primo livello resta e fa parte di un sistema di rete di primo e di secondo livello”.
Al termine del confronto, la Presidente della Regione, Tesei ha giudicato “molto utili gli interventi svolti in modo giusto e pacato. Sono certa che dopo questa riunione – ha detto – si possa dire che Orvieto scrive una bella pagina: recuperare una bella struttura all’interno del centro storico che viene messa a disposizione della comunità per essere vicina ai cittadini. Il progetto è molto bello e Orvieto è una città bella che merita interventi all’altezza, quindi siamo su questa linea. Prendiamo buona nota di tutti gli interventi fatti con consapevolezza e senza strumentalizzazioni”.
A conclusione dell’incontro, il Sindaco Tardani ha ringraziato la Presidente della Regione Tesei, l’Assessore alla Salute, Coletto, i rappresentanti dell’Usl Umbria 2 e “le tante persone che oggi sono venute per ascoltare, vedere i progetti che da qui a breve prenderanno avvio, persone che garbatamente sono intervenute per portare il loro punto di vista e segnalare quello che non va. Continueremo ad ascoltare tutti coloro che vogliono dare contributi costruttivi, a vigilare e a cercare soluzioni nell’interesse dei cittadini del nostro territorio”.