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Sanità, l'audizione in Terza commissione del direttore generale dell'Usl Umbria 2 Roberto Noto

Il dg ha relazionato sulle criticità e sui progetti per ospedale e Distretto. Il presidente Gialletti: "Pronto un atto di indirizzo da sottoporre al consiglio comunale"

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1 novembre 2025

Sanità, l'audizione in Terza commissione del direttore generale dell'Usl Umbria 2 Roberto Noto
Municipium

Descrizione

ORVIETO - Nella seduta di giovedì 30 ottobre, la Terza commissione consiliare permanente su Sanità e Sociale, presieduta da Evasio Gialletti, ha ricevuto in audizione il direttore generale dell’Usl Umbria 2, Roberto Noto. Presenti anche il direttore amministrativo Piero Carsili, il direttore sanitario Alfredo Notargiacomo, la dirigente del Servizio Patrimonio dell’azienda sanitaria Maria Luisa Morina, la neo direttrice del Distretto sanitario di Orvieto, Viviana Nicosia, e la direttrice del presidio ospedaliero “Santa Maria della Stella” di Orvieto, Ilaria Bernardini. 

“Questa - ha esordito il direttore Noto - è una stagione costituente per il servizio sanitario regionale. Appena arrivato, a luglio, mi è stata chiesta dalla direzione regionale e dalla presidente una proposta sulla rete ospedaliera dell’azienda e così abbiamo cominciato a fare uno sforzo istruttorio con i direttori di presidio e di distretto e con il collegio di direzione per cercare di suggerire alla Regione un modello di organizzazione e di funzionamento che fosse improntato a una linea guida chiara. La Usl Umbria 2 è l'azienda più sofferente del servizio sanitario regionale, è quella che ha il disavanzo strutturale più importante ed ha dei vincoli e delle necessità di attenzione agli aspetti più propriamente economico-finanziari della gestione. Sembra prossima la pre-adozione degli atti che rappresentano l’architrave del nuovo piano socio-sanitario regionale. Fra questi i tre atti significativi per Orvieto riguardano la pianificazione della rete ospedaliera, la pianificazione del fabbisogno residenziale e semiresidenziale e la definizione in termini di utilizzo del patrimonio disponibile e indisponibile. Ancora non abbiamo contezza di quella che sarà la rete ospedaliera approvata dalla Regione, però l'approccio nella costruzione della proposta che ho fatto nelle settimane scorse, pur in considerazione di questa esposizione in termini di disavanzo, non va nel senso di chiudere, di sopprimere o abrogare modelli organizzativi. Il nuovo piano sociosanitario è finalizzato all'incremento della capacità di produzione della nostra azienda e quindi stiamo cercando di strutturare un modello di organizzazione e di funzionamento sia sui presidi che sui distretti che a parità di rete ospedaliera attuale, quindi a parità dei posti letto attuali, consenta di poter innalzare gli standard di qualità e di quantità delle nostre prestazioni, cioè produrre di più, ricoverare di più e quindi avere più DRG e più ricavi. Noi non chiudiamo niente piuttosto vogliamo potenziare quello che c’è di buono e quindi la nostra proposta di rete ospedaliera ha confermato, nel principio dell'invarianza dei posti letto, il numero complessivo del presidio di Orvieto. Abbiamo proposto delle rimodulazioni a favore della Chirurgia e in parte a favore della Medicina. Sulla Chirurgia abbiamo delle potenzialità inespresse e mi riferisco all’Urologia. Non più tardi di settembre scorso, pur non avendo una disponibilità di posti vacanti e non avendo un fabbisogno autorizzato di urologi per Orvieto, l’azienda ha comunque bandito una procedura di assunzione a tempo determinato dedicata a Orvieto che ha visto la partecipazione di 5 chirurghi. L'intento era di precostituire lo strumento, all'esito della disponibilità dei posti, per poter cominciare a ragionare su un pool di chirurgia urologica. Il 16 novembre possiamo cominciare a scorrere la graduatoria e assumere il primo mentre altri due li potremmo prendere all’inizio del prossimo anno”.

“Sulla Chirurgia generale - ha proseguito il direttore generale dell’Usl Umbria 2 - ci sono state due uscite a fronte di un'entrata, quindi rispetto alla dotazione organica della struttura complessa possiamo assumerne solo uno. Però non ci sono graduatorie pendenti. Questo presuppone che si faccia una selezione come per gli urologi oppure una procedura concorsuale per avere una graduatoria. In questa seconda opzione avremo bisogno di due o tre mesi per fare il concorso. Per quanto riguarda gli infermieri abbiamo riscontrato un consistente numero di turnover che possiamo coprire e in questo senso abbiamo già fatto una procedura di assunzione scorrendo per la terza volta una nostra graduatoria e ne abbiamo assunti 7. Ne abbiamo altri 9 da assumere ma ormai quelle graduatoria non funziona più. L’idea, per quanto riguarda il fabbisogno infermieristico del presidio e del distretto di Orvieto, è quello di utilizzare le graduatorie di qualcun altro e proprio ieri ho chiamato Andrea Casciari, direttore generale dell'azienda ospedaliera di Terni, che ha una graduatoria con 200 persone da cui potremmo attingere. Di questi nove ragioneremo quanti destinarne a Orvieto, forse 4-5.  Ci sono delle criticità di sistema sul reclutamento delle persone - ha aggiunto - e insieme agli infermieri servono pure gli OSS, merce rarissima, più rara dei collaboratori professionali. E noi non abbiamo graduatorie. In realtà abbiamo attivato una procedura ma cozza con la mancata disciplina da parte degli enti del servizio sanitario. La stessa Regione, in analogia a quello che avviene in altri servizi sanitari regionali, ha dato indicazione di fare i concorsi unificati ma, a tutt'oggi, non ha disciplinato le modalità di redazione delle graduatorie”. 

“Sulla Cardiologia - ha detto ancora - ho letto che la risoluzione del rapporto con il dottor Mazza, cardiologo che ha vinto il concorso per la direzione della Struttura complessa di Città di Castello, è stata interpretata come un ulteriore indicatore del depotenziamento dell’ospedale. Ma noi avevamo comunque una procedura concorsuale aperta e il 16 novembre prenderà servizio alla direzione della struttura cardiologica il dottor Marco Testa, proveniente dall’Azienda ospedaliera S.Andrea di Roma. Per l’ospedale abbiamo inoltre definito un modello di presa in carico dei pazienti pediatrici al pronto soccorso, che supporteremo con una risorsa professionale, che consentirà di poter mettere a disposizione di questi pazienti e delle loro famiglie una presa in carico in termini molto più rapidi e appropriati. Sulla Medicina invece dovremmo fare un ragionamento con le residenze e la continuità assistenziale territoriale poiché anche Orvieto, pur mantenendo rispetto al 2024 un trend di produzione positivo, soffre perché teniamo in carico i pazienti per troppi giorni. Un'ultima considerazione sull’ospedale è relativa al Punto nascita su cui, è bene dirlo, non risulta in alcun modo che possa essere messa in discussione la deroga. Per la Ginecologia è prevista infine l’assunzione di ginecologo”.  

“Il Distretto - ha affermato Noto - vive di una stagione particolarmente propositiva. La Geriatria è a regime, funziona e ha numeri importanti ma soffre perché gran parte dell’apporto professionale di cui necessita il servizio avviene per tramite della dottoressa Nicosia. In questo senso avevamo attivato un avviso per un Neuropsicologo, la figura che servirebbe nell’ambulatorio, che era andato deserto. Ora lo riproporremo per poi fare un ragionamento tra un mese e mezzo quando definiremo con la Regione il piano delle assunzioni. In termini di potenziamento dei servizi, per quanto riguarda le prime visite in ambulatorio, è stato messo in campo un servizio territoriale di Pneumologia, i cui numeri sono interessanti, mentre per quanto riguarda la Vulnologia è stato da poco attivato un interessante percorso di presa in carico ambulatoriale per quei pazienti che lamentano ferite e ulcere. Il terzo elemento di forza che ha questo distretto è quello dell’ADI. Le criticità riguardano soprattutto la mancanza di adeguate risorse professionali sui centri di responsabilità del Csm e del Serd, dove abbiamo necessità di uno psichiatra. Il problema è che non abbiamo le graduatorie e non ci sono nemmeno graduatorie da cui attingere. Fra un mese e mezzo, quando ci chiederanno la proposta di fabbisogno inseriremo uno psichiatra per Terni e uno per Orvieto”.

“Sui lavori strutturali - ha concluso - complessivamente questo territorio ha avuto riconosciuti più di 20 milioni di finanziamenti. Per quanto riguarda la Casa e l’Ospedale di comunità siamo nei tempi imposti dal Pnrr e i lavori saranno completati entro il 31 marzo 2026. In questi 20 milioni ci sono anche gli interventi di adeguamento sismico dell’ospedale e i lavori per il pronto soccorso per cui sono stanziati 4 milioni di euro di fondi di bilancio aziendale e sono stati inseriti nel piano degli investimenti”.  

Il dottor Noto ha parlato anche del palazzo di Piazza Nicosia a Roma, frutto del lascito Solis. “L’immobile è oggetto di una donazione - ha detto - che in quanto tale ha vincolo di destinazione anche se interpretabile in senso lato. Abbiamo deciso di metterlo nuovamente in alienazione e lo abbiamo detto anche alla Corte dei Conti che su questo ci ha chiesto conto. Una prima stima è di circa 9,5 milioni di euro fatta dall’Agenzia delle Entrate nel 2022 che ora bisognerà riaggiornare. Noi l’avevamo messo a reddito dando in affitto il piano inferiore a un ristorante per circa 130mila euro. Una volta approvata la pianificazione degli interventi ci accingeremo a venderlo. E' evidente che se dovessimo riuscire a vendere quella posta, previo parere legale rispetto alla destinazione vincolata su cui potremmo avere ampi margini alla luce dei contenziosi che ci sono stati, capiremo poi dove vogliamo metterla. In questo senso ci sono dei manufatti incompiuti in città che in questo momento non hanno finanziamenti dedicati”.

Sul tema del patrimonio dell’azienda sanitaria è intervenuta anche la dirigente del servizio, Maria Luisa Morina. “Stiamo rivedendo come valorizzare il patrimonio da dismettere - ha affermato - tra cui rientra l’edificio di via Postierla, sede attuale del Distretto. Ad agosto abbiamo approvato il piano triennale del patrimonio dove si sono accennate varie valorizzazioni tra cui quella del palazzo di Piazza Nicosia e cosa realizzare nell’ex mensa della caserma Piave che era acquistata per realizzare il Palazzo della Salute. Li adesso abbiamo allestito l’archivio che ormai soffocava l’ospedale e tutto l’archivio storico dell’ex ospedale. Rispetto all’elisoccorso, infine, Orvieto e Foligno non sono ancora utilizzabili per i voli notturni ma sono state fatte tutte le predisposizioni per le progettazioni per avviare il volo notturno che è oggetto di autorizzazione da parte di Enac”. 

Successivamente il dottor Noto ha risposto alle domande dei commissari.

“Per aggredire la mobilità passiva - ha detto - la risposta migliore è quella del potenziamento quantitativo e qualitativo delle nostre prestazioni. E questo si ottiene assumendo personale bravo. E’ chiaro che sul territorio tutto questo sconta una claudicanza, è inutile che ci giriamo attorno. Nelle aziende ospedaliere, che sono di rilievo nazionale, di alta complessità, le expertise e le skills dei professionisti che coprono le posizioni apicali si riesce a conseguirle con maggiore facilità. Nei territori, nei presidi sanitari, siano essi dotati di Dea di Primo livello o meno, è già più difficoltoso riuscire ad ottenere professionisti che vanno a coprire l'alta complessità delle strutture. Quindi, intanto, nelle procedure che stiamo ponendo e che porremo in essere cerchiamo di reclutare quanto più personale qualificato. Porto un esempio banale che in questi mesi ho colto. Spesso nel territorio aziendale della Usl abbiamo procedure che vanno deserte o viceversa procedure per cui pur scorrendo le relative graduatorie per assegnarle a Orvieto o in alcuni presidi individuati, non vengono considerate da chi si trova in graduatoria. Quando bandiamo le procedure e soprattutto quando bandiamo le procedure per l'affidamento di incarichi di struttura, io sto dicendo ai miei professionisti che dobbiamo fare scouting. Il responsabile della struttura di Urologia, ad esempio, si deve raccordare con le società scientifiche, con le società di Urologia che mettono nei loro bandi tutti i concorsi che si fanno in Italia sulla disciplina di riferimento. Nelle mie esperienze pregresse ho recuperato tanti professionisti bravi con queste modalità”.

Relativamente alla richiesta di attivare i Comitati consultivi misti nella redazione del piano socio-sanitario regionale “questa partita - ha affermato Noto - è oggetto di valutazione da parte della Regione ai fini di un apposito capitolo nel piano socio-sanitario 2025-2030. In quel contesto si stanno individuando, dal punto di vista procedurale, dei momenti di compartecipazione preventiva rispetto all’assunzione di taluni specifici provvedimenti che consentono un'attività preventiva di presa in carico da parte dell'amministrazione regionale di una serie di istanze che possono essere avanzate da portatori di interesse. Vediamo come lo scrivono e vediamo quali saranno i soggetti portatori di interessi e quindi gli stakeholders che saranno titolari di queste posizioni giuridiche soggettive per poter contribuire nelle fasi preliminari all’adozione di alcuni procedimenti. L’aspetto giuridico di questa vicenda è importante. Chi avrà titolo per essere interessato a questo percorso? Qui si apre un mondo anche dal punto di vista giurisprudenziale sull'interesse diffuso e sull'interesse collettivo”.

“Sulle liste d'attesa - ha concluso - siamo sofferentissimi e ne dovremmo parlare peraltro anche con la Corte dei Conti”. 

“La Terza commissione - ha detto il presidente Evasio Gialletti - con il contributo di tutti i commissari ha elaborato un documento che tiene conto delle informazioni e delle sollecitazioni raccolte nelle audizioni svolte in questi mesi con i vertici dell’Usl Umbria 2, del Distretto sanitario e dell’ospedale di Orvieto, con i sindacati e con le associazioni e ora sarà presentato come atto di indirizzo all’approvazione del consiglio comunale. L’obiettivo è far convergere tutte le forze politiche su questo documento che rappresenterà la piattaforma di confronto tra la città e la Regione per rivendicare il ruolo strategico dell’ospedale di Orvieto nel sistema sanitario regionale, il potenziamento della medicina territoriale, un’equa distribuzione del personale per colmare le carenze di organico e valorizzare il patrimonio per implementare e migliorare i servizi a favore della sanità orvietana”.  

Ultimo aggiornamento: 1 novembre 2025, 11:50

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